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GLI ATTEGGIAMENTI
5.
Un atteggiamento è un insieme di convinzioni relative a un oggetto d’atteggiamento, può essere positivo o
negativo. Gli atteggiamenti consentono di prevedere i comportamenti
L’attitude in Darwin (1872): L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali
Thomas e Znaniecky (1918): atteggiamenti per definire il rapporto di influenza reciproca
cultura/individui:
“L’atteggiamento è un processo mentale individuale che determina le risposte attuali e potenziali di un
individuo verso il mondo sociale. Dato che un atteggiamento è sempre rivolto verso qualche oggetto,
esso può essere definito come uno stato della mente dell’individuo verso un valore. Un valore è definibile
come ogni dato avente un contenuto empirico accessibile ai membri di qualche gruppo sociale e un
significato che può essere oggetto o no di attività”
• Atteggiamenti = processi di conoscenza sociale che determinano l’azione
• Valori sociali = ogni oggetto che ha significato in connessione con determinate azioni dell’individuo
(es. una moneta)
Allport (1935):
• Atteggiamenti: stato mentale neurologico di prontezza, organizzata attraverso
l’esperienza, che esercita un’influenza direttiva o dinamica sulla risposta dell’individuo nei
confronti di ogni oggetto o situazione con cui entra in contatto
Aspetti innovativi:
• Atteggiamento come stato non direttamente osservabile:
• inferibile sulla base della risposta: variabile interveniente fra stimolo e risposta
• Valorizza il ruolo dell’esperienza
Critiche: • Definizione generica: vale per descrivere molti stati
• L’aspetto valutativo passa in secondo piano
Rosemberg e Hovland (1960): modello tripartito
Gli atteggiamenti sono un costrutto psicologico costituito da 3 componenti:
Componente cognitiva: informazioni e credenze verso un oggetto
• Componente affettiva: reazione emotiva verso l’oggetto
• Componente comportamentale: azioni di avvicinamento o allontanamento
• dall’oggetto
Critiche: La ricerca ha studiato soprattutto la componente valutativa
•
Social cognition (Fazio, 1986):
Atteggiamento = struttura cognitiva costituita dall’associazione in memoria tra la
• rappresentazione dell’oggetto e la sua valutazione
Questa definizione non è in contrapposizione con il modello tripartito
•
Come si misurano gli atteggiamenti?
Costrutti non osservabili (come gli altri costrutti psicologici) .Inferibili da alcuni
• indicatori (risposte manifeste e comportamenti)
Le scale permettono di misurare: La natura e l’intensità delle opinioni e la frequenza dei
comportamenti
- Scala ad intervalli equivalenti di Thurstone, (crocetta con info con il quale sei d’accordo)
Scala sommativa di Lickert, (quanto sei d’accordo da 1 a 10)
– Differenziale semantico (Osgood, Suci e Tanenbaum, 1957): insieme di coppie di
– aggettivi bipolari separati (in genere) da 5/7 spazi che rappresentano una
gradazione da uno all’altro
FORMAZIONE DEGLI ATTEGGIAMENTI PASSIVO
• MERA ESPOSIZIONE: (Zajonc 1968): accentuarsi dei sentimenti positivi nei confronti di simboli più
volte soggetti ad esposizione. Esperimento: simboli cinesi, immagine allo specchio preferita a
fotografie (ci vediamo così). Quando l’oggetto diventa familiare, allora non si ottiene più un
incremento dell’atteggiamento
L’APPRENDIMENTO ASSOCIATIVO: può avvenire attraverso
Condizionamento classico: Uno stimolo neutro diventa capace di evocare risposta positiva o
negativa essendo stato ripetutamente associato a qualcosa che suscita risposta positiva o negativa.
Parole associate a stimoli sgradevoli (es. suoni striduli)
Condizionamento operante: Se un comportamento ottiene una ricompensa aumentano le
probabilità che venga ripetuto, se viene punito la probabilità diminuisce. Se una persona viene
ricompensata per sostenere posizioni contrarie al proprio atteggiamento tende a prodursi uno
spostamento verso la posizione non condivisa
L’AUTOPERCEZIONE (Bem 1965): può avvenire dall’osservazione del nostro comportamento. Gli
atteggiamenti si formano attraverso l’osservazione della nostra condotta. Esperimento: le persone che
furono indotte a parlare dei loro comportamenti improntati al rispetto dell’ambiente tendevano a considerarsi
a favore dell’ambiente, mentre quelle indotte a riferire comportamenti non ecologici, a considerarsi privi di
atteggiamenti ecologici.. IPOTESI DEL FEEDBACK FACCIALE, crea esito negativo o positivo.
FORMAZIONE ATTEGGIAMENTI ATTIVO
APPROCCIO FUNZIONALE: la formazione degli atteggiamenti dipende da quanto riescono a soddisfare i
bisogni psicologici diversi
Prevedere il comportamento attraverso atteggiamento
LA TEORIA DEL COMPORTAMENTO PIANIFICATO(Ajzen 1989): spiega i processi attraverso le quali le
persone decidono consapevolmente di intraprendere azioni specifiche. Esempio fumo
- Atteggiamenti: determinati dalle proprie convinzioni sulle conseguenze dell’attuazione di un
comportamento e della valutazione delle sue conseguenze possibili (voglio smettere di fumare
perché fa male)
- Norme soggettive: determinate dalle aspettative percepite degli altri significanti e delle proprie
motivazioni ad aderire a quelle aspettative. (la mia famiglia vuole che io smetta di fumare)
- Controllo percepito: determinato dalla propria percezione di quanto facile o difficile è attuare un
comportamento. (non sono in grado di smettere di fumare)
Questi tre fattori si combinano per determinare l’intenzione comportamentale che a sua volta determina il
comportamento.
