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Psicologia sociale - globalizzazione Pag. 1
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Globalizzazione

Le ripercussioni dei terremoti, delle inondazioni, degli scandali italiani o dei commerci cinesi si avvertono immediatamente anche in luoghi lontani da quelli d’origine; esistono molte imprese giapponesi negli Stati Uniti, molte persone mandano i loro soldi nel paese d’origine ecc.; per definire il fenomeno di tutte queste interconnessioni e dipendenze si usa il termine “villaggio globale” (Geertz).

I confini tra i paesi sono diventati meno visibili grazie anche all’introduzione della moneta unica e del problema legato all’inquinamento.

Questo processo è detto anche “mondializzazione” o “globalizzazione” e indica l’integrazione delle economie dei vari paesi e il passaggio dalle economie nazionali ad un unico sistema economico mondiale.

Per l’Ocse (Organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo economico) la globalizzazione è un processo mediante il quale i mercati dei vari paesi diventano sempre più dipendenti tra di loro attraverso la circolazione dei capitali.

Questo processo si è consolidato dopo la Rivoluzione Industriale che ha aumentato gli scambi e la mobilità di persone, merci e denaro; tutto questo è stato favorito dai nuovi mezzi di comunicazione (telefono, tv, internet che ha permesso di connettere persone di ogni paese del mondo e di poter accedere ad una grande quantità di informazioni); internet ha reso superfluo tutto il contatto fisico tra chi produce e chi consuma e tra le diverse parti di un’azienda, tanto che molte imprese hanno trasferito i propri stabilimenti in altri paesi dove il costo del lavoro è minore; questo processo prende il nome di delocalizzazione.

Verso gli anni 80’ le funzioni svolte dalle città subiscono un cambiamento che va sotto il nome di GLOBALIZZAZIONE: prima la struttura sociale permetteva a molte persone di relazionarsi con gli altri (nelle città si concentravano amici, locali pubblici), oggi non è più necessario adempi lì a uno spazio di persone per poter avviare l’interazione; il mondo è diventato cosmopolita.

Questo è accaduto grazie ai nuovi mezzi di comunicazione che sono sempre più sviluppati e che mettono in contatto un gran numero di persone superando le barriere spazio-tempo.

GLOBALIZZAZIONE = fenomeno caratterizzato da una connettività complessa. La parola deriva dall’economia ma investe campi sociali, culturali e politici.

La terra prima era circoscritta, di dimensioni ridotte, oggi è percepita come chiusa, non ha più limiti geografici poiché qualsiasi parte del mondo è raggiungibile in poco tempo; l’uomo percepisce la finitezza della Terra.

La società è detta transnazionale: esiste cioè una sola società; questo ha portato a forme sempre più grandi di sovranità e ha permesso di agire senza dover fare i conti con le esigenze degli altri stati (senza dover passare attraverso lo stato interessato dalle transazioni); questo anche perché gli stati non sono più in grado di imporre le loro decisioni sui singoli individui.

La globalizzazione trasforma la vita degli individui a volte in modo negativo: es. un’azienda deve chiudere poiché è costretta a competere con un’azienda che vuole riaprire all’estero dove la manodopera costa meno) in seguito ad essa la società non è a livello locale ma globale; questo colpisce uno o più gruppi sociali.

La globalizzazione ha permesso di ridefinire il centro dell’economia che si è spostato dai paesi occidentali all’Asia.

Fautori e critici della globalizzazione

Nel 1999 a Seattle ci fu una conferenza del Wto (Organizzazione mondiale per il commercio) nel quale operava il movimento no-global: molte persone, gruppi si ritrovarono per contestare il processo di globalizzazione; la cosa si diffuse e molti ripresero le idee no-global attraverso i social network.

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Publisher
A.A. 2013-2014
4 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher babyllo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Castelli Fulvia.