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La struttura, invece, è non equilibrata quando ci sono 3 relazioni negative oppure due relazioni
positive ed una negativa.
Festinger ha proposto la teoria che sostiene l'influenza di fattori motivazionali sui processi
cognitivi conosciuta come Dissonanza cognitiva.
Se una persona è indotta a comportarsi in modo contrario ai propri atteggiamenti e se questa
persona è indotta a credere di essersi comportata in tal modo per libera scelta, essa proverà uno stato
di tensione spiacevole dovuta alla dissonanza tra il proprio comportamento ed il proprio
atteggiamento. Per porre fine a tale stato di tensione spiacevole la persona sarà portata a modificare
il proprio attaggiamento e a pensare che forse non era poi veramente così contraria alla posizione a
favore della quale ha parlato.
In un esperimento di Festinger e Carlsmith, alcuni soggetti partecipavano ad alcune prove, molto
noiose, di abilità motoria. In seguito dovevano convincere un collega dello sperimentatore che le
prove fossero interessanti. Ad un gruppo era stata promessa una ricompensa di 1 dollaro, all’altro
gruppo di 20 dollari. I soggetti nella condizione da 1 dollaro, una giustificazione esterna
insufficiente per la “menzogna”, si autoconvinsero della bontà delle prove motorie, cambiando di
conseguenza il loro atteggiamento. I soggetti nella condizione da 20 dollari, non manifestando una
dissonanza cognitiva, non cambiarono il loro atteggiamento (di per sé negativo).
Pertanto, secondo il concetto di dissonanza cognitiva, il cambiamento di atteggiamento è maggiore
quando la ricompensa offerta per la comunicazione contro-attitudinale è minore.
Zanna e Cooper sostengono che per poter dimostrare (effetto placebo) che il cambiamento di
atteggiamento in esperimenti simili a quello di Festinger è dovuto a fattori motivazionali è
necessario dimostrare che tale cambiamento si verifica solo quando sono presenti due condizioni:
La persona deve sperimentare uno stato di attivazione
• La persona deve attribuire tale stato al conflitto tra il proprio comportamento e il proprio
• atteggiamento.
Per dimostrare che il cambiamento di atteggiamento è dovuto a fattori motivazionali, è necessario
dimostrare che non si verifica in altre situazioni
Ai partecipanti ad un esperimento di dissonanza cognitiva fu dato un placebo: al gruppo di
controllo venne detto che la pillola era un placebo, al gruppo sperimentale venne detto che la
pillola avrebbe prodotto uno stato di attivazione e tensione. Come previsto, entrambi i gruppi
hanno provato tensione, ma solo i partecipanti del gruppo sperimentale spiegarono la loro
sensazione di tensione come dovuta alla pillola, e non al proprio comportamento
controattitudinale. Di conseguenza, il gruppo sperimentale non ha cambiato il proprio
atteggiamento (perchè ha attribuito la sensazione spiacevole causata dalla dissonanza cognitiva,
alla pillola), a differenza del gruppo di controllo. La ricerca, quindi, confermò che il cambiamento
di atteggiamento era proprio indotto da fattori motivazionali.
Secondo Steele i classici esperimenti della dissonanza cognitiva mettono i partecipanti in una
condizione di minaccia alla propria immagine.
Il cambiamneto di atteggiamento che si verifica in tali condizioni sarebbe l'unico modo possibile
per riaffermare la propria identità di persona corretta e rispettabile. Se ciò fosse vero il
cambiamento di atteggiamento non si dovrebbe verificare se ai partecipanti ad un classico
esperimento di dissonanza cognitiva venisse data la possibilità di soddisfare in modo diverso la
motivazione alla riaffermazione positiva di sè.
La grandezza della dissonanza sarà funzione:
Dell'importanza dell'oggetto su cui o per il quale la decisione è presa. La dissonanza
• aumenta più l’argomento è rilevante; più i sentimenti, i pensieri e le azioni coinvolte si
allontanano dal nostro sistema di credenze.
Il potere di attrazione della o delle alternative rifiutate. Maggiore è la dissonanza, maggiore
• è la motivazione a superarla.
La dissonanza si articola in 4 fasi
1. La percezione dell’incoerenza.
L’individuo deve rendersi conto dell’incoerenza tra i propri atteggiamenti
e le proprie azioni. La dissonanza si manifesta quando il comportamento
ha effetti evidenti
2. L’assunzione di responsabilità.
L’individuo deve fare attribuzione interna. Se il comportamento è percepito come causato da
forti pressioni esterne (premi irresistibili o temibili punizioni), l’individuo non prova
dissonanza.
3. L’attivazione fisiologica.
La dissonanza cognitiva viene esperita come uno stato spiacevole di attivazione fisiologica
4. Attribuzione. L’individuo non solo deve esperire uno stato spiacevole di attivazione ma
deve anche attribuire tale stato al comportamento. Se il disagio viene attribuito ad altri
fattori (esterni), la dissonanza non si verifica e non porta a cambiamenti del comportamento.
