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Con abuso minorile si intendono uno o più atti di violenza (sofferenza volontaria

inferta) aventi un’elevata probabilità statistica di causare stati fisici e/o

psicologici anormali in chi ne è vittima.

54. In situazioni familiari di stress economico, l’incidenza statistica di

abuso minorile è più elevata?

Si, nelle situazioni familiari che sperimentano situazioni esistenziali stressanti

ingenerate da problemi di tipo economico, l’incidenza statistica di abuso minorile

è più elevata. Ma solo presso le famiglie appartenenti al ceto medio.

55. Perché?

Il fenomeno è stato spiegato sulla base del fatto che fra i nuclei familiari di

classe sociale inferiore, il livello medio dello stress familiare è sempre alto a

causa di una ordinaria povertà e proprio per questo motivo i membri di questo

tipo di famiglie presentano una soglia della percezione di sofferenza psicologica

in reazione agli eventi della vita stressanti che è più elevata rispetto a quella dei

membri familiari di ceto medio che si vengono a trovare in situazioni

economiche difficili.

56. Fornire la definizione di abbandono minorile:

Per abbandono minorile si intende la negligenza delle figure adulte allevanti un

minore, sia che essi siano rappresentati dai genitori naturali o adottivi, nei

confronti del minore.

57. Cosa si intende correntemente per minori a rischio?

Con il termine minori a rischio ci si riferisce a qualsiasi condiziono e/o ambiente

a lui circostante che può essere potenzialmente dannosa a livello evolutivo per il

minore.

58. Quali sono gli approcci allo studio del rischio evolutivo?

Si sono evidenziati nel corso degli anni Ottanta tre differenti approcci relativi allo

studio del rischio evolutivo: il primo punta alla ricerca delle singole cause dirette

come per esempio traumi subiti in età neonatale che possono portare

solitamente ad esiti anormali dello sviluppo del minore. Il secondo approccio

teorizza che le origini del rischio evolutivo vadano ricercate in gruppi omogenei

dei fattori di rischio presenti nei tre spazi di vita (individuale, familiare e sociale)

del minore. Il terzo approccio invece indaga le capacità di adattamento ad esso

del minore, si parla in questo caso di individui aventi fattori protettivi in grado di

contrastare i fattori di vulnerabilità presenti in tutte le condizioni difficili di

sviluppo minorile.

59. Elencare alcuni fattori di rischio predittivi di risultati di sviluppo

disfunzionali a livello individuale.

sofferenza in età neonatale, handicap fisico, ciclo di vaccinazioni incompleto,

iperattività o passività scolastiche, frequenza scolastica irregolare, dislessia o

disgrafia e disturbi manifesti dei processi di apprendimento scolastico.

60. Elencare alcuni fattori di rischio predittivi di risultati di sviluppo

disfunzionali a livello familiare:

presenza di certe pratiche di allevamento dei genitori, livelli di scolarità dei

genitori, tipi di attività lavorativa dei genitori, eventi esistenziali stressanti dei

genitori, condizione abitativa familiare igienicamente malsana, di

sovraffollamento o di isolamento sociale e assenza di uno dei genitori.

61. Elencare alcuni fattori di rischio predittivi di risultati di sviluppo

disfunzionali a livello di comunità:

appartenenza sociale ad una minoranza etnico-culturale, povertà, delinquenza,

alcolismo e tossicodipendenza socialmente diffusi.

62. Elencare fattori di vulnerabilità minorile a livello individuale:

sofferenza in età neonatale, handicap fisico, cambiamento del luogo di

residenza, alta mortalità, cambiamento dell’istituto scolastico frequentato e

ricovero coatto presso istituzioni assistenziali extra-familiari.

63. Elencare fattori di protezione minorile a livello individuale:

alto livello di mobilità spaziale, alto livello di attività e alto livello di autonomia

psicologica dagli adulti e di auto aiuto.

64. Elencare fattori di vulnerabilità minorile a livello familiare:

bassa scolarità dei genitori, elevata morbilità dei genitori, condizione di

disoccupazione lavorativa dei genitori e assenza della figura genitoriale paterna

nello spazio socio emotivo del nucleo familiare.

65. Elencare fattori di protezione minorile a livello familiare:

cure prestate al minore da parenti altri dai suoi genitori.

66. Elencare fattori di vulnerabilità minorile a livello di comunità :

condizione di povertà diffusa.

67. Elencare fattori di protezione minorile a livello di comunità:

presenza di un insieme di norme, valori e credenze condivise e la presenza di

relazioni amicali con i coetanei.

68. Perché i fattori di protezione riescono ad agire positivamente sui

fattori di vulnerabilità?

Questo succede per varie ragioni: i fattori di protezione riducono l’esposizione

temporale del minore alle situazioni destrutturanti per il suo sviluppo,

modificano il significato che il minore attribuisce a tali situazioni negative mentre

le vive, aumentano il livello di autostima del minore e forniscono al minore

l’opportunità di confrontarsi in merito alla propria esperienza negativa sia a

livello interpersonale che sociale.

69. Qual è l’approccio di gran lunga più utilizzato dagli operatori

dell’assistenza sociale istituzionale nella pratica assistenziale dei

minori in condizioni di rischio evolutivo?

