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RITARDO MENTALE

Si inizia raccogliendo osservazioni cliniche e informazioni su attività giornaliere intervistando,

soprattutto famigliari e operatori.

Evanhuis ha constatato in soggetti Down di età superiore ai 40 anni:

­ perdite di memoria

­ disturbi aprassici e del linguaggio

– aumento di stereotipie ripetitive

– mutismo. 42

Per confermare l’ipotesi di demenza si devono raccogliere dati riguardo a una serie composita di

compromissioni relative:

­ alle difficoltà di far fronte alle richieste della vita di ogni giorno,

­ all’attivazione di prestazioni percettivo­motorie già acquisite in precedenza,

­ alla presenza di comportamenti sociali adeguati alle circostanze

­ al controllo delle proprie reazioni emotive.

DSM_IV “la caratteristica essenziale della demenza è un deficit della MBT, associato ad un

deficit del pensiero astratto, delle capacità di giudizio, ad altri disturbi delle funzioni corticali

superiori, o a modificazioni della personalità abbastanza gravi da interferire in modo significativo

con il lavoro, o con le usuali attività sociali, o con le relazioni interpersonali..”

Per poter parlare di demenza sono necessari dati sull’esordio della malattia e sulla personalità

premorbosa; meglio ricorrere a strumenti sufficientemente strutturati che anche i familiari del

paziente possano utilizzare al fine di puntualizzare le tappe e lo sviluppo delle disabilità

comportamentali e cognitive.

2. UN QUESTIONARIO PER LA VALUTAZIONE DEL DETERIORAMENTO

NEL RITARDO MENTALE (QDRM)

Predisposto facendo riferimento a quegli aspetti che Spinnler e Tognoni considerano indicatori di

compromissione cerebrale nella malattia di Alzheimer e a quello schema guida che Schapiro e Axby

hanno suggerito per evidenziare i segni di demenza in persone Down.

Per renderne più agevole l’utilizzo i vari item si sono proposti come domande a proposito della

capacità del soggetto di eseguire una attività quotidiana (E’ in grado di mangiare da solo?)

richiedendo al contempo una valutazione, in riferimento al passato, della presenza o meno di

miglioramenti o peggioramenti.

Raggruppando le rispose si può disporre di:

­ Una valutazione complessiva delle abilità di adattamento della persona: Scala

Adattamento 18 item

­ Una valutazione complessiva del deterioramento: Scala Deterioramento 18 item

­ Una valutazione dell’autonomia personale del soggetto: Scala Autonomia Personale

8 item

­ Una valutazione della presenza di tratti di personalità facilitanti od ostacolanti la

relazione con gli altri: Scala Personalità 4 item

­ Una valutazione dell’efficienza di alcuni processi cognitivi: Scala Processi Cognitivi

6 item

­ Una valutazione del grado di peggioramento a carico dell’autonomia personale del

soggetto: Scala Deterioramento Autonomia Personale 8 item

­ Una valutazione del grado di peggioramento a carico della Personalità del soggetto

4 item

→ 43

­ Una valutazione del grado di peggioramento del funzionamento di alcuni processi

cognitivi: Scala Deterioramento Processi Cognitivi 6 item.

Al fine di valutare la fedeltà dello strumento il QDRM è stato utilizzato da:

­ un gruppo di educatori impegnati nell’assistenza a persone con RM adulte presso un

centro di formazione professionale di Udine (39 Down e 38 ritardo mentale di

diversa eziologia ma con QI simile ai primi. Età media 32 anni e 3 mesi;

­ un gruppo di 42 familiari di persone Down della provincia di Padova con età media

di 22 anni e 3 mesi;

­ un gruppo di operatori dell’istituto di riabilitazione Fatebenefratelli di S. Colombano

al Lambro (MI) impegnati nel trattamento di 139 persone disabili adulte.

I risultati di tali accertamenti sono stati considerati soddisfacenti. I dati ottenuti con il QDRM

correlano significativamente con quelli di altri strumenti indaganti abilità cognitive e aspetti

comportamentali disadattivi.

Il QDRM possiede soddisfacienti requisiti psicometrici.

PARTE TERZA

LA VALUTAZIONE DELLE ABILITA’ SOCIALI E

DELL’AUTODETERMINAZIONE

Abilità Sociali: risorse di cui le persone possono disporre per ottenere dall’ambiente reazioni

positive ed integranti.

Autodeterminazione: tipologia e quantità di controllo che le persone con disabilità hanno diritto di

esercitare sulla loro esistenza e sulle loro condizioni di vita.

44

Primo Capitolo

LA VALUTAZIONE DELLE ABILITA’ SOCIALI

Per lo svolgimento di diverse attività assumono un ruolo rilevante le abilità sociali possedute.

La scarsa presenza di tali competenze si associa a difficoltà nello stabilire e mantenere interazioni

con persone significative degli ambienti di appartenenza, nel perseguire soddisfacenti livelli di

accettazione sociale e nel conseguire migliori livelli di successo scolastico e lavorativo.

L’analisi delle abilità sociali è auspicata anche dai ricercatori interessati ad approfondire il concetto

di adattamento personale e sociale, di intelligenza sociale, e a studiare le problematiche associate al

ritardo mentale.

