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RAPPRESENTAZIONI DELL'INTERAZIONE E DELLE RELAZIONI SOCIALI
CAPITOLO 1 - LA COMUNICAZIONE è un processo dinamico e circolare che richiede la condivisione di codici astratti (il linguaggio) e di segnali non verbali.
Abbiamo 2 scuole di pensiero:
- La comunicazione è sempre un fenomeno intenzionale con scopi strumentali: indurre una risposta negli altri. Esempio: Miller e Steinberg (1975): intenzione di comunicare e influenzare sono sinonimi.
- La comunicazione come comportamento va oltre l'intenzionalità di chi lo attua:
- Modello pragmatico della comunicazione (Watzlavick, 1976): ogni comportamento in una interazione fornisce informazione sull'ambiente e sulla relazione fra gli attori e influenza i comportamenti successivi.
- Shannon e Weaver: comunicazione = tutti i processi attraverso i quali una mente influenza un'altra (linguaggio scritto, parlato, ma anche la musica, il teatro, la danza).
BURGOON (1994): propone una posizione...
intermedia tra le due scuole di pensiero che considera sia l'intenzionalità degli interlocutori sia la percezione di tale intenzionalità: La struttura della comunicazione: Shannon e Weaver (1949): Una fonte traduce un pensiero in un codice che lo rende messaggio. Il messaggio viene veicolato da un canale. Il ricevente retrotraduce il codice in pensiero (decodifica). Rumore fisico (interferenze) o rumore psicologico (stati mentali). Due sistemi di comunicazione: 1) Sistema verbale = il linguaggio è un codice simbolico: - Accomuna tu e le società umane e le differenzia da quelle non umane. - È un codice governato da regole (grammatica, sintassi, semantica). 2) Comunicazione non verbale = - Segnali paralinguistici: - Tono, intensità, sonorità = informazioni su sesso, età. - Vocalizzi, colpi di tosse, riso, pianto = informazioni sullo stato d'animo e regolano i turni di parola. - Espressioni del volto: espressione di emozioni.Ecco il testo formattato con i tag HTML:Le 6 emozioni fondamentali (Ekman, 1982) - rabbia, paura, disgusto, sorpresa, felicità e tristezza - sono universalmente riconoscibili e indipendenti dalla cultura.
Esistono regole culturali per il controllo delle espressioni: regole di esibizione/ostentazione. Ad esempio, ci sono regole che sanciscono la durata del contatto visivo, che può essere più prolungato in alcune culture senza essere percepito come intrusivo.
Il comportamento spaziale, come la posizione del corpo, il contatto fisico e i gesti, è influenzato da:
- Fattori culturali (Hall, 1964):
- Culture di contatto = stile di comunicazione tattile e olfattivo
- Culture non di contatto = stile di comunicazione visiva
- Differenze di status:
È più probabile che persone di status superiore si tolgano quelle di status inferiore.
Differenze di genere: è più probabile che un uomo sorrida a una donna del contrario—> Distanza tra gli interlocutori: Importante elemento nel comportamento spaziale in quanto regola il grado di intimità tra le persone. Hall Secondo (1966) ci sono 4 zone di distanza progressiva a seconda del livello di intimità: 1) zona intima: occupata tra persone in relazione molto stretta, 2) zona personale: distanza tra due interlocutori, 3) zona sociale: occupata da un gruppo di persone che comunicano, 4) zona pubblica: separa un interlocutore dal suo pubblico. Anche la distanza interpersonale varia in funzione di: fattori culturali, età e genere.—> Gestualità: simboli che si esprimono nello spazio discorsivo comune agli interlocutori. Argyle (1975) distingue tra: • Gestualità illustratori (es. indice che indica la direzione) • Segni convenzionali e linguaggio dei segni (es. pollice verso l'alto) • Movimenti che esprimono emozioni e atteggiamenti interpersonali (es.sfregarsi le mani)
• Movimenti che esprimono la personalità e lo stato emotivo delle persone.
• Movimenti usati come rituali e nelle cerimonie (es. stringersi la mano destra quando ci si presenta).
La comunicazione cooperativa:
Conversazione come azione cooperativa nella quale gli attori sociali riconoscono almeno uno scopo comune.
La comunicazione è coordinata da regole implicitamente riconosciute dai partecipanti che le usano per interpretare l'interazione e il contenuto della comunicazione.
Grice secondo (1975) le regole si concretizzano in 4 massime:
1) Massima di quantità = dare l'informazione necessaria e sufficiente: né più né meno.
2) Massima di qualità = presunzione di verità: si presuppone che la probabilità che gli altri dicano cose vere (o che le ritengano tali) sia superiore della probabilità che dicano il falso.
3) Massima di relazione = l'informazione deve essere pertinente.
4) Massima di modo = essere brevi.
Approccio psico-socio-pragma co della comunicazione (Ghiglione, 2000)
Modello della comunicazione si basa su due principi fondamentali:
- Interazione comunica va come una situazione in cui gli interlocutori stabiliscono un contra o fondato su regole.
- Il contra o si stabilisce sulla base di una posta in gioco: non esiste una comunicazione senza scopi.
Le regole del contra o sono schema zzate in:
- Principio di per nenza: è il riconoscimento delle competenze necessarie per lo svolgimento dello scambiocomunica vo.
