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Il Mobbing

DI HARALD EGEBIBLIOGRAFIA 55Pagina 2 di 57Il Mobbing

INTRODUZIONE

Il Mobbing, è quel vasto e inquietante fenomeno denominato anche "terrorismopsicologico" sul posto di lavoro fatto di abusi, vessazioni, persecuzioni, comportamenti ostili, negativi, psicologicamente violenti.

Non si può in nessun modo aiutare una persona che soffre di Mobbing concentrandosi esclusivamente su di essa, sulle sue percezioni e sui suoi sintomi.

Il Mobbing non è una malattia di questa persona, ma un malessere relazionale all'interno dell'ambiente lavorativo, della vittima che da fuori va a percuotersi sulla salute e sulla psiche della vittima. Trattare il Mobbing significa curare la persona che soffre, ma occuparsi anche e soprattutto del suo ambiente lavorativo.

Pagina 3 di 57Il Mobbing

1. IL MOBBING

In un'azienda di servizi che elabora programmi di computer e software i tempi di consegna sono sempre strettissimi e i dipendenti sono continuamente sottoposti a superlavoro.

Matteo è un programmatore dipendente di questa azienda: a volte si trova in difficoltà e indietro col lavoro, ma nessun collega può e vuole aiutarlo, perché impegnato a gestire i suoi stessi tempi strettissimi. Inoltre, nell'azienda esiste una forte competitività: ogni dipendente che riesce a consegnare in tempo il lavoro riceve una gratificazione, mentre chi resta indietro corre seri rischi. In conseguenza di tutto questo, i rapporti personali tra tutti i colleghi (e non solo nei confronti di Matteo) sono praticamente inesistenti e improntati a una gelida cortesia formale.

Matteo riceve una cospicua gratificazione per aver portato a termine in tempo un importante lavoro. Questo suscita invidia nei colleghi che temono di venire ingiustamente surclassati: ora, pensano, il capoufficio privilegerà lui invece di noi. Cominciano così a isolarlo e a prendersela in giro: "Sei tu il fenomeno, quindi non hai bisogno di consigli da parte nostra".

nostra”.
Matteo è ora bersaglio di veri e propri attacchi: è accusato di eccessivo lavoro e di superbia nei confronti dei colleghi. Prima era spesso attaccato, ora ogni problema viene gettato su di lui, che è diventato ormai il capro espiatorio dell’intero ufficio: “la colpa del ritardo è sua, voleva fare tutto da solo”, “Non ci ha informato per avere da solo tutto il vantaggio”, “Quello vuole farci le scarpe a tutti”. Matteo si accorge della freddezza che improvvisamente lo circonda e comincia a chiedersi cosa ha mai fatto per meritarsela. A furia di interrogarsi, Matteo è arrivato al punto che la situazione in ufficio è diventata un chiodo fisso: non dorme più bene, si sveglia spesso in preda a incubi, comincia ad avvertire tremori alle gambe quando va in ufficio ed entra in una lieve depressione, poiché vede che non riesce in nessun modo a migliorare le cose. In seguito ai sintomi che avverte,

Matteo va una prima volta in malattia, ma al ritorno in ufficio le cose sono anche peggio: ora i colleghi lo prendono in giro anche per avere, a loro dire, rimediato delle vacanze extra quando loro erano oberati di lavoro. Matteo cerca di resistere, ma deve chiedere altri giorni di permesso: l'insonnia si è aggravata e la depressione è sempre più profonda, non riesce a entrare in ufficio e a mettersi al lavoro.

L'Ufficio Personale, allarmato anche del ritardo del lavoro, nota le ripetute assenze di Matteo e comincia ad indagare: la soluzione più facile è inviare richiami disciplinari a una sola persona (Matteo) piuttosto che a tutto l'ufficio.

Matteo è in piena depressione: non riesce più a dormire o ad andare avanti senza pastiglie. Ora è convinto più che mai che tutto il mondo ce l'ha con lui, non solo i colleghi, ma anche l'azienda stessa, che lo richiama, lo rimprovera, gli...

