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IL BAMBINO CON ADHD: ALLA SCUOLA PRIMARIA: ASPETTI COGNITIVI:

Dal punto di vista scolastico come sono i bambini con ADHD nella scuola primaria?

1) difficoltà nei processi cognitivi di tipo controllato: selezione e mantenimento in memoria di lavoro delle informazioni importanti

per comprendere testi e problemi

I processi di tipo controllato, che si distinguono da quelli di tipo automatico, sono quelli che ci richiedono ricerca ed elaborazione

attiva di informazioni, richiedono uno sforzo volontario consapevole. Es. fare un testo è un compito che richiede un’elevata

capacità organizzativa e gli ADHD fanno fatica.

2) difficoltà nel mantenere l’attenzione focalizzata sui contenuti presentati oralmente o per iscritto:

3) difficoltà nel pianificare i passaggi sequenziali per l’esecuzione di attività scolastiche: individuare gli obiettivi più importanti,

farne una gerarchia, e definire i vari passaggi per portare a termine i propri impegni. Fare un piano di lavoro: immaginare nel

futuro quello che dovrei fare per raggiungere il mio obiettivo.

4) lento e dispersivo nell’esecuzione dei primi compiti

5) presenza di numerosi errori di distrazione

6) incapace di portare a termine i compiti

7) disordinato, disorganizzato, “smemorato” nel rispettare le consegne e i compiti

8) frettolosità nel finire i compiti

9) assenza di revisione e autocorrezione nei compiti scolastici

10) in caso di errore spesso non vi è un’accurata valutazione delle cause: l’attribuzione è esterna (è colpa degli altri)

11) elevata numerosità di bambini ADHD con problemi di apprendimento aspecifici: comprensione del testo, soluzione di problemi

e soprattutto nello studio.

IL BAMBINO CON ADHD: ALLA SCUOLA PRIMARIA: ASPETTI COMPORTAMENTALI:

→ La percezione di scarsa tenuta attentiva e la demotivazione crescente viene contrastata con l’irrequietezza (iperattività)

→ L’iperattività è un bisogno irrefrenabile di muoversi per allentare la tensione e autostimolare la propria attenzione

→ I contesti sociali e scolastici non tollerano l’eccessivo movimento: scarso rispetto delle regole

→ L’iperattività serve anche per compensare la sensazione sgradevole di dover aspettare un evento futuro, presumibilmente

piacevole per il bambino (delay aversion). La delay aversion (avversione ad attendere) è un costrutto che presuppone l’incapacità

di attendere un evento futuro. Avendo qst caratteristica sono impulsivi e quindi cercano la soddisfazione immediata.

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IL RAGAZZO CON ADHD: ALLA SCUOLA SECONDARIA:

→ Scarsa motivazione scolastica (tranne nelle materie in cui l’alunno trova una gratificazione immediata)

→ Infrazioni delle regole scolastiche

→ Frequenti dimenticanze (compiti, materiali)

→ Poco tempo dedicato allo studio e ai compiti

→ Grosse problematiche nell’organizzazione per lo svolgimento dei compiti a casa

→ Studio molto superficiale (scarso apprendimento delle informazioni) “ieri sono stato tanto sui libri, ma oggi non ricordo più

niente...chissà perché?”

→ Di fronte agli insuccessi tendenza a mentire o a nascondere ai genitori

CRITERI DIAGNOSTICI: ICD – 10:

ICD e DSM sono molto diversi soprattutto rispetto all’età di insorgenza.

→ I sintomi devono:

- essere presenti già in età prescolare: ICD – 10 sostiene che i sintomi devono insorgere in età prescolare.

- provocare una compromissione clinicamente significativa del funzionamento scolastico e sociale- manifestarsi in almeno due

contesti (ad esempio a scuola e a casa)

- I sintomi non devono essere spiegabili da altre condizioni psicopatologiche: D. Bipolare, Disturbi d’Ansia, dell’Umore, Autismo,

L’ADHD secondo l’ICD non può coesistere con certi disturbi ma secondo il DSM possono coesistere. L’ICD – 10 è più

autoescludente, ad esempio se un soggetto ha ADHD non può avere anche un disturbo d’ansia.

Impedisce inoltre una doppia diagnosi di autismo.

NOVITÀ DEL DSM 5:

→ Cambio di categoria: DSM- 4: ADHD inserito nei Disturbi da Comportamento Dirompente; DSM-5: ADHD inserito nei Disturbi

del Neurosviluppo

→ Letteratura riporta deficit neuropsicologici, in particolare FE (attenzione, memoria, flessibilità cognitiva, pianificazione)

→ Età di insorgenza: DSM- 4: prima dei 7 anni; DSM-5: prima dei 12 anni

Questa è una novità importante. Studi in letteratura hanno mostrato che non vi era differenza nell’outcome di bambini

diagnosticati prima dei 7 anni o dopo i 7 anni. Quindi non è importante che un bambino manifesti i sintomi in età precoce, perché

anche se li manifesta tardivamente ha lo stesso outcome in età adulta.

STORIA EVOLUTIVA DELL’ADHD:

→ In età prescolare è più evidente l’iperattività (difficile da distinguere dalla vivacità)

→ La maggior parte delle prime segnalazioni avvengono quando i bambini hanno 8 – 10 anni

→ Durante la preadolescenza il quadro inizia a modificarsi in base ai fattori di miglioramento o aggravamento

→ In adolescenza ed età adulta - 30% - 40% buona remissione dei sintomi - 60% - 70% rimane il disturbo

In 2/3 il problema permane e se permane è socialmente piuttosto impattante.

