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L'immagazzinamento, nella memoria a breve termine, è molto limitato. Mediamente infatti si ha un limite di 7

elementi, con una differenza di 2 o in negativo o in positivo. Gli elementi vengono detti chunk (pezzi). E'

possibile conservare un informazione passandola dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine

attraverso il processo di chunking: supponiamo di dover memorizzare la sequenza di lettere

SRUOYYLERECNIS. Siccome l'ampiezza della nostra memoria è 7 +- 2, sarà difficile ricordare la sequenza di

lettere per intero. Tuttavia, se notiamo che la sequenza di lettere corrisponde alla frase SINCERELY YOURS in

ordine inverso, il nostro compito si semplificherebbe moltissimo, diminuendo il numero degli elementi da 14 a 2,

attraverso la memoria a lungo termine dove è immagazzinata la conoscenza delle parole.

Anche la memoria a lungo termine comprende gli stati di codifica, immagazzinamento e recupero. La codifica,

per quel che riguarda il materiale verbale (parole o frasi), si basa sul significato degli elementi (quando la gente

riferisce di complesse situazioni politiche e sociali ricorda in modo improprio i vari dettagli, eppure riesce a

descrivere in modo accurato la situazione di base). Il recupero, invece, di un elemento nella memoria a lungo

termine, può essere molto difficile: infatti non si riesce a recuperare l'informazione cercata, ciò può accadere nei

casi di interferenza (quando altri elementi sono associati all'informazione da recuperare). In molti casi comunque

l'informazione viene persa. E' possibile tuttavia in molti casi aiutare il processo di recupero attraverso 2 modalità:

organizzare le informazioni al momento della codifica (è più facile ricordarsi nomi di persone, durante una

conferenza stampa, se le dividiamo in base al lavoro che fanno), oppure assicurarsi che il contesto nel quale è

codificata l'informazione sia simile a quello in cui sarà recuperata (è più facile ricordarsi i nomi dei nostri ex

compagni di classe se camminiamo lungo il corridoio della nostra scuola).

La localizzazione biologica del consolidamento dell'informazione riguarda l'ippocampo e la corteccia

cerebrale.

Freud, con la teoria freudiana dell'incoscio, ci dice che alcune esperienze possono essere così traumatiche da

non poter essere più recuperate, in questo l'accesso a ricordi e informazioni viene bloccato e rilegato

nell'inconscio.

Si è scoperta l'esistenza di un altro tipo di memoria, quella che spesso si esprime in abilità e miglioramenti dal

punto di vista motorio, percettivo o cognitivo. Essa è la memoria implicita, senza il ricordo conscio delle

esperienze che hanno portato al miglioramento. Lo studio di questa memoria è stato effettuato seguendo dei

pazienti affetti da amnesia, i quali sono incapaci di ricordare vecchi eventi della loro vita, ma non hanno difficoltà

a ricordare e imparare abilità percettive o motorie.

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In psicologia si studia anche la relazione tra pensiero e linguaggio. Il linguaggio è strutturato in 3 diversi livelli:

1) le unità sintattiche

2) le parole o le parti di parola che veicolano il significato

3) i fonemi

L'apprendimento del linguaggio da parte di un bambino si verifica attraverso 2 possibilità:

1) imitazione degli adulti

2) condizionamento (gli adulti possono ricompensarli se dicono bene una frase e richiamarli quando fanno

errori)

Come altri comportamenti innati, si è scoperto che l'apprendimento del linguaggio ha alcuni periodi critici,

rappresentati dai primi mesi di vita del bambino. Prove di ciò sono state riscontrate in un caso di gravissimo

isolamento, come quello di Genie, figlia di padre psicotico e madre cieca e molto dipendente. Dalla nascita fino a

11 anni è stata tenuta legata in una sedia in una stanza isolata a casa dei genitori. Prima che fosse scoperta non

aveva avuto contatti con altre persone e non aveva alcuna capacità linguistica. Gli sforzi intrapresi per insegnarle

a parlare hanno ottenuto risultati molto limitati, era in grado di apprendere le parole, ma non le regole

grammaticali che risultano naturali ai bambini più piccoli.

Alcuni esperti ritengono che la capacità innata di apprendere il linguaggio sia peculiare della specie

umana, e che altre specie hanno differenti sistemi di comunicazione diversi dal nostro (scimpanzè-segni).

Il pensiero può essere concepito come il linguaggio della mente. Troviamo 2 tipi diversi di pensiero:

1) pensiero proporzionale – rappresenta il flusso di frasi che ci sembra di ascoltare nella nostra mente

2) pensiero per immagini – corrisponde ad immagini che possiamo vedere nella nostra mente

Il concetto rappresenta un insieme di caratteristiche associate ad un tipo di categoria, e rappresenta una

intera categoria (es gatto – 4 zampe e baffi folti). I concetti servono ad alcune delle più importanti funzioni della

vita mentale, come ad esempio dividere il mondo in unità manipolabili e oggetti differenti (economia

cognitiva). La categorizzazione è il processo d'assegnazione di un oggetto ad un concetto. Le caratteristiche di un

concetto si dividono in 2 gruppi:

1) prototipo – l'insieme delle caratteristiche descrittive dei migliori esemplari del concetto (nonna – donna

sui 60 anni, dai capelli grigi...)

