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CAPITOLO 7- APPRENDIMENTO E CONDIZIONAMENTO

Teorie sull’apprendimento

Gran parte dei primi lavori sull’apprendimento è stata segnata da un’impronta comportamentista.

Watson, infatti, riteneva che la Psicologia non dovesse occuparsi dello studio della coscienza, bensì

di quello del comportamento, che è più semplice da comprendere facendo riferimento a cause

esterne ed osservabili, la cui analisi è più immediata rispetto a quella dei processi mentali. Egli

sosteneva, quindi, che le leggi del condizionamento classico ed operante fossero sufficienti a

spiegare i vari processi di apprendimento. Tuttavia, comprendere come avvenga il condizionamento

e, ancora di più, l’apprendimento complesso, richiede una buona conoscenza a proposito di cosa

l’individuo sappia sulle relazioni esistenti tra stimolo e risposta: questo ha fatto sì che

apprendimento e condizionamento diventassero oggetto di studio, anche, del Cognitivismo. Allo

stesso modo, quest’ambito si è esteso, pure, alla Biologia, quando si è scoperto che specie diverse

utilizzano meccanismi di apprendimento differenti.

Condizionamento classico

Il condizionamento classico permette all’individuo di apprendere che tra uno stimolo neutro ed uno

significativo, presentato dopo di esso, esiste una relazione predittiva: tale apprendimento è possibile

attraverso la somministrazione associata e ripetuta nel tempo dei due stimoli. Si può così ottenere

una risposta condizionata, che altro non è che la risposta che l’individuo impara a mettere in atto di

fronte allo stimolo neutro, che diventa, in ragione del suo valore predittivo, uno stimolo

condizionato. Lo stimolo incondizionato, ovvero quello preannunciato dallo stimolo condizionato,

è, invece, tanto importante da poter determinare, di per sé, l’emissione della risposta

comportamentale, che in questo caso è, quindi, una risposta incondizionata. Lo stimolo neutro

diventa condizionato nella fase di condizionamento e lo diventa perché viene fatto seguire più volte

dallo stimolo condizionato importante, così che l’individuo impara che, quando percepisce il primo,

può esser sicuro che gli sarà presentato, in seguito, il secondo.

Il condizionamento classico sembra avere un ruolo nel fenomeno della tolleranza alla droga, che è

maggiore quando le condizioni di assunzione della sostanza restano invariate (“specificità

situazionale della tolleranza alla droga”). Per esempio, il bevitore di birra presenta una maggior

tolleranza all’alcool contenuto in quella bevanda rispetto a quello del vino o di un qualsiasi altro

alcolico. Analogamente, molte delle morti per overdose potrebbero essere causate, in vero, non

tanto dall’assunzione di una dose eccessiva di sostanza, quanto da variazioni nella sua assunzione

stessa, come può essere il cambiamento della sede di iniezione: un fatto del genere, infatti, depriva

il soggetto della risposta compensatoria che “salva la vita”, ovvero della reazione del corpo che

cerca di tornare all’omeostasi.

Nell’apprendimento per condizionamento classico, la fase di acquisizione è quella in cui si rinforza

l’associazione tra lo stimolo condizionato (SC) e lo stimolo incondizionato (SI), portando il

soggetto all’acquisizione del condizionamento attraverso prove di rinforzo (il che significa

mediante presentazioni associate e ripetute nel tempo di SC e SI). Si ha, al contrario, l’estinzione

della risposta appresa quando lo SI viene ripetutamente omesso dopo la presentazione dello SC,

così che l’individuo apprende che questo ultimo non è più predittivo del primo. L’estinzione,

tuttavia, non è un fenomeno definitivo, dal momento che è possibile il recupero spontaneo, ovvero

un ritorno della risposta condizionata (RC), che è, però, più debole e meno frequente rispetto a

subito dopo la sua acquisizione.

E’ possibile insegnare all’individuo a rispondere allo stesso modo a stimoli tra loro simili ma

diversi attraverso la generalizzazione degli stimoli e questo spiega la capacità umana ed animale di

reagire di fronte a situazioni nuove ma che assomigliano ad altre già incontrate. Il processo opposto

e complementare è la discriminazione degli stimoli, per cui l’individuo impara a rispondere alle

differenze e che si può ottenere mediante un rinforzo differenziale.

Il condizionamento può poi essere eccitatorio od inibitorio, a seconda che aumenti la probabilità di

emissione della RC o che, al contrario, la diminuisca in ampiezza e/o frequenza.

Si può operare un condizionamento di secondo livello addestrando l’individuo a rispondere allo SC

ed associando, poi, ad esso un secondo SC, in modo tale da condurre all’elicitazione della risposta

anche solo in presenza di questo.

Il condizionamento classico risulta avere un ruolo nelle reazioni emotive come la paura e nel

determinare comportamenti di fuga a fronte di situazioni considerate pericolose.

Per quanto riguarda i fattori cognitivi ad esso sottesi, Pavlov e gli altri comportamentisti sono stati

molto attenti ad evitare di affermarne l’importanza, dal momento che non possono essere osservati

in modo obiettivo. Tuttavia, secondo una prospettiva cognitivista, il condizionamento permette

all’individuo di venire a conoscenza di una relazione esistente tra uno SI ed uno SC: alla base

dell’apprendimento, quindi, vi è la comprensione di questa relazione (apprendimento associativo),

che è ancora più importante della contiguità temporale e della frequenza con cui vengono presentati

in modo abbinato i due stimoli.

