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CAPITOLO 4: IL MUTISMO SELETTIVO

Il processo di crescita e, in generale, il livello di benessere psicofisico dell'individuo che vive in una società moderna e iperattiva come quella contemporanea, possono essere facilmente messi a rischio da una serie di fattori che, soprattutto per i più giovani, potrebbero comportare complicazioni abnormi sul piano sociale. Situazioni particolarmente stressanti possono indurre nel soggetto molto giovane un alto livello di ansia e far aumentare il suo senso di inadeguatezza sociale; ciò potrebbe provocare un improvviso blocco psichico e compromettere le capacità comunicative e di interazione, favorendo la comparsa di disturbi, più o meno pervasivi, dello sviluppo. Soprattutto nei bambini, questo stato di crisi psicologica può trasformarsi in silenzio forzato e mutismo selettivo. Il termine Mutismo Elettivo fu introdotto da Tramer, nel 1934, sostituito in seguito con quello di "Mutismo Selettivo", per indicare.è causata da un problema fisico o da un ritardo nello sviluppo del linguaggio. Al contrario, il bambino è in grado di comunicare in modo adeguato e comprensibile quando si trova in un ambiente familiare. Questo disturbo può causare notevoli difficoltà sociali e accademiche per il bambino, poiché può sentirsi isolato e incapace di partecipare attivamente alle attività scolastiche e sociali. È importante che i genitori e gli insegnanti riconoscano questo disturbo e cercano il supporto di professionisti qualificati per aiutare il bambino a superare le sue difficoltà di comunicazione.

è generalmente dovuta ad alcuna immaturità del sistema linguistico o a particolari deficit cognitivi; né si tratta di inabilità legate al processo di articolazione ed espressione linguistica. È piuttosto considerato un problema associato alla categoria dei disturbi d’ansia; in particolare molti lo identificano come una variante della fobia sociale o come un indicatore di temperamento inibito e ipercontrollato. La diagnosi di mutismo selettivo sopraggiunge se il rifiuto a comunicare persiste per più di un mese (solitamente non viene considerato il primo mese di scuola), se non è causato da danni organici che ostacolano l’espressione linguistica e se interferisce con lo sviluppo sociale del bambino. Il MS colpisce quasi un bambino su mille, si presenta con una leggera predominanza nelle donne, mentre non sono state riscontrate differenze nei diversi livelli socio-culturali. Numerose ipotesi sono state avanzate circa la natura di tale patologia.

In passato si è cercato di spiegare tale disturbo con la teoria del self-control, secondo cui il bambino utilizzerebbe il mutismo per controllare l'adeguatezza delle proprie risposte di rabbia evitando, così, il rischio di sbagliare e subire punizioni frustranti. Altri autori ritengono invece, il mutismo selettivo associato a personalità schizoide, per cui l'individuo sceglierebbe deliberatamente di ignorare la comunicazione extradomestica. Negli ultimi anni, numerose altre interpretazioni sono state avanzate circa le possibili cause scatenanti tale disturbo, molte delle quali hanno attribuito un peso rilevante a relazioni familiari disfunzionali. In particolare si ipotizza che rapporti eccessivamente protettivi con la madre e relazioni distanti e poco coinvolgenti con il padre avrebbero un ruolo determinante nello sviluppo di tale patologia. Altri ancora hanno, addirittura, considerato il mutismo quale risultato di situazioni di abuso psicologico e fisico vissute in famiglia.

Oggi gli psicologi ritengono che l'ansia, e in particolare una forma severa di fobia sociale, rappresenta uno dei fattori rilevanti nello sviluppo e nel decorso del mutismo selettivo. In particolare, i bambini selettivamente muti trattati sotto il profilo dell'ansia sembrano avere maggiori probabilità di guarigione e di progressi significativi nel miglioramento del mutismo, rispetto a quei casi in cui sono stati realizzati esclusivamente interventi di tipo psicoanalitico e psicodinamico. Più recentemente, Moldan considera tale disturbo un tentativo, da parte del bambino, di auto-regolazione della propria ansia interna e dei propri stati emotivi. La self-regulation è la capacità del soggetto di indirizzare le proprie emozioni verso output comportamentali adattivi e funzionali al raggiungimento di un determinato scopo. Il diverso atteggiamento assunto dai bambini con mutismo selettivo in contesti sociali differenti è spiegato dai sostenitori della

self-regulation, come il tentativo di contenere e regolare l'ansia e tutta una serie di altre emozioni, inclusa l'aggressività. Rispetto ai sintomi, il MS si manifesta soprattutto con problemi comportamentali associati all'eccessiva timidezza, isolamento sociale, alienazione, stati d'ansia, enuresi, comportamenti ipercontrollati e oppositività limitata ai contesti familiari. Numerose altre ricerche, paradossalmente riportano tra le numerose caratteristiche psicologiche associate al mutismo selettivo, anche tratti impulsivi e la presenza di comportamenti oppositivi, soprattutto quando al bambino viene richiesto ripetutamente di intervenire verbalmente.

IL MS E LA FAMIGLIA

Una relazione familiare disfunzionale può essere ritenuta uno dei numerosi fattori di rischio che possono favorire, direttamente e/o indirettamente, lo sviluppo di disturbi d'ansia più o meno gravi, e quindi, di mutismo selettivo. La letteratura clinica in passato aveva registrato casi

di MS in cui soprattutto le madri simostravano incapaci di interagire in maniera funzionale con il figlio,adottando schemi di comportamento ditipo iperprotettivo o,al contrario,privi di qualsiasi valenza affettiva e supportiva. Resta comunquedimostrato che rapporti familiari troppo invischiati e contraddistinti da un’eccessiva dipendenza tra imembri si correlino fortemente alla comparsa di mutismo selettivo. In particolare,il bambino percepisce lapresenza del genitore come necessaria allo svolgimento delle routine quotidiane e alla sopravvivenza nellarealtà extra-familiare;quindi ,tutte quelle situazioni in cui il familiare è assente,come a scuola,attivano nelsoggetto un continuo stato di allerta e stress,con il conseguente desiderio di evitamento e fuga. I genitorisono spesso inconsapevoli che dietro la timidezza del proprio figlio si nasconde qualcos’altro. Inoltre,considerare il mutismo come semplice timidezza o attribuirgli una valenza provocatoria

potrebbe spingere il genitore ad assumere atteggiamenti punitivi inadeguati ed eccessivi nei confronti del figlio, proprio al fine di spronare una qualsiasi risposta o reazione.

