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WAIS (ASSOCIAZIONE DI SIMBOLI E NUMERI)

Capacità di codifica span di attenzione verbale e non verbale

- 

Attenzione selettiva o focalizzata paziente facilmente distraibile, non in

- 

grado di inibire la risposta a stimoli ambientali o a distrattori interni. 

CANCELLAZIONE DI CIFRE, STROOP

Attenzione divisa o manipolazione mentale paziente con difficoltà ad

- 

eseguire più compiti contemporaneamente. Può incidere la velocità di

elaborazione ridotta dal deficit, che comporta un impiego maggiore di risorse

attentive. Vengono lamentati affaticamento e difficoltà a mantenere

l’attenzione per lunghi periodi. PASAT

Attenzione sostenuta paziente che lamenta affaticamento, non riesce a

- 

mantenere l’attenzione per più di 15’ o danno prestazioni altalenanti.

Valutazione delle funzioni esecutive. Definite come l’abilità di portare a termine

con successo comportamenti indipendenti, propositivi, autonomi. Se danneggiate

impediscono al soggetto di prendersi cura di sé stesso, condurre una vita lavorativa

autonoma, mantenere relazioni sociali, indipendentemente dalle difficoltà presentate

nei compiti cognitivi.

Le abilità a cui ci si riferisce sono

processi di controllo flessibilità del pensiero, capacità di utilizzare il

- 

feedback; 25

pianificazione e soluzione di problemi pianificazione e organizzazione di

- 

storie e/o di sequenze visuo­spaziali e percorsi;

ragionamento verbale e analogie, non verbale.

- 

Nei pazienti con lesioni frontali sono frequenti disturbi a carico delle funzioni

esecutive quali

disturbi nell’attivazione

- disturbi nella conclusione del compito o nell’inibizione della risposta con

- tendenza alla perseverazione. Utili strumenti di indagine WCST, fluenza orale

controllata e i percorsi

disturbi nell’organizzazione del compito dovuti alla difficoltà di manipolare

- più informazioni e generare piani efficaci di comportamento.

La varietà dei processi che compongono le funzioni esecutive determinano patterns di

prestazioni differenziati con frequenti associazioni/dissociazioni tra i deficit. Nei

pazienti con sclerosi multipla (SM) ad esempio si osservano inizialmente difficoltà

della componente di pianificazione mentre le componenti di controllo e ragionamento

sono preservate. Nella SM progressiva le componenti delle funzioni esecutive

vengono coinvolte in modo omogeneo.

Le componenti della memoria. Nell’analisi dei disturbi di memoria si

contrappongono un modello basato sulla descrizione degli stadi e un modello che

fornisce una descrizione dinamica dei processi, sottolineando le fasi necessarie alla

formazione del ricordo e i possibili patterns di disturbo:

deficit di codifica identificati come difficoltà nell’organizzazione temporanea

- che possono interferire nella ripetizione immediata o differita

deficit di consolidamento, difficoltà nell’immagazzinamento permanente forse

- legati a difficoltà di organizzazione del materiale durante la codifica

deficit di recupero, capacità di richiamare al momento opportuno il materiale.

-

Possiamo interpretare le difficoltà del paziente come conseguente ad

alterazioni specifiche a carico della memoria dovute a

- riduzione di capacità della struttura mnestica conseguente ai danni delle

o aree coinvolte

modificazione nelle modalità di elaborazione delle informazioni ad

o 

es. strategie poco efficienti e flessibili

alterazione a carico di processi di supporto alla formazione della memoria

- riduzione della velocità di elaborazione

o disturbi della sfera emozionale e della personalità

o

Una valutazione fondata teoricamente terrà conto dei diversi modelli e indagherà il

ricordo in riferimento 26

alla modalità di organizzazione semantico vs episodico

- 

alla modalità di recupero automatico vs volontario

- 

alle operazioni sul ricordo richiamo vs riconoscimento.

- 

Pazienti con patologie diverse possono presentare prestazioni ugualmente deficitarie

per motivi diversi, per cui è rilevante comprendere la natura del problema e dei

meccanismi sottostanti alla prestazione. Ad es. la stessa prestazione fornita da un

paziente che ha sofferto di encefalite erpetica e di uno con trauma cranico possono

dipendere, per il primo, da un danno di memoria intrinseco e, per il secondo, da un

deficit di attenzione che riduce la capacità di acquisire una sufficiente quantità di

informazioni.

I disturbi del linguaggio. La valutazione del linguaggio dovrebbe essere sempre

presente nella valutazione neuropsicologica in quanto abilità quali memoria,

ragionamento, inferenza richiedono la presenza di abilità linguistiche integre in

almeno alcune componenti e una capacità minima di comunicazione. Nel caso di

pazienti con lesioni focali a carico delle aree deputate all’elaborazione del linguaggio,

occorre una valutazione articolata (test di Miceli) per effettuare una diagnosi

differenziale. Degenerazione fronto­temporale e afasia progressiva (demenza

semantica), ad esempio, coinvolgono componenti diverse; la capacità di denominare

oggetti può permettere di individuare indici di possibile decadimento in pazienti con

Parkinson.

