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BULLISMO: UN FENOMENO PSICOSOCIALE MULTILIVELLO.
Povertà, difficoltà lavorative o abitative, mobilità residenziale, mancanza di supervisione,
- trascuratezza. CAPITOLO 3 IL MONDO SOCIALE DENTRO DI NOI
Naturalmente nella maggior parte dei casi ciò che conta di più è il livello di conflittualità tra i genitori. D’altro
canto, sembra che anche lo stile parentale opposto possa sortire effetti simili: l’eccessivo permissivismo infatti Introduzione
non favorisce l’acquisizione di regole di comportamento nei rapporti interpersonali. Anche i modelli parentali
che non mostrano coerenza tra lo stile educativo e le azioni messe in atto sono spesso associati a I comportamenti di bullismo sono da analizzare sotto molteplici punti di vista. Le dimensioni del fenomeno, i
comportamenti aggressivi verso i figli. La mancanza di coerenza, tra due genitori o da parte dello stesso contesti e gli attori in gioco mettono dunque in primo piano le caratteristiche socioculturali, le strategie e le
genitore non permette al bambino di capire come comportarsi e determina un aumento dei suoi livelli di ansia. forme di socializzazione, le differenze di genere e altre differenze individuali che ricevono proprio dal
Il modello coercitivo di Patterson, Reid e Dishion illustra la classica interazione genitore-figlio in cui il primo contesto culturale di riferimento la loro importanza e il loro significato. Decisivo è anche il clima
chiede qualcosa al secondo, ottenendone però un rifiuto. Alla successiva escalation da parte del genitore, il complessivo, la cultura di una certa comunità, il sistema di valori e di rappresentazioni condivise, gli assunti
bambino persiste nel suo atteggiamento oppositivo, fin quando il genitore abbandona l’interazione, questo impliciti e le credenze che regolano atteggiamenti e comportamenti collettivi nella vita di tutti i giorni. Anche
script rinforzerà nel bambino la convinzione che un atteggiamento oppositivo è premiante. Uno stile parentale per questo il bullismo è un fenomeno squisitamente psicosociale, che nasce e si sviluppa all’interno di gruppi,
coercitivo-incoerente si riflette sui comportamenti dei figli, risultando frequente nel caso di bulli-vittime. Il più o meno estesi, e che riflette le dinamiche, le norme, la struttura dei ruoli e le relazioni gerarchiche intra e
trasferimento di atteggiamenti aggressivi dei genitori nel repertorio comportamentale dei figli è stato intergruppi. Il modo in cui gli astanti reagiscono a un episodio di bullismo può acquistare un peso decisivo
documentato da Bandura secondo cui i bambini tendono a imitare le forme di interazione che vedono mettere nelle dinamiche che si generano all’interno del gruppo dei pari. Anche se gli atteggiamenti degli altri ragazzi
in atto dalle figure di riferimento. non sono sufficienti a predire il successo o l’insuccesso dell’azione del bullo nel gruppo, le loro reazioni
In generale, le famiglie delle vittime sono caratterizzate da un’alta coesione interna, con una madre giocano comunque un ruolo importante nell’incoraggiare o meno i comportamenti di tipo bullistico. Il
iperprotettiva e un padre assente o poco coinvolto, forte dipendenza dalla famiglia e una corrispondete minore bullismo è un fenomeno che ne implica molti altri, coinvolgendo le strategie di socializzazione e la qualità
competenza relazionale con i pari. L’atteggiamento iperprotettivo può dipendere dalla persistenza di conflitti delle relazioni all’interno di una comunità. Anche le forme di intervento, per risultare efficaci, devono dunque
irrisolti nel vissuto genitoriale. Il genitore iperprotettivo rischia di rendere il bambino insicuro, debole con potersi sviluppare a molteplici livelli. Nelle pratiche e nelle esperienze concrete è difficile tenere insieme i
bassa autostima, perché non gli permette di sviluppare un’adeguata competenza nelle relazioni con i pari. diversi livelli di intervento. Le varie dimensioni, relativamente indipendenti fra loro, andrebbero comunque
Segnali di un atteggiamento iperprotettivo si evidenziano quando: affrontate in parallelo, con strumenti specifici. Non va trascurato anche lo status dei ragazzi all’interno, in
Il genitore si sostituisce al figlio in attività che questi potrebbe fare da solo;
- particolare, del gruppo classe. Come ogni gruppo, anche la classe può essere attraversata infatti da differenze
Si comporta nei riguardi del figlio come se fosse più piccolo;
- fra i membri. Alcuni autori, a tale riguardo, hanno considerato un aspetto tipicamente sociale del bullismo: la
Non ritiene il figlio in grado di gestire lo stress;
- disparità del potere. Uno status subalterno può accentuare il sentimento di vulnerabilità, rendendo meno
In caso di contrasti con altri bambini, interviene anche se si tratta di un episodio di poco conto,
- incisivo il rifiuto nei confronti del bullo, e più tiepido il sostegno alle vittime, per il timore di ricadere nella
alcuni studi mettono in luce i costi del sovra-aiuto: la tendenza a intervenire sostituendosi al bambino esprime loro stessa condizione. Un approccio psicosociale al bullismo evidenzia il fatto che tale fenomeno non avviene
l’ansia dell’adulto e si traduce in una minaccia per l’autostima del bambino. in un vuoto sociale. È necessario dunque:
- non concentrarsi unicamente sulla diade bullo-vittima: va messo a fuoco il gruppo classe o la specifica
2.7 Nuove famiglie e immigrazione comunità scolastica come “totalità dinamica” in cui sono da considerare anche il modo in cui gli insegnanti
Un’analisi psicosociale delle condizioni familiari non può prescindere da una riflessione sulle nuove famiglie reagiscono, l’ethos e l’identità del gruppo classe, il prestigio o la riprovazione sociale riservati ai protagonisti
che connotano lo scenario attuale. Tra queste vanno considerate quelle con un solo genitore, quelle originate degli episodi da contrastare ecc…;
da coppie omosessuali, quelle allargate ecc. Un cenno va fatto alle famiglie di diversa provenienza geografica.
