vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
DSA ( DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO): CAUSE, VALUTAZIONE, INTERVENTO.
I disturbi specifici dell’apprendimento sono manifestazioni patologiche che colpiscono la capacità
dei bambini di apprendere. Esse includono: la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia:
• Per dislessia si intende un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà
nell’imparare a leggere. Quando si legge si adattano due strategie di lettura, la via lessicale e
la via fonologica. La persona dislessica mostra dei deficit o in una di queste via, o in
entrambe. La dislessia può essere acquisita o evolutiva. La prima scaturisce dopo un evento
traumatico o dall’invecchiamento dei tessuti cerebrali. Essa quindi può essere curata più
facilmente di quella evolutiva perché si tratta di recuperare abilità che la persona già
possedeva. Per quanto riguarda quella evolutiva, invece, è dovuta a danni congeniti al
substrato neurologico.
• Per disgrafia si intende un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nella
realizzazione grafica.
• Per disortografia si intende un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nei
processi linguistici di transcodifica.
• Per discalculia si intende un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà nel
calcolo e nell’elaborazione dei numeri, le cui manifestazioni principali sono: incapacità di
comprendere i concetti base di particolari operazioni, mancanza di comprensione di termine
e di segni matematici, mancato riconoscimento dei simboli numerici, difficoltà di attuare le
manipolazioni aritmetiche standard, incapacità di comprendere in modo soddisfacente le
tabelline.
I deficit che caratterizzano i Dsa hanno un’origine neurobiologica, infatti si sono riscontrate
differenze nella morfologia cerebrale dei soggetti con dislessia evolutiva: nei soggetti normododati
il planum temporale dell’emisfero sinistro (parte coinvolta nei processi fonologici) si presenta più
estesa rispetto a quello dell’emisfero destro, mentre in alcuni soggetti dislessici tale asimmetria non
sussiste. Il processo di apprendimento, però può essere influenzato anche da altre variabili:
prerequisiti cognitivi e affettivi, esperienza didattica e la qualità dell’ambiente. Il presentarsi di Dsa
dipenderebbe, infatti, dall’interazioni di fattori genetici e ambiente.
E’ stato proposto un metodo per individuare i bambini con Dsa, il “metodo della discrepanza”. Tale
metodologia si avvale di tre step:
1. “Deviazione rispetto proprio gruppo di riferimento”: si constatano le differenze negli
apprendimenti dei bambini con Dsa rispetto alla prestazione dei loro coetanei.
2. “ criterio di deviazione graduata”: consente di individuare quei casi che dimostrano un
livello di prestazione pari a quello dei bambini di età inferiore.
3. Si fa un confronto diretto tra un punteggio relativo al livello intellettivo generale e un
punteggio relativo alla capacità di apprendimento di un’abilità specifica.
La valutazione deli disturbi specifici dell’apprendimento si applica costatando il livello
intellettivo e l’approfondimento delle abilità colpite dal disturbo. La valutazione del
quoziente intellettivo è effettuata attraverso test del QI, mentre gli apprendimenti sono
valutati con strumenti quali il dettato, la lettura, lettura e scrittura di parole e non parole,
prove di calcolo a mente e scritte, soluzioni di problemi per valutare il problem-solving. E’
importante che per un fenomeno multidimensionale come i Dsa sia presente un approccio
diagnostico multivariato, ovvero dove si integrino tutte le informazioni ottenute da prove
diverse.
Il trattamento dei Dsa comprende tre tipologie di misure:
• Gli interventi di potenziamento di capacità: sono attività volte a promuovere lo
sviluppo di capacità chiave per l’apprendimento scolastico. Un intervento precoce
sulle componenti deficitarie è auspicabile per prevenire ulteriori difficoltà sulle
abilità successive.
• Interventi sulla funzione specifica: prevedono l’abilitazione di varie competenze
( sulla lettura, scrittura e sul calcolo) che possono produrre una modificazione del
disturbo, infatti gli studi indicano che la plasticità del sistema nervoso centrale è
elevata quando gli individui sono stimolati con interventi mirati. Alcuni propongono
un trattamento che, oltre a stimolare le abilità specifiche, stimoli anche le
componenti attentive e i sistemi di controllo implicati negli apprendimenti.
• Misure compensative e dispensative: che rendano personalizzato il percorso
d’apprendimento (devono essere personalizzate anche la verifica e la valutazione).
Gli strumenti che vengono utilizzati sono mezzi di apprendimento alternativi e
tecnologie informative, come: registratore, audiolibri, computer con programmi di
videoscrittura ecc.…
Dda/i : DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE/IPERATTIVITA’:CAUSE, VALUTAZIONE,
INTERVENTO.
Il Dda/i è una sindrome spesso caratterizzata da distraibilità, impulsività, iperattività, scarse
capacità attentive, eccitabilità motoria, bassa tolleranza alla frustrazione, ecc.…
E’ importante non confondere bambini semplicemente vivaci con quelli per i quali è realmente
formulabile una diagnosi clinica.
E’ difficile risalire alle cause di questa disfunzione, in quanto i soggetti che ne soffrono presentano
caratteristiche eterogenee.
