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IL CAMBIAMENTO DEGLI ATTEGGIAMENTI
La dissonanza cognitiva: cambiamenti di
atteggiamento risultanti dall'introspezione e
dall'analisi personale. Se un comportamento
contraddice gli atteggiamenti esistenti si genera un
senso di disagio detto dissonanza, gli individui
cercheranno di spiegarla in un certo modo, o di
risolverla mutando il proprio atteggiamento.
Ci sono 3 fattori chiave che determinano l'emergere
della dissonanza cognitiva quando viene attuato un
comportamento incoerente con i propri atteggiamenti :
1-La Giustificazione , a cui le persone ricorrono per
essersi comportate in modo antietico
2-La libertà di scelta, se siamo costretti a fare
qualcosa ciò costituisce di per sè una spiegazione per
ciò che abbiamo fatto, perciò non si verifica la
dissonanza
3-L'investimento, più qualcuno è convinto del
proprio punto di vista, più importante è per il concetto
di sè e più forti saranno gli effetti della dissonanza.
Quindi, quando non c'è nessuna giustificazione,
scegliamo liberamente un comportamento e
l'atteggiamento rilevante è importante per noi, è
probabile che si verifichi dissonanza cognitiva, ed è
più probabile che modifichiamo il nostro
atteggaimento perchè coincida col comportamento.
Gli atteggiamenti quindi secondo entrambe le teorie
(dissonanza cognitiva e autopercezione) sono inferiti
dai comportamenti. Ma la dissonanza cognitiva si
verifica quando le discrepanze sono evidenti e quindi
l'atteggiamento è importante per il concetto di sè
(quindi non è possibile spiegare accuratamente la
discrepanza), quando invece le discrepanze sono
medie e l'atteggiamento non è troppo importante per
qualcuno allora operano i processi di autopercezione
(il comportamento coovaria con gli atteggiamenti
essendo questi meno rilevanti per il concetto di sè)
La dissonanza cognitiva si rileva a partire da una
discrepanza interna, mentre la persuasione designa da
un messaggio esterno. L'analisi delle reazioni delle
persone ai messaggi di PERSUASIONE ci riporta
alla distinzione tra scienzato ingenuo ed
economizzatore cognitivo-->PROCESSO DUALE
DI PERSUASIONE, due modelli caratterizzano
questo approcio:
-Il modello della probabilità di elaborazione e il
modello euristico-sistematico, entrambi i modelli
sostengono che vi siano 2 modi in un mess. persuasivo
determini un mutamento di atteggiamento:
Il percorso centrale-->si utilizza quando le
• persone sono motivate e capaci di riflettere
attentamente sul contenuto di un messaggio
Il percorso periferico--> compiuto quando le
• persone sono incapaci di analizzare il contenuto di
un messaggio
Oltre al sovraccarico cognitivo, alle info insufficienti
sul tema, alla bassa rilevanza per il sè e al tempo
disponibile limitato vi sono altri fattori che
influenzano il percorso da intraprendere:
-La velocità del discorso rende difficile l'elaborazione
del coontenuto di un messaggio persuasivo, viene
così abbandonato il percorso centrale affidando a
quelli periferici la quantità degli argomenti,
considerata un'euristica x decidere se accettare il
messaggio
-L'umore: generalmente le persone felici usano il
percorso periferico e quelle infelici quello centrale,
infatti l'umore negativo segnala qualcosa che non va
e induce un aumento d'attenzione per identificare il
problema, invece le persone felici sono più sensibili
alle chiavi deboli.
-Rilevanza per il sè: se il tema in oggetto influenza
direttamente e ha implicazioni per il sè si prenderà il
percorso centrale ponendo più attenzione.
-Le differenze individuali aumentano la probabilità
che certe persone più di altre prendano una strada
(bisogno di cognizione: bisogno di elaborare con cura
un'informazione), le persone con maggior bisogno di
cognizione prendono un percorso centrale, mentre
quello con minore bisogno il periferico (le persone
con alto automonitoraggio prendono percorso
centrale)
-L'uso dell'umorismo influenza la decisione, infatti
l'umorismo rilevante conduce a un percorso centrale,
mentre quello irrilevante un percorso periferico.
Una volta intrapreso il percorso può rilevarsi
persuasivo o no a seconda del contesto: se viene
preso il percorso centrale la chiave della persuasione
sarà la qualità dell'argomento (convincente o no?), se
periferico saranno importanti le caratteristiche del
messaggio sorgente--> cambiamento d'atteggiamento
se il comunicatore è fisicamente attraente, e se è ha
caratteristiche socialmente condivise, inoltre anche la
sua credibilità è fondamentale (quindi esperto, privo
di pregiudizi e attendibile). Ma anche le persone non
credibili ci possono persuadere perchè la memoria
della fonte col tempo si affevolisce.
CAPITOLO 6 : L'AGGRESSIVITA'
Le teorie dell'aggressività sono divise in 2 categorie:
in base alla biologia (nasciamo con la tendenza
all'aggressività) o in base alla teoria sociale
(apprendiamo l'aggressività dal contesto).
