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La dinamica retributiva rappresenta la parte della politica retributiva che definisce le
variazioni salariali nel tempo. Anche in questo caso esistono vincoli posti dalla
contrattazione collettiva e da norme legislative. Attraverso la contrattazione collettiva,
i sindacati negoziano variazioni retributive per redistribuire gli incrementi di
produttività, per migliorare la quota dei salari rispetto ai profitti, per riequilibrare la
distribuzione del reddito tra le diverse categorie di lavoratori, per compensare gli effetti
inflazionistici.
Particolare importanza assume l’aspetto motivazionale e incentivante della dinamica
retributiva. In questa prospettiva, alla dinamica retributiva viene assegnata la funzione
di regolare e controllare la variabilità dei comportamenti lavorativi individuali e/o di
gruppo a fronte di situazioni produttive, organizzative e di mercato che l’impresa deve
affrontare. Si tratta di ottenere un’identificazione del lavoratore negli obiettivi
aziendali o, almeno, cercare di allargare l’area di sovrapposizione tra obiettivi
individuali e obiettivi aziendali. 58
Gli strumenti per la gestione della dinamica retributiva sono molto vari ed è quindi
utile tentare di classificarli secondo alcuni tratti distintivi. Un primo parametro di
classificazione riguarda la variabilità. Si può avere:
Una differenziazione retributiva variabile, quando una parte della retribuzione è
- sottoposta a un legame funzionale continuo con taluni parametri di riferimento
come il rendimento nei cottimi o le vendite nelle retribuzioni a provvigione: la
variabilità in questo caso è reversibile;
Una differenziazione retributiva fissa, quando la dinamica salariale dà luogo ad
- aumenti definitivi e irreversibili della base retributiva.
Un altri criterio riguarda l’orientamento temporale. Si può avere una differenziazione
retributiva che sanziona comportamenti e risultati passati e una differenziazione che
anticipa comportamenti e risultati futuri.
Sulla base della variabilità e dell’orientamento temporale distinguiamo diversi
strumenti per la gestione della dinamica retributiva:
Il cottimo. La retribuzione a rendimento, di cui il cottimo costituisce l’applicazione
storicamente più rilevante, consiste nel legare parte della retribuzione a un certo
risultato produttivo, predeterminato attraverso standard. Se aumenta il rendimento,
aumenta il salario secondo relazioni funzionali che definiscono il carattere più o meno
incentivante della formula retributiva. L’impresa ha convenienza a ricorrere a questo
strumento quando esiste una relazione significativa tra l’intensità dell’impegno
individuale e il risultato positivo, quando tale relazione è misurabile, cioè quando è
possibile valutare l’incremento dello sforzo e dell’intensità di lavoro necessario per
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incrementare il risultato produttivo, e quando sia ipotizzabile un vantaggio economico,
in termini di maggiore produzione.
Gli aumenti di merito. Nell’ambito di politiche retributive vanno considerate quelle
forme che assegnano stabilmente incrementi retributivi in base a una valutazione
globale del coinvolgimento del lavoratore nell’organizzazione e delle sue
caratteristiche individuali. Si tratta di forme congruenti con strategie di lungo periodo,
volte al consolidamento del business, al raggiungimento di specifici obiettivi
commerciali, di ricerca e sviluppo, ecc.
La carriera. In taluni casi, la dinamica retributiva è gestita attraverso curve retributive
di anzianità, che prefigurano itinerari retributivi, con un numero predeterminato di
“salti”. Questo strumento favorisce un’integrazione del lavoratore nel proprio ruolo e
la sua proiezione nel futuro, ed esclude possibili conflitti tra lavoratori più anziani e
meno anziani.
Il gainsharing. Il gainsharing comprende le formule che assegnano una parte della
retribuzione sulla base di certi indici di risultato, quali il contenimento di certe classi
di costo e il miglioramento della qualità.
Profitsharing. Il profitsharing si differenzia in quanto assume come base di riferimento
non l’esito di prestazioni individuali o di gruppo, ma il risultato economico
dell’impresa nel suo complesso. Ciò pone il problema dell’individuazione delle
variabili che influenzano il risultato economico generale e del loro collegamento con
la retribuzione. Le posizioni lavorative in grado di influenzare direttamente il profitto
è in grado di sopportare il rischio di legare una parte consistente della loro retribuzione
al risultato economico, sono poche e sono collocate ai massimi livelli della gerarchia
aziende. Nel profitsharing il risultato aggregato d'impresa (anche detto utile lordo o -
netto) è preso a base per la variabilità retributiva, senza tentare di premiare il lavoratore
per specifiche attività che incrementano la produttività e l'efficienza.
13.7 Progettazione di sistemi di retribuzione variabile
Nella progettazione e nell'implementazione di formule di variabilità retributiva legate
ai risultati, è necessario considerare attentamente una serie di fattori contingenti quali:
la dimensione aziendale, la composizione qualitativa e quantitativa dell'organico
aziendale, il sistema motivazionale delle diverse categorie di personale e delle diverse
famiglie professionali, la cultura aziendale, ecc.