- Circa la metà di essi presenta una comorbilità con disturbi Esternalizzati (Condotta) o Internalizzate (Psicopatologia)

CAUSE VS ESPRESSIONE DISTURBO:

Quali sono le cause? Una cosa importante è che dobbiamo distinguere i fattori causali (fattori determinanti la patologia)

dall’espressione/ manifestazione dei sintomi dei sintomi (gravità e durata). Distinguiamo il fatto che un bambino abbia o meno

una diagnosi di ADHD o che questi sintomi siano più o meno gravi.

- Cause dell’ADHD sono di natura biologica: Possono essere dovute a fattori genetici (sono stati riconosciuti alcuni geni marker che

non causano direttamente la diagnosi ma che espongono il bambino ad una maggiore probabilità di avere la diagnosi) o a fattori

pre o perinatali (se la madre ha assunto alcol o fumo durante la gravidanza questo può determinare una scarsa maturazione del

SNC nel bambino, soprattutto le regioni frontali, che non sono sufficientemente mature per dare al bambino quegli strumenti di

autoregolazione. Quindi il bambino ha una certa immaturità che non gli consente di mettere in atto comportamenti autoregolati e

quindi manifesta sintomi di ADHD. Anche la prematurità è un fattore di rischio per ADHD ( anche questo dipende da un problema

di maturazione neurologica).

- L’espressione dei sintomi dipende anche dall’educazione parentale (più o meno regolata), l’ambiente familiare (più o meno

strutturato e prevedibile), l’ambiente scolastico (più o meno supportivo)

Quanto è grave il comportamento del bambino?

La manifestazione dei sintomi dipende soprattutto da aspetti ambientali, educativi, legati alle modalità di inclusione scolastica,

che possono ridurre la gravità dei sintomi. Possiamo quindi intervenire sulla riduzione della gravità dei sintomi.

AREE CEREBRALI COINVOLTE NELL’ADHD:

Ci sono diversi circuiti che sono coinvolti nelle basi neurobiologiche dell’ADHD. Dal punto di vista neurobiologico, l’ADHD vede

soprattutto il coinvolgimento di neurotrasmettittori dopaminergici. Nelle zone frontali ci sono molti neuroni dopaminergici e la

regolazione della dopamina nei bambini con ADHD ha delle caratteristiche peculiari che si differenziano rispetto a quelli di

controllo. In questi bambini, in alcune regioni, i neurotrasmettitori dopaminergici sono troppo rapidi nel passaggio da un neurone

all’altro (quindi la dopamina viene assunta troppo velocemente) e in altre regioni invece sono troppo lenti (quindi la dopamina

viene assunta troppo lentamente e rimane nello spazio presinaptico per un periodo prolungato). Il ritalin (farmaco) agisce proprio

sulla dopamina. È uno psicostimolante che aumenta l’attenzione del cervello. Attiva le aree cerebrali che permettono la

regolazione del comportamento. Aumenta la regolazione della dopamina, per cui nelle regioni in cui la dopamina è troppo lenta

viene velocizzato il passaggio da un neurone all’altro, quando è troppo veloce invece viene rallentato. Questo porta come effetto

immediato una maggiore capacità di concentrazione. 21

GENETICA:

Ci sono dei dati che sostengono la causa genetica, perché la correlazione tra i gemelli monozigoti è maggiore di quella tra

eterozigoti. Ci sono diversi geni candidati soprattutto dopaminergici (il gene che controlla come funziona il neurotrasmettitore

della dopamina). Come funziona il recettore della dopamina dipende da una serie di geni.

CAUSE AMBIENTALI:

Le cause ambientali che possono determinare l’insorgenza di ADHD sono:

- complicazioni pre o perinatali

- consumo di alcool e/o fumo da parte della madre

- basso peso alla nascita

- deprivazioni sociali importanti

- instabilità relazionali in famiglia

- tossicità dell’ambiente

I FATTORI AMBIENTALI: CONDIZIONI DI AGGRAVAMENTO:

Quello che interessa sono soprattutto i fattori ambientali, che sono gli aspetti su cui si può lavorare.

Dobbiamo cercare di capire se il bambino presenta una familiarità, se sono presenti altri disturbi, com’è il livello cognitivo, se sono

presenti problemi nelle relazioni familiari e com’è il grado di accettazione del problema.

L’AMBIENTE PUÒ PRODURRE ANCHE FATTORI DI MIGLIORAMENTO:

I cambiamenti positivi su cui si può lavorare:

- Gli si insegna a rispettare le regole (che siano poche, comprese e condivise)

- Chi lo educa ha un atteggiamento riflessivo e calmo

- Gli si insegna a saper attendere

- Gli educatori premiano la sua accuratezza dei lavori piuttosto che la velocità, credendo che velocità significhi intelligenza

- La famiglia chiede una consulenza

MODALITÀ DI DIAGNOSI – ADHD:

→ La diagnosi di ADHD è clinica: il clinico in base ai dati raccolti decide se il bambino presenta o meno il disturbo.

Non è una diagnosi basata su un singolo strumento, ma è il frutto dell’integrazione di più dati che il clinico deve sintetizzare per

definire un profilo di funzionamento del bambino.

→ Sono necessarie almeno 7-10 ore di valutazione per delineare un quadro completo inclusivo di:

- colloqui o interviste strutturate con genitori e insegnanti

- questionari per genitori e insegnanti

- test cognitivi al bambino (Livello Cognitivo, Apprendimento, Attenzione, Funzioni Esecutive)

- osservazioni di gioco (in cui è necessario applicare strategie)

- colloquio con il bambino (per osservare il comportamento, l’eloquio e la consapevolezza del problema)

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
48 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ali7877 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia della disabilità e dell'integrazione scolastica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Marzocchi Gian Marco.