- Principio di coerenza: gli a ori sociali riconoscono di funzionare secondo regole simili.
- Principio di reciprocità: gli interlocutori si riconoscono a vicenda il diri o di entrare in comunicazione.
- Principio di in uenza: lo scambio comunica vo è portatore di poste in gioco e costruzione della realtà, esempio: i glisono gen li con i genitori in un dato momento solo perchè vogliono o enere.
ffff tt ti ti tt ti tt ti titititi fi fl ti ti tt titi tt ttfl ti ti ttti ti tt ti fi fi ti tititi ti ti ti ti tt ti tti ti fi ti ti ti tt tti tt tt ffi tttt ti ti ti tt tt fi—> La comunicazione implica:
1) Conoscenza di sé
2) Conoscenza dell'altro
3) Un mondo sociale co-costruito, poiché nella comunicazione si cerca di creare una realtà condivisa.—> Competenza comunicativa:
1) Acquisizione e conoscenza del linguaggio
2) Competenza performatica: norme sul comportamento verbale e non verbale e norme che governano l'interazione = ciò che è adeguato fare in relazione alla situazione e al soggetto con cui entro in contatto.—> Conclusioni:
La comunicazione presuppone la presenza di una certa competenza comunicativa perché:
- È un'attività sociale congiunta e coordinata
- Implica sia l'acquisizione del linguaggio sia le competenze necessarie per usarlo
- Implica la gestione del controllo edell'uso di risorse, - Implica il mantenimento dell'equilibrio fra i vari sistemi coinvol .—> Il modello delle categorie linguistiche di Semin, (2000): C'è la concezione del linguaggio come strumento di regolazione delle interazioni con gli altri, infatti esso crea e trasmette una rappresentazione della realtà coerente con le motivazioni degli interlocutori.—> Il linguaggio è un mediatore tra cognizione e realtà.—> Ma oltre al contenuto, il linguaggio ha proprietà strutturali in grado di influenzare gli altri —> Semin, infatti, ha sottolineato l'importanza della selezione nell'utilizzo delle parole, dei vocaboli, delle espressioni e della sintassi adeguate alle varie situazioni.—> Gli autori rilevano 4 categorie linguistiche: 1) Verbi descrittivi d'azione (DAV): Anna bacia Francesco—> Caratteristiche: - Fa riferimento ad un singolo evento e ad un contesto specifico, - È essenziale
per la comprensione della frase e possono avere connotazione posi va o nega va,- Descrive ogge vamente un comportamento osservabile.
Verbi di stato2) (IAV): Anna seduce Francesco—> Cara eris che:- Si riferiscono all’interpretazione di un evento osservabile,- Fanno riferimento a comportamen intenzionali e volontari.
Verbi di stato3) (SV): ad Anna piace Francesco—> Cara eris che:- Si riferiscono a sta psicologici non osservabili e quindi sono l’interpretazione del comportamento.
Agge vi4) (ADJ): Anna è a e uosa—> Cara eris che:- Si riferiscono a disposizioni astra e e permanen del sogge o e quindi non fanno riferimento a situazioni o contes ,- Danno descrizioni valuta ve e durature delle cara eris che della personalità.
—> L’uso di questo categorie linguis che danno luogo a inferenze diverse:
— Termini astra : maggiore stabilità e generalizzazione nel tempo, più informazioni sul sogge o della frase
meno sulla situazione, sono più di cilmente veri cabili e hanno maggiore possibilità di ripetersi. L'uso di queste categorie linguistiche che porta con sé una causalità implicita (Sogg-verbo-ogge) —> Esempio: - (IAV) Anna seduce Francesco, perché Anna è... mentre —> IAV = causalità risiede nel soggetto. MENTRE: - (SV) Ad Anna piace Francesco perché Francesco è... —> SV = causalità risiede nell'oggetto. tt tti tttttttt tti tti ti ttititititi tti ti ti ti ti ffi ff ti tttt ti ti ti fi ti ti ti tt ti ti tt fi tt tt ti fl ti ti tt tt ttti tt tt tti tti ti tt —> Diversa generalizzabilità: Situazione: Più alta con gli IAV (Paolo aiuta Giovanni) Situazione: più bassa con gli SV (a Anna piace Francesco) Temporale: più alta con gli SV (a Anna piace Francesco) - IAV = prospettiva osservatore: riferimento a comportamenti intenzionali, volontari e osservabili —> a
ribuzione acause interne.- SV = prospe va a ore: riferimento a sta mentali non osservabili che hanno e e non controllabili -> a ribuzionisituazionali.La formulazione delle domande in uenza le risposte perchè stru ura la situazione rappresentata sugli scopi, mo vi eintenzioni della fonte:-> Esempio:A: Perché sei iscri o ad Amnesty Interna onal?B: Perché ne condivido i valoriVSA: Perché credi ad Amnesty Interna onal?B: Perché Amnesty Interna onal difende valori importan ...-> La variazione in uenza sia il sogge o su cui si focalizza la risposta (io vs Amnesty Interna onal) sia il livello diastrazione mantenuto nella risposta.-> Partecipan : che rispondevano a domande concrete = focalizzavano la risposta su di sé e quindi