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CAPITOLO 6 LA PSICOLOGIA INFANTILE DI MELANIE KLEIN

CONCETTI GENERALI (biografia intellettuale) Melanie Klein, in realtà Melanie Reizes,

nacque a Vienna nel 1882 e la sua giovinezza fu caratterizzata da una serie di lutti familiari

che lasciarono in lei una traccia profonda: la morte della sorella, del padre, del fratello e del

figlio Hans, morto suicida. Perdite, dolore e solitudine accompagneranno la Klein per tutta la

vita e furono al centro della sua riflessione teorica. Melanie intraprese gli studi di Medicina,

che non portò a termine, e in seguito alla morte della madre entrò in uno stato di profonda

depressione. La Klein si occupò principalmente di bambini; morì nel 1960.

CONTRIBUITI INNOVATIVI E DIFFERENZE CON FREUD Melanie Klein è stata tra le

personalità più creative e considerata tra i maestri fondatori del panorama psicoanalitico,

che ha permesso di allargare i confini e le prospettive. Ha contribuito allo sviluppo dell'analisi

infantile, di cui ha messo a punto la tecnica e il suo lavoro teorico segue il tracciato

freudiano. Tuttavia le differenze tra Freud e la Klein restano profonde: il primo è figlio della

cultura tedesca, mentre la seconda è una donna inquieta, senza un bagaglio culturale

adeguato, ma dotata di un intuito geniale e di un carattere ferreo.

INTRODUZIONE ALL'ANALISI INFANTILE La tecnica dell'analisi infantile, definita analisi

del gioco, ha rappresentato un'innovazione nel campo della psicoanalisi, poichè ha

consentito di esaminare bambini piccoli, che fino a quel momento erano stati esclusi, e ha

permesso di accedere a un materiale che ha apportato dei contributi notevoli sia alla teoria

che alla clinica psicoanalitica.

IL GIOCO: UNA TRACCIA FREUDIANA Fino a Melanie Klein il gioco non era stato oggetto

di una riflessione sistematica in campo psicoanalitico. Fu Freud ad offrire degli inizi destinati

a essere poi sviluppati. Lo scienziato considera il gioco come un'azione sintomatica.

Tuttavia, un'interpretazione simbolica del gioco fu effettuata quando Freud svelò il significato

del gioco del rocchetto fatto dal suo nipotino. Si tratta di un bambino di un anno e mezzo, il

quale aveva l'abitudine di gettare lontano da sè tutti gli oggetti e di accompagnare questo

gesto con un "o-o-o" carico di soddisfazione. Freud scoprì che questo suono non era privo di

significato, ma significava "fort", cioè "via". Il senso di questo gioco era connesso alla

rinuncia al soddisfacimento pulsionale, rinuncia che consisteva nel permettere senza

proteste che la madre si allontanasse. Il bambino, tramite il gioco, metteva in scena lo

scomparire e il riapparire della madre avvalendosi del rocchetto, il quale diventa un sostituto

simbolico della madre. Da ciò la Klein intraprese la via che aprì nuovi orizzonti alla tecnica e

alla teoria.

I FONDAMENTI DELL'INSEGNAMENTO KLEINIANO (il gioco e il sogno) Alla

Klein apparve chiaro che il gioco, come il sogno, era da considerarsi una

manifestazione dell'inconscio e per essere compreso deve essere analizzato. La

Klein con la tecnica del gioco, sottolinea come l'attività ludica, come quella onirica,

produce una scena caratterizzata da un proprio linguaggio simbolico che deve

essere decifrato. Questo linguaggio non è verbale ma, è composto da elementi

pittografici, ideogrammatici ecc.... La scena del gioco, come quella del sogno, ha i

caratteri di una teatralizzazione in cui si rappresenta il mondo intero; è qui che si

dispiegano i meccanismi principali del gioco: invenzione dei personaggi e

attribuzione dei ruoli. La personificazione consiste non solo nel fatto che un

giocattolo può assumere il ruolo di una figura reale o immaginaria, ma riguarda

anche le stesse istanze psichiche di cui Freud parla nella seconda topica, cioè l'Io,

