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2. LE DIMENSIONI DEL SE’

Esistono molteplici aspetti del sé che emergono in relazione alle

caratteristiche della situazione sociale in cui ci troviamo. In base a questi

alcuni aspetti diventano importanti e sono oggetto di riflessione consapevole,

mentre altri restano sullo sfondo pronti ad assumere rilevanza in altre

circostanze che lo richiedono.

Il Sé nel passato come ricostruzione

Un modo in cui le persone costruiscono o revisionano il loro passato consiste

nel confrontare il Sé attuale con il Sé passato in modo da trovare tendenze

temporali e trarre inferenze su sviluppo e progressi delle capacità o sulla

coerenza della propria visione del mondo.

Teoria della stabilità: concettualizzare il Sé presente simile a quello passato.

Si possono commettere errori nel ricordo del sé passato per il trascorrere del

tempo, il flusso degli eventi e la presenza di cambiamenti negativi.

Teoria del cambiamento: il passato viene caratterizzato come diverso rispetto

al presente, il soggetto consapevole della sua situazione attuale, differenzia la

sua immagine del passato. Ciò avviene soprattutto per quanto riguarda abilità,

competenze, prestazioni.

I Sé possibili

Costituiscono gli stati ipotetici del Sé proiettati nel futuro, come la

realizzazione di obiettivi a cui si aspira, i timori più o meno fondati, le

aspettative che si riconoscono negli altri socialmente significativi.

Secondo Markus e Nurius, i Sé possibili sono le componenti del sistema del

Sé orientate al futuro, contengono le rappresentazioni di ciò che le persone

possono, vogliono, temono di diventare. Possono direzionare e favorire la

realizzazione degli obiettivi che il soggetto si pone.

Si ha efficacia degli scopi quando essi sono chiari, quando la difficoltà

presente è ragionevole ma non eccessiva, quando si riferiscono a dimensioni

importanti della condotta e quando sono focalizzate sul Sé.

Modello del completamento simbolico: una persona che abbai scelto di

realizzare, anche se in termini potenziali, un’importante identità, e sia

determinata nel volerla acquisire pur non possedendo ancora il simbolo che

ne rappresenta il definitivo possesso formale, sarà motivata a compensare

questo stato di incompletezza con simboli sostitutivi.

3. GLI SCHEMI DI SE’

Si tratta di strutture di conoscenza capaci di organizzare e direzionare i

processi di valutazione, selezione, categorizzazione degli elementi di

informazione riguardanti sé e gli altri, tale struttura interviene nella presa di

decisioni e nella condotta di interazione.

Quando lo schema di sé è organizzato attorno ad attributi negativi è possibile

trovarsi di fronte ad atteggiamenti depressivi.

Higgins, in una sua ricerca, ha rilevato incongruenze negli schemi di Sé,

dovute a situazioni di disagio emozionale collegate a depressione. Egli ha

diviso il Sé in effettivo, ideale ed imperativo:

effettivo: rappresentazione degli attributi che l’individuo ritiene di possedere;

ideale: insieme di caratteristiche che l’individuo vorrebbe possedere;

imperativo: ciò che l’individuo ritiene di dover essere o dover fare.

La contraddizione Sé effettivo – Sé ideale porta a sentimenti di delusione,

tristezza, insoddisfazione che possono sfociare nella depressione, mentre la

contraddizione Sé effettivo – Sé imperativo porta a sviluppare senso di colpa,

inquietudine, disprezzo per sé stessi che possono sfociare in ansietà.

4. I MOTIVI DEL SE’

Il sé inteso come costrutto dal carattere totalitario è articolato in 3

fondamentali dimensioni:

egocentralità: tendenza a focalizzare i contenuti del sé durante i processi di

giudizio e memoria cosicché le informazioni riferite al sé occupino un posto

privilegiato e vengano facilmente recuperate.

Benefficienza: fare bene e farlo con competenza. Sono alla base dei criteri

con cui i soggetti valutano la loro condotta e ricordano il loro passato.

Conservatorismo cognitivo: tendenza che porta gli individui a resistere al

cambiamento, recuperare in maniera selettiva le informazioni dal loro

magazzino di memoria per confermare le ipotesi iniziali e rafforzare le

convinzioni.

Il bisogno di autoaccrescimento

Tentativo di ottenere risposte ambientali positive riguardo al sé, di evitare

quelle negative, di sperimentare emozioni piacevoli per quanto riguarda la

loro condotta, di mantenere un alto livello di autostima.

Il bisogno di coerenza

Salvaguardare la stabilità della concezione di sé di fronte a giudizi che

tendono a negare il possesso di una caratteristica che l’individuo sente come

propria.

I processi di autoregolazione

Modi in cui le persone controllano e direzionano le loro azioni: gli individui

selezionano situazioni e persone con cui interagire, usano strategie di

autopresentazione e di gestione della loro immagine pubblica per raggiungere

degli obiettivi che si sono posti.

Le strategie di autopresentazione

Processi mediante i quali le persone manipolano la loro immagine e il loro

comportamento per creare specifiche impressioni nei loro interlocutori.

