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Partì da un problema ampio – gli orrori della seconda guerra mondiale – stilò un ventaglio di
possibili quesiti (con a capo il “come è stato possibile?), dunque isolò un elemento preciso - il
valore sociale dell’obbedienza all’autorità – restringendo l’area di studio ed infine formulò la
domanda della ricerca : Quali sono i fattori che aiutano le persone a conservare una distanza
critica in seguito ad un ordine distruttivo?
Tre consigli per arrivare ad una buona domanda partendo tuttavia da una premessa: dobbiamo
scegliere con chi lavorare, quale tradizione di ricerca seguire, quale potrà essere il nostro contributo
per fare avanzare il lavoro collettivo.
1)La ricerca bibliografica : e’ vero che riguarda principalmente l’inizio ma è opportuno considerarla
come un processo circolare in relazione agli obiettivi di questo punto a conoscere i principali lavori
su questo tema, impadronirsi del lessico di ricerca che riguarda il nostro tema, individuare le key
words non soffermandosi ai primi risultati. Ma come fare a capire quali sono le informazioni giuste
e se ne ho raccolte a sufficienza? Consigli pratici: prendere appunti sulle pubblicazioni al fine di
comprendere anche l’orientamento dell’autore; le citazioni devono seguire un sistema fisso )es. stile
APA
2) La discussione con i colleghi : Ci concentriamo troppo sull’aspetto personale della conoscenza
senza contare che gran parte di essa appartiene o potrebbe ampliarla alla comunicazione con altri.
Consigli: congressi, workshop ecc. con conseguente presa di appunti e idee sui temi principali
trattati; incontri informali (compagni di avventura); affidamento a supervisori [pregi&difetti]
3) L’arte di prendere appunti : Importante perché non ci possiamo fidare della memoria. Non solo
gli appunti devono essere dettagliatissimi per evitare una seconda lettura.
Cap. 3 La strategia di ricerca
Trasformare la domanda in un insieme coordinato di azioni di ricerca
Passo 1, scegliere il metodo in relazione agli obiettivi. La nostra ricerca può essere
a- Descrittiva : esplorazione del fenomeno
b- Correlazionale: se al variare di una variabile varia anche un’altra
c- Sperimentale: manipolare le cause per ottenere effetti
Rappresentano scelte ben definite tuttavia a volte i diversi momenti conoscitivi procedono in
maniera sequenziale; solo nel caso in cui siamo alla ricerca del nesso causa-effetto solo il metodo
sperimentale produrrà gli effetti sperati (N.B. La correlazione non implica causalità)
Dunque il tipo di obiettivo conoscitivo che ci poniamo davanti dà luogo a diverse strategie di
ricerca differenziate, intese come progettazioni complessive che ci possono permettere di
raggiungere tali obiettivi. Strategia come costruzione fatta di tanti tasselli.
Trovare una buona strategia vuol dire soprattutto:
1) Raccogliere osservazioni rilevanti
2) Rassicurare le persone coinvolte per evitare dati falsati ( es. compiacenza)
3) Arrivare a conclusioni estendibili oltre il campione analizzato
Passo 2, gestire al meglio i problemi connessi al livello di misurazione delle variabili (alcune non
vanno oltre il valore nominale ad es.)
Passo 3, La scelta di strumenti ad hoc. Ci si aspetta che uno strumento sia Fedele (= costanza nella
misurazione) e Valido (= relativa al significato della misurazione) per ridurre al minimo gli errori
Passo 4, la scelta della tattica [la distinguiamo dalla strategia di ricerca citata sopra per indicare le
attività complessive volte a risolvere il tema, mentre per metodi o tattiche intendiamo l’insieme
delle attività svolte per risolvere i vari problemi conoscitivi]
L’ideale è combinare varie tattiche, ognuna con caratteristiche differenti. Qui per comodità le
trattiamo separatamente, mettendole in relazione al grado di confronto con la soggettività del
partecipante e dunque al livello di intrusività nella vita delle persone coinvolte
I) Procedure a bassa intrusività Comprendono tutte le procedure che non richiedono la preseza di
partecipanti, oppure si basano su una collaborazione molto ridotta, oppure che sono centrate
sull'osservazione di processi in contesti della vita quotidiana. Analisi di dati secondari (vedi Zajonc
e la facilitazione sociale vs inibizione sociale), la metanalisi, analisi di documenti (Quest’ultimo
punto richiede una successiva analisi del contenuto per rendere funzionali alla nostra ricerca le
informazioni trovate) Altro metodo e l’osservazione non intrusiva, con telecamere ecc. Presenta
evidenti limiti etici e pone lo sperimentatore nella difficile situazione dello svelare o non svelare la
tecnica utilizzata. Ancora vi è l’osservazione partecipante.
* I metodi di osservazione vengono classificati anche in base all’uso di specifiche Griglie di
valutazione (es. griglia di Bales che consente di osservare le interazioni faccia a faccia nei piccoli
gruppi)
II)Procedure a media intrusività : [procedure che richiedono al partecipanti di rispondere allo
sperimentatore] Questionario, scale di accordo (proprio livello di accordo o disaccordo),
differenziale semantico (coppie di opposti logici in genere aggettivi che descrivono un oggetto,
forniscono risposte lungo un continuum), diario, Intervista.