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1.1 CHE COS'È IL MOBBING

Da qualche anno si discute di un fenomeno di disagio in ambito lavorativo che è stato variamente definito, con termini equivalenti tra loro, ma che non mutano la natura del problema, mobbing, bossing, bullying, persecuzione, molestia morale.

Con questi termini si intende quella condizione in cui si vive con sentimento di terrore e di isolamento la propria situazione lavorativa.

Anzitutto occorre chiedersi se ci si trovi di fronte ad un fenomeno nuovo o di vecchia data.

La percezione della "patogenicità"

Dell'ambiente di lavoro per la psiche non è certo un fattore recente come la percezione del fenomeno del Mobbing, che risale invece ai primi anni '90. Sappiamo che il cinema (i Tempi moderni di Charlie Chaplin) ha contribuito a denunciare una condizione che va oltre i limiti del fisiologico; questa condizione di stress si ripercuote su tutti i lavoratori in genere, mentre oggi le strategie del Mobbing appaiono, nella loro peculiarità, molto più "individualizzate".

Il termine Mobbing, termine che in inglese sta ad indicare "attacco, assalto", ed è stato ripreso dall'etologia, è stato introdotto dallo psicologo svedese di origine tedesca Heinz Leymann intorno agli anni '90 per descrivere un fenomeno nato in ambito lavorativo e, apparentemente, in via di estensione. Esso consiste in una forma di violenza psicologica messa in atto da un superiore o da più colleghi di lavoro nei confronti di una

«vittima», Pagina 5 di 57 Il Mobbingsoggetta a continui attacchi e ingiustizie che a lungo andare la portano ad una condizione diestremo disagio psicologico, quando non addirittura ad un crollo dell’equilibrio psicofisico. In Inghilterra il fenomeno è conosciuto come Bullying e ha avuto uno sviluppo di tipodiverso, in quanto prettamente legato alla cultura anglosassone. Il Bullying infatti è piùlegato al terrore psicologico derivato da molestie sessuali, e quindi non viene normalmenteconsiderato Mobbing, ma solo una componente di questo. Il fenomeno è stato anche ampiamente descritto e studiato in Svezia e Norvegia ed in altriPaesi del Nord Europa. E’ stato un ricercatore tedesco, Harald Ege, il primo a parlare diMobbing in Italia, dove l’argomento è stato largamente disatteso e, benché esistente ediffuso, ignorato da coloro che studiano le realtà lavorative ed il comportamento dei gruppi. Attualmente i danni da

Mobbing rientrano, in Germania, nella casistica delle malattie professionali e le cause intentate per ottenere il risarcimento del danno biologico (cioè delle conseguenze psicofisiche sulla salute della vittima) sono all'ordine del giorno.

La parola Mobbing indica il terrorismo psicologico sul posto di lavoro. Il verbo inglese to mob significa "assalire, aggredire, affollarsi attorno a qualcuno", mentre la forma verbale in-ing esprime l'attività, il movimento. Il termine ha dunque valenza metaforica ed esprime così con tutta la forza dell'immagine dell'assalto e dell'accerchiamento di gruppo la situazione di terrore psicologico dovuta all'isolamento della vittima di fronte all'ostilità degli altri.

Quanto sono diffusi i casi di Mobbing? Le stime riportate da alcune indagini sono sorprendentemente differenziate. Per Leymann (1996), il 25% della forza lavoro svedese risulta seriamente colpita da Mobbing, contro

Il 4.5% rilevato da Einarsen e Skogstard (1996) in una ricerca norvegese, o l'8% della popolazione produttiva austriaca riportato da Niedl (1996). Oggi si parla di 1.000.000 di casi di Mobbing in Italia; la stima risulta fortemente approssimativa; se sommiamo questo numero a quello delle persone affette da crisi di panico (che secondo alcune stime epidemiologiche sarebbero 1.800.000), problema questo anch'esso emergente, pur risultando meno evidente del Mobbing, nei luoghi di lavoro e se a queste cifre sommiamo tutte le altre forme di disagio psichico, anche esse riscontrabili nei luoghi di lavoro o direttamente correlate al lavoro, giungiamo ad un quadro d'insieme che supporta decisamente la tesi di una società in cui la maggioranza delle persone vive in un ambito sociale molto stressante. Pagina 6 di 57