Le possibili cause sono:
• Una disfunzione dei lobi prefrontali che risulterebbero coinvolti nei processi relativi alle
funzioni esecutive;
• alterazione della dopamina, un neurotrasmettitore;
• predisposizione di tipo ereditario;
• altri fattori di rischio in periodo pre e post natale
• famiglie che assumono sostanze stupefacenti.
In generale prevale la posizione che considera i disturbi mentali secondo un approccio
multicausale.
La diagnosi di Dda/i è formulabile se si manifestano per un periodo di almeno sei mesi un certo
numero di comportamenti tipici di questo deficit.
Intanto è importane raccogliere più informazioni possibili dalle figure che si occupano del bambino
(scuola, genitori); in seguito si procede con l’esame diretto attraverso un colloquio con il bambino e
con l’esecuzione di prove per valutare le capacità cognitive, esecutive e attenzione. Inoltre è
importante effettuare un esame medico per escludere eventuali patologie associate.
Per valutare il comportamento si utilizzano interviste diagnostiche (rivolte ai genitori e agli
adolescenti affetti da Dda/a che servono a registrare informazioni sul disturbo) e dei questionari
( rivolti a genitori e insegnanti che offrono la loro esperienza con il bambino che presenta questo
disturbo). E’ consigliabile, inoltre, accertare il Qi della persona attraverso la somministrazione di
test.
E’ diffuso il consenso sulla necessità di un approccio multimediale al trattamento dei Dda/i, che
presuppone il coinvolgimento della famiglia e della scuola; in quanto questi disturbi
comportamentali possono determinare problemi sul piano sociale.
L’intervento deve attuarsi negli ambienti in cui i bambini trascorrono la maggior parte del tempo
(casa e scuola). Si consiglia con i più piccoli di incentivare i comportamenti positivi attraverso lodi
o ricompense materiali, in modo da facilitarli nell’associazione tra comportamenti e conseguenze.
Con i più grandi è importante motivarli per il raggiungimento della piena autonomia. Con gli adulti
i trattamenti risultano sempre più efficaci. Bisogna in qualunque caso motivare gli individui.
Il Parent training è un aiuto che si offre ai genitori di bambini che mostrano diversi disturbi ,
attraverso un programma che consenta loro di gestire le varie situazioni difficili che si possono
presentare e che possono innalzare i livelli di stress nella famiglia. Tale programma prevede una
ristrutturazione cognitiva del ruolo dei genitori, insegna loro a identificare gli antecedenti e le
conseguenze del comportamento dei figli e a modificarli , a incoraggiare i comportamenti positivi,
scoraggiare quelli negativi.
Per quanto riguarda il comportamento delle insegnanti nei confronti dei bambini con Dda/i si
suggeriscono alcuni accorgimenti come:
• un’organizzazione del lavoro scolastico rivolta alle esigenze del bambino;
• un ambiente molto strutturato dove gli eventi siano quanto più prevedibili possibile;
• posizionare il bambino in un punto della classe dove l’insegnante ne abbia la piena visibilità
e dove abbia accanto un bambino attento alle attività scolastiche;
• contribuire ad aumentare l’autostima del bambino, attraverso incoraggiamenti e lodi sui
risultati raggiunti;
• proporre mete raggiungibili in periodi brevi, per far costatare al bambino, quanto più spesso,
i suoi miglioramenti.
La terapia cognitiva è rivolta al miglioramento delle abilità nelle quali i bambini con Dda/i si
dimostrano carenti: capacità attentiva, problem-solving, autovalutazione.
Gli studiosi affermano che questo intervento è efficace solo se è focalizzato sulla relazione tra
risposta e conseguenza. Il bambino, accorgendosi che i suoi sforzi hanno delle conseguenze
positive, è portato a continuare il suo percorso di miglioramento. Questo obiettivo si può
raggiungere educando, ad esempio, il bambino al problem-solving: egli è istruito a cercare
verbalmente le soluzioni di un problema e successivamente a considerarne le conseguenze.
Infine, il trattamento farmacologico è diretto a regolare l’attività dei sistemi dopaminergici e del
sistema noradrenergico. Questo però può accompagnarsi ad effetti collaterali non trascurabili e le
conseguenze non sono sempre positive, infatti non tutti i bambini ne ricavano beneficio.
AUTISMO: CAUSE, VALUTAZIONE, INTERVENTO.
Oggi c’è un accordo generalizzato nel definire l’autismo come una sindrome comportamentale
causata da un disordine dello sviluppo biologicamente determinato, con esordio nei primi anni di
vita. Persistono oggi notevoli incertezze sulle cause e quindi, sulla diagnosi e sull’evoluzione a
lungo termine.
Le definizioni si basano su ciò che accomuna tali individui:
• Non esistono marcatori neurologici e biochimici che consentano un’individuazione
oggettiva del disturbo, pertanto la diagnosi è fatta sulla base di criteri comportamentali;
• Prevede comportamenti anomali e devianti e il ritardo nell’acquisizione di comportamenti
appropriati alle diverse aree di sviluppo;
• È un disturbo a spettro, cioè prevede una serie di sindrome combinate;