Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
CAPITOLO II – ORIGINI E SVILUPPI DELLA PSICOLOGIA SOCIALE
Tra psicologia e sociologia
1908 pubblicazione dei testi di McDougall e Ross, che portano nel titolo la dicitura “Psicologia
sociale” e che sono le prime opere in inglese inerenti la disciplina;
1898 pubblicazione del testo di Tarde in francese, che indica la Psicologia sociale nel titolo e che
è la prima opera in assoluto avente a che fare con essa.
- McDougall considera l’istinto una disposizione innata che sposta l’attenzione su alcuni
oggetti in particolare e che determina l’attivazione delle emozioni e la messa in atto di
azioni utili per avvicinarsi agli oggetti di interesse. Alcuni istinti sono alla base dei
comportamenti sociali: la simpatia, la socievolezza, l’autoaffermazione e la subordinazione.
- Ross si interessa ai comportamenti collettivi e riprende il pensiero di Tarde
sull’imitazione e sulla suggestione. Secondo l’autore francese, alla base di ogni fenomeno
psichico e sociale vi è l’imitazione. Per il principio di pura estensione e propagazione, la
cosa sociale, esattamente come la cosa vitale, non mira ad organizzarsi, ma a propagarsi:
l’organizzazione è soltanto un mezzo attraverso il quale raggiungere la propagazione. Alla
4
base della vita sociale, ci sono tre cause psicologiche: 1) desiderio stimolo per eccellenza
che indirizza l’azione ed è mosso dal principio duplice dell’equilibrio e del massimo. Il
desiderio, perciò, punta a creare un equilibrio nell’uomo e nella società, ma la società e gli
individui lavorano per soddisfare tanto il loro bisogno di equilibrio quanto quella di
continuo accrescimento del desiderio stesso; 2) invenzione operazione mediante la quale
il pensiero approda a nuove conclusioni e che si ha grazie al processo di cui sopra, sotto la
spinta del desiderio; 3) relazione interpsicologica associa il desiderio all’intenzione,
individuando dei punti di intersezione che diventano, a loro volta, centro di nuove creazioni.
La capacità di invenzione è più spiccata in alcuni individui, che si affermano, così, in quanto
modelli da imitare e leader delle folle. La psicologia di Tarde è meccanicistica: il fenomeno
che domina il quadro è la suggestione, ovvero quel processo psichico che conduce ad
accettare il pensiero altrui inconsciamente. Egli descrive lo stato sociale come affine a
quello ipnotico, in cui si credono spontanee idee in vero indotte. Psichico e sociale non sono
intrecciati, bensì fusi, secondi il modello naturalistico. Il suo pensiero costituisce le
fondamenta della Psicologia delle folle.
- Durkheim ha idee opposte a quelle di Tarde sul rapporto tra individuo ed ambiente,
alternative alla Psicologia delle folle. La società viene considerata trascendente al singolo,
da cui va separata ai fini di studio: essa, infatti, è tenuta coesa da una “solidarietà profonda”,
che va oltre il dominio della coscienza e che è “meccanica” nelle società primitive (nel
senso di prive di una suddivisione del lavoro) ed “organica” in quelle moderne (ove la
divisione del lavoro è presente e determina forme organizzate di vita sociale e la presenza di
rapporti di natura contrattuale). Da questo punto di vista, il fatto sociale detiene un primato
rispetto a quello psichico e non può esser spiegato se non sulla base di fattori puramente
sociologici, collegati alla morfologia ed alla strutturazione della società: ha, in fin dei conti,
un’esistenza propria, indipendente da manifestazioni individuali. Oltre ad avere un primato
scientifico, il sociale ne ha pure uno morale, dal momento che, trovandosi al di sopra di tutte
le coscienze particolari, le unisce tra di loro preservando la dignità dei singoli.
La psicologia delle folle
Gli studi di Psicologia delle folle sono il primo contributo dell’Europa alla creazione di una visione
psicosociale.
- Le Bon le folle sono le protagoniste della nuova era, ma sono negative, anche se
pacifiche, poiché rendono possibile la diffusione di una soggettività comprendente, pure, i
cittadini meno abbienti. Le Bon, del resto, crede che esistano delle razze superiori e delle
razze inferiori e che lo stesso principio possa essere applicato agli uomini di una stessa
popolazione. Democrazia ed uguaglianza non sono che “miti”, perché le disuguaglianze
sono immodificabili e passibili solo di un controllo atto a garantire che gli individui inferiori
non provochino troppi danni. In ogni caso, i poveri non sono gli unici a dover esser tenuti a
freno e questo perché in ogni essere umano esistono delle passioni che possono scatenarsi in
condizioni gruppali, quando l’irrazionalità delle folle annienta i principi gerarchici su cui si
fonda la razionalità individuale, nonché l’ordine sociale stesso. Nella folla, il singolo si
perde, dato che tutte le idee ed i sentimenti si polarizzano ed il comportamento è guidato da
motivazioni inconsce e condivise. Alla base di tutto questo, secondo Le Bon, ci sono: 1)
senso di potenza diminuisce le responsabilità individuali; 2) contagio mentale
permette la diffusione di atti e sentimenti e determina un’adesione all’anima collettiva; 3)
suggestionabilità rende l’individuo una specie di automa, predisposto a seguire un capo
carismatico che sia abile nell’utilizzare tre strumenti in particolare. Tali strumenti sono: a)
affermazione breve, chiara e netta; b) ripetizione; c) contagio permette il dilagare
dell’opinione sostenuta. Caratteristica delle folle, poi, è l’azione, non il pensiero.
