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BIAS ATTRIBUZIONALI
Lo studio sull'attribuzione si è diviso in due fasi: una centrata sugli aspetti connessi alla raccolta delle informazioni ed una indirizzata alle modalità di scorciatoia nel giudizio attribuzionale. In questa seconda fase sono stati individuati 4 bias (errori):
- Bias egocentrico: necessità del soggetto di considerarsi sotto una luce favorevole sia nel caso di un successo che di un insuccesso (vd. locus of control).
- Ricerca di consenso: stima che il soggetto emette relativamente alla condivisione di un suo comportamento da parte dei membri del suo gruppo di riferimento, maggiore di quanto non sarebbe stimato da una persona appartenente ad un altro gruppo (il soggetto sovrastima il numero delle persone che condividono la sua posizione).
- Divergenza attore/osservatore: tendenza degli attori ad attribuire le loro azioni a cause esterne, in opposizione alla tendenza degli osservatori ad attribuirle a cause disposizionali. Esistono due
- Errore fondamentale di attribuzione: tendenza delle persone, quando rivestono il ruolo di osservatori, ad attribuire le cause ai fattori disposizionali dell'attore, sottostimando le cause situazionali.
Esistono, inoltre, dei vincoli non cognitivi che influiscono sul processo di attribuzione. Questi vincoli sono:
- Coinvolgimento: il soggetto coinvolto si esprime apertamente in qualche modalità definita, a supporto del giudizio emesso e che rende meno probabile una sua revisione critica.
- Evitamento difensivo: tendenza del soggetto in situazione di stress ad evitare le informazioni connesse all'alternativa.
Il problema del problem solving è caratterizzato, rispetto al processo della scelta, da alcune peculiarità, prima tra tutte la necessità di trattare un problema costituito da un quesito attraverso cui si chiede di trovare, mediante un procedimento, uno o più dati sconosciuti partendo da informazioni note. Risolvere un problema ha il valore di trovarne la soluzione ed implica identificare le azioni più adeguate per il raggiungimento dell'obiettivo. Prendere una decisione significa scegliere tra le possibili alternative o strategie esistenti in una situazione.
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Condizioni di partenza sia possibile pervenire al fine desiderato. Decisione giudizio, di astensione e/o di attuazione, conclusivo formulato in merito al corso di un'azione.
Problema situazione che si caratterizza per insoddisfazione, instabilità e desiderio di operare modifiche su un insieme di dati e sulla struttura percepita, al fine di raggiungere un particolare obiettivo o di fornire una risposta ad un quesito (N.B. il termine viene usato anche per indicare situazioni difficili per mancanza dei mezzi percepii come necessari per la risoluzione). È il primo elemento di un atto di intelligenza che implica successivamente l'elaborazione di un'ipotesi risolutiva e la sua verifica.
Relativamente alla modalità di presentazione di un problema si deve notare che esso può originarsi in modi diversi (possono essere oggetti inanimati a costituire il problema, possono essere altre persone, può essere il soggetto stesso che formula il problema).
Relativamente ad un ambiente, ad eventi, ecc.)e la sua soluzione risulta il processo stesso mediante cui si determina il superamento delle difficoltà che il problema ha posto. L'impegno di ragionamento richiesto per la soluzione è maggiore o minore in proporzione al grado di difficoltà presentato dal problema stesso e richiede un livello di intelligenza congruo.
Alcune classi di problemi consentono, più o meno facilmente, di operare scomposizioni e questo facilita la ricerca relativa ai processi che stanno alla base della soluzione, oltre a consentire la possibilità di simulare i processi stessi con un avanzamento significativo della ricerca.
Una distinzione preliminare va operata sulla tipologia di pensiero utilizzata dal soggetto risolutore:
- Pensiero produttivo risolve un problema di cui non si hanno conoscenze specifiche e che appartiene ad una tipologia di problemi con la quale non si è mai avuto modo di lavorare in precedenza soluzione
- Pensiero riproduttivo: il problema viene risolto grazie alle conoscenze acquisite in precedenza durante esperienze passate e, quindi, presuppone una soluzione già adottata per problemi che, per quanto possano apparire diversi, risultano analoghi.
N.B. Qualsiasi strategia di soluzione si intenda adottare non può prescindere dalla conoscenza procedurale, dichiarativa e concettuale che il soggetto risolutore ha acquisito, sebbene non riferita specificamente al problema in oggetto.
Per ciò che riguarda, invece, la conoscenza specifica (expertise) è necessario un'ulteriore differenziazione tra:
- Soggetti esperti: hanno una conoscenza approfondita relativamente alla disciplina specifica a cui il problema fa riferimento;
- Soggetti inesperti: non possiedono conoscenze mirate ma sono forniti di abilità generali.
