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LA SOVRASTIMA DELLE PROPRIE RISPOSTE

In condizioni di incertezza, i soggetti tendono ad avere molta fiducia nell'accuratezza delle proprie

valutazioni (overconfidence), spesso addirittura superiore alla reale accuratezza delle stesse. Un

effect,

effetto che ne consegue è l'hard-easy cioè la diminuzione dell'overconfidence man mano che

underconfidence.

il compito diventa più semplice, fino a diventare addirittura

forza-peso. forza

Uno dei modelli che spiega questo effetto è il modello Per si intende quanto

peso

estremi sono i dati favore di una certa ipotesi, e per si intende l'attendibilità ( = la validità

predittiva) del dato stesso (influenzata sia dall'ampiezza del campione che dalla probabilità di base).

Secondo il modello, le persone si focalizzano sulla forza e fanno aggiustamenti (inconsistenti) in

base al peso. Se la forza è alta, ma il peso è basso, le persone tendono a sovrastimare le proprie

risposte, mentre le sottostimano nella situazione opposta. modelli mentali probabilistici,

Un altro modello che cerca di spiegare il fenomeno è quello dei

secondo cui rispondiamo a problemi attraverso dei quadri inferenziali, dei quali fanno parte una

classe di oggetti di riferimento e degli indici di probabilità. Inoltre, in seno a questo stesso modello

fiducia stima delle risposte corrette,

sono state confrontate le nozioni di nelle proprie risposte e

scoprendo che le due variabili non solo non sono legate tra loro, ma generano addirittura fenomeni

opposti: mentre la fiducia porta a fenomeni di overconfidence, di solito la stima delle proprie

risposte corrette è inferiore al numero effettivo di risposte corrette (underconfidence).

FALLACIA DELL'INTERSEZIONE

Euristiche naturali

Spesso i problemi proposti chiedono ai soggetti la possibilità che due eventi A e B si verifichino

insieme. Da un punto di vista normativo, la probabilità che gli eventi A e B si verifichino insieme è

più bassa rispetto a quella che si verifichino separatamente. Malgrado ciò, la maggior parte dei

soggetti, tendono a scegliere le alternative di risposta che prevedono l'intersezione di eventi. E' il

caso di un classico problema di Tversky e Kahneman, “Linda”:

Linda è una giovane donna, laureata in filosofia e molto impegnata socialmente. Si chiedeva, tra

altre alternative, di valutare se Linda potesse essere una commessa vs. una commessa attiva in un

movimento femminista. Nella seconda alternativa, la presenza di un caratteristica “rappresentativa”

della donna descritta (“femminista”) è affiancata con una non rapprsentativa (“commessa”. La

maggior parte dei soggetti propende per la seconda alternativa, in seguito al fenomeno della

rappresentatività illustrato precedentemente.

In seguito a questi risultati, gli esponenti dell'approccio frequentistico hanno tentato di spiegare il

fenomeno, pur non ottenendo risultati omogenei.

Il fenomeno è stato studiato anche dagli autori dell'approccio pragmatico, secondo i quali è la

formulazione del problema a trarre in inganno i soggetti, in quanto essere “commesse e femministe”

è un sottoinsieme dell' “essere commesse”. Ma la formulazione del problema suggerisce che i due

gruppi siano complementari, per cui “commessa” diventerebbe, nel ragionamento, “commessa e

non femminista”. Eliminando l'associazione “commessa E femminista”, effettivamente, l'errore di

risposta si ridusse drasticamente.

CAP.6 – GIUDIZIO E SPIEGAZIONE CAUSALE

La maggior parte degli eventi che innescano i nostri processi di spiegazione causale sono inaspettati

o indesiderati: le spiegazione causali di solito rispondono alle domande “perchè?” e “come?” - e

cercando di dare informazioni in merito alle cause dell'evento e al tipo di relazione che c'è tra le

cause e gli effetti. In alternativa, la spiegazione causale può riferirsi ad effetti di cause potenziali, ad

esempio “Le interviste hanno facilitato la selezione dei candidati più idonei alla posizione?”

Ovviamente, produrre giudizi causali corretti è strettamente connesso alla capacità di prendere una

buona decisione. Quando credenze causali errate influenzano una decisione (che ovviamente si

correlazione illusoria –

rivela sbagliata)si parla di è una situazione in cui si crede che due variabili

siano correlate, quando in realtà non lo sono; se invece le relazioni causali tra due eventi non sono

correlazioni non rilevate.

ancora state individuate, si parla di

PERCEZIONE E ATTRIBUZIONE CAUSALE

Pattern e percezione causale

Già dagli anni 40 è stato dimostrato che le persone hanno una tendenza a cercare pattern di

spiegazione causale del comportamento. E' il caso di un gruppo di soggetti a cui è stato fatto vedere

un video di un triangolo e un cerchio che si muovevano casualmente sullo schermo, e quando è

stato chiesto loro cosa avessero visto, i soggetti hanno risposto di vedere due figure “che si

inseguono”, “si danno la caccia” o sono “in fuga” l'una dall'altra. Ancora, in uno studio di trent'anni

dopo, Tversky e Kahneman hanno chiesto a un gruppo di soggetti di guardare tre possibili esiti del

lancio di una moneta (ripetuto per sei volte): le sequenze proposte erano di questo tipo – T C T C C

T. Venivano proposte tre sequenze, chiedendo ai soggetti quale fosse quale più probabile: oltre a

rispondere in base al criterio di rappresentatività spiegato nel cap. 5, i soggetti affermavano di poter

individuare la sequenza più probabile, che in realtà non esiste, perchè la moneta non conserva

memoria dell'esito del lancio precedente e quindi non può esserci relazione causale tra i lanci. Ogni

sequenza ha la stessa probabilità di essere osservata.

