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CONFRONTI, CONFLITTI E TENSIONI NELLE RELAZIONI TRA GRUPPI

Cap. 6

I rapporti fra gruppi costituiscono molta importanza per la comprensione della realtà sociale in cui è sempre in atto il confronto fra gruppi con tensioni, conflitti e tentativi di collaborazione.

Ricerca longitudinale (1958-1960) di Elias e Scotson in una piccola comunità urbana del Leicester.

Obiettivo: studiare i rapporti fra gruppi

3 zone in base alla distribuzione del potere:

I. Area residenziale abitata da classi medie;

II. Area abitata da classi operaie di vecchio insediamento con reti sociali di famiglie di vecchio insediamento e con codice normativo rigido che restringe la libera iniziativa personale; (ETABLISHED) con famiglie problematiche.

III. Area abitata da classe operaia di nuovo insediamento (OUTSIDERS)

Durante la ricerca di campo si verifica un processo di esclusione e di etichettamento e discriminazione verso gli outsiders da parte degli etablished per la presenza di un piccolo numero di problemi.

Famiglie disturbate che diventano il pretesto per la costruzione di stereotipi negativi. Nel corso dello studio si verifica un decremento della delinquenza a causa del trasferimento di alcune famiglie di outsiders in altri luoghi. Tuttavia gli stereotipi negativi rimangono per i restanti outsiders quali definiti ancora inaffidabili. Tali fenomeni dimostrano la resistenza dei processi di stigmatizzazione e che i cambiamenti di stereotipi sono possibili ma ci vuole molto tempo affinché avvengano rispetto ai tempi delle ricerche longitudinali.

Par. 1 STUDI SULLE RELAZIONI INTERGRUPPI

Nelle relazioni intergruppi si manifesta il carattere di entità concreta e relazionale del gruppo. Gli individui agiscono in quanto componenti di un gruppo. Tajfel immagina il comportamento lungo un continuum con due estremi:

  1. COMPORTAMENTO INTERPERSONALE: tipico delle situazioni sociali tra più persone in cui ogni interazione è determinata dall'incontro diretto fra le persone stesse
sarà vicino all'estremo intergruppi, tanto sarà più influenzato da fattori sociali come l'appartenenza a diversi gruppi o categorie sociali. In queste situazioni, le interazioni sociali sono determinate principalmente dalla dinamica tra i gruppi, piuttosto che dalle caratteristiche individuali dei singoli membri. È importante sottolineare che è difficile trovare un caso puro di comportamento intergruppi in una situazione di collaborazione tra gruppi. Ad esempio, in un accordo commerciale tra due società, potrebbero comunque emergere dinamiche interpersonali e relazioni personali tra i membri dei due gruppi. Tuttavia, quanto più il comportamento si avvicina all'estremo intergruppi, tanto più diventa indipendente dalle differenze individuali, dalle relazioni personali tra i membri dei due gruppi e dallo stato emotivo dei singoli membri. In altre parole, il comportamento sarà principalmente influenzato dall'appartenenza di gruppo e dalle dinamiche intergruppi.sarà vicino all'estremo interpersonale saranno messe in risalto: - le differenze; - le affinità dei protagonisti. Quali sono le CONDIZIONI che permettono all'individuo di valutare se l'incontro con l'altro è interpersonale o intergruppale? • CONDIZIONE COMP. INTERGRUPPI: credenza o rappresentazione sociale secondo cui i confini dei gruppi sono rigidi e immutabili per cui non è possibile passare da un gruppo all'altro. • CONDIZIONE COMP. INTERPERSONALE: credenza secondo cui i confini dei gruppi sono permeabili e non vi sono ostacoli che impediscono il passaggio tra i gruppi. Se si verifica la prima condizione (confini rigidi), l'attore, non avendo la possibilità di poter cambiare la propria situazione, deve operare insieme al proprio gruppo. Quello che persegue è il cambiamento sociale. Se si verifica la seconda condizione (confini permeabili) l'attore avverte le situazioni sociali in base alla

La propria consapevolezza di essere membro, all'ampiezza delle valutazioni positive e negative dell'appartenenza e dall'investimento emozionale associato alla consapevolezza e alle valutazioni. Per questo l'appartenenza è avvertita in termini cognitivi, valutativi, emozionali e viene incrementata da fattori sociali, storici ed economici.

ETNOCENTRISMO: condizioni che inducono i membri di un gruppo a svalutare i gruppi diversi dal proprio (outgroups). Merton afferma che gli atteggiamenti verso un outgroup possono essere negativi, positivi o neutrali. Schmidt sostiene che lo sviluppo della coscienza di gruppo sviluppa atteggiamenti di rifiuto nei confronti di chi non è parte dello stesso gruppo. A tal proposito Sherif ha fatto una ricerca in un campo estivo in America con ragazzi americani bianchi per 2 settimane i quali non sapevano di essere osservati. Obiettivo: studiare la relazione tra i gruppi. Il campo era diretto da lui stesso e la ricerca la divise in 4.