Affinché una ricompensa possa incentivare un certo comportamento o un certo
risultato, è necessario che il lavoratore attribuisca un determinato valore alla
ricompensa: la retribuzione addizionale garantita da formule di variabilità retributiva
può essere apprezzata diversamente da chi ha un alto reddito o da chi lo ha basso, da
un giovane o da un anziano, da chi è sensibile a ricompense di status e chi non lo è, da
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chi è molto focalizzato sul lavoro e chi è focalizzato su interessi extra-lavorativi, ecc.
Il lavoratore percepisce una certa relazione tra l'impegno addizionale che gli viene
richiesto e la probabilità che a questo impegno corrisponda a una ricompensa
addizionale.
La variabilità retributiva può essere affrontata con un approccio algoritmico, un
approccio situazionale e un approccio misto.
L'approccio algoritmico si basa sull'uso di formule e procedure standardizzate e
ripetitive che possono essere applicate uniformemente senza considerare circostanze
specifiche, eccezioni e altri fattori contingenti. Il contesto organizzativo di questo
approccio è molto accentrato e formalizzato. L'approccio algoritmico può presentare il
vantaggio di ridurre i costi di transazione, sia collettiva che individuale, a fronte dello
svantaggio di una certa rigidità e di perdita di ruolo della linea gerarchica.
L’approccio situazionale, invece, si basa su procedure flessibili e adattive che possono
rispondere a mutate circostanze, a improvvisi cambiamenti, a situazioni specifiche, a
esigenze di personalizzazione della politica retributiva. Il contesto organizzativo
dell’approccio situazionale è molto decentrato, con una forte responsabilità dei livelli
periferici sulle decisioni retributive. Con molta probabilità si incorre in rilevanti costi
di transazione e possono presentarsi difficoltà nel mantenere la coerenza complessiva
del sistema retributivo.
L’approccio misto, infine, tenta di fondere la logica dei due precedenti e di valorizzare
i vantaggi di entrambi. Esso può dar luogo a due situazioni. La prima consiste
nell’ibridare con elementi situazionali un quadro retributivo algoritmico. Questo, ad
esempio, accade quando il monte salari da destinare alla variabilità retributiva viene
definito con metodo algoritmico e distribuito con approccio situazionale, dando spazio
a specificazioni settoriali o individuali. La seconda situazione consiste nell’ibridare un
approccio situazionale con elementi algoritmici. L’esempio più tipico si ha quando un
pacchetto retributivo concordato ad personam contiene un algoritmo per la
quantificazione di una parte del bonus.
Si discute molto sul livello di aggregazione da prendere a base per sistemi di
retribuzione variabili e soprattutto sul ruolo da assegnare ai contributi e ai premi
individuali.
Individuo. La dinamica retributiva individuale può essere realizzata attraverso il
superminimo individuale, associato a una valutazione del merito, o attraverso un bonus,
legato a una particolare performance o a una valutazione, ma erogato una tantum e
quindi non inglobato stabilmente nella retribuzione come invece avviene per il
superminimo. I problemi più frequenti associati a questo strumento sono: 61
difficoltà a mantenere nel tempo e nello spazio la credibilità e la coerenza del
- sistema, a causa dell'influenza di fattori estranei alla performance individuale nella
valutazione;
tendenza da parte dei capi di riprodurre sia nella valutazione che nell'erogazione
- dei premi la situazione organizzativa esistente;
tendenza a porre obiettivi troppo facili da raggiungere per tutti, il che non consente
- di valutare contributi individuali differenziati.
L'uso di politiche retributive variabili basate sui risultati individuali ha maggiore
probabilità di produrre effetti positivi quando esistono le seguenti condizioni: l'apporto
di ciascuno può essere identificato e isolato; la cooperazione con gli altri non
costituisce una condizione essenziale; l'individualismo è una componente importante
della cultura aziendale.
Gruppo. I risultati del gruppo vengono presi come riferimento per l'erogazione
retributiva. La valutazione dei risultati può essere effettuata oggettivamente sulla base
di parametri predefiniti o soggettivamente sulla base del parere di un gruppo di
valutazione. I problemi più frequentemente riscontrati nell'utilizzo di questa
strumentazione sono:
il free riding, cioè il comportamento elusivo di taluni che dietro la copertura del
- gruppo nascondono un comportamento poco impegnato e non collaborativo;
il livellamento della performance individuale: i soggetti più dotati sono inibiti dal
- controllo del gruppo a fornire prestazioni eccezionali;
incompatibilità culturali;
- competizione individuale, quando la distribuzione interna al gruppo avviene sulla
- base di una valutazione;
competizione tra gruppi.
-
In ogni caso, l'uso di politiche retributive variabili basate sui risultati di gruppo può
con maggiore probabilità produrre effetti positivi quando esistono le seguenti
condizioni: l'apporto di ciascuno è inestricabilmente legato a quello degli altri membri
del gruppo di lavoro; la struttura organizzativa e la tecnologia facilitano
l'identificazione dei