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La prospettiva evolutiva
Per quanto riguarda le strategie di memoria, si cercava di spiegare lo sviluppo cognitivo in termini d'incremento di tali strategie e, di conseguenza, il ritardo mentale veniva interpretato in termini di strategie lacunose o carenti, per cui si supponeva che le prestazioni di memoria potessero migliorare in seguito ad un training mirato: ma così non è stato, per cui si pensò che una soluzione alternativa potesse essere rintracciata nella metamemoria: infatti, l'incapacità del soggetto di usare strategie mnestiche potrebbe essere considerata una conseguenza dell'assenza di conoscenze metacognitive relative a come e quando attivarle.
FLAVELL ha raggruppato tre diverse forme di metamemoria in tre categorie di variabili:
- Variabili relative alla persona: riguarda tutto ciò che la persona può sapere su se stessa in quanto esecutrice di compiti di memoria
- Variabili relative al compito: riguardano la conoscenza di
variabili capaci di influenzare la difficoltà di un compito di memoria:
- variabili relative alla strategia riguardano la conoscenza dei possibili modi per agevolare il lavoro della memoria, cioè le strategie di immagazzinamento e recupero delle informazioni; quando un soggetto non riesce ad utilizzare in modo spontaneo una strategia di memoria, Flavell parla di deficienza di produzione.
Capitolo 2: ANALISI EVOLUTIVA DELLO SPAN DI MEMORIA
Il termine SPAN rappresenta la capacità della memoria immediata di ricevere e trasmettere quantità di unità soggettive, cioè di informazioni.
MILLER avanzò l'ipotesi del ciclo fonologico (deputato al mantenimento del materiale verbale) in base al quale lo span di memoria immediata dipende dalla velocità di ripasso, equivalente al numero degli elementi che possono essere pronunciati in 2 secondi: quindi, il numero di item che si possono rievocare sarà in funzione del tempo necessario per articolarli.
Egli,
infatti, nel suo articolo “Il magico numero 7 più o meno due” aveva rilievato che lo SPAN è determinato dal numero dei raggruppamenti (che sono generalmente 7) piuttosto che dal numero di elementi. Tuttavia, esistono delle strategie che permettono di migliorarlo, consentendo di ricordare sequenze più lunghe; per cui, i fattori che facilitano il ricordo sono:- presentazione uditiva degli stimoli
- raggruppamento degli item (a tal proposito, Ryan osservò che il primo e l'ultimo item vengono ricordati meglio rispetto agli elementi centrali e che il raggruppamento a 3 item è quello che consente una migliore prestazione mnemonica)
- inserimento di una pausa tra un raggruppamento e l'altro
- traduzione dei numeri in lettere, cioè sequenze pronunciabili (per esempio, la sequenza 3-5-12-1 corrisponde alla parola CENA)
Meccanismi di memoria a lungo termine connessi alle rappresentazioni della forma fonologica delle parole che stanno per essere richiamate. Vi sono delle differenze evolutive per quanto riguarda queste due componenti dello span di memoria: ad esempio, i bambini più piccoli sono caratterizzati dalla velocità di parola più rallentata e questo spiega perché possono richiamare le parole molto più lentamente rispetto ai soggetti più grandi. Tuttavia, alcuni incrementi dello span di memoria con l'età possono essere spiegati nell'uso (accessibilità) delle rappresentazioni della memoria a lungo termine. I limiti dello span di memoria si possono spiegare con il modello di decadimento della traccia, secondo il quale lo span di memoria è determinato dalla velocità di articolazione, mentre la dimenticanza è determinata dal decadimento: cioè la quantità di materiale verbale che un soggetto può.
