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Punizione e auto-persuasione

Si può sostenere, dopo numerosi esperimenti, che una ricompensa elevata o una pena pesante sono dei modi efficaci di fornire giustificazione esterna ad un'azione. Quindi, se vogliamo che una persona faccia una determinata cosa per una volta sola, la migliore strategia che potremo usare sarà promettere una ricompensa ingente o una punizione severa. Se invece desideriamo che quella persona sviluppi un atteggiamento radicato, minore sarà la ricompensa o la pena, maggiore sarà l'eventuale cambiamento di atteggiamento e, pertanto, maggiore sarà la permanenza dell'effetto. Le pene severe o le ricompense elevate, in qualità di forti giustificazioni esterne, incoraggiano la condiscendenza, ma, inducendo un'obbedienza temporanea, impediscono la reale modificazione.

dell'atteggiamento. GLI ATTEGGIAMENTI MOD.5

Secondo la definizione di Eagly e Chaiken "un atteggiamento è una tendenza psicologica che viene espressa valutando una certa entità con un qualche grado di favore o sfavore".

Per tendenza psicologica è uno stato interno alla persona che può costruire sia una tendenza permanente che limitata nel tempo.

La seconda parte della definizione si riferisce al fatto che l'atteggiamento è una tendenza non direttamente osservabile che si esprime in risposte di natura valutativa.

Gli atteggiamenti differiscono da: semplici conoscenze, tratti di personalità, valori (convinzioni di una persona su ciò che è buono o desiderabile) e dagli stati umorali.

È possibile notare che emergono diverse componenti che sono alla base degli atteggiamenti:

  1. Componente cognitiva
  2. Componente affettiva
  3. Componente comportamentale

Gli atteggiamenti hanno diverse funzioni:

  • Funzione
  • Conoscitiva: sarebbe la valutazione degli oggetti Funzione Strumentale: distinzione tra gli oggetti che possono procurare un vantaggio e quali no Funzione Espressiva: manifestare un atteggiamento può offrire alla persona la possibilità di esprimere e far conoscere i propri valori di riferimento o parti importanti della propria teoria di Sé. Funzione di adattamento sociale: prevede che le persone preferiscano avere atteggiamenti simili a quelli dei propri amici o delle persone che stimano e possono modificarli in funzione delle relazioni sociali che vogliono stabilire Funzione ego-difensiva: si riferisce all'idea che gli atteggiamenti possono avere una funzione di difesa del proprio concetto del Sé. A questo proposito la ricerca sulla personalità autoritaria (Adorno e coll, 1950) ha proposto l'idea che le persone possano proiettare inconsapevolmente i propri sentimenti di inferiorità su specifici gruppi razziali, etnici o.religiosi in minoranza. In questo modo questi individui possono rinforzare la propria autostima sentendosi superiori ai membri di questi gruppi. Ci si è riferiti ad una sindrome della personalità autoritaria caratterizzata da vari sintomi. Una delle più recenti teorie (teoria della gestione del terrore) di Solomon, Greenberg e Pyszczynski (1991) sostiene che la funzione di difesa dell'autostima svolta dagli atteggiamenti può aiutare le persone a fronteggiare l'ansia generata da situazioni che attivano il terrore di essere annientati, come la paura di morire. Un'interpretazione estensiva della funzione difensiva degli atteggiamenti può essere individuata alla base della teoria dell'identità sociale (Tajfel, 1981), secondo la quale gli atteggiamenti favorevoli verso i membri del proprio gruppo e quelli sfavorevoli verso membri del gruppo esterno e la conseguente tendenza a favorire i primi (favoritismi per

    L'ingroup (deriverebbe dal bisogno di valorizzare la propria identità sociale.

    ORIGINI DEGLI ATTEGGIAMENTI

    Atteggiamento a base cognitiva: gli atteggiamenti che poggiano su dati di fatto (es. le qualità tecniche di una macchina). Il suo scopo è classificare i vantaggi e gli svantaggi di un oggetto.

    Atteggiamenti a base emotiva: fondato su emozioni e sentimenti. Diverse sono le fonti che originano questi atteggiamenti: dai valori delle persone e dal risultato di una reazione sensoriale. Questo tipo di atteggiamenti non derivano da un esame razionale della questione, non sono retti dalla logica.

    Atteggiamenti a base comportamentale: secondo la Teoria dell'Autopercezione (Bem), in alcune circostanze le persone non sanno quali sono le loro emozioni finché non vedono come si comportano. È un atteggiamento che si fonda più sull'osservazione del comportamento che sulle sue cognizioni o emozioni. Questo accade quando: l'atteggiamento

    iniziale è debole o ambiguo perché le persone infieriscono gli atteggiamenti dai comportamenti solo quando mancano altre spiegazioni plausibili del comportamento stesso. ES: una persona fa sport e deve farlo per migliorare la forma fisica, ma dovrà anche farselo piacere. Altre modalità di formazione degli atteggiamenti è tramite il CONDIZIONAMENTO CLASSICO (es. un bambino provava molto affetto quando entrava in casa della nonna e sentiva un buon odore. Mediante il condizionamento classico quell'individuo, quando sentiva quell'odore, si scateneranno delle reazioni emotive che l'individuo avvertiva durante quelle visite dalla nonna) e il CONDIZIONAMENTO OPERANTE (avviene quando si nota un aumento o una diminuzione della frequenza dei comportamenti che abbiamo deciso di assumere a seconda che siano seguiti da una conferma positiva o da una punizione). E' stato inoltre notato che una ripetuta esposizione ad uno stimolo poteva renderlo

    più piacevole. C’è da fare una distinzione molto importante ossia che gli atteggiamenti possono esistere a due livelli:

    Atteggiamenti espliciti: sono quelli che sosteniamo coscientemente e che possiamo riportare con facilità.

