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QUALITA' DELLA VERBALIZZAZIONE DELL'ADULTO E COSTRUZIONE DEL LINGUAGGIO INFANTILE
Tra i principali studiosi del linguaggio si è distinto CHOMSKY. Secondo Chomsky il linguaggio è innato, poiché gli
individui dispongono sin dalla nascita di un dispositivo per l'acquisizione del linguaggio (il cd. LAD). Il LAD è anche
ritenuto universale e alla base dell'apprendimento di ogni lingua specifica.
Riprendendo il punto di vista di Chomsky, BRUNER afferma che, se è vero che esiste un LAD, allora deve esistere
anche un LASS (sistema di supporto per l'acquisizione della lingua) a testimonianza del ruolo chiave
dell'ambiente in cui è inserito il bambino, ai fini dello sviluppo linguistico.
FIABA E BAMBINO: ARMONIA ASSOLUTA
Il legame che da sempre tiene unita la fiaba al bambino è da ricondurre al fatto che la fiaba si adatta
perfettamente alle capacità del piccolo utente.
Questa particolare capacità di adattamento che la fiaba dimostra è dovuta ai seguenti fattori:
SEMPLICITA' DEL LINGUAGGIO E LINEARITA' DEL RACCONTO: la fiaba utilizza un linguaggio semplice, che non
richiede sforzi attentivi particolari.
E' frequente l'utilizzo delle espressioni delle emozioni, delle onomatopee, dei nomi inventati e di quelli
aggettivati. Le prime introducono il bambino nella modalità affettiva del racconto; le onomatopee attirano la sua
attenzione, rendendolo partecipe della narrazione; i nomi aggettivati hanno la funzione di identificare
caratterialmente i personaggi.
Sono frequenti le ripetizioni, che permettono una migliore penetrazione dei contenuti ed una più persistente
memorizzazione.
Si può, inoltre, rilevare una certa somiglianza tra il linguaggio della fiaba e la ritmicità tipica delle cantilene e delle
filastrocche, che, dal punto di vista psicologico, può essere considerata una fonte di sicurezza per il bambino,
perché rende prevedibile l'evoluzione della storia.
La struttura del periodo, infine, è semplice e le frasi si susseguono in maniera lineare, senza intersecazioni e
sovrapposizioni spazio-temporali. L'ordine, infatti, è rigorosamente orizzontale.
FLESSIBILITA' DELLE CATEGORIE LOGICHE: nelle fiabe il rapporto causa-effetto e quello spazio-temporale è
rovesciato e si fonda su una sostanziale libertà rispetto alle regole e alle categorie logiche: metamorfosi ed eventi
soprannaturali sono, infatti, frequenti.
Anche il tempo è una dimensione spesso indefinita, che il bambino può facilmente accettare, ed il suo fluire è
solitamente irregolare, non assimilabile al tempo scandito dall'orologio.
PERSONAGGI MONOLITICI: i personaggi delle fiabe sono figure psicologicamente semplici, monotematiche, che
aderiscono perfettamente a determinate categorie caratteriali.
I nomi dei personaggi sono prevalentemente nomi aggettivati che, più che identificare un soggetto, ne indicano
la funzione. LA FIABA COME SPAZIO TRANSIZIONALE
Per gli adulti è naturale la distinzione tra ciò che è reale e ciò che non lo è. Per i bambini, invece, tale
divaricazione appare insensata, anche perché nella fiaba gli opposti possono coesistere e tutto sembra essere
possibile (metamorfosi, eventi soprannaturali, ecc.).
Il riferimento a Winnicott appare evidente, perché egli ha fornito una teorizzazione dell'infanzia caratterizzata
dalla coesistenza degli opposti. Un tipico esempio è rappresentato dal fenomeno transizionale: nei primi mesi di
vita il bambino sperimenta l'illusione dell'onnipotenza, sostenuto dalla madre che, rispondendo ai bisogni del
piccolo nei momenti in cui insorgono, contribuisce a generare nel bambino l'illusione di essere capace di far
apparire ciò di cui ha bisogno. E' necessario che la madre continui a dare al bambino questo tipo di esperienza
ma, nel contempo, è necessario che la madre "deluda" progressivamente il bambino per consentirgli l'accesso
alla realtà. In questa delicata fase di passaggio, svolgono un ruolo importante i cd. OGGETTI TRANSIZIONALI (un
animale di peluche, il lembo di una coperta), che costituiscono una zona intermedia di esperienza nella quale
l'onnipotenza soggettiva e la realtà esterna coesistono.
In questo senso, la fiaba si configura come uno spazio transizionale.
Nelle fiabe il ritorno alla realtà è controllato mediante i cd. SEGNALI DI CHIAMATA (c'era una volta; e vissero per
sempre felici e contenti), che possono essere considerati dei veri e propri landmark funzionali ad orientare il
bambino nella narrazione. Questi landmark possono essere definiti transcentrici, perché costituiscono una sorta
di segnaletica che svolge la funzione di separare la realtà dalla fantasia (essi introducono il bambino in un mondo
fantastico che, però, non va confuso con quello di tutti i giorni)
Le fiabe costituiscono uno strumento importante dal quale il bambino ricava una serie di indicazioni circa la
comprensione della realtà. Questo è reso possibile dall'utilizzo dell'analogia come modalità esplicativa, e dal fatto
che il pensiero magico e animistico del bambino è congruente con l'impostazione della fiaba.
La fiaba, inoltre, può essere considerata come il luogo naturale di origine delle immagini mentali, le quali
vengono stimolate e prodotte dalle informazioni verbali e figurali che alle fiabe si collegano.