Lesioni dell’emisfero sx producono disturbi afasici,

mentre da lesioni dell’emisfero dx possono derivare disturbi linguistici quali:

disturbi cognitivi della comunicazione fluenza, produttività, flessibilità

- 

alterazioni della pragmatica prosodia, valutazione del sarcasmo e

- 

dell’ironia, elaborazione contestuale dell’informazione

organizzazione del discorso e della conversazione

- recupero mnestico delle parole

- componenti spaziali del linguaggio scritto

-

La valutazione neuropsicologica del ritardo mentale

Negli ultimi anni la ricerca neuropsicologica non si è interessata solo ai soggetti che

presentavano danni focali in età adulta ma anche ai soggetti, in particolare anziani

con deterioramento cognitivo, che presentavano disturbi multipli.

Si è potuto osservare che il danno non coinvolgeva in modo omogeneo le funzioni

cognitive e l’analisi del progressivo coinvolgimento delle funzioni si è rivelato utile

per comprenderne l’organizzazione. Motivazioni simili hanno orientato la

neuropsicologia allo studio dei soggetti con ritardo mentale. Esso è sostenuto anche

27

dalla frequenza con cui si richiede la valutazione di RM lievi, vista la possibilità di

ricorrere ad una riabilitazione NP più strutturata ed efficace dei disturbi cognitivi.

Obiettivi di questi studi

localizzazione delle funzioni e relazioni con i sistemi cerebrali . Gli studi degli

- ultimi decenni hanno evidenziato l’inadeguatezza dell’ipotesi che nel ritardo

mentale vi fosse un coinvolgimento diffuso e una scarsa corrispondenza con i

patterns cognitivi. In funzione della specifica patologia si può individuare una

funzionalità distinta delle abilità relative all’emisfero destro vs sinistro, aree

anteriori vs posteriori, aree corticali vs sottocorticali. Sindrome dell’X fragile

alterazioni nelle connessioni tra aree corticali e sottocorticali e a carico di

ippocampo e cervelletto congrue con la prestazione ai test. Autismo forse

coinvolte selettivamente le aree frontali e parietali.

organizzazione funzionale delle abilità e profili neuropsicologici permette di

- ottenere indicazioni utili per la diagnostica differenziale e per le potenzialità

degli interventi abilitativi e riabilitativi. Il profilo tipico di soggetti con ritardo

mentale legato a sindromi genetiche evidenzia come esistano dissociazioni

anche all’interno delle diverse funzioni cognitive oltre che tra funzioni diverse.

Es. la memoria visuo­spaziale (di natura automatica) può risultare conservata

nei soggetti artistici e, talora, in quelli con sindrome di Down mentre, gli stessi

soggetti possono presentare difficoltà nei compiti attentivi che pure richiedono

ricerca visiva ma hanno natura non automatica.

modelli per l’analisi dello sviluppo. Nel porre le basi per una NP cognitiva del

- RM occorre distinguere in quale fase di vita si trovano i soggetti da valutare:

pazienti in età evolutiva presentano disturbi acquisiti o evolutivi, responsabili

delle alterazioni nelle tappe dello sviluppo cognitivo avvenute durante i primi

anni di vita; pazienti in età adulta presentano un profilo cognitivo, nel

complesso, stabile e organizzato. La VN del RM su soggetti in età pediatrica

condivide con la NP dell’età evolutiva: a) il problema dell’individuazione di

un modello dello sviluppo cognitivo che non sia restrittivo e permetta di

collocare le alterazioni lungo un continuum dalla fase di insorgenza alle

successive modificazioni; b) la necessità di

strumenti di valutazione specifici, costruiti alla luce della NP cognitiva che

permettano di connotare i processi e le singole funzioni nella fase di

emergenza, di sviluppo e di stabilizzazione.

La NP del soggetto adulto con RM condivide con la VN delle patologie

dell’adulto e dell’anziano la necessità di disporre di modelli di funzionamento

cognitivo per soggetti la cui prestazione è caratterizzata da deficit cognitivi

multipli e/o progressivi individuazione di un profilo cognitivo specifico,

effettuazione di una analisi dei meccanismi che sottostanno alla prestazione dei

pazienti. Da individuare il ruolo delle anomalie nel funzionamento di abilità di

tipo distribuito (memoria, funzioni esecutive) e la presenza di moduli cognitivi

28

di abilità semplici conservate anche in presenza di un deterioramento cognitivo

esteso (dato l’impatto sulla vita quotidiana). L’analisi dei punti di forza e delle

variabili interferenti fornirà gli elementi su cui basare un eventuale intervento o

intorno ai quali strutturare le attività quotidiane nel proprio ambiente di

riferimento. L’adozione di una prospettiva longitudinale nella valutazione

neuropsicologica del ritardo mentale è motivata dalla necessità di individuare

patterns di funzionamento specifici per le diverse fasi dello sviluppo

rapportabili alle linee di sviluppo normali. Sindrome di Williams l’analisi

dei soggetti in diverse fasi dello sviluppo mostra una linea di sviluppo

indipendente delle abilità di vocabolario, contrapposta allo sviluppo delle

abilità costruttive (limitato), lungo tutto l’arco dello sviluppo, a sostegno

dell’ipotesi di uno sviluppo modulare ad alcuni livelli del sistema cognitivo.

Nonostante i numerosi problemi metodologici attualmente è possibile

ri

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
101 pagine
3 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cleofa89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia delle disabilità e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Soresi Salvatore.