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La strategia di valutazione dipende dalla natura dei programmi e delle caratteristiche dell’oggetto della valutazione

oltre che da un processo decisionale dove entrano in gioco le richieste del committente, il sistema di preferenze del

valutatore e l’insieme di interessi coinvolti nella valutazione.

Rossi, Freeman e Lipsey propongono che la scelta delle strategie e procedure di ricerca dovrebbe essere fatta su misura

dello stadio evolutivo del programma, distinguendo :

 Programmi innovativi ( tipo sperimentale e in corso di sviluppo, non ne conosco appieno l’impatto e la portata)

 Programmi di modifica ( si attuano su interventi gia consolidati per migliorarne l’assetto, la coerenza e

l’efficacia)

 Programmi stabilizzati ( di natura ricorrente e consolidati nel tempo)

Il disegno di ricerca. Definita la strategia dobbiamo quindi realizzarla, tale passaggio consiste nel pianificare ed

eseguire una serie di operazioni coerenti con gli obiettivi dello studio. Questo comporta ad una serie di elementi in input

ed i output. L’input è dato dagli obiettivi che il valutatore si è dato ( raccolta dati). L’output è costituito dai risultati che

sono dotati di un certo grado di attendibilità e sono riconducibili in termini di sviluppo di modelli teorici.

Tipi di dati :

dati quantitativi : si fa riferimento a processi di standardizzazione e quantificazione e all’utilizzo di strumenti che

permettono di ricondurre una data realtà ad un codice numerico

dati qualitativi : informazioni solitamente derivanti da testi di intervista , diari, analisi documentale o materiale di

archivio. Minore standardizzazione. Il valutatore si pone in una posizione di osservazione e ascolto piuttosto che di

misurazione.

E' comunque sempre più comune l'uso di disegni misti in cui si utilizzano sia dati quantitativi che qualitativi.

Strumenti di rilevazione :

 questionario : lista di domande predeterminate a risposta chiusa

 test psicologici e psicoattitudinali : strumenti standardizzati regolati da norme di applicazione e standard di

riferimento

 intervista ( strutturata e semistrutturata) :lista di domande predefinite

 colloquio : forma di interazione , meno strutturata dell’intervista che con sente la ricostruzione libera delle

esperienze personali

 osservazione diretta : rilevazione di comportamenti e performance secondo schemi di osservazione

 diario : registrazione scritta da parte del soggetto di note riguardanti specifici periodi di tempo

 rilevazione di incidenti critici : descrizione e ricostruzione di anomalie, varianze, incidenti che si sono

verificati nel corso delle attività

 analisi documentale : lettura guidata da schemi e griglie analitiche di progetti, programmi, verbali e altri

documenti che ricostruiscono la storia di un programma

 analisi di gruppo: interviste collettive per la raccolta di opinioni e impressioni

 action planning: attività pratiche per verificare abilità e capacità acquisite

Importante nella costruzione del disegno è il timing, cioè la strutturazione temporale della rilevazione.

 collocazione temporale della valutazione rispetto al ciclo di vita che si intende valutare

 la precisazione della durata e dell’ampiezza degli intervalli di tempo tra una misurazione e l’altra

la durata può coprire un arco di tempo che va dall’inizio di un dato programma, a fasi intermedie o di particolare

rilievo , alla fase finale del programma e infine a momenti post – intervento.

--->

Uno dei passaggi chiave della ricerca sociale è operazionalizzazione : processo che parte dalla definizione dei

concetti alla loro traduzione operativa in indicatori e variabili. Prevede l’osservazione , la quantificazione, la

classificazione di oggetti complessi ed “inafferrabili “ dal punto di vista empirico. I passaggi più rilevanti si svolgono

attraverso un percorso che parte dal concetto, passa attraverso la definizione di dimensioni più specifiche di questo per

giungere alla individualizzazione di indicatori. L’indicatore è il ponte tra versante teorico ed empirico in quanto

rappresenta l’unità concettuale più facilmente misurabile ed osservabile, può essere tradotto in variabile.

 concetto : espressione verbale di un aspetto ce compone una tgeoria o un modello. È definito con un

linguaggio condiviso e con il ricorso ad altri concetti

 Dimensioni del concetto : componenti specifiche di un concetto che rappresentano la scomposizione dello

stesso. Si basano su assunzioni teoriche e su ipotesi interpretative

 Indicatori : concetti semplici, specifici osservabili legati a quelli generali. Versante operativo del costrutto

teorico, ci permettono di passare dal versante astratto teorico a quello empirico osservabile. Si usa una pluralità

di indicatori per un singolo concetto

 Variabili : costituiscono la traduzione operativa degli indicatori

Il valutatore deve sapere queste cose :

Saper fare ricerca valutativa ( deve padroneggiare gli strumenti metodologici tipici del ricercatore)

 Saper individuare obiettivi e criteri di valutazione

 saper scegliere la prospettiva e l’approccio valutativo più adeguati al contesto

 saper condurre n processo di operazionalizzazione traducendo criteri in indicatori osservabili o

misurabili

 saper adottare strumenti di rilevazione e di misura adatti alla situazione valutativa

 saper pianificare e condurre una raccolta sistematica di informazioni

 saper analizzare dati numerici testuali e di archivio

 saper sintetizzare i risultati della ricerca valutativa in rapporti intermedi o finali

