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6. APPRENDIMENTO ASSOCIATIVO E COGNITIVO

L’apprendimento è definito come un cambiamento nel comportamento

relativamente permanente che avviene come risultato dell’esperienza.

Esistono due tipi principali di apprendimento: non associativo e

associativo. L’apprendimento associativo implica l’apprendimento delle

relazioni tra gli eventi. E’ il processo in funzione dell’esperienza, in cui i

diversi elementi mentali sono combinati fra loro per produrre un’idea, un

ricordo, un’azione. Si apprende un’associazione tra due stimoli, o un

comportamento o uno stimolo. Esso include il condizionamento

operante. Entrambi implicano la formazione di associazioni, cioè

l’apprendimento che certi eventi si verificano insieme. Nel

condizionamento operante, l’organismo apprende che la sua risposta avrà

una particolare conseguenza. L’uomo apprende anche osservando le

azioni degli altri, immagazzinando la rappresentazione del

comportamento e il suo esito e, sulla base di esperienze precedenti,

prevede l’esito di un comportamento di cui non abbia avuto ancora

alcuna diretta esperienza. Questo processo fa parte dell’apprendimento

cognitivo e mette in gioco attività cognitive superiore come formazione di

concetti e previsione di soluzione di problemi.

7. SONNO E DISTURBI

Quando i problemi del sonno portano ad un deterioramento cronico delle

attività giornaliere, alla persona in questione può essere diagnosticato un

disturbo del sonno. Eccone alcuni esempi:

 Insonnia: difficoltà cronica di addormentarsi o continuare a dormire.

E’ un problema complesso che non coinvolge solo la notte ma si

ripercuote su tutta la giornata. Durante il giorno il soggetto avrà

sintomi come spossatezza, disturbi alla memoria, depressione, ansia

e sonnolenza persistente.

 Narcolessia: attacchi di sonnolenza irresistibili e ricorrenti e può

addormentarsi in qualsiasi momento. E’ un disturbo molto raro. E’

l’intrusione di episodi REM nelle ore del giorno. Durante gli attacchi,

i pazienti entrano rapidamente nello stato REM, così rapidamente

che possono perdere il controllo muscolare e cadere per terra prima

di riuscire a distendersi.

 Apnea: l’individuo cessa di respirare mentre dorme. Ci sono due

possibili cause degli attacchi di apnea: 1. Il cervello non manda un

segnale di “respiro” al diaframma e agli altri muscoli respiratori,

provocando così l’arresto della respirazione. 2. I muscoli alla

sommità della gola si rilassano troppo occludendo parzialmente la

via aerea e costringendo i muscoli respiratori a contrarsi con più

forza per far entrare aria, con conseguente collasso delle vie aeree.

In un episodio di apnea, il livello di ossigeno del sangue cede in

modo drammatico, costringendo l’organismo a secernere ormoni di

emergenza. Questo provoca il risveglio.

8. CONDIZIONAMENTO CLASSICO E OPERANTE

Ivon Pavlov ha messo a punto uno dei modi più antichi per studiare

l’apprendimento: il paradigma del condizionamento classico. Nel

condizionamento classico vengono associate delle risposte automatiche a

degli stimoli che inizialmente non provocano alcuna risposta, oppure

provocano risposte diverse. Pavlov nei suoi esperimenti misurava la

salivazione dei cani in risposta al cibo. Qualsiasi cane saliva quando gli

viene posizionato del cibo in bocca. I cani nel suo laboratorio iniziavano a

salivare semplicemente alla vista del piatto do cibo. Il riflesso naturale che

porta il cane a salivare quando vede il cibo è chiamata risposta

incondizionata. La tecnica del condizionamento si basa sul presupposto

per cui se associamo uno stimolo condizionato (può essere un suono,

un’immagine) allo stimolo condizionato (il cibo), il cane tenderà ad

associare i due stimoli e ad attribuire loro lo stesso significato. Nella

tecnica di condizionamento classico si parla di risposta incondizionata

quando ci si riferisce alla risposta (in questo caso la salivazione) prodotta

dallo stimolo incondizionato (il cibo). Si parla di risposta condizionata

quando ci si riferisce alla risposta prodotta dallo stimolo condizionato (es.

un suono).

Skinner invece inventò il paradigma del condizionamento operante. Qui

certi comportamenti sono appresi perché operano sull’ambiente. Il

condizionamento operante prevede l’apprendimento che un particolare

comportamento conduce ad un particolare risultato. Lo strumento

sperimentale usato in questo paradigma era la Skinner box: una gabbia in

cui la cavia poteva esplorare liberamente l’ambiente. All’interno della

gabbia c’è solo una barra sporgente sotto la quale si trova un piatto per il

cibo. La cavia (il ratto) ispeziona la barra e la spinge. La forza con cui il

ratto spinge la barra la prima volta rappresenta il livello base di pressione.

Dopo ciò, lo sperimentatore mette in funzione un contenitore di cibo

situato fuori dalla gabbia. Ogni volta che il ratto spinge la barra, nel piatto

cade una pallina di cibo. La mangia e rispinge la barra. Se il contenitore di

cibo viene disinserito, così che la pressione della barra non provoca più la

caduta del cibo, la frequenza della pressione tende a diminuire. Per cui,

una risposta condizionata è soggetta ad estinzione se non vi è rinforzo. Il

condizionamento operante aumenta la probabilità di una risposta,

facendo eseguire il comportamento da un rinforzo.

