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Identità: un clic nell’emergenza del senso.

Non amiamo solo la differenza tra noi ma la differenza di specie, che forse è oggi condizione per la

coscienza di specie. Per riconoscerci cerchiamo oggi al margine conflittuale tra umano e post-

umano. Ci creiamo in quell’intermediazione.

Ognuno di noi sceglie provvisoriamente di sostare, consistere o difendersi in quella fragile

esperienza puntuale che a lungo abbiamo chiamato identità.

2.16 Ineluttabilità della creazione artistica. Il creatore rinuncia a non

creare.

Il creatore d’arte non può fare a meno di creare.

L’interruzione , la sospensione della coincidenza con se stessi e con il dominio del significato, a

seconda di come sono elaborate, possono dare vita a finestre di creatività artistica.

L’esperienza estetica è creativa in quanto interrompe e ri-crea la struttura di legame tra soggetto e

mondo.

Vediamo il mondo come lo vediamo in quanto esseri umani e non perché è così. La circolarità tra

soggetto e contesto è così densa che ogni presa di distanza è il fenomeno da cercare e

comprendere.

L’esperienza estetica richiama alcuni caratteri dell’esperienza virtuale.

L’esperienza virtuale appare, tuttavia, come una sospensione fredda della mente incarnata, mentre

l’esperienza estetica si propone come densa e calda di affettività e di generatività poietica.

2.17 L’altrove della mente

Noi non possiamo scegliere se stare o no in relazione.

E’ di nuove configurazioni che abbiamo bisogno; di nuove configurazioni mentali e operative, di

nuovi codici regolativi del nostro modo di sentirci nel mondo. Abbiamo bisogno di inventare un

inedito senso della vivibilità. Solo nelle relazioni con l’altro da noi e con un altrove da inventare

possiamo concepire il nostro nuovo paesaggio mancante della vivibilità.

L’altro è il “luogo”, la condizione, dove la mente diviene possibile.

Siamo la specie simbolica, contraddistinta dalla coscienza di second’ordine, dal linguaggio verbale

e dalla ricerca di senso e significato. 12

I metalinguaggi e l’immaginazione sono altrove. L’altrove è anche dove la mente può riconoscere i

propri limiti.

2.18 Insegnar(t)e

Per comprendere come apprendiamo e cercare di scegliere e definire come insegnare è

necessaria una teoria della mente che lo apprende.

Una teoria appropriata della mente che apprende può scaturire oggi da un orientamento e da un

appoggio transdisciplinare, di scienza naturale all’apprendimento ed all’insegnamento.

Siamo di fronte ad un’epistemologia necessaria fondata sulla mente relazionale, complessa ed

appropriata a comprendere l’apprendimento e l’insegnamento.

Prima di tutto sembra indispensabile fuoriuscire da una visione penalizzante del significato di

essere umani. Vi è alo stesso tempo l’esigenza di superare l’idealismo e la pregiudiziale

naturalistica, per giungere ad un naturalismo “liberalizzato”.

2.19 Generatività, distruttività, conflitto e trasformazione

L’evoluzione si manifesta peculiarmente nei processi di trasformazione. Più elevato è il livello di

creatività atteso in un processo di apprendimento, più elevata è la conflittualità che quel processo

comporta.

Eppure alla radice della loro origine la dimensione generativa e quella distruttiva dei processi

evolutivi tendono a coincidere. Un processo generativo è possibile in quanto perturbazione e

trasformazione di uno Stato, di un equilibrio.

Nell’integrazione tra conflitto e trasformazione, tra istanze generative e distruttive delle relazioni e

dei processi sociali, tra emozione e ragione, si trova uno dei sensi cruciali del pensiero di Spinoza.

Gli esseri umani sono tesi nella crisi tra “io” e “l’altro” e non sempre riescono ad accedere al

conflitto necessario per un’efficace elaborazione della propria esperienza e in particolare,

dell’immaginazione e della creatività.

Non ci è dato di uscire dalla relazione perché non saremmo più umani e non saremmo più noi

stessi.

Non smettiamo di essere menti incorporate relazionali, animali relazionali, che tendono a creare

continuamente se stessi ed il proprio mondo ed è tutto ciò che possiamo essere. Intanto il conflitto

estetico ci attraversa.

Le difficoltà ce incontriamo ci fanno vivere oggi la me-ness, la crisi del legame sociale ma allo

stesso tempo la distruzione di una forma ci fa tendere a generarne un’altra.

3. La tensione rinviante. Per una neuro fenomenologia della mente

estetica

3.1 Ricongiungere mente e natura

“Pensare e riconoscere fanno parte del nostro modo di essere animali”.

Per evitare di concepite il pensare ed il conoscere come qualcosa di soprannaturale, dovremmo

sottolineare il fatto che si tratta di aspetti delle nostre vite. (Ibid).

In quanto vite siamo dei percorsi evolutivi naturali, di una naturalità in grado di concepirsi, e i

concetti operano entro lo spazio delle ragioni in modo che un naturalismo restrittivo non ne può dar

conto.

Una tensione rinviante individua il movimento distintivo specie-specifico con cui homo sapiens

sapiens si riconosce e diviene riconoscibile nella relazione circolare tra mono interno e mondo 13

esterno. Quella tensione distingue e caratterizza la specie simbolica, dotata di coscienza, di

second’ordine.

