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Causa dei ritardi mentali e lo sviluppo cognitivo

Causa dei ritardi mentali possono essere anomalie prenatali, cause perinatali quali l'asfissia durante il parto, traumi postnatali o malattie quali meningite ed encefalite.

Capitolo 5 - Lo sviluppo cognitivo

I quadri di riferimento teorico

Ogni teoria riguardante lo sviluppo cognitivo si basa su diversi presupposti teorici, radicati nei diversi approcci filosofici cui la teoria fa riferimento. Trattando lo sviluppo cognitivo possiamo fare riferimento a ben quattro diversi approcci teorici:

L'approccio empirista: (sensi → intelletto) l'esperienza porta a sviluppare l'intelligenza. La conoscenza comincia con la nostra esperienza sensoriale e percettiva, essa è quindi induttiva. L'approccio empirista sente dell'influenza della filosofia empirista di Ockham, Bacon, Locke e Hume, secondo cui la conoscenza è induttiva e derivata dall'esperienza attraverso associazioni e catene associative. Secondo questo approccio, le abilità

complesse si formano tramite l'associazione di stimoli e risposte, i concetti tramite l'apprendimento e la discriminazione delle caratteristiche dell'oggetto e le generalizzazioni da abitudini e idee. Lo sviluppo cognitivo è il frutto di svariati apprendimenti che si susseguono nel corso del tempo. A questo approccio fanno riferimento comportamentisti e cognitivisti (Esperimento Kendler).

L'approccio razionalista: 2. (intelletto → sensi) l'intelligenza è già presente nell'individuo e la si sviluppa. Questo approccio riprende la filosofia di Descartes, Spinoza, Leibniz e Kant, secondo cui le forme della conoscenza sono imposte dall'intelletto e quindi a priori rispetto all'esperienza sensibile. Tra le varie scuole di pensiero si è distinta la GESTALT, che ha messo a punto la teoria della percezione. Nell'approccio razionalista rientra inoltre lo strutturalismo di Piaget, secondo cui l'individuo

è dotato di un’intelligenza con strutture giàpronte e buona parte dell’attività mentale consiste nell’assimilazione di informazioni già disponibili in queste strutture. Lo strutturalismo di Piaget cade, però, nel costruttivismo quando egli afferma che tali strutture non sono innate, ma si costruiscono e si sviluppano nel corso della crescita secondo quattro stadi successivi. Infine, rientrano in questo approccio teorico le teorie innatiste, che partono dal presupposto che la mente umana sia suddivisa in moduli, ognuno dei quali è predisposto per un diverso ambito della conoscenza e già presente nella mente del neonato.

L’approccio costruttivista:

  1. (soggetto → oggetto) la conoscenza si costruisce grazie all’incontro del soggetto con l’oggetto. Il bambino ha un potenziale intellettivo che si sviluppa e costruisce tramite l’interazione con la realtà. Questo approccio riprende la filosofia
dialettica da Hegel a Marx e studia i processi di cambiamento, definendo il cambiamento di struttura come un salto di qualità in cui la nuova struttura comprende quella precedente. La conoscenza è costruzione. In questo approccio rientra pienamente il costruttivismo bipolare di Piaget, il quale afferma che nel processo di conoscenza l'individuo è come un organismo vivente che assimila dati dalla realtà e si adegua internamente alla realtà che lo circonda, si organizza e si costruisce interagendo con la realtà e più il bambino acquisisce dati dalla realtà, più egli modifica la propria organizzazione interna (es. come una libreria in cui si cambia l'ordine dei volumi ogni volta che se ne aggiunge uno nuovo). Piaget si serve di una "metafora alimentare", affermando che apprendere è come mangiare, si prende l'informazione dall'esterno, ci si nutre e la si digerisce elaborandola. Egli parla di

Accomodamento ed equilibrazione. In questo ambito, Piaget elabora la teoria stadiale, secondo cui il bambino passa da uno stadio all'altro se riesce a superare il conflitto cognitivo (il bambino integra i feedback negativi forniti dalle azioni non riuscite). Rientrano in questo approccio teorico anche le teorie neopiagettiane e neurocostruttiviste: le prime partono dal pensiero di Piaget, ma con il presupposto che alla base dello sviluppo non vi sia l'acquisizione di nuove strutture, ma la capacità di elaborare una quantità crescente di informazioni; le altre, invece, partono dal presupposto che la mente umana adulta sia suddivisa in moduli che non sono presenti già alla nascita (al contrario di quanto affermano le teorie innatiste), ma si sviluppano nel corso del processo di crescita. L'approccio storico-culturale (soggetto → soggetto & oggetto): la conoscenza si costruisce con l'incontro del soggetto con altri soggetti e con gli oggetti.