9. APPRENDIMENTO LATENTE.

L’apprendimento latente fu introdotto da Edward C. Tolman nel 1930. Egli

dimostrò che nonostante gli animali stessero apprendendo, in realtà il

loro comportamento non cambiava in modo corrispondente. In un suo

tipico esperimento, i ratti imparavano a percorrere un labirinto piuttosto

complicato. Un gruppo di ratti veniva ricompensato con del cibo per

avere trovato l’uscita del labirinto. Essi mostravano miglioramenti. Un

secondo gruppo di ratti invece, non veniva inizialmente ricompensato e

non mostrava molti miglioramenti, eccetto quando gli veniva introdotta

una ricompensa. I ratti del secondo gruppo possederono una “conoscenza

latente” del labirinto, espressa solo al momento della ricompensa.

Tolman arrivò alla collusione che la capacità del ratto di correre lungo un

labirinto complesso era dovuta anche allo sviluppo da parte del ratto di

una “mappa cognitiva”, una rappresentazione mentale del tracciato del

labirinto. Questo apprendimento avviene nonostante l’animale non sia

rinforzato.

10. MEMORIA EPISODICA, DICHIARATIVA, PROCEDURALE

La memoria a lungo termine (MLT) comprende la memoria procedurale e

dichiarativa. La memoria procedurale riguarda le azioni apprese e le

risposte condizionate fondamentali (es. come aprire una porta), ricordi

che possono essere espressi solo sotto forma di azioni. Si pensa che tutti

questi ricordi siano conservati nelle aree sottocorticali del cervello, nel

cervelletto e non si ha consapevolezza di quando e come queste azioni

siano state apprese. Tutti questi elementi automatici sono fondamentali

per condizionamento, apprendimento e per la memoria di abilità. Nella

memoria dichiarativa vengono immagazzinate informazioni come nomi,

volti, pensieri, parole e date. Si esprimono sotto forma di simboli, lettere

o parole e non azioni. Questo tipo di memoria è quella che viene a

mancare ai pazienti affetti da amnesia, essi perdono la capacità di

ricordare nomi di persone, familiari o di parole che appartengono alla

quotidianità. La memoria dichiarativa si divide in semantica ed episodica.

Per semantica si intende quella parte di memoria che si occupa di

ricordare eventi, fatti e nomi che difficilmente verranno dimenticati

(come il nome delle stagioni), occupa gran parte della MLT. La memoria

episodica racchiude ricordi riguardanti eventi collocati in una precisa

dimensione spazio – temporale. Nella memoria episodica si trova la

memoria autobiografica, dove sono contenuti i ricordi legati ad

esperienze strettamente personali. I ricordi episodici vengono dimenticati

più facilmente rispetto a quelli semantici, ma generalmente vengono

trasformati in conoscenze semantiche, infatti inizialmente ricorderemo

quando e dove abbiamo appreso il nome di qualcosa, ma con il passare

del tempo questo ricordo svanirà e rimarrà soltanto il nome all’interno

della memoria semantica.

11. MEMORIA DI LAVORO E MODELLO MDL DI BADDELEY E HITCH

Nel 1974 gli psicologi A. Baddeley e G.Hitch introdussero il modello della

Working Memory o memoria di lavoro, per mettere in risalto il ruolo

attivo che la memoria a breve termine ha sui processi cognitivi.

Attraverso la tecnica del doppio compito dimostrarono che la memoria a

breve termine in realtà è multicomponenziale: i soggetti dovevano

svolgere due compiti diversi simultaneamente, uno di ragionamento

logico ed uno di calcolo. Se la MBT fosse stata sul serio unitaria ciò

avrebbe implicato che i soggetti non avrebbero potuto svolgere entrambi

i compiti contemporaneamente ma che un compito avrebbe impedito lo

svolgimento dell’altro. Ma ciò non avvenne e si dimostrò che il calcolo

rallentava il ragionamento ma non lo impediva. Quindi constatarono che

la MBT in realtà somiglia più ad un banco di lavoro quando è associata ad

altri processi mentali per la risoluzione di compiti. Secondo il loro

modello, la MDL è composta da un circuito fonologico che elabora ed

immagazzina informazioni linguistiche ed un taccuino visuo – spaziale che

elabora ed immagazzina informazioni visive e spaziali. Queste due

componenti vengono controllate da un Esecutivo centrale, il quale dirige

l’attenzione e coordina le varie informazioni derivanti dai due

sottosistemi per poi svolgere delle operazioni mentali. Successivamente

Baddeley aggiunse una quarta componente, il buffer episodico, la cui

funzione è quella di associare le informazioni immagazzinate dal taccuino

visuo – spaziale a quelle immagazzinate dal loop articolatorio (così per

esempio è spiegato come si può associare il viso di una persona al suo

nome).

12. CONCETTO, CATEGORIE

 Il concetto rappresenta un’intera categoria di oggetti o eventi

correlati con le loro caratteristiche tipiche e le proprietà attribuibili

ad esse. I concetti servono ad alcune delle più importanti funzioni

mentali, come per esempio la divisione del mondo in unità

manipolabili, tipico dell’economia cognitiva, o per stabilire

continuità tra l’esperienza passata e presente e per sopravvivere. La

categorizzazione è il processo di assegnazione di un oggetto ad un

concetto. Quando si applica questo processo, l’ oggetto in questione

viene trattato come se av

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A.A. 2018-2019
14 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pirovano.95 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Penna Maria Pietronilla.