III) Procedure ad alta intrusività : La metodologia sperimentale- Implica la completa
ricostruzione di una situazione reale. Si basa sull’utilizzo di variabili dipendenti (ne è l'effetto) ed
indipendenti (agisce come causa), e per capire se la nostra inferenza è giusta dovremmo ricostruire
almeno due situazioni: una sperimentale (la variabile dipendente si comporta nel modo che noi
pensiamo a seguito della manipolazione dell’indipendente) ed una di controllo (verifichiamo che la
VD non si comporta in quel modo perché non c’è stata manipolaz.) Una buona sperimentazione
comprende due abilità, la generazione delle ipotesi, qual è la relazione cruciale che determina
l’effetto da noi supposto tra le tante che potrebbero emergere, e la capacità di costruire situazioni.
Inoltre a volte due condizioni soltanto non sono sufficienti, potrebbero esistere accanto agli effetti
principali anche effetti di interazione.
Cap. 4 – l’interpreazione dei risultati
La scelta del tipo di analisi con cui analizzare i dati dipende da alcuni aspetti:
- Obiettivi della ricerca
- Livello di misurazione
- Conoscenza o meno dei parametri di variazione nella popolazione
I due tipi di approcci per organizzare i dati , qualitativo e quantitativo, non devono esseri
considerati come rigide alternative ma devono essere combinati assieme.
L’elaborazione dei dati
Le statistiche descrittive
Utili in una fase preliminare di esplorazione dei dati raccolti. Consentono di raggruppare i nostri
partecipanti in base alle variabili scelte, ad esempio posso raggruppare gli uomini e le donne,
classificare per età ecc. Ovviamente le statistiche descrittive variano a seconda della tipologia di
variabili che possono essere, nominali (non vanno oltre l’etichetta, il nome: es. il genere. Di esse
possiamo indicare solo la frequenza, ovvero quanti ce ne sono?) ordinali (possono essere inserite in
confronti del tipo “è maggiore o minore”, ovvero in una scala continua non disponendo tuttavia di
“quanto” passa da un gradino ad un altro. Es. dividere i partecipanti sulla base del grado
dell’esercito). Inoltre ci sono le continue (corrispondono a valori “veri”, si collocano su una scala, e
conosco la distanza da un gradino all’altro. Es. l’altezza o l’età).
I grafici
Altro modo per esplorare i dati è l’utilizzo dei grafici:
1) Istogrammi (grafico a rettangoli) : utile per mostrare la distribuzione di una singola variabile
continua
2) Grafico a barre : utile a mostrare il confronto tra il numero di casi in ciascuna categoria
3) Scatterplot o nuvola di punti : utile ad individuare un’eventuale correlazione e la sua direzione
fra due variabili continue
4) Grafico a linee : utile per mostrare le medie di una variabile continua
Il test
a) Chi-quadrato : esplorare relazioni o confrontare gruppi
b) Coefficiente di correlazione di Pearson : capire le relazioni fra variabili
c) Regressione Multipla : Relazioni tra una variabile dipendente e due o più VD
d) Analisi fattoriale : Esplorare relazioni fra variabili
e) T-Test su campioni indipendenti : confrontare gruppi
f) T-test su campioni relazionati : confrontare gruppi
g) ANOVA ad un criterio di classificazione : idem
h) ANOVA mista tra e nei soggetti : idem
i) ANOVA multivariata : idem
La validità della ricerca
I dati così raccolti non forniscono l’esatto significato della ricerca né tantomeno possono dipendere
dall’interpretazione soggettiva del ricercatore. Nel cercare di spiegare quanto fatto si procede
inizialmente ad una discussione, ricontrollando criticamente le modalità che hanno portato alla
realizzazione di quei risultati sfruttando come possibilità anche un debriefing finale con i
partecipanti (raccogliere impressioni, commenti, ecc.) utile a capire se le condizioni sperimentali
create corrispondano a quelle di partenza.
PUNTO 1)La prima validità riguarda il costrutto : siamo riusciti a tradurre operativamente la
domanda iniziale?
Principali problemi:
a) La desiderabilità sociale :siamo sicuri che il partecipante non si sia comportato in quel modo solo
per compiacerci oppure abbia scelto un comportamento sulla base di cosa sembrava giusto e non
sulla base della sua volontà? (strategia efficace quella di “velare” gli obiettivi)
b) L’intersoggettività : Dobbiamo tener conto che entrano in contatto due soggettività differenti che
cercano di dar senso a quanto si sviluppa durante la ricerca
PUNTO 2) La validità interna : grado di efficienza della ricerca. Se sarò riuscito ad eliminare tutte
le variabili di disturbo in modo tale da poter inferire che gli effetti riscontrati nelle variabili
dipendenti sono causati dalla manipolazione delle variabili indipendenti allora la mia ricerca avrà
un elevato grado di efficienza
PUNTO 3) La possibilità di generalizzare : i dati raccolti si limitano al campione o posso
estenderli alla popolazione?
PUNTO 4) La validità esterna: Rapporto risultati ottenuti-mondo esterno
Facciamo riferimento a tre tipi di realismo che dobbiamo ottenere, Mondano (quanto più la
situazione si avvicina alla quotidianità), Sperimentale (grado di serietà percepito dai partecipanti),
culturale (oltre a percepire la serietà e dunque comportarsi spontaneamente i partecipanti devono
calarsi nel ruolo, obbedendo a tutte quelle norme e regole previste dalla situazione).
Cap. 5 – Comunicare la ricerca
Che problemi si riscontrano nella comunicazione delle