Saper fare consulenza ( costruzione di relazione con gli altri)

 saper ascoltare e interpretare le esigenze e le aspettative del committente e dei soggetti coinvolti

 saper condurre una lettura delle esigenze valutative del committente e dei vari fruitori della valutazione

 saper negoziare con gli interlocutori scopi e modalità di attuazione della valutazione

 saper costruire un patto valutativo chiaro e inequivocabile con i committenti

 saper acquisire il consenso per l’accesso a fonti informative e a dati d’archivio

 saper calibrare i prodotti della valutazione in funzione delle richieste e delle esigenze dei diversi utenti

Saper formulare un giudizio

 saper formulare un giudizio coerente con i dati ottenuti

 saper condurre confronti rispetto a standard di riferimento e a parametri predefiniti

 saper costruire punti di vista provvisori e verificarli in base alle informazioni disponibili

 saper argomentare in modo empiricamente fondato il proprio giudizio, indicazione, consiglio.

 saper evitare alcuni errori sistematici

Valutazione CAPITOLO 3

per impostare e sviluppare il tema della valutazione di un processo di formazione professionale bisogna circoscrivere e

definire l’oggetto al quale la valutazione si riferisce.

Processo di formazione professionale : intervento di durata predefinita, composto da un insieme di attività coordinate

ed integrate finalizzato a sviluppare nei destinatari un insieme organico di conoscenze, abilità o competenze tali da

renderli in grado di collocarsi adeguatamente in specifici contesti e situazioni di lavoro. Si identifica con una sequenza

di attività realizzate da un insieme di attori ben identificati che attraverso questa relazione danno vita ad un processo

finalizzato all’apprendimento. L’azione formativa è un processo poiché è articolato da fasi o attività tra loro successive:

 il primo innesco o l’avvio dell’azione : per poter procedere ad un’attività di formazione questa situazione

problematica dev’essere adeguatamente ricostruita ma soprattutto deve risultare risolvibile o modificabile in

misura significativa attraverso la formazione stessa

 l’ideazione dell’intervento : è il primo abbozzo , soprattutto in termini di obiettivi ed effetti attesi dell’idea di

azione formativa che si intende realizzare

 la progettazione di massima e di dettaglio dell’azione ; comprende le attività che portano, attraverso due

passaggi distinti e successivi alla stesura di un’ipotesi di intervento strutturata in tutte le sue parti

 la realizzazione dell’ipotesi formativa : in questa fase viene messa in pratica l’azione esistente fino a quel

momento solo sulla carta, questo avviene reperendo e organizzando le risorse, svolgendo attività, mettendo in

relazione gli attori

 produzione degli impatti : per tramite dei destinatari formati l’azione formativa ormai conclusa interviene

sulla situazione problematica che l’ha originata e contribuisce a modificarla

vi sono due ulteriori tratti distintivi delle azioni di formazione professionale intese come programmi o interventi sociali:

 i destinatari i quali sono accomunati dal fatto di vivere una situazione di debolezza difficoltà o precarietà,

condividono quindi la necessità di essere aiutati. Per questo motivo è necessario l’intervento di risorse e

strategie di tipo pubblico

 le azioni di formazione professionale assumono come ipotesi fondante che il lavoro sia un imprescindibile

fattore di inclusione per le persone, allo stesso modo la formazione professionale considera il lavoro un fattore

assolutamente centrale per lo sviluppo del territorio oppure delle organizzazioni

Tre tipi di formazione professionale più comuni nella realtà:

 formazione professionale di tipo addestrativo , finalizzata a rendere i soggetti capaci di eseguire compiti

lavorativi o attività le cui caratteristiche si possono predefinire e individuare con precisione

 formazione professionale al ruolo, coerente con organizzazioni del lavoro che riconoscono l’importanza del

fattore umano nei processi di lavoro. La formazione professionale si confronta in questo caso con contenuti che

riguardano la dimensione del come un certo insieme di attività viene svolto e non solo quella delle attività

operative che danno a esso forma e sostanza.

 formazione professionale di tipo aperto , i cui interventi sono progettati per linee generali e si definiscono

nel dettaglio e in maniera compiuta nel corso del loro svolgimento , in interazione con gli specifici contesti di

riferimento e con il sistema di attori che determina la loro attuazione.

Valutare un intervento di tipo sociale significa attribuirvi un valore ( può essere commisurato alla capacità

dell’intervento di rispondere ai bisogni o alle domande del sistema degli attori che sono a esso e da esso interessati

oppure può essere definito sulla base della capacità dimostrata dall’azione di modificare la situazione di contesto sulla

quale doveva intervenire)

Qualunque valutazione di un processo formativo implica l’adozione di specifici riferimenti o regole chiamati “criteri”.

Nel contesto de

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
18 pagine
3 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/06 Psicologia del lavoro e delle organizzazioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher PsychoR3v di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Depolo Marco.