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LA COMUNICAZIONE

È un processo dinamico che richiede la condivisione di codici astratti (linguaggio e significati

veicolati col non verbale).

Modello classico-strumentale

comunico x agire sulla realtà e modificarla a mio piacimento, x influenzare l’altro e indurlo a darmi

una risposta precisa, così che se presento un’idea o faccio una domanda, l’altro non può che dare

una risposta alla realtà da me evocata.

Lo scopo è quindi quello di conoscere la realtà, veicolare idee, orientarsi..

Modello pragmatico della comunicazione di Watzlawick

I assioma: “non si può non comunicare”

Ogni comportamento assume un significato che va al di là dell’intenzionalità di chi lo attua, così

anche il silenzio è comunicazione.

L’osservatore può attribuire intenzionalità al comportamento dell’altro e interpretarlo a modo suo

(es “si è vestita così perché vuole fare colpo su di me”)

Processo comunicativo e sistemi di comunicazione

codifica canale decodifica

fonte messaggio ricevente

Traduz. In codice che può essere ostacolata da

rumore psicologico/ambientale

• Sistema verbale: linguaggio

Fonema > morfema > parole, frasi, periodi > sintassi e semantica.

Modello delle categorie linguistiche (mcl)

1. VDA – verbi descrittivi d’azione

Non sono né positivi né negativi e hanno un alto grado di concretezza, es camminare.

2. VIA – verbi interpretativi d’azione

Connotazione positiva/negativa, x es. A aiuta B

oltre a una descrizione dò anche un’interpretazione, chiamando in causa stati psicologici

3. VS – verbi di stato

Ad A piace B, ho + info sul soggetto che sulla situazione

4. A – aggettivi

Hanno un alto grado d’astrazione perché per es posso dire che A è filosofico con riferim a

caratteristiche intrinseche e stabili del soggetto

integrazione

• Sistema paraverbale e non verbale

1. Gesti (movim degli arti del corpo)

- illustratori: x indicare la strada a qualcuno

- convenzionali/rituali: alzare il pollice per dire ok, presentarsi

- emotivi: sfregarsi le mani in segno di soddisfazione

- personali: fanno parte dello stile di ognuno, c’è chi gesticola molto e parla a voce alta.

2. Intonazione della voce, pause, vocalizzi, colpi di tosse, riso, sospiri

Sono segnali paraverbali utili per la regolazione dei turni di parola e per capire ed

interpretare quello che viene detto in caso d’ambiguità (x es la frase “non fare lo

stupido” assume sfumature diverse a seconda del tono con cui la si dice)

3. Prossemica (disposizione del corpo nello spazio)

È la forma di comunicazione + primitiva e precoce dato che precede il linguaggio e che

riguarda anche i gesti e il contatto fisico tra le persone.

- zona intima: gli amanti vis a vì, hanno un rapporto fusionale

- zona personale: 2 persone che parlano

- zona sociale: un gruppo di persone che parla

- zona pubblica: un oratore e la sua platea.

4. Espressioni del volto

Il canale visivo fornisce feedback sull’attività di decodifica dell’interlocutore.

- universalmente riconosciute, segnalano stati emotivi come rabbia, disgusto, sorpresa,

gioia, tristezza e paura.

- sono soggette a regole d’esibizione che cambiano da cultura a cultura e che riguardano

diverse situazioni.

- Scopi:

rinforzano il verbale e riducono l’ambiguita di quanto detto;

forniscono info sullo stato d’animo reale del soggetto;

definiscono il tipo di relazione (aspetto metacomunicativo), es “non mi parlare con quel

tono, sono tua madre!”, oppure il capo che dà una pacca al dipendente e mai viceversa;

Aspetti culturali, differenze di genere e di status

- Culture ad alto contatto e a basso contatto:

Impo il tatto in zone del mondo come il Sud Europa e America piuttosto che la vista,

rilevante nei Paesi Anglosassoni e Orientali.

- è + probab che un uomo prenda l’iniziativa di toccare una donna, mentre è meno

probab che ci sia contatto fisico tra uomini, tranne in casi in cui è strettam necess come

presentazione tra sconosciuti, situazioni in cui ci si fa gli auguri o quando qualcuno

arriva/parte x un viaggio.

- Il prof che fa una carezza all’alunno.

Comunicazioe cooperativa

x interpretare e regolare la comunicaz in corso oltre che x monitorare la relazione, Grice

propone 4 principi:

1. Massima di quantità

Non dare + info di quelle richieste e dare tutte le info richieste.

2. Massima di qualità

Non dire il falso o ciò di cui non si è certi;

“presunzione di verita”, cioè tendiamo a credere x ragioni d’economia cognitiva che

quello che gli altri ci dicono sia vero.

3. Massima di relazione

Dare info rilevanti ed essere pertinenti.

4. Massima di Modo

Concerne la modalità di formulazione del mex; è bene essere brevi, chiari e ordinati

nell’esposizione.

Prospettiva psico-socio-pragmatica della comunicaz di Ghiglione

[Linguaggio – comunicazione e interaz sociale]

- Chi comunica è un attore sociale che ha un duplice ruolo:

è interlocutore per gli atteggiam, le credenze e le conoscenze che ha;

è intralocutore perché è coinvolto in un’interaz comunicativa.

- Contratto di comunicaz.