Il Mobbing

Come ho accennato in precedenza, con il termine Mobbing si intende una forma di terrore psicologico sul posto di lavoro, esercitata attraverso comportamenti

aggressivi e vessatori ripetuti, da parte di colleghi o superiori. La vittima di queste vere e proprie persecuzioni si vede emarginata, calunniata: le vengono affidati compiti dequalificanti, o viene spostata da un ufficio all'altro, o viene sistematicamente messa in ridicolo di fronte a clienti e superiori. Nei casi più gravi si arriva anche al sabotaggio del lavoro e ad azioni illegali. Lo scopo di tali comportamenti può essere vario, ma sempre distruttivo: eliminare una persona divenuta in qualche modo "scomoda", inducendola alle dimissioni volontarie o provocandone un motivato licenziamento. Leymann nel 1993 così definì il Mobbing: "In caso di conflitto, le azioni che hanno la funzione di manipolare la persona in senso non amichevole si possono distinguere in tre gruppi di forme di comportamento. Un gruppo di azioni verte sulla comunicazione con la persona attaccata, tendendo a portarla all'assurdo o alla sua interruzione (con lui/lei).

Si urla, si rimprovera, si critica continuamente il lavoro o la vita privata, si fa terrorismo telefonico, non le si rivolge più la parola, si rifiuta il contatto, si fa come se non ci fosse, si mormora in sua presenza, ecc.). Un altro gruppo di comportamenti punta sulla reputazione della persona, utilizzando strategie per distruggerla (pettegolezzi, offese, ridicolizzazioni per esempio su handicap fisici, derisioni pubbliche per esempio delle sue opinioni o idee, umiliazioni). Infine le azioni del terzo gruppo tendono a manipolare la prestazione della persona, per esempio per punirla (non gli/le viene dato alcun lavoro o gli/le vengono affidati compiti senza senso, o umilianti, o molto pericolosi ecc.). Alcuni di questi comportamenti si possono trovare nella comunicazione umana quotidiana (come essere ignorato dagli altri) o durante casuali litigi. Solo se queste azioni vengono compiute di proposito, frequentemente e per molto tempo, si possono chiamare Mobbing” (Leymann 1993a, pagg.

logische Menschenrechtsverletzungen (Società contro le violazioni dei diritti umani in psicologia), che afferma che le violazioni dei diritti umani in psicologia si verificano quando i diritti umani fondamentali delle persone sono violati o minacciati nel contesto di pratiche psicologiche. Queste pratiche possono includere, ad esempio, la diagnosi e il trattamento psicologico coercitivo, l'uso di tecniche di interrogatorio abusive o la discriminazione basata sulla razza, sull'etnia, sul genere o sull'orientamento sessuale. 275-276)Le violazioni dei diritti umani in psicologia possono avere conseguenze gravi per le persone coinvolte. Possono causare danni fisici e psicologici, limitare la libertà e l'autonomia delle persone e contribuire alla stigmatizzazione e all'emarginazione sociale. Inoltre, possono minare la fiducia nel campo della psicologia e compromettere la relazione terapeutica tra professionisti e clienti. 277-278)Per prevenire e affrontare le violazioni dei diritti umani in psicologia, è necessario promuovere una pratica etica e rispettosa dei diritti umani. Ciò implica il rispetto dei principi fondamentali dei diritti umani, come la dignità, l'autonomia e l'uguaglianza. Inoltre, è importante garantire l'accesso a servizi psicologici di qualità e promuovere la formazione e la supervisione degli psicologi per garantire una pratica professionale responsabile e rispettosa dei diritti umani. 279-280)In conclusione, le violazioni dei diritti umani in psicologia rappresentano una sfida importante per la professione e richiedono un impegno costante per garantire una pratica etica e rispettosa dei diritti umani. Solo attraverso un approccio basato sui diritti umani possiamo promuovere il benessere e la dignità delle persone coinvolte nella psicologia.
Dettagli
Publisher
A.A. 2007-2008
57 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/06 Psicologia del lavoro e delle organizzazioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Camodeca Marina.