Volendo descrivere l'expertise, essa appare come il
Possesso di specifiche abilità nell'ambito di un dominio di conoscenza specifico, possesso di un numero più elevato di tecniche e padronanza di tecniche qualitativamente più avanzate.
Ad un maggior numero di abilità corrisponde, poi, una maggiore capacità di rappresentazione dell'azione: attraverso un processo di raggruppamento per blocchi, le informazioni non vengono prima inserite e poi recuperate dettagliatamente ed approfonditamente in memoria, ma vengono memorizzate sotto forma di strategie e poi automaticamente recuperate per blocchi (un alto numero di informazioni venivano incamerate e recuperate molto rapidamente, consentendo di ottimizzare anche la pianificazione successiva).
I soggetti esperti non possiedono di per sé una memoria migliore, bensì una migliore capacità di elaborare le informazioni attraverso strategie di ottimizzazione delle percezione.
A questo proposito, Miller, ha proposto la sua teoria del Magico
Il numero sette +/- due con cui ha dimostrato che nella memoria a breve termine è possibile contenere sette unità nel senso di sette elementi che, però, devono essere composti, da una o più parti (raggruppate in insiemi dotati di senso: es. 1993199951996 = 1993 – 1995 – 1996). Secondo Glaser, poi, i soggetti esperti possiedono una conoscenza ampiamente proceduralizzata in relazione ai compiti del campo di competenza anche se hanno, comunque, a disposizione procedure e conoscenze generali che riescono ad utilizzare congruamente ed in modo differenziato. Sono particolarmente veloci nella soluzione dei problemi per la particolare celerità che. OPsonline.it: la Web Community italiana per studenti, laureandi e laureati in Psicologia. Appunti d’esame, statino on line, forum di discussione, chat, simulazione d’esame, valutaprof, minisiti web di facoltà, servizi di orientamento e tutoring e molto altro ancora… http://www.opsonline.itdenotano nellacodificazione del problema maggiore flessibilità nella rappresentazione del problema. Si può fare, inoltre, un'altra differenziazione tra: - expertise di routine: operazioni veloci, accurate ed automatiche ma scarsamente adattabili a situazioni nuove; - expertise adattiva: operazioni più flessibili che, se in parte riducono la prestazione in termini di efficienza, sono la garanzia di maggiori abilità di comprensione. Dal punto di vista dell'istruzione emergono due alternative relative all'expertise: 1. insegnamento di abilità specifiche e generali su piani separati alternando unità didattiche; 2. veicolare contenuti di conoscenze specifiche mediante la stimolazione intenzionale di processi e abilità generali. Risulta, infine, importante distinguere tre categorie all'interno delle quali possono essere classificati i problemi: - problemi ben definiti: problemi formulati con chiarezza in cui è possibile determinare una soluzione corretta; - problemi mal definiti: problemi che richiedono una definizione più precisa e che possono avere più soluzioni corrette; - problemi complessi: problemi che richiedono una combinazione di abilità e conoscenze per essere risolti.precisa la situazione di partenza, l'obiettivo da raggiungere e l'algoritmo (procedimento sistematico) da utilizzare; • problemi ben strutturati problemi che necessitano del pensiero produttivo non prevedendo un algoritmo; • problemi mal definiti problemi che non contengono tutte le informazioni indispensabili per la loro risoluzione. Un'ulteriore differenziazione dei problemi sulla base della sufficienza e significatività dei dati contenuti dal problema (la soluzione può essere trovata utilizzando solo i dati forniti dal problema ma letti in un modo diverso) e sulla necessità di procedere ad una ricerca ed introduzione di altri dati che proprio la situazione problematica evidenzia come salienti. Infine, un altro modo per classificare i problemi è quello di distinguerli in base all'unicità/pluralità delle soluzioni ammesse. La soluzione del problema, poi, prevede varie fasi: 1. comprensione e interpretazione del problema; 2.ideazione di un piano nel caso in cui non si produca l'ipotesi risolutoria produttivamente, il solutore può: 1. Analizzare attentamente il problema e identificare eventuali errori o lacune nella comprensione del problema stesso. 2. Consultare fonti esterne come libri, articoli o esperti nel campo per ottenere ulteriori informazioni o punti di vista. 3. Esplorare alternative o approcci diversi per risolvere il problema. 4. Collaborare con altri colleghi o esperti per ottenere input o suggerimenti. 5. Effettuare ulteriori ricerche o sperimentazioni per acquisire una maggiore comprensione del problema. 6. Ripetere il processo di analisi e ideazione per cercare nuove soluzioni o approcci. 7. Valutare attentamente i risultati ottenuti e determinare se è necessario apportare modifiche o adattamenti al piano iniziale. 8. Continuare a perseverare e adattarsi, cercando soluzioni alternative o approcci diversi finché non si raggiunge una soluzione soddisfacente.