IL MS E LA SCUOLA

Numerosi possono essere i fattori che consentono ai bambini con MS di raggiungere livelli soddisfacenti nelle prestazioni scolastiche, nonostante i notevoli impedimenti legati ad una comunicazione poco funzionale ed al costante stato di tensione. Innanzitutto, sebbene non si possa parlare di interazioni funzionali tra alunno con MS e il resto della classe, i comportamenti non verbali, quali ad esempio seguire le istruzioni dell'insegnante, finire per tempo le consegne, eseguire compiti corretti, ignorare le distrazioni dei compagni consentono, comunque al bambino con MS di riuscire con successo in molte delle attività svolte in classe. Inoltre, è stato dimostrato che tali bambini, non soltanto non presentano disturbi di attenzione né particolari handicap cognitivi che potrebbero

contribuire ad acuirne le difficoltà, ma vengono altresì fortemente supportati dai loro genitori nello svolgimento dei compiti di casa, per cui la fase di apprendimento risulta alquanto facilitata. Per quanto riguarda il rapporto con i pari, i bambini con mutismo selettivo interagiscono e sviluppano legami di amicizia con i loro coetanei e non sembra che subiscano episodi di violenza né attacchi di bullismo da parte dei compagni, nonostante appaiano timidi e inibiti, caratteristiche spesso legate alla figura di vittima. Ai compagni, in realtà, sembra non pesare interagire in maniera non verbale e spesso, addirittura, prendono l'iniziativa di parlare per conto del compagno muto. Paradossalmente, i bambini con MS possono raggiungere alti livelli di popolarità all'interno della classe, in parte dovuti al talento che dimostrano nelle arti creative (pittura, ballo) che, di fatto, non richiedono alcun sforzo verbale. Il contributo fornito dall'insegnante e dal

Il gruppo classe nel trattamento del mutismo selettivo è fondamentale, infatti, proprio l'ambiente scolastico viene utilizzato, soprattutto nei programmi di terapia cognitivo-comportamentale, per avviare il bambino ad un'esposizione graduale a situazioni ansiose che richiedono interazioni verbali.

L'ASSESSMENT

Per la diagnosi del MS, la procedura osservativa rappresenta una delle principali metodologie di indagine, in quanto risulta quasi impossibile ricavare dati dal colloquio diretto col soggetto affetto da tale disturbo. Risulta di particolare importanza osservare il soggetto soprattutto all'interno della propria classe. L'osservazione dovrebbe svolgersi in diversi momenti della giornata scolastica e familiare, in relazione a ciò che si intende osservare; inoltre, dovrebbe avvenire nelle diverse fasi dell'intervento (prima, durante e dopo) in modo da verificarne l'efficacia e visualizzare la frequenza del comportamento target in condizioni diverse.

La check-list dovrà prevedere, più dimensioni di interesse da osservare e studiare contemporaneamente, ad esempio modalità e aspetti interattivi verbali e non verbali. L'attenzione dello psicologo sarà principalmente rivolta all'analisi delle relazioni che si svolgono a scuola, in quanto è proprio in questa sede che si manifesta principalmente il MS; ciò nonostante, sarà opportuno comunque che i genitori riferiscano all'operatore le modalità comunicative e interattive che il bambino mette in atto con tutti i membri della famiglia. A tal fine, sarebbe opportuno suggerire ai genitori la compilazione di self-report, in cui descrivere il comportamento che il figlio normalmente manifesta a casa. La valutazione dei dati rilevati da entrambi i contesti di analisi costituisce un elemento importante; infatti, le informazioni ricavate da tale procedura faciliteranno una diagnosi certamente più accurata e, diconseguenza, la predisposizione di un piano di intervento mirato e, quindi, efficace. Nonostante anni di ricerche, ancora non vi è accordo su quale possa essere considerato il trattamento principale di tale psicopatologia. Numerosi fattori contribuiscono ad agevolare la riuscita di un piano di intervento, tra cui: - Una corretta diagnosi iniziale, che permetta di identificare correttamente la psicopatologia e le sue caratteristiche specifiche. - Una valutazione approfondita del paziente, che tenga conto non solo dei sintomi presenti, ma anche dei fattori di rischio e delle eventuali comorbilità. - La collaborazione tra il paziente e il professionista, che permetta di individuare gli obiettivi del trattamento e di definire le strategie più adatte per raggiungerli. - L'utilizzo di approcci terapeutici basati sull'evidenza scientifica, che abbiano dimostrato la loro efficacia nel trattamento della psicopatologia in questione. - La presenza di un supporto familiare e sociale adeguato, che favorisca l'adesione al trattamento e la continuità delle cure nel tempo. - Un monitoraggio costante dei progressi del paziente, che permetta di valutare l'efficacia delle strategie adottate e di apportare eventuali modifiche al piano di intervento. - Una valutazione finale dell'intervento, che permetta di valutare l'efficacia complessiva del trattamento e di apportare eventuali correzioni o aggiustamenti.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
32 pagine
25 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher assidua di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia scolastica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Filipello Pina.