(costruttivismo tripolare). Maggior esponente di questo approccio teorico è Vygotskij, che fondò la sua teoria psicologica sui presupposti della dialettica materialista. Grande importanza negli studi di Vygotskij riveste il contesto socio-culturale in cui il teorico si ritrovò a operare: egli fu un giovane intellettuale marxista nel periodo della rivoluzione russa e per questo si impegnò per contribuire al cambiamento della società. La tesi di Vygotskij è che la coscienza e le funzioni psichiche sono il risultato dell'interazione sociale e della cultura umana. Attraverso l'interiorizzazione degli strumenti sociali e culturali che il bambino possiede, si sviluppano le funzioni psichiche superiori. Gli strumenti culturali cui fa più spesso riferimento Vygotskij sono il linguaggio e la scrittura, con particolare riferimento all'ascolarizzazione. Tra gli autori occidentali, invece, il più importante teorico di questo approccio.fu Bruner, cheteorizzò l'esistenza di tre diversi sistemi di codifica, o forme di rappresentazione, che compaiono in successione durante lo sviluppo assorbendo la rappresentazione precedente:
  1. Rappresentazioni esecutive, basate su azioni motorie;
  2. Rappresentazioni iconiche, basate su rappresentazioni mentali;
  3. Rappresentazioni simboliche, basate su segni convenzionali del linguaggio.
In questo ambito Bruner distingue due forme di pensiero: quello logico-scientifico, che si orienta in base alla coerenza e alla sistematicità della realtà, e quello narrativo, che si orienta in base al significato dell'esperienza e alle intenzioni. Lo sviluppo tipico. Piaget e la teoria stadiale. Tutti i lavori di Piaget sono stati svolti con la collaborazione di Barbel Inhelder. Piaget costruisce prima di tutto un'epistemologia genetica (teoria sulla genesi e sullo sviluppo della capacità umana di conoscere), ma il tipo di conoscenza di cui eglitipo scientifico (logica o pensiero pragmatico). Alla base del pensiero di Piaget vi è il concetto di accomodamento: l'individuo si adatta all'ambiente, si aggiorna come un sistema di archiviazione in cui si inseriscano nuove informazioni. Per portare avanti i propri studi, Piaget si serve di diversi metodi, tra cui: - l'Osservazione Guidata: diversa da quella psicoanalitica, è un'osservazione guidata da un'ipotesi che vaverificata osservando le reazioni del bambino a determinati stimoli. Piaget osserva il mondo infantile dei primi due anni di vita. - Il Colloquio Clinico: è un vero e proprio colloquio con i bambini di età compresa tra i 2 e i 7 anni. Piaget parte infatti dal presupposto che si ottengano molte più informazioni sul pensiero dei bambini parlandoci direttamente. Nel colloquio con il bambino dai 3 anni in su è necessario servirsi del linguaggio dei bambini di.quell'età e non ci si può aspettare una risposta giusta, poiché se il bambino si annoia o è infastidito può fornire risposte casuali, oppure fornire risposte fabulate, inventare storie per non rispondere a caso e non doversi impegnare, oppure ancora può fornire una risposta suggerita. Le uniche risposte da considerare, tenendo in considerazione anche le risposte precedenti, sono quelle provocate, sincere dal fatto che il bambino non ha mai avuto modo di riflettere sull'argomento proposto, e quelle spontanee, che riflettono ciò che il bambino crede veramente in seguito a elaborazione autonoma. Le risposte provocate sono la prova dell'esistenza della zona di sviluppo prossimale. Il Colloquio Clinico Critico: consiste in un colloquio che avviene in situazioni sperimentali durante le quali il bambino deve rispondere a dei quesiti o risolvere un problema. Questo metodo è applicabile con bambini dai 6 anni in.

Piaget iniziò i suoi studi con intenti descrittivi, ma era un razionalista costruttivista e andando avanti con i suoi studi definì la progressione dello sviluppo della conoscenza con il termine stadio. Lo stadio piagettiano è concepito come un qualcosa che abbia una sequenza cronologica e gerarchica invariante, dotato di una struttura d'insieme al cui interno non sono possibili sfasature temporali nell'acquisizione di nuove capacità. Per descrivere questa sfasatura, Piaget utilizza il termine décalage, che indica la differenza cronologica nell'acquisizione di concetti riguardanti la stessa struttura. In seguito, dimostrando l'esistenza del décalage, gli studiosi hanno superato la teoria piagettiana.

Nello studio delle fasi evolutive, Piaget individua quattro stadi e svariati sottostadi, il cui insieme dà vita alla Teoria Stadiale:

Stadio senso-motorio (nascita → 18/24 mesi):

  1. nel corso dei primi 24 mesi di vita,

Passando per alcuni sottostadi, il bambino sviluppa l'intelligenza senso-motoria. Nella sottile sequenza di capacità sempre maggiori del bambino si costruisce l'intelligenza. Il bambino prende consapevolezza dello spazio e del tempo, fino a padroneggiare l'ambiente e raggiungere l'intelligenza pratica. Il primo stadio è caratterizzato da schemi percettivi e motori con cui il bambino impara a muoversi e a esplorare l'ambiente che lo circonda. Durante questo stadio una tappa importante nello sviluppo del bambino è costituita dalla realizzazione della consapevolezza della permanenza dell'oggetto. Lo stadio senso motorio è composto da tre sottostadi:

  1. 1° sottostadio - Tendenze Istintive (0 → 1,5 mesi):

    a. il bambino manifesta i riflessi innati.

  2. 2° sottostadio - Abitudini e Percezioni Organizzate (1,5 → 4 mesi):

    b. compaiono i primi adattamenti non innati: visione, fonazione, audizione e prensione nelle reazioni

circolari primarie. Alcuni comportamenti si conservano, ma non ancora in modo intenzionale. Il bambino eseguirà ripetutamente i movimenti relativi a riflessi innati, così che i movimenti si manifestino ritmicamente e non solo come meri

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Publisher
A.A. 2012-2013
22 pagine
14 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Marty Ten di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Napoli Federico II o del prof Parrello Santa.