Sono stati scoperti, anche, dei vincoli biologici, dal momento che la capacità di associare tra loro

determinati stimoli dipende dalle caratteristiche evolutive dell’organismo in questione: per esempio,

in caso di malessere, i ratti sono portati ad attribuirlo al cibo ingerito, al contrario degli uccelli, che

ritengono una causa più probabile dei lampi di luce. Non è vero, quindi, come invece affermavano i

comportamentisti, che le leggi dell’apprendimento sono uguali per tutte le specie e che un qualsiasi

SC può essere associato ad uno SI qualunque.

Condizionamento operante

Il condizionamento operante consente l’apprendimento di alcuni comportamenti che agiscono

sull’ambiente, provocando delle conseguenze che possono o meno rinforzarli. Esso porta, infatti,

alla comprensione che un certo comportamento o risposta può determinare uno specifico risultato:

si differenzia, perciò, dal condizionamento classico, in cui ciò che viene appreso è una relazione tra

due stimoli.

Gli animali, al contrario dell’uomo, non apprendono per mezzo dell’insight, che è una

comprensione repentina della situazione che porta alla soluzione del problema, bensì per prove ed

errori. Il comportamento di tipo prova-ed-errore consiste nella messa in atto casuale di una serie di

comportamenti e nella selezione per apprendimento di quello che, tra tutti, viene seguito da una

conseguenza positiva, ovvero da un ricompensa: questa è la legge dell’effetto che, secondo Skinner,

seleziona da un insieme di risposte date a caso quella che determina le conseguenze desiderate

dall’individuo.

Una risposta operante, esattamente come una RC nel condizionamento classico, può andare incontro

ad estinzione e questo ha luogo in mancanza di un rinforzo: il condizionamento operante, infatti,

permette di aumentare la probabilità di emissione di una determinata risposta servendosi di rinforzi;

essi possono essere positivi, ovvero stimoli appetitivi, o negativi ed in questo caso consistono

nell’eliminazione di uno stimolo avversivo. I rinforzi primari sono quelli che, come il cibo, vanno a

soddisfare un bisogno fondamentale, mentre i rinforzi secondari sono, per gli esseri umani, i soldi e

le lodi. Le punizioni hanno un effetto opposto, cioè servono a diminuire le probabilità che venga

emesso un certo comportamento: le punizioni positive consistono nella presentazione di uno stimolo

avversivo, quelle negative nella sottrazione di uno stimolo appetitivo.

Il modellamento è quella tecnica che permette di rinforzare la risposta desiderata dallo

sperimentatore. Non tutti i comportamenti sono modellabili ed esistono, anche in questo caso, dei

forti vincoli biologici, che fanno sì che gli animali ricorrano soltanto a comportamenti che sono stati

biologicamente selezionati e che risultano, per loro, spontanei: questo è il fenomeno della deriva

istintiva (instinctive drift).

Esattamente come nel caso dell’apprendimento per condizionamento classico, si può attuare una

discriminazione od una generalizzazione.

E’ possibile ottenere l’apprendimento attraverso svariati programmi di rinforzo. I programmi a

rinforzo parziale sono quelli in cui il comportamento viene mantenuto rinforzandolo, però, solo di

tanto in tanto: l’effetto di rinforzo parziale fa sì che ci sia meno differenza tra estinzione e

mantenimento della risposta, per cui essa resta ma è più debole che in altri programmi in cui viene

rinforzata sempre. Si distinguono, poi, due tipi di programmi:

- programmi a rapporto l’erogazione del rinforzo dipende dal numero di risposte fornite

dall’individuo. Nei programmi a rapporto fisso, questo numero è sempre lo stesso, per cui

l’individuo fa una pausa subito dopo aver ottenuto la ricompensa. Nei programmi a rapporto

variabile, invece, il numero di risposte richiesto varia in modo causale, il che fa sì che non ci

sia nessuna pausa (perché l’individuo non può prevedere quando otterrà la prossima

ricompensa) e che i tassi di risposta siano molto alti;

- programmi ad intervallo l’erogazione del rinforzo ha luogo dopo un certo intervallo di

tempo. Nei programmi ad intervallo fisso, vi è una pausa subito dopo il rinforzo e la

frequenza di emissione della risposta aumenta man mano che ci si avvicina alla ricompensa,

con un andamento a festone. Nei programmi ad intervallo variabile, l’individuo non può

sapere dopo quanto tempo gli verrà concessa la ricompensa, per cui le risposte mantengono

un ritmo elevato ed uniforme.

Attraverso il condizionamento operante si può fare, anche, del condizionamento avversivo,

finalizzato ad eliminare una risposta indesiderata: esso è tanto più efficace quanto più è coerente e

può essere utile, anche, procedere al rinforzo parallelo di una risposta considerata più adattiva e che

si vuole far apprendere all’individuo. Possibili svantaggi sono costituiti dal fatto che i risultati non

sono prevedibili, dal momento che la risposta indesiderata potrebbe essere sostituita, anche, da

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
57 pagine
54 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher JennyJenny di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Del Giudice Marco.