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IL CONCETTO DI AUTOPOIESI
Saranno Maturana e Varela a sviluppare il concetto di autopoiesi.
Da tale punto di vista si può dire che per il sistema nervoso e l’organismo non esiste né interno
né esterno: ciò che l’organismo conosce del suo ambiente è la propria dinamica nervosa. Il
dominio cognitivo di un sistema vivente è l’insieme delle relazioni compatibili con la
conservazione della sua identità, cioè della sua chiusura organizzativa.
CAP. 3 EVOLUZIONE E COGNIZIONE
NOZIONE DI CHIUSURA E DI APERTURA NELLA DEFINIZIONE DI UN SISTEMA
Proprio per rendere conto della capacità di un sistema di far fronte a ciò che lo minaccia, a
causa della sua stessa apertura, che si evidenzia la necessità di chiarire l’aspetto di chiusura
nella definizione di sistema.
Un SITSTEMA APERTO è costantemente minacciato dal fatto che il suo ambiente non possa
fornire gli elementi necessari alla sopravvivenza.
La CHIUSURA DEL SISTEMA è ciò che al contrario può garantire la delimitazione del campo
delle interazioni possibili in modo tale da aumentare la probabilità che gli scambi con
l’ambiente possano garantire la sopravvivenza.
L’APERTURA TERMODINAMICA si riferisce:
agli scambi del sistema con l’ambiente; 7
alla capacità del sistema di trarre da esso nutrimento energetico.
La CHIUSURA si riferisce:
all’ordine ciclico dell’organizzazione di un sistema e perciò non si contrappone ma si
accompagna alla sua apertura termodinamica.
A tutti i livelli di osservazione la vita si presenta sotto forma di ORGANIZZAZIONE,
dall’organismo adulto allo sviluppo embriologico inteso proprio come organizzazione
progressiva. Il genoma stesso è definito come un sistema organizzato e non come una
semplice composizione atomistica di elementi.
Le interazioni con l’ambiente sono relative a un’organizzazione , così come l’evoluzione
testimonia la possibilità di utilizzare il caso, gli eventi storici contingenti, solo attraverso la sua
integrazione in organizzazioni progressive.
PIAGET giunge ad affermare che la FUNZIONE DI ORGANIZZAZIONE SI CONFONDE CON
LA VITA STESSA, rivelando la continuità del funzionamento organizzatore rispetto alla grande
varietà delle forme strutturali di organizzazione.
Una struttura è definita da un insieme di elementi uniti da relazioni.
Gli elementi possono essere corpi chimici, quantità energetiche, processi cinematici e
dinamici;
le relazioni possono essere spaziotemporali, causali, statiche, dinamiche, ecc. le strutture
pur esistendo sempre concretamente in uno spaziotempo determinato con elementi
specificati, possono tuttavia essere definite in astratto come forme o sistemi di relazioni, in
modo indipendente dai particolari elementi di cui sono costruite.
Per FUNZIONAMENTO Piaget intende l’attività o l’attivazione di una struttura.
Per FUNZIONE intende l’azione esercitata dal funzionamento di una sotto struttura su quella di
una struttura totale. Ma una funzione è tale solo se “è normale” , solo cioè se è utile a
conservare la struttura la cui sottostruttura fa parte.
In qsto senso la funzione di organizzazione si confonde con la vita stessa, perché è proprio la
continuità del funzionamento dell’organizzazione ciò che essenzialmente la definisce.
L’ORGANIZZAZIONE in quanto processo non è trasmessa ereditariamente come un carattere
qualunque essa si perpetua e si mantiene dunque, in quanto funzionamento, a titolo di
condizione necessaria di ogni trasmissione e non a titolo di contenuto trasmesso.
Da qsto punto di vista tre sono i caratteri fondamentali dell’organizzazione caratteristica dei
sistemi viventi: 8
1. è una funzione di CONSERVAZIONE , cioè il carattere proprio di ogni essere
organizzato è di conservare l’essenziale della sua forma totale e di continuare a
esistere come totalità
2. è L’INTERAZIONE DI PARTI DIFFERENZIATE, e la totalità che si conserva è quindi
una totalità relazionale;
3. il contenuto dell’organizzazione si rinnova in continuazione per ricostruzione
(metabolismo). La funzione e l’organizzazione coesistono a conservare la forma di un
sistema di interazioni attraverso un flusso continuo di trasformazione il cui contenuto si
rinnova continuamente attraverso scambi con l‘esterno.
AUTONOMIA DEL DETERMINISMO STRUTTURALE DI UN SISTEMA l’ambiente non
determina la struttura , l’unità e l’identità del sistema considerato ma è qsto al contrario che fra
gli stimoli che gli provengono dall’ambiente seleziona quelli ammissibili , quelli integrabili nei
cicli che definiscono la sua organizzazione (e quindi la sua identità in quanto essere vivente) e
quelli non integrabili.
L’AUTONOMIA DI UN SISTEMA VIVENTE è definibile come la capacità del sistema di
subordinare tutti i suoi cambiamenti strutturali alla conservazione dell’invarianza della sua
organizzazione, cioè alla conservazione della chiusura dei cicli che ne definiscono
ADATTAMENTO
l’organizzazione. È la stessa definizione di che è in gioco e che subisce una
profonda trasformazione.
