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VI. LO SVILUPPO DELLA MEMORIA
1 Processi e modelli della memoria
La memoria non è un processo unitario ma è costituita da molteplici processi. Alcuni studi misero
in luce che la capienza della memoria a breve termine è limitata. Nel magazzino di memoria è
possibile mantenere sette unità di informazione. Verso gli anni settanta il modello classico è più
noto di memoria a breve termine è quello modale, di Atkinson e Shiffrin, che si ispira alla teoria di
Broadbent. Il modello è costituito da tre componenti: la prima comprende i magazzini sensoriali
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tampone; successivamente l’informazione sensoriale passa ad una seconda componente, il
magazzino a breve termine; infine una pparte del materiale rielaborato può raggiungere la memoria
a lungo termine.
La memoria di lavoro (ML). Baddeley definisce la memoria di lavoro come un sistema atto a
mantenere temporaneamente e a manipolare l’informazione durante l’esecuzione di differenti
compiti cognitivi. Baddley e Hitch hanno ipotizzato un sistema multi-componenziale che prevede
tre diverse componenti: l’esecutivo centrale e due sistemi subordinati dominio specifici: il loop
articolatorio e il taccuino visuo-spaziale. L’esecutivo centrale è un sistema supervisore di controllo
che possiede capacità attentivi e opera sui dati provenienti dai due sistemi subordinati che elaborano
rispettivamente materiale di tipo verbale e di tipo visuo-spaziale. Il loop articolatorio è costituito da
due elementi: un magazzino fonologico, che ha il compito di mantenere in memoria l’informazione
linguistica, per pochi secondi prima del suo decadimento, è un processo di reiterazione basato sul
linguaggio interno che permette di mantenere viva la traccia mnestica rimandandola al magazzino.
Il taccuino visuo-spaziale è la componente della memoria di lavoro che permette sia la ritenzione
temporanea di informazioni riguardanti il materiale visivo e spaziale in entrata sia la visualizzazione
e la manipolazione di immagini mentali.
Altri modelli di mantenimento temporaneo. Engle, Kane e Tuholski ritengono che i compiti che
misurano la capacità della memoria di lavoro coinvolgono un unico elemento, che è quello
dell’attenzione controllata considerata fondamentale per modulare l’attivazione e rimuovere le
rappresentazioni non pertinenti dal focus attentivo, prevenendo quindi distrazioni provenienti
dall’ambiente o interferenze di informazioni presenti in MLT. Cowan assume che le risorse
attentive possono essere attivate in modo automatico o mediante processi volontari diretti
dell’esecutivo centrale. Pascual Leone utilizza l’espressione focus dell’attenzione, o meglio M-
Capacity, per riferirsi al concetto memoria di lavoro. La M-Capacity è quindi definita come una
riserva di energia mentale-attenzionale che viene usata per l’attivazione degli schemi rilevanti per il
compito. Tale complessa capacità sembra aumentare in funzione della crescita maturazionale a
partire dai 3-4 fino ai 15-16 anni. Il modello dei continua di Cornoldi è caratterizzato da due
dimensioni principali: il continuum orizzontale, strettamente connesso alla tipologia e modalità
delle informazioni da elaborare ed il continuum verticale, definibile in base al livello di
elaborazione delle informazioni da ritenere.
Valutazione della memoria di lavoro. Vari metodi sono stati sviluppati per valutare le capacità
della memoria di lavoro. Una caratteristica di questi metodi è la procedura di span, per cui la
quantità del materiale da ricordare aumenta progressivamente e la prova si conclude quando il
livello di prestazione del bambino cade sotto il livello di accuratezza predefinito dal test. In genere
la prestazione di memoria aumenta velocemente sino all’età di 8 anni e poi manifesta un aumento
più graduale.
2 Lo sviluppo tipico
I fattori di sviluppo della memoria. La capacità della memoria: Già nei primissimi mesi di vita il
neonato è in grado di codificare e conservare delle esperienze. A 2 anni i bambini sono in grado di
riconoscere all’incirca una dozzina di figure o oggetti in un compito di riconoscimento e sanno
ricordare due o più stimoli in un compito di rievocazione libera; mostrano in oltre numerosi ricordi
di eventi della vita quotidiana. Verso i 5 anni si osserva che l’aumento di capacità è molto rilevante
soprattutto nei compiti di rievocazione. Successivamente i processi di rievocazione libera si
sviluppano più lentamente perché richiedono strategie intenzionali per migliorare il ricordo.