In generale, quindi, le persone tendono a rilevare relazioni causali, o sistematicità, anche in eventi

totalmente casuali. David Hume ha individuato tre fattori che influenzano il nostro modo di

percepire la causalità degli eventi: contiguità, similarità e co-occorrenza (o covariazione) di causa e

effetto.

Contiguità e similarità

La contiguità spazio-temporale tra gli eventi influenza il nostro giudizio che tra i due eventi

contigui ci sia una relazione causale: questo principio è stato dimostrato da Michotte, che ha

illustrato come, mostrando delle figure che si muovono l'una verso l'altra su uno schermo, se la

figura B si muoveva quando sembrava essere toccata da A, i soggetti avevano l'impressione

generale che A avesse causato lo spostamento di B. Ciò accadeva, però, solo se B si muoveva al

massimo 2 secondi dopo essere stata toccata da A.

Il secondo principio afferma che la similarità tra causa ed effetto influenza il rilevamento di una

relazione causale tra i due. Questo principio è stato dimostrato, ad esempio, dalle ricerche sulla

percezione sociale: se una persona “cattiva” fa una buona azione, si tende a spiegare il gesto come

dovuto a cause esterne; se invece fa un'azione “cattiva”, allora si attribuisce il gesto alla natura della

persona che l'ha commesso, riconoscendo, appunto, una similarità tra attore e azione. Ciò accade

anche nella percezione dei gruppi: le buone azioni fatte dal proprio gruppo ingroup) sono attribuite

a cause interne (qualità personali, carattere, ecc..), quelle cattive sono attribuite a cause esterne;

mentre per le persone di un gruppo diverso dal proprio vale la relazione esattamente opposta.

Implicazioni importanti di questi due principi sono:

" le persone tendono a percepire relazioni causali erronee quando due eventi sono “vicini” (in

termini spaziali o temporali) o se sono percepiti come simili tra loro;

" tendono a non percepire la causalità tra eventi distanziati nel tempo o nello spazio, effetto

molto dannoso ai fini della gestione dell'economia di un paese, ad esempio

" non sono in grado di individuare correlazioni reali tra eventi, a meno che queste correlazioni

non siano legate in qualche modo alle proprie credenze.

Covariazione: l'analogia “uomo-scienziato”

L'analogia uomo-scienziato è stata proposta da Heider a proposito della tendenza delle persone a

spiegare gli eventi usando un'analisi fattoriale psicologica, e ulteriormente approfondita da Kelley,

il quale afferma che le persone analizzano le cause usando un modello ANOVA (analisi della

varianza). Ad esempio, le persone tenderebbero ad analizzare il comportamento sociale

considerando separatamente i fattori personali e i fattori ambientali che potrebbero aver influenzato

personali situazionali

il comportamento. Le persone quindi considerano cause (interne) e (esterne)

per spiegare un comportamento.

Dato un comportamento, ad esempio “A Paola piace Beautiful”, secondo Kelley bisogna

individuare una serie di condizioni di controllo. In presenza di questo evento, le persone potrebbero

considerare tre diverse cause, che sono, secondo l'autore, verificate in condizioni di controllo

sperimentali e quindi confrontate tra loro per capire quale sia la più plausibile. Le tre cause

potrebbero essere:

1. Personale – Paola ama lo show per un motivo legato alla propria persona. Per verificare

questa ipotesi, bisognerebbe considerare le reazioni di altre persone che guardano lo show, e

consenso,

confrontarle con quelle di Paola, individuando l'informazione di vale a dire

l'informazione relativa alla distribuzione di un dato comportamento in un insieme di

persone. Se il consenso è basso (le reazioni non sono simili) probabilmente la causa della

preferenza (o parte di essa) riguarda solo Paola, in caso contrario (l'effetto si verifica anche

se Paola non guarda la tv), allora l'evento non è determinato da una causa personale.

distintività,

2. Legata allo stimolo – in questo caso la dimensione studiata è la cioè

l'informazione relativa allo stimolo. Se a Paola piace solo Beautiful, e non altri programmi,

allora la causa (o parte di essa) potrebbe essere nello show in sé. Se invece a Paola piacciono

nello stesso odo tutti i serial che guarda, probabilmente la distintività di quel particolare

show non influenza l'evento studiato: a Paola piacciono tutti i serial.

coerenza,

3. Situazionale – la dimensione studiata è la cioè l'informazione relativa al contesto

in cui si verifica il comportamento da spiegare. Se a Paola piace il serial solo il giorno del

suo compleanno, allora la causa del comportamento potrebbe essere legata al contesto in cui

si verifica. In caso contrario, è improbabile che la situazione influenz

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Publisher
A.A. 2013-2014
35 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ila.bi88 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia del pensiero e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università Maria SS.Assunta - (LUMSA) di Roma o del prof Benedetti Francesco.