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LI RRORI DI TTRIBUZIONI
Gli errori di attribuzione descrivono la tendenza a compiere, in contesti particolari, un tipo
di attribuzione, interna o esterna, invece di un’altra; non necessariamente errate, ma fatte
in modo più veloce e meno scrupoloso.
Gli errori più documentati son tre: l’errore l’effetto
fondamentale di attribuzione, attore-
osservatore e le attribuzioni a vantaggio del sé (self-serving).
L’errore fondamentale di attribuzione
Le attribuzioni interne vengono compiute più frequentemente di quelle esterne, anche
quando vi sono potenziali cause situazionali evidenti (Ross). L’errore è illustrato in uno
studio di Jones e Harris (1967). [Studenti leggevano temi scritti da compagni a favore del
regime di Fidel Castro a Cuba].
La ragione per cui si verifica l’errore fondamentale di attribuzione sembra essere la
salienza percettiva. La persona osservata è l’aspetto percettivamente più saliente della
situazione e perciò un’attribuzione interna (personale) diventa molto più accessibile. La
cultura, anche se non l’unica, non è l’unico elemento in grado di alterare questo errore.
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L’effetto attore-osservatore
Storms (1973) realizzò un esperimento che illustrava in modo evidente questa distorsione;
la tendenza ad attribuire il comportamento di altre persone a cause interne e il nostro a
cause esterne.
Nell’esperimento, riguardava apparentemente una “conversazione”, fu affidato a due
partecipanti il compito di osservatori, e ad altri due, quello di conversare tra loro per cinque
minuti. Successivamente si chiese di attribuire la causalità, cioè giudicare se le opinioni
espresse riflettessero la personalità consueta delle persone oppure no. Storms rilevò che
gli osservatori ponevano l’accento sui fattori disposizionali quando spiegavano i
comportamenti degli attori, mentre gli attori sottolineavano i fattori situazionali quando
spiegavano il proprio comportamento.
Questo fenomeno può essere spiegato ancora una volta dalla salienza percettiva.
L’attenzione degli attori non era rivolta a sé stessi, ma alla situazione; di conseguenza
l’attribuzione situazionale era più accessibile per loro. L’attenzione degli osservatori era
invece contrata sugli attori e questo rendeva più accessibile la spiegazione focalizzata su di
loro.
Questo effetto risultava rovesciato quando agli attori venivano mostrate delle riprese video
della loro prospettiva opposta prima di compiere le attribuzioni. Quando gli attori guardavano
il loro volto durante il compito, si soffermavano su sé stessi e non sulla situazione, e ciò li
induceva a compiere un’attribuzione interna.
Attribuzioni a vantaggio del sé
Olson e Ross (1988) sostengono che le attribuzioni interne siano più probabili per i successi
e le attribuzioni esterne per i fallimenti, poiché un tale tipo di attribuzione protegge e
conserva la nostra autostima. Questo tipo di errore può riguardare anche il gruppo.
Attribuzioni intergruppo
I processi intergruppo, ossia come possiamo suddivider il mondo che ci circonda, come ad
esempio gli inglesi e gli italiani. Come le attribuzioni vanno a vantaggio del sé, di noi, quelle
intergruppo vanno a vantaggio del gruppo.
■ □ ■
- 19 -
Cognizione sociale è un termine molto ampio che descrive le modalità con le quali le
persone codificano, elaborano, ricordano e utilizzano le informazioni nei contesti sciali allo
scopo di comprendere il comportamento proprio e altrui.
L’E C S I
CONOMIZZATORE OGNITIVO E LO CIENZIATO NGENUO
Come uno scienziato, l’individuo, dotato di capacità logico-razionali, raccoglie i dati
necessari alla conoscenza di un certo oggetto e giunge a conclusioni logiche.
l’individuo, motivato a spiegare le cause di un evento
Studi sui processi attribuzionali:
sociale per prevedere e controllare la realtà, se libero da pressioni temporali valuta con cura
l’evidenza derivante da fattori situazionali e da fattori disposizionali.
Gli scienziati ingenui, quindi, sono logici e razionali nell’effettuare inferenze sociali.
Nei processi di elaborazione delle informazioni, le persone non tengono in considerazione
tutti i fattori in gioco, ma utilizzano “scorciatoie di pensiero” (euristiche).
Queste strategie di pensiero permettono loro di risparmiare tempo ed energie cognitive ma
portano a distorsioni ed errori nel ragionamento e nel giudizio sociale.
Gli errori sono dovuti a proprietà del sistema cognitivo; le motivazioni non sono prese in
considerazione.
L E
E URISTICHE
strategie o “scorciatoie” di pensiero semplificate che permettono alle persone di
Euristiche:
giungere rapidamente a giudizi sociali, risparmiando tempo e fatica nel formulare giudizi.
Il ricorso alle euristiche è più probabile in situazioni in cui le persone devono impegnarsi
nell’elaborazione di giudizi complessi in presenza di fattori che diminuiscono l’accuratezza
dei processi cognitivi (ad esempio, stanchezza o mancanza di tempo).
sono: l’euristica della
I due tipi di euristiche più comuni rappresentatività e della disponibilità.