La presenza di menomazioni si associa spesso a deficit di tipo sociale, comportamentale ed

emozionale, tanto che una loro esaustiva analisi non può prescindere dall’accertamento di queste

componenti non cognitive.

Kraijer sostiene che soprattutto in presenza di ritardo grave e gravissimo, l’analisi del

comportamento adattivo è più agevole dell’accertamento del funzionamento intellettivo.

Infatti l’applicazione di test di intelligenza richiede una attiva cooperazione da parte della persona

esaminata e la presenza di condizioni artificiali mentre non è così per l’assessment del

comportamento adattivo e sociale.

Poiché le abilità sociali fanno riferimento ad un costrutto particolarmente complesso sembrerebbe

necessario usare strumenti eterogenei.

Chadsey – Rusch raccolta di informazioni circa la percezione e il giudizio di “altri significativi”,

la percezione che il soggetto ha delle sue abilità sociali e la frequenza e/o la durata dei

comportamenti sociali attuati.

Procedure di osservazione indiretta le scale di valutazione sembrano costituire una delle tecniche

di assessment più popolari per la facilità di somministrazione, per il risparmio di tempo che

consentono e per la semplicità di interpretazione dei risultati.

1. L’ANALISI DELLE ABILITA’ SOCIALI DI PERSONE CON

DISABILITA’ INTELLETTIVE

Per persone che non presentano conclamate disabilità cognitive sono utilizzabili gli stessi strumenti

di analisi delle abilità sociali e le stesse norme di riferimento utilizzate con persone senza

menomazioni.

Per l’analisi delle abilità sociali di individui con ritardo mentale sono pochi gli strumenti adeguati.

Si utilizza spesso la Matson Evaluation of Social Skills for individuals with Severe Retardation

(MESSIER) della quale non esiste un adattamento italiano. Con i suoi 85 item consente di

raccogliere informazioni relative ad abilità sociali verbali, abilità sociali non verbali e ad abilità

sociali cosiddette generali. Prende in esame anche i comportamenti di interazione negativi, verbali,

non verbali e di carattere più generale. Gli operatori, che devono aver lavorato con gli utenti del

loro servizio da almeno 6 mesi, devono indicare con quanta frequenza questi comportamenti

45

vengono utilizzati su una scala Likert a 4 punti (da mai a spesso). Questo strumento sembra

possedere adeguati requisiti di attendibilità e di validità (consistenza interna .94). le analisi fattoriali

hanno messo in evidenza la presenza di 2 fattori (item relativi a comportamenti positivi ed item

relativi a comportamenti negativi) che sono in grado di spiegare il 46% della varianza e correlano

tra loro per il 0.10.

Questa scala può essere usata sia per realizzare un assessment nomotetico sia ideografico per

individuare il profilo delle competenze sociali degli utenti di un servizio e per decidere quali

obiettivi abilitativi/riabilitativi possono essere perseguiti; riutilizzata al termine di un intervento,

può essere utile per verificare l’efficacia dei trattamenti posti in essere.

Per diagnosi differenziali più raffinate può essere opportuno l’utilizzo di specifici strumenti di

analisi delle abilità sociali al fine di individuare le priorità e le situazioni maggiormente necessitanti

di interventi.

Esperimento di Niardvik, Matson e Cherry confronto tra le abilità sociali di 3 gruppi di soggetti:

­ persone con autismo,

­ persone con disturbi pervasivi dello sviluppo non specificati (PDDNOS)

­ persone con solo ritardo mentale.

In totale 36 adulti con disabilità intellettiva, di età media 41.3, che avevano vissuto la maggior parte

della loro esistenza in istituto.

Scale utilizzate: Vineland Adaptive Behavior Scale e la MESSIER.

Adulti con autismo maggiori deficit nelle abilità sociali.

Adulti con disturbi pervasivi dello sviluppo maggiori livelli di abilità sociali non verbali rispetto

a quelli con autismo mentre, pur presentando valori medi inferiori, non si differenziano dai soggetti

con solo ritardo mentale.

Dato che i 3 gruppi apparivano simili per quanto riguarda i comportamenti negativi e che le persone

coinvolte presentavano storie di istituzionalizzazione simili gli autori conclusero che:

probabilmente le persone con autismo erano quelle maggiormente svantaggiate da un punto di

vista sociale a causa delle loro più consistenti difficoltà a inferire i sentimenti e le credenze degli

individui con cui interagiscono e a gestire gli stimoli emozionali, necessitando in tal modo, di

particolari training di incremento delle abilità sociali.

Anche la presenza dell’epilessia può ulteriormente inficiare la vita delle persone con disabilità

intellettiva comportando: perdita di consapevolezza, attuazione di movimenti involontari, presenza

di fenomeni sensoriali anormali, ricorso più frequente a comportamenti aberranti.

Esperimento di Matson, Bamburg, Mayville e Khan confronto tra un gruppo di oltre 300 soggetti

con ritardo mentale + epilessia e altrettanti soggetti caratterizzati solo da ritardo mentale i primi

manifestavano minori livelli di abilità sociali.

Poiché circa il 40% delle persone con disabilità intellettiva che vivono in istituto hanno anche una

diagnosi di epilessia, un consistente gruppo di persone sembra essere ancora più a rischio di

di

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
70 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cleofa89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia delle disabilità e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Soresi Salvatore.