Definizione tradizionale di adattamento l’ambiente viene considerato come primario e
origine (causa) dei cambiamenti del sistema. Lo schema input/output è quello dominante e
l’adattamento è definito come una risposta del sistema alle esigenze dell’ambiente.
adattamento
NEW accezione di ciò che diviene primario nella definizione della nozione di
adattamento è la conservazione dell’autonomia del sistema, cioè la conservazione della
chiusura dei cicli vitali che definiscono la sua organizzazione.
I cambiamenti della dinamica interna di un sistema non sono conseguenza della dinamica
dell’ambiente , ma, al contrario, è il sistema (tramite la sua determinazione strutturale interna)
che seleziona tra gli stimoli provenienti dall’ambiente quelli significativi e quelli non significativi
e che determina quali significati attribuire loro e il senso e la direzione dei cambiamenti
strutturali , in quanto definito dalla chiusura di un’organizzazione particolare
L’organizzazione è indissociabile dall’adattamento definito nei termini della stabilità degli
scambi fra un sistema organizzato e il suo ambiente.
Le condizioni funzionali del processo di adattamento sono : L’ASSIMILAZIONE e
L’ADATTAMENTO. 9
Ogni ciclo tende ad alimentarsi, cioè ad assimilare gli elementi esterni e compatibili nella sua
natura; nel contempo , ogni ciclo si trova obbligato ad accomodarsi agli elementi che assimila,
cioè a modificarsi in funzione della loro specificità e tuttavia senza perdere la sua chiusura in
quanto ciclo di processi interdipendenti.
Piaget l’ambiente non provoca semplicemente la registrazione di impronte da formazione di
copie ma innesca aggiustamenti attivi ed è per qsto che parliamo di accomodamento sempre
sottolineando “accomodamenti di schemi di assimilazione”.
L’AMBIENTE è la fonte degli input che determinano la struttura, le performance e
cambiamenti del sistema . perturbazione
Ciò che proviene ad un sistema è definito come piuttosto che come input. Ciò
che può essere una perturbazione è definito dalla chiusura del sistema , che determina
dunque il dominio cognitivo del sistema stesso, da intendersi come il dominio delle interazioni
in cui il sistema può entrare senza perdere la chiusura.
L’ambiente non provoca semplicemente la registrazione di impronte o la formazione di copie
ma innesca degli aggiustamenti attivi.
WADDINGTON: definisce una terza via oltre il lamarkismo e il darwinismo(mutazionismo). Il
suo presupposto di fondo consiste nel prendere sul serio il carattere sistematico del genoma: il
genoma è un sistema. il fenotipo è il risultato di una storia di interazioni fra genoma e
ambiente. C'è un'ecologia dell'evoluzione. Si comprendono le ragioni profonde dell'incontro fra
l'epistemologia genetica e la concezione di waddington, soprattutto per quel che riguarda
l'equilibrazione fra assimilazione e accomodamento.
LA VITA E’ COGNIZIONE
L’organizzazione vitale di un sistema equilibrato:tutta la storia della vita sulla terra è la storia
della progressiva coevoluzione della chiusura e dell’apertura dei sistemi organici e cognitivi.
L’importante non è ciò che viene conservato ma il processo funzionale continuo di
autoconservazione il quale dura quanto tutta la vita.
GLI ISOMORFISMI
Esprimono una tendenza generale dei processi di sviluppo ontogenetici a ripetere in un certo
senso gli stessi passi, e quindi a ricostruire strutture analoghe sulla base di mezzi a
disposizione sempre differenti, che diventano sempre più generali ed astratti.
Esistono tre forme generali di conoscenza:
1. la conoscenza innata
2. quella dovuta ad apprendimento
3. quella logicomatematica.
Le prime due forme di conoscenza sono rintracciabili in tutte le specie animali, sia pure
secondo aspetti e proporzioni diverse.
La terza forma di conoscenza, invece, appare una caratteristica della specie umana. 1
Il problema generale dell’epistemologia genetica è il problema della stabilità strutturale e in
maniera completa il problema della GENESI DELLE STRUTTURE.
Ciò che in primo luogo l’epistemologia genetica si propone di spiegare è la genesi della
necessità cioè di comprendere in che modo legami necessari che appaiono come indipendenti
dal tempo possano essere costruiti tramite strumenti del pensiero che sono operazioni
psicologiche soggette a evoluzione e costituentesi nel tempo.
CAP. 4 : IL FATTO E LA NORMA
DEFINIZIONE GENERALE DI J. PIAGET DELL’EPISTEMOLOGIA
L’epistemologia è lo studio della costituzione delle conoscenze valide, dove con il termine
costituzione egli vuole intendere sia le condizioni propriamente costitutive sia le condizioni di
accesso delle conoscenze.
PROBLEMA CENTRALE DELL’EPISTEMOLOGIA
È di stabilire se la conoscenza si riduce a una pura registrazione da parte del soggetto di dati
già completamente organizzati indipendentemente da lui in un mondo esterno, o se il soggetto
interviene attivamente nella conoscenza e nell’organizzazione degli oggetti.
Epistemologie classiche consistono in uno studio statico di uno stadio compiuto delle
conoscenze. Si fondano su un postulato comune consistente nella considerazione della
conoscenza come un fatto e non come un processo.
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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