richiamare dipende dalla quantità che può essere pronunciata in un intervallo da uno a due secondi, dopodiché il materiale decade dal magazzino fonologico. Ulteriori studi dimostrano che con l'aumento dell'età, gli individui hanno bisogno di un minor tempo per eseguire i processi cognitivi, per cui corrisponde una riduzione del tempo di elaborazione: per spiegare l'aumento dello span di memoria con l'età, è stata proposta un'ipotesi alternativa a quella della velocità di articolazione e cioè l'ipotesi del tempo d'identificazione secondo cui gli aumenti dello span di memoria con l'età sono direttamente correlati all'aumentata codifica fonologica (cioè con l'identificazione degli item): in pratica, per richiamare una lista di item essi devono essere identificati e ricordati, ma visto che un bambino possiede una più lenta capacità di identificazione.risulterà meno bravo a ricordarli. Il concetto di SPAN di memoria è strettamente correlato alla WORKING MEMORY, modo nuovo e originale di concepire la memoria a breve termine. Capitolo 4: WORKING MEMORY E COMPETENZE SCOLASTICHE La working memory, e in particolare il ciclo fonologico, svolge un ruolo rilevante nell'acquisizione del vocabolario, nella comprensione del linguaggio e nell'apprendimento della lettura. Secondo DANEMAN l'atto della lettura comporta da parte del soggetto l'individuazione del significato delle parole e delle frasi incontrate consecutivamente in un testo scritto: quindi la LETTURA consiste nella risoluzione di un problema. In particolare, la lettura consiste nella capacità del soggetto di immagazzinare temporaneamente informazioni mentre sta per elaborare altre nuove informazioni. Negli ultimi decenni i ricercatori hanno cercato di individuare i fattori critici implicati nei disturbi di lettura: un ruolo altamente predittivo.è stato attribuito alla MEMORIA FONOLOGICA A BREVE TERMINE relata alla CONSAPEVOLEZZA FONOLOGICA che indica l'abilità di mettere in rima, di dividere le parole in sillabe, di sintetizzare una parola a partire dai singoli suoni. Infatti, alcuni studi sostengono che il bambino che già possiede un livello di base di consapevolezza fonologica sia facilitato nell'apprendimento della lettura. Inoltre, si pensa che un DEFICIT nello sviluppo della lettura sia dipendente da un disturbo specifico di memoria o un disturbo della consapevolezza fonologica, per cui l'apprendimento della lettura determina un incremento della consapevolezza fonologica e dello span di memoria, quest'ultime a loro volta comportano un miglioramento della performance in lettura. Tuttavia per Baddeley, consapevolezza fonologica e memoria sono abilità distinte: egli ha attribuito alla memoria fonologica un ruolo cruciale nell'apprendimento a lungo termine delle regole di.Corrispondenza grafema-fonema, per cui il soggetto di età evolutiva via via diventa più capace di immagazzinare contemporaneamente l'insieme dei fonemi costituenti la parola e di accedere ad un uso consapevole del sistema alfabetico e del vocabolario. Tali studi rafforzano l'ipotesi che il magazzino fonologico a breve termine svolga un ruolo rilevante nell'acquisizione del vocabolario di bambini piccoli.
Gli studi sulle difficoltà di comprensione del testo in età evolutiva utilizzano studi riguardanti le differenze individuali tra BUONI LETTORI (good readers) e CATTIVI LETTORI (poor readers); queste differenze riguardano:
- i PROCESSI COGNITIVI (conoscenze precedenti, capacità di organizzare i contenuti letti e compiere inferenze,...)
- gli ASPETTI METACOGNITIVI (consapevolezza degli scopi della lettura, o conoscenza e controllo delle strategie)
- le DIFFERENZE NELLA CAPACITÀ DELLA MEMORIA DI LAVORO e nella CAPACITÀ DI OPERARE
UN'ANALISI SINTATTICA DEL TESTO
Generalmente i cattivi lettori sono, quindi, poco consapevoli di dover cercare il senso di ciò che leggono: si concentrano più sulla decodifica che sulla comprensione, o non usano strategie adeguate al compito o non riescono a cogliere le difficoltà di un testo o le caratteristiche che lo differenziano dagli altri sono caratterizzati da un'insufficiente capacità di elaborazione e di immagazzinamento simultaneo dell'informazione verbale
Quindi la capacità della working memory costituisce un importante predittore dell'abilità di lettura.
Inoltre, alcuni studi indicano un aumento della working memory in un periodo compresso tra i 16 e i 19 anni e un suo declino graduale dopo questa età e confermano il legame tra difficoltà di lettura e working memory.
Secondo altri studi vi è una relazione tra capacità di lettura e ritmo del linguaggio: maggiore sarà il ritmo del
linguaggio (cioè la velocità di articolazione), maggiore sarà il n° degli elementi che potranno essere pronunciati, ripetuti e ricordati, maggiore sarà lo span di memoria: questo, infatti, potrebbe fornire la velocità di accesso all'informazione fonologica nella memoria. 7Per ex. con l'età si assiste ad un graduale sviluppo delle abilità della working memory e ad un progressivo aumento dello span di memoria: il ritmo del linguaggio, infatti, influenza la velocità con cui le parole possono essere decifrate e ripetute all'interno del loop articolatorio il quale, a sua volta, trattiene la sequenza degli elementi pronunciati per 2 secondi, prima che siano soggetti a decadimento passivo. Con l'età, i soggetti non riescono più ad articolare le parole velocemente, con la conseguenza che, quanto maggiore sarà la velocità di articolazione, tanto maggiore sar&agrav