Festinger ha proposto una classifica delle situazioni che possono indurre la dissonanza:
1. Dissonanza post-decisionale:
La produzione di stati di dissonanza è in stretta connessione con tutte quelle situazioni post-
decisionali in cui la persona si sente responsabile direttamente delle sue azioni e delle
conseguenze che ne derivano
2. Dissonanza derivata dalla disconferma di una credenza importante.
Le persone o i gruppi tendono a razionalizzare o a rafforzare le loro credenze quando
ricevono di esse disconferme. Questo però si verifica solo a certe condizioni, e cioè se:
a)la credenza è molto forte
b)non vi è un sostegno sociale a favore del suo cambiamento
3. Dissonanza per un particolare comportamento che è contrario ai propri atteggiamenti;
4. Dissonanza dei soggetti forzati a compiere azioni incompatibili con i loro atteggiamenti con
l’uso di ricompense
5. Soggetti ai quali è impedito di compiere un’attività desiderata (giustificazione insufficiente) .
6. Dissonanza da giustificazione dello sforzo
1. Qualche volta proviamo difficoltà ad accettare che i risultati di scelte fatte non equivalgano alle nostre
aspettative. In quel caso si entra sovente in uno stato di inquietudine realizzando che la nostra scelta non era
ottima. Si cercano le strategie per giustificare la scelta.
2. Le persone o i gruppi tendono a razionalizzare o a rafforzare le loro credenze quando
ricevono di esse disconferme.
3. fumare anche se sappiamo che fumo fa male
4. soggetti forzati a compiere azioni incompatibili con i loro atteggiamenti
5. Figli a cui viene impedito di andare a una festa, reazione diversa a seconda di
comportamento genitori
6. Fare un lavoro lungo e difficile anche senza avere la certezza che questo verrà
accettato/riconosciuto/sarà utile
Riduzione della dissonanza
La dissonanza costituisce una motivazione a cercare modalità per eliminarla
cambiare il comportamento
• cambiare il proprio contesto
• cambiare le proprie convinzioni/opinioni/atteggiamenti attraverso giustificazioni e
• razionalizzazioni
Non sempre la dissonanza cognitiva si risolve con un cambiamento di atteggiamento
L’individuo può:
minimizzare l’incoerenza, banalizzando il comportamento
• minimizzare l’incoerenza con giustificazioni ‘razionali’
• tentare un’attribuzione esterna
• ridurre lo stato di attivazione e disagio fisiologico (alcol, droga)
• riaffermare la propria identità positiva
•
Il cambiamento di atteggiamento è maggiore quando la ricompensa offerta per la comunicazione
contro-attitudinale è minore.
Il ruolo della motivazione all'affermazione positiva di sè è stato recentemente dimostrato anche nel
caso della manifestazione degli stereotipi. Tendenza dei partecipanti ad un esperimento a
considerare una donna meno competente se caratterizzata come ebrea e più competente se
caratterizzata come italiana.
La manifestazione di tale pregiudizio non si manifestava tuttavia se ai partecipanti prima della
valutazione veniva data la possibilità di affermare aspetti positivi della propria identità. Questa
ricerca oltre a confermare l'influenza dei fattori motivazionali sui processi cognitivi conferma anche
una delle funzioni classicamente attribuite agli stereotipi ovvero quella di cosnentire una
valorizzazione personale attraverso la svalutazione degli altri.
Dopo aver riconosciuto l'influenza dei fattori motivazionali sui processi cognitivi si pone il
problema di chiarire i meccanismi mediante i quali tale influenza si realizza.
Due tipi di meccanismi:
La motivazione dirige il processo di recupero mnestico stimolando il richiamo dalla
• memoria esclusivamente dei contenuti utili a raggiungere le condizioni desiderate.
La motivazione stimola la creazione di teorie causali coerenti con la conclusione desiderata
•
La tendenza a costruire teorie distorte da fattori motivazionali è più forte quando le persone hanno
appena subito un fallimento e sentono maggiormente il bisogno di riparare la propria immagine.
Le persone normalmente utilizzano processi cognitivi distorti solo nella misura in cui sono in grado
di giustificare in qualche modo le conclusioni alle quali giungono.
Heider direbbe che tale limite è dato dalla valutazione della plausibilità delle spiegazioni fornite e
autori di orientamento interazionalista simbolico parlerebbero di necessità di negoziare con i propri
interlocutori la validità delle spiegazioni fornite.
Influenze motivazionali non direzionali
L'influenza esercitata sui processi cognitivi motivazioni di tipo piò generale quali la motivazione
all'accuratezza o al contrario la motivazione al raggiungimento di una conoscenza certa e definita
detta motivazione alla chiusura cognitiva.
Questi tipi di motivazione non esercitano un'influenza direzionale sui processi cognitivi della
persona ma determinano la quantità e la qualità dell'attività cognitiva.
Motivazioni di tipo più generale che determinano la quantità e la qualità dei processi cognitivi
Bisogno di cognizione
Bisogno di elaborare con cura il contenuto di messaggi. (Petty e Cacioppo)
La motivazione all'accuratezza
Le prime ricerche sugli effetti della motivazione all'accuratezza si devono a Tetlock che intendeva
contrastare la tendenza all'epoca diffusa a descrivere le persone come incapaci di applicare
ragionamenti complessi.
Nella maggior parte degli esperimenti di psicologia sociale congnitiva i soggetti sono posti in
condizioni molto diverse da quelle della vita quotidiana nella quale le persone sono sempre
consapevoli del fatto che ciò che dicono può essere contestato e che loro stessi possono sempre
essere chiamati