2) nucleo – l'insieme delle caratteristiche essenziali del concetto (nonna – madre di una madre)

Quando pensiamo a qualcosa, organizziamo i pensieri attraverso una sequenza precisa, che prende la forma di

un'argomentazione dove, a una proposizione, corrisponde o una affermazione o una conclusione. Questo è il

ragionamento. Le proposizioni intermedie sono a sostegno dell'affermazione o le premesse per la conclusione.

I ragionamenti si dividono in 2 tipi:

1) ragionamenti deduttivi – quelli che dimostrano una validità deduttiva o rappresentabili attraverso un

modello mentale

(es se sta piovendo, prenderò l'ombrello – piove- quindi prendo l'ombrello)

2) ragionamenti induttivi – quelli senza una validità deduttiva, ma accettabili perchè derivano da premesse

vere o false a seconda dei casi

(es Mitch si è laureato in economia – Mitch ora lavora da un commercialista – Mitch è un commercialista

(es Linda è cassiera in una banca – Linda è cassiera in una banca e attivista del movimento femminista

Il pensiero per immagini si basa sulla rappresentazione mentale di immagini visive nella testa dei soggetti.

Studi dimostrano che la capacità di elaborare una mappa mentale può essere difficile in alcuni casi, come ad

esempio se una immagine viene ruotata o mostrata in maniera speculare (esperimento della R) oppure se vengono

mostrate immagini di località lontane nominate dallo sperimentatore in un'immagine di una mappa (esperimento

dell'isola).

Studi hanno dimostrato che pazienti con lesioni nel lobo parietale dell'emisfero destro, sviluppano la negligenza

del campo visivo sinistro: sebbene non siano ciechi, ignorano tutto ciò che si trova nel lato sinistro del loro

campo visivo.

Per molte persone, risolvere un problema è l'essenza del pensiero stesso. Il problem solving richiede la

scomposizione dell'obiettivo finale in sotto-obiettivi che possono essere raggiunti più facilmente

(combinazione serratura a 4 cifre- dopo ogni cifra corretta c'è un suono – scopriamo 1 cifra per volta). Le

strategie di scomposizione dell'obiettivo comprendono la riduzione delle differenze tra condizione attuale e meta,

analisi dei mezzi e dei fini, e il ragionamento all'indietro (labirinto). A seconda del problema, è più utile una

rappresentezione visiva o proposizionale.

Gli esperti, rispetto ai principianti (come nel caso degli scacchi) si distinguono nella risoluzione di un problema

per alcuni aspetti, come un numero maggiore di rappresentazioni in testa, elaborazione di un piano, tendenza a

ragionare in avanti anzichè all'indietro.

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Per motivazione si intende una condizione che determina la direzione e l'intensità del comportamento. E'

sperimentata soggettivamente come un desiderio conscio (mangiare,bere,giocare). Le cause delle motivazioni

spaziano da fattori biologici a culturali a psicologici. Gli psicologi hanno operato una distinzione tra 2 tipi di

teorie della motivazione:

1) teorie pulsionali = pongono l'accento sui fattori interni della motivazione (fame,sete)

2) teorie da incentivazione = pongono l'accento sul ruolo motivazionale degli eventi esterni o sugli oggetti

del desiderio (incentivi come soldi,partner,bevande ecc...); gli incentivi servono anche da ricompensa e

possono rinforzare il comportamento che si avvicina a loro; alcuni incentivi sono rinforzi primari, in

grado di agire subito da ricompensa (un sapore dolce), altri sono rinforzi secondari, in grado di apparire

piacevoli dopo un apprendimento (soldi o buon livello scolastico – condizionati dalla cultura)

La dipendenza, per certe persone, è una motivazione potente. Alcune droghe hanno una capacità molto potente

di provocare dipendenza, attraverso 3 fattori: la capacità di rendere iperattivo il sistema cerebrale, la capacità

di produrre astinenza, e la capacità di produrre cambiamenti permanenti nel sistema cerebrale della

ricompensa (neuroni dopaminergici).

L'omeostasi è quel processo che mantiene costante la temperatura del nostro corpo attraverso un equilibrio

interno. Risposte fisiologiche come sudare e rabbrividire sono processi che, in condizioni di caldo o freddo,

mantengono la temperatura costante. Ma è solo all'interno del cervello che i cambiamenti di temperatura vengono

percepiti (neuroni della regione preottica). Questi neuroni funzionano in maniera diversa quando la loro

temperatura cambia. Basta un lieve cambiamento della temperatura cerebrale che determina la modificazione

della nostra percezione termica. Una malattia può innalzare momentaneamente i punti di equilibrio cerebrali di

diversi gradi oltre la norma (di conseguenza la temperatura prestabilita diventa più elevata e compare la febbre).

La sete è un importante processo omeostatico. Il corpo perde 2 tipi diversi di liquidi, a mano a mano che l'acqua

gradualmente si perde attraverso la respirazione, la sudorazione e la minzione. Il primo tipo è contenuto

all'interno delle cellule del nostro corpo (riserva intracellulare); il secondo all'esterno delle cellule (riserva

extracellulare). La sete intracellulare è dovuta all'osmosi, cioè alla tendenza dell'acqua a spostarsi da

compartimenti in cui è presente in abbondanza ad altri in cui è relativamente scarsa. La sete extracellulare è

conseguente alla perdita d'acqua corporea perchè non abbiamo bevuto o abbiamo fatto intensa attività fisica. La

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
19 pagine
6 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ahmed89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Castorina Salvatore.