fasi:
  1. i soggetti entravano in contatto tra loro e le compagnie e le relazioni preferite venivano appuntate dai ricercatori;
  2. i soggetti vennero divisi in 2 gruppi distinti ROSSI e BLU e venivano separati tutti gli amici più stretti e tutte le attività comuni cessarono;
  3. i gruppi entrano in competizione l'uno con l'altro;
  4. (introdotta successivamente) viene creata una situazione in cui le ostilità diminuiscono perché dovevano raggiungere un unico scopo tutti insieme (scopo sovraordinato)
Risultati: se 2 gruppi che sono in rapporto tra loro si pongono degli scopi competitivi giungeranno rapidamente a un conflitto intergruppi. Se si pongono scopi sovraordinati (spingere tutti insieme la macchina rimasta ferma) ci sarà cooperazione. Critiche:
  • La teoria non scade mai in formulazioni individualistiche: gli scopi sono determinati per i membri dalla loro appartenenza di gruppo per cui si sviluppano stati mentali condivisi;
  • Sherif non affronta i
processi e le circostanze che sorgono con questi scopi a livello soggettivo;- Non si capisce il rapporto tra la terza e la quarta fase nel determinare la competizione intergruppi. Inoltre altre ricerche dimostrano che gruppi strutturati che lavorano insieme in ambito cooperativo possono diventare antagonisti e anche gruppi appena costituiti possono diventare antagonisti. Qual è la fonte dell'antagonismo tra i gruppi? Rabbie e Horwitz, ispirati da Lewin, hanno ideato una ricerca volta a isolare le condizioni minime che generano atteggiamenti discriminatori fra ingroup ed outgroup. Obiettivi: - Classificare le persone in 2 gruppi conduce a valutazioni discriminatorie fra i gruppi? - Se questo non accade, aggiungendo l'esperienza di vedere un gruppo premiato e l'altro deprivato in base al caso conduce a valutazioni discriminatorie intergruppi? - Se questa non produce discriminazione potrà produrla un intervento autoritario di qualche agente esterno? - Infine, se nessuno di

Questi produce discriminazione, si potrà provocarla attraverso un'iniziativa di uno dei 2 gruppi che si confrontano?

Gli autori esplorano l'effetto del destino comune e i soggetti sono adolescenti convocati 8 per volta e sono tra loro estranei. Non devono interagire tra loro e verranno poi suddivisi in 2 gruppi BLU e VERDI. Essi devono esprimere delle impressioni sui membri del loro e dell'altro gruppo. Ai soggetti vengono somministrati un test e un questionario e una prova di valutazione di due foto da descrivere. È prevista una ricompensa solo per 2 membri di un gruppo che verrà assegnata prima da un lancio di una moneta e poi con la decisione arbitraria dello sperimentatore o al voto dei partecipanti. Per il gruppo di controllo non sono previste le ricompense. Ai soggetti viene chiesto di descrivere l'atmosfera creatasi e fare delle impressioni sui partecipanti. Chi ha ricevuto la ricompensa ma anche quelli frustrati dal non averla ricevuta.

descrivono i membri del proprio gruppo e l'atmosfera in esso molto più favorevole rispetto all'altro gruppo. Il solo fatto di condividere la stessa sorte (interdipendenza lewiniana) indipendentemente da come si realizza basta per sviluppare una discriminazione valutativa a favore del proprio gruppo. Emerge così un bias ingroup-outgroup. Inoltre l'atto di tirare a sorte la moneta genera dei cambiamenti di status nei gruppi e nei membri. Infatti i gruppi diventano ben distinti (vincenti e perdenti) insieme ai membri (vincenti e perdenti). Anche Tajefel e colleghi affrontarono lo stesso costrutto di Rabbie e Horwitz. Negli anni '60 la psicologia sociale ha cercato di comprendere i fenomeni legati alla guerra, al razzismo, al fascismo e all'antisemitismo poiché ritenuti causa di ostilità e discriminazioni. Si sviluppano 2 orientamenti: 1) Ispirato alla scuola di Francoforte che spiega i fenomeni in base a delle distorsioni quasi patologiche

1) Lo studio di Tajfel si concentra sulla discriminazione intergruppi e sullo sviluppo personale dei protagonisti.

2) Questo studio si ispira alla filosofia europea e alla Gestalt, che considerano questi fenomeni come manifestazioni assurde di processi psicologici e sociali banali.

Tajfel afferma che non è necessario considerare i conflitti oggettivi di interessi o l'interdipendenza del destino per spiegare i fenomeni discriminatori. Pertanto, ha cercato di eliminare dalle situazioni sperimentali le variabili che favorivano il proprio gruppo:

  • Evitare le interazioni faccia a faccia;
  • Garantire l'anonimato;
  • Evitare i legami strumentali tra la natura delle risposte e i criteri di categorizzazione;
  • Evitare il legame tra le risposte dei soggetti e il loro interesse personale;
  • Creare le condizioni in cui i soggetti fossero realmente interessati.

I soggetti dello studio erano studenti della stessa scuola, tra i 14 e i 16 anni, che si conoscevano tra loro. Il compito assegnato era la percezione visiva.

Successivamente, i soggetti furono divisi in 2 gruppi in base al punteggio ottenuto.

ottenuto (gruppi: KLEE e KANDISKIJ) (la divisione in realtà era stata fatta a caso). Il compito da eseguire era quello di dare delle somme di denaro ad un membro del proprio gruppo e a uno dell'altro gruppo. Avevano a disposizione una matrice che li obbligava a scegliere tra le diverse alternative, per cui a una certa somma data al membro dell'ingroup dovevano dare una somma corrispondente al membro dell'outgroup (poteva essere simile, minore o maggiore). Le alternative delle matrici erano le seguenti: - MPC: punteggio più alto per ambedue i soggetti-bersaglio; - MPGA: punteggio per il gruppo di appartenenza con un punteggio basso per l'altro soggetto; - MD: massima differenza di punteggio a favore del gruppo di appartenenza; - IMPARZIALITÀ RISULTATI: davano più soldi ai membri dell'ingroup. I soggetti cercavano una differenziazione positiva a favore del proprio gruppo, anche a costo di non essere imparziali. In una situazione in cui si pongono. Formattazione del testo

Confronto dei gruppi si attiva nei membri di ognuno di essi il bisogno di affermare la specificità positiva del proprio.

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
51 pagine
17 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher roxx86 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale dei gruppi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Annese Susanna.