MODELLI DI RAPPRESENTAZIONE DELLA REALTA' E DELLE RELAZIONI SOCIALI NELLE FIABE
L'IMMANENZA MANICHEA DEL BENE E DEL MALE
Una delle caratteristiche peculiari delle fiabe è rappresentata dalla dimensione dualistica e dal MANICHEISMO
MORALE. Nelle fiabe, infatti, troviamo spesso questa distinzione tra polarità opposte (buono/cattivo) e tale
polarizzazione costituisce una base per comprendere che esistono grandi differenze tra le persone, e che quindi
bisogna operare delle scelte circa il tipo di persona che si vuole essere.
Tra le numerose fiabe così costruite si collocano la storia di Cappuccetto Rosso e quella di Biancaneve dei Grimm.
In questo tipo di fiabe ritroviamo uno schema frequente:
Coesistenza del buono e del cattivo
• Prevalenza del cattivo sul buono
• Difficoltà e sofferenza del buono
• Sconfitta del cattivo per l'intervento di un salvatore
•
CAPPUCCETTO ROSSO.
STORIA. La versione più nota della fiaba è quella dei fratelli Grimm.
Cappuccetto Rosso è la storia di una bambina che riceve dalla madre l'incarico di portare un cestino di vivande
alla nonna ammalata, dopo averle rivolto una lunga serie di raccomandazioni. Nel bosco la bambina incontra un
lupo che la inganna facendosi rivelare dove abita la nonna; precedendo Cappuccetto Rosso, il lupo si reca dalla
nonna e la divora. All'arrivo di Cappuccetto Rosso, il lupo ha già indossato i vestiti della nonna e si è messo nel
suo letto, e con questo inganno riesce a divorare anche la bambina. L'arrivo di un cacciatore, però, risolve la
situazione; egli taglia il ventre del lupo e Cappuccetto Rosso e la nonna ne escono illese. Cappuccetto Rosso,
quindi, riempie di grandi pietre la pancia del lupo, che al suo risveglio cade a terra e muore.
SPIEGAZIONE. Fra le fiabe classiche, Cappuccetto Rosso è una di quelle che più si presta ad un'analisi del
sottotesto, ovvero dei messaggi impliciti e nascosti.
E' estremamente nota l'interpretazione di Fromm, secondo il quale il cappuccio rosso simboleggia le
mestruazioni e l'ingresso nella pubertà, che conduce la bambina nella "profonda e oscura foresta" della
femminilità; il lupo, invece, rappresenta l'uomo (visto come predatore sessuale da cui guardarsi). Fromm, quindi,
individua il messaggio profondo della fiaba nella conflittualità sessuale tra l'uomo e la donna che si risolve con la
vittoria della donna sull'uomo.
Il lupo, inoltre, è considerato il paradigma dello stereotipo e del pregiudizio, ed è sinonimo di cattiveria e
pericolo.
Relativamente a Cappuccetto Rosso, invece, dal contenuto delle raccomandazioni è possibile dedurre che la
madre che non nutra grandi aspettative nei confronti della figlia e della sua capacità di portare a termine
l'incarico affidatole. Inoltre, la sua preoccupazione è centrata sul fatto che la bambina possa cadere rovinando le
vivande e che non pratichi norme educative corrette, dimenticandosi di salutare.
Inoltre, una volta uscita dalla pancia, Cappuccetto Rosso riempie di pietre la pancia del lupo: l'interpretazione è
che per crescere, a volte, bisogna anche usare la violenza.
In generale, nelle fiabe dei Grimm, è sempre possibile individuare con chiarezza una colpa commessa, un
colpevole che di solito coincide con il cattivo, ed una pena che il cattivo dovrà subire. Il perdono, infatti, non
esiste.
In particolare, l'uso di una punizione eccessiva testimonia il fatto che la dimensione cognitiva ed emozionale
entro la quale avviene la vicenda è fondata sull'ETERONOMIA piuttosto che sull'AUTONOMIA. Gli studi condotti
da Piaget, infatti, hanno permesso di distinguere due diversi livelli della moralità infantile: da una parte vi è la
morale ETERONOMA, fondata sulla responsabilità oggettiva, sulla costrizione e sul dovere; dall'altra vi è la
morale AUTONOMA, basata sulla responsabilità soggettiva e sulla cooperazione.
L'intera vicenda si fonda, sul piano dello sviluppo del giudizio morale, sull'immobilità: Cappuccetto Rosso, infatti,
rimane legata al suo stadio di sviluppo sino alla fine della storia.
BIANCANEVE.
STORIA. Biancaneve è la storia di una bambina la cui madre muore dandola alla luce. Dopo un anno di
vedovanza, il padre decide di risposarsi. La seconda moglie del re, una bellissima donna che possedeva uno
specchio magico, invidiosa della bellezza della giovane figliastra, incarica un cacciatore di portare la ragazza nel
bosco, di ucciderla e di portarne come prova i polmoni e il fegato. Il cacciatore, però, impietosito, decide di
lasciare Biancaneve nel bosco e di uccidere un cinghiale, portando alla regina gli organi di questo animale.
Biancaneve, dopo aver vagato per un po' nel bosco, si imbatte in una casa costruita proprio nel cuore della
foresta nella quale abitano sette nani, che lavorano in una miniera vicina per guadagnarsi da vivere. La casa è
vuota e Biancaneve, affamata e stanca, si nutre con parte del cibo e del vino già preparato dai nani, per poi
addormentarsi nel settimo letto. I nani, dopo un primo attimo di sgomento per l'intrusione, sono felici di ospitare
la dolce Biancaneve, che in cambio li accudisce nelle faccende domestiche.
La vita scorre tranquilla fino a quando la regina cattiva, grazie allo specchio fatato, scopre che la ragazza è viva e
in salute.
Travestitasi da vecchia venditrice, cerca pe