Le strategie autolesive (self-handicapping)

Hanno la funzione di trovare una scusa credibile e non troppo dannosa per

l’autovalutazione dell’individuo, cioè per giustificare una sconfitta o un

insuccesso. CAPITOLO 5

1. GLI ATTEGGIAMENTI SOCIALI

Secondo la Scuola comportamentista e neocomportamentista vi è un modello

tripartito o tricomponenziale degli atteggiamenti sociali, modello che distingue

tre tipi di risposte:

1) cognitive: credenze, attributi positivi o negativi che descrivono l’oggetto di

atteggiamento;

2) affettive: emozioni, sentimenti, stati d’animo che si provano in relazione allo

stimolo;

3) comportamentali: azioni manifeste e intenzioni che si possono avere verso

un oggetto.

Successivamente è stato elaborato, da Zanna e Rempel, un nuovo modello

tripartito che aggiunge che l’atteggiamento, oltre ad essere un processo

valutativo, è anche un insieme di dati depositati nella memoria a lungo

termine, organizzati in una struttura a rete che comprende:

a) nodo centrale: valutazione positiva o negativa dell’oggetto,

b) tre classi di informazioni: cognitive, affettive e comportamentali,

c) singole informazioni ed esperienze incluse nelle classi di informazioni (b) e

che sono attinenti allo stimolo.

L’importanza degli atteggiamenti sta nelle loro caratteristiche:

stabilità nel valutare sempre allo stesso modo = predittività

legame individuo – gruppo = funzione di adattamento sociale

funzione conoscitiva = elaborazione di informazioni provenienti dal contesto

sociale

miglioramento dell’immagine di sé = funzione ego-difensiva e di espressione

dei valori

influenza sul comportamento sociale

2. LA FORMAZIONE DEGLI ATTEGGIAMENTI

I processi di base che contribuiscono alla formazione degli atteggiamenti

sono:

elaborazione cognitiva delle informazioni

reazioni emotive

condizionamento classico

condizionamento operante ⇒

mera esposizione ad uno stimolo piacevolezza data dalla familiarità

esperienza diretta

importanza degli altri

influenza dei gruppi

3. LA MISURA DEGLI ATTEGGIAMENTI

Tecniche dirette: si chiede alle persone una autovalutazione del proprio

atteggiamento

1. scala a intervalli soggettivamente uguali di Thurstone: graduare una

serie di opinioni in base al grado di favore/sfavore che ognuno esprime

verso un oggetto di atteggiamento.

Svantaggi: distorsione di giudizio dei giudici

2. Scala a punteggi sommati di Likert: misura fedeltà e validità delle scale

di atteggiamento:

la fedeltà è data dalla capacità di ottenere risultati equivalenti in

successive applicazioni

la validità è data dalla capacità di misurare effettivamente

l’atteggiamento per cui la scala è stata costruita

3. Differenziale semantico: misura il significato connotativi dei concetti

tramite una serie di scale bipolari a 5 o a 7 inervalli, dove l’area

semantica delle scale di valutazione è riconducibile a 3 dimensioni di

giudizio: valutazione (buono/cattivo), potenza (forte/debole), attività

(piacevole/spiacevole).

4. tecnica dell’item singolo: usare una singola domanda chiaramente

collegata al tema che interessa, una risposta del tipo si/no indica la

direzione dell’atteggiamento, un giudizio graduato è indice dell’intensità

dell’atteggiamento

Tecniche indirette: si cerca di rilevare l’atteggiamento in modo non intrusivo

tramite un falso canale di informazione (bogus pipeline), misure fisiologiche,

comportamenti.

4. L’ORGANIZZAZIONE DEGLI ATTEGGIAMENTI

Relazioni fra gli atteggiamenti

Gli atteggiamenti tendono a costituire dei raggruppamenti che possono

essere più o meno armoniosi al loro interno, se si inserisce un atteggiamento

in un sistema più ampio si può costituire una ideologia che può indurre le

persone a cambiare atteggiamento per risolvere un disagio psicologico dato

dalla convivenza di convinzioni incompatibili.

L’importanza dell’atteggiamento dipende da quanto è funzionale alla struttura

di personalità dell’individuo.

Struttura interna dell’atteggiamento

Consiste nella coerenza e complessità dell’organizzazione delle componenti

di ciascun atteggiamento.

Modello tripartito: problema della coerenza tra le risposte valutative di tipo

affettivo, cognitivo e comportamentale.

Modello dell’aspettativa – valore: l’atteggiamento dipende da a) la probabilità

soggettiva che un oggetto abbia certi attributi e b) la valutazione, positiva o

negativa, che la persona fa di ciascuno di essi.

Atteggiamento = aspettativa x valore, si moltiplica per ogni attributo

l’aspettativa per il valore e si sommano tutti i prodotti.

Teoria dell’azione ragionata di Fishbein e Ajzen: l’intenzione comportamentale

di una persona verso un oggetto di atteggiamento corrisponde al valore

dell’atteggiamento verso tale oggetto moltiplicato per le sue credenze

normative, ossia le credenze sul comportamento socialmente approvato. Il

peso delle credenze normative sul comportamento dipende da quanto la

persona è disposta ad adeguarsi a queste aspettative sociali.

CREDENZE VALUTATIVE ATTEGGIAMENTO VERSO

SULLE CONSEGUENZE IL COMPORTAMENTO

DEL COMPORTAMENTO IMPORTANZA RISPETTIVA DELLE

CONSIDERAZIONI DERIVATE INTENZIONI

COMPORTAMENTO ’

DALL ATTEGGIAMENTO

E DALLE NORME

CREDENZA CHE GLI ALTRI

RITENGANO CHE QUEL

COMPORTAMENTO SIA O NO NORME SOGGETTI

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
27 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher chiaras1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Rubini Monica.