    Atteggiamenti impliciti: sono valutazioni involontarie, incontrollabili e talvolta inconsce.

    In riferimento alle origini degli atteggiamenti è stato riscontrato che gli atteggiamenti impliciti sono radicati soprattutto nelle esperienze infantili, mentre quelli espliciti sono nelle esperienze più recenti.

    ESPERIMENTO: In un recente lavoro di Rudman, Phelan e Heppen (2007), venivano misurati gli atteggiamenti impliciti ed espliciti di alcuni studenti universitari verso le persone obese. Veniva anche chiesto di riportare il loro peso attuale e quello che avevano avuto durante la crescita.

    Risultati: Gli atteggiamenti impliciti dei soggetti verso gli obesi venivano predetti dal loro peso infantile, e non da quello attuale, mentre gli

    atteggiamenti espliciti venivano predetti dal loro peso attuale e non da quello infantile. È stato inoltre notato che chi aveva una madre obesa aveva atteggiamenti impliciti più positivi verso gli obesi, pur avendo atteggiamenti espliciti negativi.

    IL CAMBIAMENTO DI ATTEGGIAMENTO

    Gli atteggiamenti possono differire per la loro forza: alcuni possono essere più estremi e altri più moderati. Diversi autori hanno proposto che si possa parlare di un cambiamento di atteggiamento quando:

    1. si passa da un atteggiamento assente (o poco strutturato) ad uno moderato o estremo
    2. si passa da un atteggiamento favorevole ad uno sfavorevole

    Quindi gli atteggiamenti possono essere rappresentati lungo un continuum, ad un polo c'è l'atteggiamento assente e dall'altro quello forte.

    Gli atteggiamenti si modificano in risposta a un'influenza sociale. Ogni nostro atteggiamento può venire influenzato dalle azioni o dalle parole degli altri.

    altri.Cambiamento degli atteggiamenti attraverso la modifica del comportamento: teoria delladissonanza

    Quando avviene la counterattitudinal advocacy a fronte di una bassa giustificazione esterna, ne segue un cambiamento dell'atteggiamento intimo del soggetto, che va nella direzione dell'affermazione fatta pubblicamente. Sembrerebbe che pronunciare in forma pubblica un messaggio che va contro le proprie credenze, in assenza di una valida giustificazione esterna, favorisca il processo di auto-persuasione della direzione della posizione sostenuta pubblicamente.

    Cambiamento di atteggiamento e comunicazione persuasiva

    Negli ultimi anni si sono fatti tantissimi esperimenti per capire cosa rende veramente efficace una comunicazione persuasiva. Alcuni di questi studiosi lavoravano a Yale e il loro approccio allo studio della comunicazione persuasiva è conosciuto come "approccio al cambiamento di atteggiamento della scuola di Yale". Loro condussero esperimenti sulle

    COMUNICAZIONE PERSUASIVA Condizioni in cui le persone vengono influenzate dalla comunicazione persuasiva. Il loro programma era incentrato sul "chi dice cosa a chi", focalizzandosi sulla fonte della comunicazione (sulle sue caratteristiche in termini di credibilità, competenza, esperienza, affidabilità e simpatia), sulla natura del messaggio (se è preferibile suscitare un'emozione o affidarsi ad argomentazioni logiche e se sia più opportuno proporre una sola tesi o più tesi alternative. Tutto ciò dipende dai casi), sulla natura del pubblico (alcuni appelli possono funzionare con pubblici amici ma non con pubblici avversi. Va considerata anche la rilevanza dell'argomento) e sull'attrattività (ovvero anche sulla gradevolezza estetica... un tipico esempio sono gli influencer). La scuola di Yale però non è riuscita a rivelare quale fosse l'aspetto più importante. PERCORSO CENTRALE E PERIFERICO DELLA COMUNICAZIONE PERSUASIVA

    PERSUASIONE

    A volte ci si trova in difficoltà per capire a cosa dare più importanza nella comunicazione persuasiva (se dal contenuto del messaggio o dalle caratteristiche più superficiali).

    A proposito di ciò sono state elaborate due importanti teorie della comunicazione persuasiva: il Modello della persuasione Euristico-sistematico (Chaiken, 1987) e il Modello della Probabilità di Elaborazione (Petty e Cacioppo, 1986).

    Queste teorie specificano in quali situazioni le persone vengono influenzate dal contenuto del messaggio o dalle caratteristiche più superficiali.

    In questo contesto ci focalizzeremo sul "modello della probabilità di elaborazione".

    Petty e Cacioppo hanno usato l'espressione via centrale della persuasione per indicare l'elaborazione del messaggio persuasivo cognitiva sistematica ed accurata, cogliendone i contenuti.

    Con via periferica della persuasione si intende, invece, il processo mediante il quale

    Si elaborano le caratteristiche superficiali del messaggio.

    IN QUALI CIRCOSTANZE SI ATTIVA LA VIA CENTRALE

Dettagli
A.A. 2020-2021
60 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mariachiaraa99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica Niccolò Cusano di Roma o del prof Lo Destro Calogero.