In Italia, i figli di immigrati costituiscono una tipologia di “nuovi italiani” cui dedicare massima cura e - mettere a fuoco le assunzioni e le credenze implicite degli attori in gioco;
attenzione. Il numero di minori originari da altri paesi ma che nascono o vivono in Italia è in fortissima
crescita. Sono bambini e ragazzi provenienti da luoghi differenti, che quotidianamente si trovano nelle stesse - interrogarsi sul ruolo della cultura dominante: la nostra cultura è indubbiamente improntata a logiche
classi, condividono esperienze e spazi di vita. È una situazione che da un lato rappresenta un segno di autocentrate, individualistiche. La frammentazione e la perdita di legami sociali che connotano in misura
speranza, dall’altro sottolinea la specificità dei bisogni e il ruolo delle istituzioni educative. La condizione di crescente la vita collettiva rendono meno salienti e meno valorizzanti principi come la lealtà, la solidarietà e il
questi giovani è caratterizzata da un’accentuata discontinuità. Comunque, questi ragazzi appaiono abbastanza sostegno ai più deboli.
integrati nelle scuole e nelle realtà italiane. In molti istituti sono stati stilati veri e propri “protocolli di
accoglienza” che offrono la possibilità di stabilizzare le strategie di inserimento e di dare maggiore forza e Bisogna quindi approfondire la comprensione psicosociale dei fenomeni di bullismo riferendosi ai diversi
continuità ad azioni altrimenti affidate alla sensibilità dei singoli operatori. I diversi documenti prodotti in possibili livelli di analisi individuati dagli studiosi: intrapsichico, interpersonale, infragruppo, intergruppi e
quest’ambito si propongono di mettere a punto strumenti che garantiscano ai bambini migranti un ambiente socioculturale. Sono livelli da intendere come strettamente interdipendenti.
accogliente e un coordinamento tra scuola, famiglia e territorio, pur in presenza di molte esperienze positive, RIQUADRO 4 COMPORTAMENTI DI AIUTO E DIFFUSIONE DELLA RESPONSABILITà
occorre ricordare che i bambini stranieri possono diventare facilmente vittime di bullismo, o bulli. Ci sono per
loro, maggiori difficoltà frequentare i coetanei anche fuori dalla scuola. Ciò non solo per differenze culturali, Alcuni studi suggeriscono che vi è maggiore tendenza ad andare in aiuto di soggetti percepiti come simili o
ma anche per motivi economici e sociali, per l’impossibilità di ospitare gli amici in case piccole e umili. prossimi, ma altri evidenziano che l’aiuto può prescindere dalla somiglianza e dalla comune appartenenza fra
D’altra parte i giovani immigrati di seconda generazione mostrano una vitalità e una notevole capacità di auto- chi lo offre e chi lo riceve, e può acquistare quindi un carattere propriamente altruistico. Molte condizioni
organizzarsi, mettendosi in rete tra loro e con altri giovani per difendere il proprio diritto alla cittadinanza e influiscono sulla decisione di dare o non dare aiuto, e fra queste uno spazio importante va riconosciuto alla
all’inclusione. percezione di una reciprocità. Esistono diversi tipi di reciprocità (contingenza asimmetrica, mutua
contingenza, contingenza reattiva, pseudo contingenza) in funzione della tipologia di interdipendenza che si
stabilisce fra chi offre e chi riceve aiuto e delle circostanze che inducono chi può offrire aiuto ad attivarsi.
Diverse condizioni favoriscono o meno i comportamenti di aiuto. La tendenza a prestare aiuto, al di là delle
caratteristiche personali delle persone coinvolte, può essere fortemente influenzata da fattori sociali, come le
norme condivise, il timore di essere giudicati e di apparire inadeguati, e la diffusione della responsabilità. In
generale, la spinta a intervenire in situazioni che sollecitano il nostro aiuto si riduce quando ci sentiamo
estranei alla vicenda, o sappiamo che non vi saranno in seguito altre occasioni di interagire con le persone in
difficoltà e che non ci troveremo nella necessità di dover poi dare conto del nostro comportamento. In base al
PARTE SECONDA
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fenomeno della diffusione della responsabilità, la probabilità che, in situazioni di emergenza, una persona si esempio quando, in vista di una prova importante, ci si comporta in modo sconsiderato, mettendosi nelle
attivi per portare aiuto è molto più elevata quando non vi sono altri testimoni. La presenza di altri consente di condizioni peggiori per affrontarla e creando i presupposti per un risultato negativo, “cercando una buona
“distribuire il peso” e di sentirsi meno coinvolti. scusa”, un alibi per il temuto fallimento. Questo comportamento autolesionistico rende possibile l’attribuzione
dell’insuccesso alle circostanze, a cause esterne, in modo da preservare l’autostima. Il Modello della
Processi sociocognitivi nelle esperienze di bullismo. covariazione, poi, mostra come diversi fattori causali possano essere combinati f