Ogni comunicaz è guidata da uno scopo che può essere anche implicito ai partecipanti

come x es quello di cordialità e gentilezza nel caso di due vicini che s’incontrano sulle

scale di casa; inoltre ci sono delle regole da rispettare, cosa che dipende dalla

competenza comunicativa di ciascuno, cioè da quanto sa ascoltare e rispettare i turni di

parola e da quanto ha acquisito quelle capacità che rendono efficace e appropriata la

partecipaz all’interaz comunicativa.

Regole del contratto: (CIPR)

1. Principio di Coerenza: gli attori sociali sono consapevoli di “funzionare” secondo

logiche simili;

2. Principio d’Influenza: ognuno tenta di far accettare la sua visione delle cose all’altro,

la comunicaz si configura come co-costruz della realtà;

3. Principio di Pertinenza: riconoscim reciproco delle competenze necessarie a

comunicare;

4. Principio di Reciprocità: riguarda i turni di parola, gli interlocutori si riconoscono il

diritto di entrare in comunicaz e di parlare.

CAP 6 – L’AGGRESSIVITA’ E L’ALTRUISMO

l’aggressività

• Freud e il modello idraulico

Concetto di Eros e Tanathos, l’energia distruttiva va incanalata e manifestata con l’aggressività,

ma la civiltà impone restrizioni all’individuo che le accetta in virtù dei benefici e della sicurezza

che ne trae vivendo in società.

• Approccio etologico

L’aggressività è uno stato naturale ed è necessaria per potersi difendere e riprodurre in un

ambiente che è pieno d’insidie e dalle risorse limitate.

• La frustrazione di Dollard&Miller

È uno stato di tensione che si crea nell’individuo quando si frappongono degli ostacoli tra lui e

le sue mete; i criminali quindi sono persone molto frustrate.

Critica: ci sono diversi modi per scaricare la frustrazione (piangere x es) per cui l’aggressività

non è l’unico esito possibile, inoltre i comportamenti aggressivi non sono per forza frutto di uno

stato di frustrazione come nel caso degli omicidi su commissione o del terrorismo.

• Teoria dell’apprendimento sociale di Bandura

Imitazione per perdita d’inibizione e diffusione di responsabilità, psicologia della folla e disagio

della civiltà secondo Freud. I fattori in gioco sono quindi l’osservazione e l’esperienza diretta:

chi è esposto a programmi violenti in continuazione diviene a sua volta violento, chi in famiglia

vede soprusi e abusi, poi li ripete..c’è insomma una sorta d’identificazione con il personaggio

violento e la cosa e tanto + probab quanto - gravi risultano essere le conseguenze per sé.

Importanza delle norme sociali x garantire ordine e sicurezza; tuttavia, soprattutto nelle società

che esaltano l’individualità è < la probab di aiuto x chi si trova in difficoltà e > l’aggressività se

ci si sente minacciati da qualcuno. Nel caso dell’altruismo, appello invece alla responsab sociale

e al principio di “reciprocità” che impone di restituire un favore a chi l’ha fatto.

Milgram e l’obbedienza all’autorità: porta a uno stato eteronomico x quanto riguarda la

responsab delle proprie azioni. La società incoraggia ad obbedire all’autorità legittima nei

contesti più svariati come casa, scuola, lavoro, esercito e a tener fede agli impegni presi.

Dinamica del comportamento aggressivo

Definizione dell’evento (es dello spintone sul bus) >

Attivazione emozioni negative + attivaz norme sociali + percez costi-benefici >

Si desidera/ci si sente in dovere di reagire e aggredire oppure no >

Decisione finale.

L’altruismo

• Approccio etologico

Il comportamento prosociale, al pari di quello aggressivo, è funzionale alla sopravvivenza della

specie.

Teoria dell’altruismo reciproco fondata sul principio di equità e di reciprocità (es della coppia).

La personalità

Un individuo altruista ha una buona autostima e percez di autoefficacia, alta competenza morale

e responsab sociale, basso bisogno d’approvaz e locus of control interno.

Il contesto

La presenza di molte persone scoraggia dall’aiutare (rischio di mettersi in ridicolo qualora non

si riuscisse a farlo o se non c’è ne fosse davvero bisogno) e poi diffusione di responsab (perché

io e non altri?) che preserva la vita dal rischio di perderla.

- Caso di Kitty Genovese a New York

- Esperimenti di Latanè e Darley, con il sogg epilettico che ha crisi e nella stanza dove esce il

fumo mentre si compila il questionario.

• Modello dell’empatia-altruismo

Compassione e simpatia per chi è in difficoltà; si tratta di un’attivaz emotiva che non prescinde

dalla cognizione (valuto infatti la situaz in cui l’altro si trova e provo a identificarmi, a

“mettermi nei suoi panni”).

La percezione di somiglianza, il fatto di condividere qualcosa come l’appartenenza a un gruppo,

facilita un comportamento empatico spontaneo.

• Ipotesi del sollievo dallo stato negativo

Aiuto perché mi sento a disagio e non posso scappare o evitare l’angoscia;

aiuto perché sono di malumore, così mi risollevo dallo stato d’animo negativo;

aiuto così mi sento imp

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Publisher
A.A. 2013-2014
26 pagine
4 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Danilo p di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie e Tecniche di psicologia sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Rubini Monica.