CAMBIAMENTO DEGLI ATTEGGIAMENTI
Dissonanza cognitiva (Festinger 1965): se un comportamento contraddice gli atteggiamenti si genera un
senso di disagio. Le persone sperimentano un disagio quando attuano un’azione incoerente con i loro
atteggiamenti. Per risolvere tale discrepanza muteranno gli atteggiamenti in modo da farlo coincidere con
comportamento attuato.
Tre fattori determinano l’emergere della dissonanza cognitiva:
- Giustificazione: a cui le persone ricorrono per esserci comportare in modo antitetico ai proprio
atteggiamenti
- Scelta: se veniamo costretti giustificazione per modello comportamentale seguito
- Investimento: quando qualcuno è convinto del proprio punto di vista
Esperimento di Festinger e Carlsmith (1959)
“20 $ per una menzogna”
• I soggetti partecipavano a un esperimento molto noioso
• In seguito dovevano riferire ad altri soggetti che il compito era molto interessante
• I soggetti venivano pagati: o 20 dollari o 1 dollaro (var. indipendente)
• I soggetti dovevano valutare il compito attraverso un questionario (var. dipendente)
• Ipotesi:
• se la pressione ad accettare è forte (20 dollari), il comportamento contro-attitudinale
sarà vissuto come giustificato
• --> poca dissonanza --> poco cambiamento atteggiamento
• se la pressione è debole (1 dollaro), la ricompensa non è più una giustificazione
• --> forte dissonanza --> cambiamento di atteggiamento
Persuasione: mutamento di atteggiamento mediante un messaggio esterno.
Modello della probabilità di elaborazione di Petty e Cacioppo
Secondo questo modello ci sono 2 meccanismi distinti (2 percorsi cognitivi differenziati) attraverso i quali il
messaggio persuasivo può indurre un cambiamento di atteggiamenti
- Percorso centrale (sistematico): il soggetto esamina attivamente il contenuto del messaggio e
ciò provoca, a seconda della qualità del messaggio, un’accettazione oppure un rifiuto dei suoi
contenuti
- Percorso periferico (euristico): il destinatario non elabora affatto il contenuto, ma piuttosto
decide di accettarlo o meno basandosi su criteri periferici e piuttosto superficiali che non hanno
niente a che vedere con la qualità dell’argomentazione (fonte attraente/non attraente, fonte
attendibile/non attendibile, messaggio corto/lungo,…)
Comunicazione persuasiva
Scuola di Yale (1942): studio sperimentale sulle campagne persuasive utilizzate per ottenere il consenso
dei cittadini alla partecipazione degli USA alla guerra
Sleeper effect”:
- i soggetti con il passare del tempo tendono a dimenticare la fonte del
messaggio e a basare le proprie opinioni sulle argomentazioni con cui è sostenuto.
ESPERIMENTO: La Piere (1934)
• Chiede a coppia di cinesi di presentarsi in hotel (66) e ristoranti (184) degli USA. 1 solo rifiuto
• Dopo 6 mesi questionario in tutti gli esercizi visitati: Oltre il 90% degli intervistati risponde che
non li accetterebbe.
Una norma di anti-discriminazione aveva inibito il comportamento discriminatorio
1953 Esperimento di Janis e Feshbach
’L’appello alla paura”
• 3 messaggi con diversi livelli (debole, medio, forte) di intensità di appello alla paura
Soggetti: studenti di scuola superiore
Risultati:
- l’appello alla paura forte induce la maggiore tensione emotiva
- l’appello alla paura debole influisce nel modo più forte sul comportamento nella direzione desiderata
dal messaggio
- il cambiamento è più stabile nel tempo
Modello MODE (Motivation and Opportunity as Determinants) Fazio [1986; 1990; 1995]
• Due percorsi differenti collegano atteggiamento e comportamento:
Modalità di elaborazione volontaria : analizza costi e benefici di un comportamento
• Modalità di elaborazione spontanea : gli atteggiamenti possono guidare il comportamento
• senza che l’individuo consideri gli atteggiamenti relativi
L’AGGRESSITIVITA’
6.
Teorie biologiche(Lorenz) : l’individuo è geneticamente disposto ad essere aggressivo, in quanto consente
di proteggere il nostro corredo genetico e assicura la nostra sopravvivenza.
Teoria psicodinamica: tensione fisica che deve essere liberata dopo accumulo di tensione fisica naturale,
che deve essere espressa per ristabilire l’equilibrio.
Teoria sociali: Dollard, Miller et al. (1939): Ipotesi della “frustrazione - aggressività: ipotesi che
l’aggressività deriva da frustrazione in relazione ad una persona o un evento particolare. Esempio: una
bocciatura a un esame può indurre aggressività verso il professore o più probabilmente verso amici o
familiari. Critiche: non sempre i comportamenti aggressivi sono causati da frustrazioni individuali
(terrorismo)
Modello cognitivo neoassociazionista: (Berkowitz 1969): prende in considerazione anche i fattori
ambientali. Se un particolare stimolo è stato associato a una reazione ostile, questo determinerà rabbia e
aggressività (effetto arma: in presenza di uno stato d’animo negativo, la