Secondo le spiegazioni biologiche l'individuo è
geneticamente predisposto a essere aggressivo, la
teoria PSICODINAMICA che era quella dominante
all'inizio del 900 sosteneva che l'individuo ha in sè
due istinti innati e opposti: uno di vita (Eros) e uno di
morte (Thanatos), secondo Freud, sebbene l'istinto di
morte sia diretto all'autodistruzione, man mano che il
bimbo cresce può indirizzarlo dal Sè agli altri sotto
forma di comportamento aggressivo (accumulo di
tensione fisica che dev'essere espressa per ristabilire
l'equilibrio).
La teoria EVOLUZIONISTICA dice che
l'aggressività serve per assicurarsi la sopravvivenza
(gli animali maschi combattono per accoppiarsi e
cacciano, mentre le madri difendono i loro piccoli).
In realtà questa teoria può essere smentita nel
comportamento umano perchè spesso gli individui
mostrano la più feroce aggressività proprio verso i
familiari più stretti e perchè non può essere verifica
in laboratorio dato che si è sviluppata per migliaia di
anni .
Secondo le teorie sociali ( le quali non negano la
componente biologica) è l'ambiente a modellare il
comportamento aggressivo. Vediamone le ipotesi:
-Ipotesi frustrazione-aggressione: se l'aggressività
non può essere rivolta direttamente alla causa della
frustrazione perchè sovraccaricante fisicamente o
socialmente o perchè la causa è una situazione può
essere deviata verso un obiettivo più realistico (ad
esempio le minoranze nelle società economicamente
in declino). Ma questo non spiega il comportamento
aggressivo del tutto.
-Ipotesi catartica: quando l'individuo si trova in una
situazione frustrante prova un crescendo di emozioni
negative, e l'unico modo per scacciarle è esternarle
per ritrovare l'equilibrio (alcuni studi hanno detto che
a volte scacciare la rabbia non è efficace nel
fermarla).
Il modello cognitivo neoassociazionista fornisce una
spiegazione dell'aggressività prendendo in
considerazione le condizioni ambientali che
determinano un comportamento aggressivo. Qualsiasi
oggetto o persone può rappresentare un segnale per
scatenare l'aggressività se in passato è stato più volte
collegato alla sensazione di rabbia (persona sgradita).
Il modello del trasferimento dell'eccitazione-->si
prova attivazione fisiologica (aurosal) in molti
contesti come la discussioni con qualcuno, o con una
persona attraente, dopo aver fatto un giro sulle
montagne russe, quando questa eccitazione viene
attribuita alla collera possiamo comportarci in modo
aggressivo-->( se lavoriamo a una tesi che poi non
viene salvata per ore, e dopo nostra madre ci chiede
di buttare l'immondizia, ci ncazzeremo). Questo è un
trasferimento dell'eccitazione, infatti l'attivazione
residua può scatenare un comportamento aggressivo.
Descriviamo ora due modi in cui è possibile imparare
a comportarsi in modo aggressivo:
-Rinforzo operante: secondo Skinner le modifiche
nel comportamento sono il risultato di una reazione
agli stimoli presente nell'ambiente, infatti quando uno
stimolo-risposta riceve un rinforzo positivo ossia
viene premiato e non punito il nesso viene rafforzato.
(se un bimbo picchia un altro e non viene sgridato
potrà continuare a reagire con violenza in futuro).
-Teoria dell'apprendimento sociale: Bandura
afferma che sebbene i comportamenti possano essere
appresi attraverso l'esperienza diretta, se le persone
dovessero basarsi solo sul proprio comportmano
passato per sapere come agire, sareppe un
apprendimento lungo, soggetto a errori e limitato ,
per questo molti comportamenti vengono appresi
osservando gli altri che fungono da guida (Modellin,
apprendimento osservazionale). Per quanto riguarda
la violenza le persone si basano su due domande:
serve a raggiungere qualche scopo? La violenza è
stata premiata o punita? (i bimbi copiano più i
maschi, le femmine le donne, quindi imitano in
maniera selettiva). Esperimenti su videogame, o
scene di violenza in tv confermano questa teoria.
Alcune critiche si muovono dal fatto che la toeria non
tiene conto di fattori genetici o neuropsicologici, e
uno studio conferma che per ragazzi delinquenti
guardare programmi violenti alla tv riduceva il loro
comportamento aggressivivo successivamente perchè
lo vivevano come un'opportunità per scaricare le
tendenze senza metterle inpratica.
Fattori centrati sulla persona: presentiamo di
seguito due fattori che spiegano le differenze
individuali nell'aggressività:
-Genere--> gli uomini tendono più delle donne a
manifestare aggressività fisica, la spiegazione
potrebbe stare negli ormoni infatti gli uomini con
livelli più alti di testosterone tendono a manifestare
più aggressività. Inoltre maschi e femmine sono
trattati in modo diverso dalla famiglia e dalla società
e questo ha un impatto profondo sul loro
comportamento, infatti le ragazze sono incoraggiate
ad essere remissive e gentili mentri i maschi ad essere
diretti ed aggressivi . Le ragazze mostrano più
aggressività indiretta rispetto agli uomini
(pettegolezzi, rivelare segreti degli altri in modo
malevolo).
-Personalità--> l&