Noi ci creiamo umani nella relazione mentre riconosciamo la nostra incompletezza e la nostra

mancanza.

Sia l’incompletezza che la mancanza vengono ad assumere perciò un rilievo del tutto particolare

nel divenire umani.

La presenza umana, per esserci e riconoscersi, esige una presentazione. Una tensione ad auto

immaginarsi che è possibile nell’immaginazione. “La Darstellung” è “la funzione immaginativa che

proietta indirettamente degli oggetti”.

La creatività e l’esperienza estetica si associano così alle espressioni della vitalità, della capacità

di costruire le relazioni e le funzioni vitali di cui la mente è costituita. Il grembo del nostro essere è

fare creativo.

La mente emerge come un sistema che non si limita a rispondere a stimoli, interni ed eterni, ma

nelle relazioni seleziona strategie, opera scelte fra possibilità molteplici.

Gli orientamenti antinaturalisti e antiscientifici ritengono non plausibile una conoscenza naturale,

pur se non riduzionista, della mente e dell’esperienza estetica, come, del resto dello spirito e della

coscienza.

Il ricongiungimento tra mente e natura ha la possibilità di divenire un programma di ricerca proficuo

sull’antropogenesi e sull’esperienza estetica in particolare, se saprà mettere in tensione e

considerare in modo integrato i correlati evolutivi neurofisiologici, le proprietà emergenti che

distinguono la vita umana e le proprietà manifeste come, tra le altre, il rituale e l’espressione

estetica.

3.2 Il soggetto emergente

Nonostante persista l’orientamento a considerare la trasmissione di informazioni come sinonimo di

relazione e comunicazione e nonostante la pervasiva convinzione che possano darsi ed esistere

menti singole prima della relazione, molteplici sono, allo stesso tempo, risultati delle osservazioni e

delle analisi che consentono di evidenziare l’emergenza della nostra tensione a trascendere il

consueto e il dato, a creare l’inedito.

L’immaginazione apre continue discontinuità e la nostra capacità ipotetica si esprime a partire dalla

continua ricerca si senso e significato. A tutto questo si collega la nostra propensione a lasciare

una traccia con la scrittura.

Varela: ”Si, la coscienza è studiabile. Tutto sta nel porre la questione al livello giusto. E il livello

giusto è innanzitutto il versante emergente dell’esperienza, e solo più tardi le capacità riflessive

che accompagnano la creazione di tali dati fenomenici.””Io parlo di emergenza nel senso dinamico,

non nel senso evolutivo: le capacità cognitive si presentano sotto forme diverse e devono essere

“cucite” insieme in modo permanente, questo è ciò che io chiamo il fenomeno dell’emergenza. In

compenso questo fenomeno può manifestarsi a sua volta in diversi modi nell’evoluzione.

3.3 Il vuoto, punto zero delle libertà

Noi siamo gli esseri che si fanno accadere (to enact), gli esseri che si mettono in atto, che si

mettono in scena in quanto sono Sunyata (vuoti in Sanscrito)e da quel vuoto traggono la tensione

che rinvia ad essere ed esprimersi. “Il vuoto è il punto zero della libertà”. Il presente non è un

punto, ma contiene tempo secondo l’importante intuizione di Edmund Husserl. La tensione

rinviante riguarda perciò la stessa coscienza del presente. 14

Una teoria della mente estetica è opportuno che prenda le mosse dall’assumere la mente

relazionale incarnata come riferimento e da quella prospettiva si impegni a considerare una teoria

del creatore e del fruitore in quanto teoria:

• Dell’osservazione;

• Dell’ascolto;

• Dell’esperienza;

La contingenza e l’incompletezza, ovvero la non coincidenza con se stessi, distinguono:

• Il creatore;

• Il fruitore;

• L’opera d’arte

E questo esprime la qualità distintiva dell’esperienza estetica.

Bernardo Soares “Sappiamo bene che ogni opera è necessariamente imperfetta”.

Se l’opera è necessariamente imperfetta, vuol dire che l’incompletezza e l’imperfezione sono

condizioni generative dell’opera stessa. Non sarebbe cioè possibile senza lo spazio di vuoto

creaturale che funge da grembo della suo origine.

La relazione fra tensione rinviante ed immaginazione è uno dei punti più rilevanti per il

riconoscimento degli aspetti distintivi dell’esperienza estetica.

L’intera nostra civiltà dipende da come sappiamo usare l’immaginazione.

L’immaginazione è diversa dalla fantasia, è “tessuto di autoaffermazioni, desideri e sogni

consolatori, che ci impedisce di vedere ciò che è altro da noi”.

Esperienza estetica e atre, vuol dire che abbiamo a che fare con:

• Il liminale;

• L’ineluttabile;

• L’inaudito;

• L’eccedente;

• L’universale.

La creatività artistica è l’emergere dell’incontro tra le esperienze relazionali e il contingente e

contemporaneo esprimersi delle potenzialità di sviluppo sostenute dai processi di maturazione ed

evoluzione soggettivi e, in particolare dal linguaggio

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
21 pagine
2 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/06 Psicologia del lavoro e delle organizzazioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher walis1987 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Morelli Ugo.