L’approccio di gran lunga più utilizzato dagli operatori dell’assistenza sociale

istituzionale nella pratica assistenziale dei inori in condizioni di rischio evolutivo

è il secondo approccio e cioè quello che si basa sui gruppi omogenei di fattori di

rischio presenti nei tre spazi di vita: individuale, familiare e di comunità (sociale).

70. Cosa differenzia una cultura di caccia e raccolta da una di comunità

girovaghe?

Le differenze tra una cultura di caccia e raccolta e quella di una comunità

girovaga sono che nel primo caso i membri di tale gruppo traggono il loro

sostentamento dallo sfruttamento dell’ambiente naturale in cui vivono, nel

secondo caso invece l’ambiente da cui le comunità girovaghe traggono il loro

sostentamento è di tipo umano e non naturale, come per esempio nel caso degli

Zingari.

71. Gli Zingari hanno una cultura di caccia e raccolta o no?

No, gli zingari hanno una cultura di tipo girovago.

72. Elencare le caratteristiche culturali delle comunità girovaghe:

Caratteristiche delle comunità girovaghe: 1. Si procurano mezzi di sussistenza

tramite attività svolte al di fuori della comunità di appartenenza. La loro

sussistenza dipende infatti dall’ambiente umano rappresentato per esempio dai

non-zingari (vendita di bene, furti, sfruttamento dell’assistenza sociale statale).

2. Usanza di sposarsi solo all’interno del gruppo di appartenenza, pratica per

altro seguita anche dagli Zingari. 3. Essere nomadi: spostarsi regolarmente sul

territorio per procurarsi i mezzi di sussistenza, anche se nel caso degli zingari la

popolazione è ormai sedentarizzata.

73. Secondo la definizione antropologica di nomadi, gli Zingari lo sono?

Si!

74. Quali caratteristiche culturali degli Zingari derivano dal loro

nomadismo di un tempo?

Le caratteristiche culturali degli zingari che derivano dal loro nomadismo di un

tempo sono: 1. La famiglia allargata che implica cioè la convivenza dei genitori

con le famiglie nucleari formate dai figli maschi che si sono nel frattempo

sposati. 2. Il rifiuto di lavorare alle dipendenze di qualcuno, la continua mobilità

territoriale ha prodotto nei secoli delle strategie lavorative condotte su base

giocoforza indipendente dagli altri. 3. Alternanza di diversi tipi di attività per

procurarsi mezzi di sussistenza, per soddisfare le trasformazioni avvenuta nella

domanda di beni e/o servizi specializzati. 4. Concentrazione del potere nelle

mani dei membri della famiglia di sesso maschile con il corrispettivo pendant di

sottomissione femminile alle loro decisioni. Agli uomini viene infatti assegnato il

compito di gestire i rapporti con il mondo sociale esterno alla famiglia con

l’obiettivo di poter prendere decisioni nell’interesse di quest’ultima qual’ora ce

ne fosse il bisogno. Alle donne invece è assegnato il ruolo di provvedere ai

bisogni materiali della famiglia, dalla cura della casa all’allevamento dei figli.

75. Quali sono i momenti-caridine culturali dell’esistenza di ogni Zingaro?

I due momenti cardine culturali dell’esistenza di uno zingaro sono la nascita e il

matrimonio. Momenti che determinano alcuni importanti percorsi di vita

nell’ambito del proprio gruppo e al contempo lo esclude per sempre da alcuni

altri. 1° fase (prima): nascita-matrionio. 2° fase (dopo): matrimonio-morte.

76. Fra gli Zingari quando è che un minore è ritenuto adulto dagli altri?

Un minore può essere ritenuto adulto dagli altri quando ha preso parte a

determinate esperienze di particolare valore simbolico, riti di passaggio. In

particolare, nelle comunità zingare il rito di passaggio che trasforma il minore in

adulto agli occhi degli altri è il matrimonio che si tiene, di solito, intorno ai 15

anni di età fisiologica.

77. Descrivere in maniera sintetica in quale rapporto stanno per ogni

minore zingaro, la sua Età e il suo Sesso con il suo Ruolo e Status

sociale nella comunità di appartenenza.

Nelle comunità zingare l’individuo acquista potere a livello di status sociale nella

sua comunità di appartenenza, in base alla sua età e al suo sesso. Per

comprendere meglio questa dinamica si può assegnare un valore positivo (+)

alle caratteristiche che vengono considerate necessarie, ovvero: essere maschio

ed essere adulto e un valore, al contrario, negativo (-) alle caratteristiche che

non vengono privilegiate: essere donna ed essere un minore. A questo proposito

infatti un maschio zingaro in età adulta è già automaticamente inserito in uno

status privilegiato, cosa che si contrappone invece alla figura di una donna

zingara, che anche una volta raggiunta l’età adulta raggiungerà comuque uno

status sociale di parziale prestigio. In relazione quindi allo status e il posto

ricoperto all’interno della società di appartenenza, ne derivano anche altre due

caratteristiche: la divisione del lavoro e la segregazione sulla base del proprio

genere sessuale. Secondo queste due caratteristiche è alle donne che spetta la

responsabilità di sostentare la propria famiglia ed è sempre alle donne che viene

imposto un restringimento della propria libertà di comportamento, di

abbigliamento e di acconciature dei capelli.

78. Elencate tre fattori che costituiscono per i minori zinga

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
13 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher babinaaaa di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Paladino Maria Paola.