Euristiche della rappresentatività
È utilizzata per stimare la probabilità che si verifichi un determinato evento; in particolare,
per decidere se un certo esemplare appartiene a una determinata categoria (Tversky e
Kahneman, 1974).
Il criterio utilizzato per decidere è quello della rilevanza o somiglianza, mentre viene
trascurata la probabilità di base - 20 -
Euristiche della disponibilità
È utilizzata per valutare la frequenza o probabilità di un determinato evento: si basa sulla
facilità e rapidità con cui vengono in mente esempi che fanno riferimento alla categoria del
giudizio in questione.
La stima di frequenza di un evento può essere influenzata da:
• Tendenze sistematiche utilizzate nella ricerca di informazioni;
• Particolare “immaginabilità” di un particolare evento;
• Riferimento al sé.
Effetto del falso consenso
Ossia la tendenza a generalizzare le proprie opinioni all’intera popolazione. Può essere
spiegato attraverso l’euristica della disponibilità.
L’effetto del falso consenso è un bias significativo: rappresenta la tendenza a generalizzare
le proprie opinioni all’intera popolazione (Gross e Miller, 1997).
Deve pertanto esistere un falso consenso in base al quale le persone sono convinte che
normalmente tutti gli altri siano d’accordo con loro.
Euristica dell’ancoraggio
L’ancoraggio è la tendenza a farsi condizionare dal valore di partenza quando si danno dei
pregiudizi quantitativi.
Quando ci si trova a dover emettere giudizi in situazioni di incertezza, solitamente si riduce
l’ambiguità ancorandosi a un punto di riferimento stabile, si operano progressivi
aggiustamenti e, infine, si prende la decisione finale
Per riassumere, sembra che i nostri giudizi siano influenzati dal punto in iniziamo le nostre
un’influenza sul giudizio perché è la fonte di informazione più
riflessioni, che esercita
disponibile.
In situazioni di incertezza, per emettere un giudizio le persone tendono ad “ancorarsi” a una
conoscenza nota ed “accomodarlo” sulla base di informazioni pertinenti.
I M
L TATTICO OTIVATO
Kruglanski sosteneva che le persone non sono esclusivamente economizzatori cognitivi o
scienziati ingenui, ma sono in realtà tattivi motivati. In alte parole, le persone agiscono in
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modo strategico nell’allocare delle risorse cognitive e, in questo senso, possono decidere di
essere economizzatori cognitivi o scienziati ingenui.
Diventiamo tattici motivati in base a fattori come:
▪ Tempo (si tende ad essere economizzatori cognitivi);
▪ Carico cognitivo (utilizziamo le euristiche per avvicinarsi ad una risposta adeguata);
▪ Importanza (meno euristiche e più da scienziati ingenui);
▪ Quantità di informazioni disponibili (poche informazioni si ricorre a scorciatoia euristica).
L S
A CATEGORIZZAZIONE OCIALE
Si basa su una iniziale categorizzazione degli stimoli sociali in base ad alcune caratteristiche
possedute. Poiché alcune caratteristiche degli oggetti di una categoria non sono
chiaramente distinguibili da quelle di esemplari di altre categorie, sono possibili errori di
classificazione.
È difficile individuare criteri necessari e sufficienti che definiscono l’appartenenza di un
oggetto ad una determinata categoria: alcuni esemplari sono più rappresentativi di altri degli
attributi tipici della categoria (prototipi).
sociali hanno un’organizzazione gerarchica inclusiva dei livelli più specifici; il
Le categorie
livello di categorizzazione utilizzato dipende dalla situazione e dagli scopi degli individui, qui
i prototipi sono definiti stereotipi. la convinzione che due variabili siano associate l’una
La correlazione illusoria descrive
con l’altra, quando in realtà non c’è un’associazione effettiva o è molto labile.
La Struttura delle Categorie
Le categorie sono definite da prototipi, cioè una rappresentazione del membro più tipico
della categoria. Le categorie, oltre che nel contenuto, variano anche nella struttura che può
essere eterogenea o omogenea.
Eterogena quando la categoria è percepita come costituita da molti tipi diversi di persone.
Omogenea quando viene percepita come costituita solo da pochi tipi di persone, tutte molto
simili tra loro.
Perché categorizziamo?
A volte lo facciamo anche inconsciamente. Tre sono i fattori chiave che lo determinano: la
priorità temporale (si categorizza sulla base delle categorie incontrate per prime), la salienza
(quando la differenza diviene saliente, come l’unico maschio della classe) e
percettiva
l’accessibilità cronica (la categorizzazione in base ad alcune categorie, come etnia, età).
L T P D
E EORIE DEL ROCESSO UALE
Secondo Brewer, nella valutazione degli altri si utilizza un approccio euristico (categoriale)
o sistematico, una distinzione che corrisponde agli approcci economizzatori
cognitivo/scienziato ingenuo. Invece il modello del continuum di Fisk e Neuberg, afferma
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che la formazione di impressioni inizia con l’adozione di una modalità di elaborazione da
economizzatore cognitivo: si tenta di inserire una persona target di valutazione in una
Se non c’è una corrispondenza allora ci si sposta lungo il continuum verso una
categoria.
buona corrispondenza. ■ □ ■
- 23 -
è