Lo sviluppo delle strategie: vi è un progressivo sviluppo nella comprensione e nell’uso di strategie
in specifiche situazioni, nell’abilità di implementarle senza sforzo eccessivo e nell’abilità di usarne
la versione più efficiente. In particolare sono state individuate quattro differenti fasi in cui si
sviluppa l’uso di una strategia. Nella prima fase i bambini evidenziano un deficit di mediazione,
ossia persino quando sono istruiti nell’uso di una strategia la prestazione non risulta essere
migliorata dal suo uso. Nella fase successiva i bambini non si dimostrano in grado di usare
spontaneamente a strategia , ma sono in grado di usarla se viene loro suggerita e ciò viene definito
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deficit di produzione. A questa fase viene seguito un periodo di deficienza d’utilizzo, frequente
nella fase iniziale di acquisizione di una strategia, ossia quando l’esecuzione di una strategia, non
porta benefici al ricordo. Nella fase finale i bambini sono in grado di utilizzare in modo maturo e
sofisticato le strategie più utili per uno specifico compito. Alcune strategie per migliorare il ricordo
sono la ripetizione, l’organizzazione del materiale da ricordare. Vari studi hanno trovato che
bambini fino ai 7-8 anni codificano figure di oggetti in modo prevalentemente visivo, al contrario
dopo gli 8 anni tendono ad usare un approccio fonologico per ricordare le figure. I bambini più
piccoli potrebbero non avere sufficienti risorse cognitive e capacità di elaborazione per effettuare
l’operazione di ricodifica, inoltre potrebbero non essere consapevoli che l’utilizzo di tale strategia
permette di migliorare il ricordo. Le strategie di organizzazione del materiale, fra cui quella di
categorizzazione, permettono di strutturare le informazioni in ingresso in base a vari criteri. In
particolare un criterio di tipo semantico permette di raggruppare i nomi in una lista in base alla
classe di appartenenza. L’esperienza e l’esercizio migliorano i ricordi. Anche la velocità di
elaborazione migliora il ricordo. per quanto riguarda la metamemoria, se ne possono distinguere
Lo sviluppo della metamemoria:
due aspetti: la metamemoria come conoscenza dei propri processi mentali e la metamemoria come
controllo, autoregolazione di questi processi. Nel primo caso si attribuisce al bambino una teoria
ingenua della mente e del suo funzionamento e si esaminano le sue metaconoscenze. Nel secondo
caso si esaminano i processi di autoregolazione del comportamento. Varie sono le tecniche per
valutare le meta conoscenze e i processi di controllo, dalle tecniche di intervista verbale, ai
questionari maggiormente adeguati a partire dall’età scolare, a tecniche più idonee con bambini più
piccoli, quali i metodi che prevedono l’uso delle favole, di disegni e di racconti di storie con
l’ausilio di pupazzi.
Le capacità mnestiche negli anziani: i meccanismi ipotizzati per spiegare il declino delle capacità
mnestiche con l’aumentare dell’età sono: le capacità di elaborazione cognitiva ridotte; difficoltà di
controllo cognitivo; minore velocità nell’elaborazione delle informazioni; minore efficienza nei
meccanismi di inibizione.
La memoria a lungo termine (MLT). Com’è organizzata: fra le varie funzioni va menzionata la
distinzione fra memoria esplicita, nel caso in cui il ricordo sia di tipo intenzionale e deliberato e
memoria implicita nel caso in cui il ricordo sia di tipo automatico e non intenzionale. La memoria
implicita si manifesta come una facilitazione, che può essere misurata mediante la verifica di un
miglioramento nella prestazione in vari tipi di compiti, senza che vi sia nessun riferimento
consapevole a esperienze e apprendimenti precedenti. La memoria esplicita è misurata in genere dai
classici test di memoria che richiedono all’individuo la consapevolezza di ricordare una specifica
situazione o un determinato materiale da memorizzare. Un ulteriore importante distinzione è fra la
memoria semantica e la memoria episodica. Il termine semantica si riferisce alla consapevolezza
quasi permanente che abbiamo in relazione al mondo. La memoria episodica si riferisce invece alla
memoria di specifici eventi. Tuttavia il ricordo di tali eventi è spesso incompleto. Questo tipo di
ricordo di eventi specifici, che ha luogo dopo molti anni, è denominato memoria autobiografica.
Ovviamente la memoria autobiografica è fortemente riferita a se stessi e frequentemente
accompagnata da interpretazioni personali. L’origine delle cause dell’amnesia infantile può avere
differenti interpretazioni. Una possibilità è che il fenomeno sia semplicemente una funzione
dell’oblio e quindi i ricordi più distanti nel tempo siano memorizzati in modo minore rispetto a
quelli più recenti. Un’altra possibilità, più plausibile, è che non vi sia una vera assenza dei ricordi,
ma ciò che è impossibile è la loro accessibilità.
La testimonianza infantile: si è trovato che i bambini più piccoli sono decisamente più vulnerabili
alle distorsioni seguite all’esposizioni di informazioni fuorvianti rispetto a bambini più grandi e agli
adulti. La semplice esposizione alle domande degli adulti in relazione a eventi che non hanno avuto
luogo è sufficiente, in determinate circostanze, a creare dei falsi ricordi. Fra i possibili meccanismi
alla base di questi effetti di suggestionabilità è possibile che nei bambini più piccoli sia presente uno
scarso livello di organizzazione e integrazione delle informazioni dell’originale traccia mnestica,
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caratteristica che la rende particolarmente suscettibile a deformazioni e modifiche originate da
successive informazioni fuorvianti. È inoltre probabile che un elevato grado di influenzabilità sia
derivato da processi inibitori meno efficienti: un ulteriore possibilità e che i bambini più piccoli
hanno particolari difficoltà a discriminare la fonte originaria di una serie di ricordi. I bambini più
piccoli possono essere indotti a pensare che se un adulto fa una domanda specifica inerente al
ricordo di un evento è molto pro