La Psicologia delle folle ha spostato l’interesse sui problemi dei comportamenti collettivi ed i suoi
massimi rappresentanti hanno veicolato una concezione del sociale come generica condizione di
5
vita dell’essere umano, non contesto organizzato: in questo senso, si arriva ad una
decontestualizzazione, dal punto di vista storico, sia del soggetto che del contesto in cui egli opera.
Le basi della psicologia sociale negli Stati Uniti
La Psicologia sociale si è sviluppata in modo molto propizio negli USA, molto diversi dall’Europa,
nel XIX e XX secolo. Lì, infatti, vigeva l’idea secondo cui il “darsi da fare” (in senso concreto)
potesse portare al raggiungimento del benessere: questo ha portato ad una maggiore attenzione
rivolta verso la vita pratica, da cui si sono sviluppati il Pragmatismo ed il Funzionalismo. Negli
USA, inoltre, gli ideali di progresso e speranza erano molto concreti e si riteneva possibile una
scalata individuale verso condizioni di vita migliori, attraverso un’azione effettiva. L’ambiente
americano era poi molto aperto ad una considerazione positiva del sociale e James è stato un
pensatore fondamentale del periodo, oltre che tra i primi iniziatori sia del Pragmatismo che del
Funzionalismo.
- Pragmatismo il suo fondatore è stato Pierce ed il suo nome deriva dal fatto che si tratta di
un approccio che mette in primo piano la connessione tra conoscenza e sue conseguenze
nella vita pratica. Si basa sul presupposto che un’idea sia tanto più vera quanto più sia in
grado di determinare degli effetti pragmatici desiderati. James ha reso il Pragmatismo anche
un modo di pensare e di valutare le cose ed i rapporti umani: le idee e le conoscenze sono
utili nella misura in cui risultano funzionali a vivere, scegliere tra varie possibilità ed
adattarsi al mondo esterno.
- Funzionalismo studia la mente e le modalità con cui essa adempie il suo compito di
mediazione tra l’ambiente ed i bisogni dell’organismo. Affonda le sue radici nel pensiero di
James, ma ancora di più nella teoria evoluzionistica darwiniana; James si era occupato di
analizzare la mente non come isolata ed a livello di contenuti, bensì facendo riferimento ai
processi responsabili della sua articolazione con il contesto. Secondo l’autore, l’ambiente
agisce sulla psiche come “selezionatore di possibilità” e l’attività mentale è a vantaggio di
quegli interessi che nascono nell’interazione con il contesto, fisico e sociale: la mente non è
solo ricettiva, ma è “intelligenza intelligente”, che non si limita a perseguire uno scopo, ma
lo pone essa stessa in essere. Il soggetto conoscente è attivo sia da un punto di vista pratico
che da un punto di vista cognitivo e questo perché trasforma il mondo sia attraverso l’azione
che mediante la conoscenza: l’essere umano ha, quindi, una relazione bidirezionale con
l’ambiente in cui vive.
La psicologia di James
Per James, la Psicologia deve studiare l’esperienza, la quale consente agli individui di avere a che
fare con un mondo considerato unitario e composto di cose e relazioni. L’esperienza è da subito
pensiero, ovvero vita soggettiva con “thought” e “feeling”, ove questi ultimi sono intesi come tutto
ciò che può essere sentito e conosciuto prima ancora di essere conosciuto mediante l’intelletto, vale
cioè si tratta di emozioni, sensazioni e quel che proviene dalla sensibilità autonomica e periferica. Il
soma non è mero supporto della mente, quanto elemento attivo nel rapporto con l’ambiente: da esso
si originano i feeling, che partecipano nel processo di conoscenza dell’ambiente. Tale conoscenza si
ha attraverso un contatto immediato con le cose, non è comunicabile e funge da guida offrendo una
subitanea valutazione del mondo. La conoscenza dei feeling non dà informazioni solo circa come
sia una cosa, ma anche a proposito di che relazioni questa abbia con il soggetto, per esempio se sia
pericolosa od utile. Il presente è il solo tempo in cui sia possibile operare ma, dal momento che
anche elementi passati ed aspettative future hanno una certa importanza, la funzione relazionale dei
feeling associa nel pensiero questi “oggetti mentali” del prima e del poi con gli oggetti presenti. Il
pensiero, pertanto, è sempre di qualcuno, di un individuo costantemente immerso nelle pratiche di
vita. L’attività di valutazione e scelta in cui si impegna costituisce il Self, che unisce tra loro tutti
quegli oggetti che vengono percepiti come propri.
La mente e la società
- Baldwin non esiste una Psicologia sociale, perché c’è solo una teoria dell’Ego e
dell’Alter, non anche una del Socius, ovvero di un essere umano sociale. La società è una
6
rete di relazioni psichiche in cui il bambino viene inserito fin dalla nascita, sviluppandovisi
come individuo passando attraverso delle fasi, che descrivono la realizzazione dell’Io
(g