l'Es e il Super-Io. Inoltre, la personificazione può coinvolgere lo stesso analista,

costituendo la base transferale: per esempio il bambino può assumere il ruolo

dell'adulto e l'analista di bambino. Il gioco del bambino esprime, proprio come il

sogno, le sue fantasie, i suoi desideri e le sue esperienze reali che non possono

esprimersi direttamente, ma solo attraverso un linguaggio che le indichi in modo

indiretto. Inoltre sappiamo che la censura del sogno colpisce in modo elettivo le

fantasie sessuali e questo vale anche per il gioco dei bambini. E' interessante notare

che la Klein ci dice che un singolo giocattolo o un singolo particolare di un gioco

possono assumere più significati. L'interpretazione simbolica è solo una parte del

lavoro interpretativo, che consiste nell'esplicitare il senso di un singolo giocattolo.

Tuttavia bisogna interpretare i singoli elementi tenendo in considerazione l'insieme

delle associazioni libere che il bambino produce; quest'ultime,che sono verbali e non,

, hanno un ruolo fondamentale nella delucidazione del senso. Infine altro elemento

centrale del gioco è l'azione, che risulta decisamente dominante nel comportamento

infantile, poichè l'agire è più primitivo del pensiero. La Klein considera ciò un punto di

forza, poichè l'inconscio non è ancora completamente separato dalla coscienza, è

possibile coglierlo più che nell'analisi dell'adulto, a condizione di afferrare

correttamente le modalità di espressione del bambino.

LE CONDIZIONI DEL SETTING La possibilità di comprendere il modo di pensare e

di esprimersi del bambino, richiede un setting caratterizzato da condizioni precise.

L'analisi infantile deve essere condotta nello studio dell'analista e non a casa del

bambino; non si può ottenere un'autentica situazione analitica se non con

interpretazioni che escludono qualsiasi intervento di tipo pedagogico o rieducativo;

inoltre per la Klein anche il transfert negativo può e deve essere interpretato. Nulla di

quello che avviene nelle sedute è casuale, ma tutto è determinato da motivazioni

inconsce.

IL CONCETTO DI ORGANIZZAZIONE Per organizzazione, la studiosa intende una

maniera di relazionarsi all'oggetto, ovvero:

- organizzazione orale: incorporazione dell'oggetto senza distinzione di amore e odio,

anche se essa è sempre distruttiva;

- organizzazione anale: il rapporto con l'oggetto è tra i poli del trattenere e

dell'espellere e si sviluppa in due fasi: nella prima fase anale l'oggetto viene espulso

(per esempio cambiando continuamente oggetti); nella seconda l'obiettivo è

trattenere l'oggetto e averne il controllo.

- organizzazione edipica: spostando l'Edipo sempre più indietro, esso avrà una

coloritura sadico-orale o sadico-anale. La fantasia di aggressione del corpo materno

e del suo interno, insieme con il senso di colpa, troveranno sistemazione con

l'intervento della pulsione epistemofilica (desiderio di imparare).

COMPLESSO EDIPICO E SUPER-IO PRECOCE Per la Klein l'inizio del complesso

di edipo si verifica tra la fine del primo anno e l'inizio del secondo e la prima

innovazione sta, nello spostare sempre più indietro l'inizio del complesso edipico e

collocandolo in tenera età, la studiosa opera una seconda innovazione: l'instaurarsi

precoce del Super-Io. Quest'ultimo coincide con le fantasie sadiche peculiari del

bambino. Le tendenze edipiche sono presente sin dalla fase orale e da quella anale,

e il loro destino è diverso nei due sessi. Il maschietto abbandona la posizione

recettiva orale e anale per una posizione penetrativa e genitale, mantenendo però

l'oggetto originario, cioè la madre. La femminuccia non muta la meta pulsionale che

resta recettiva, ma solo l'oggetto che diviene il padre. E' soprattutto il senso di colpa

a rappresentare l'indice della presenza del Super-Io. Nella Klein si tratta di un Super-

Io primitivo che si forma mentre sono al massimo della loro attività le pulsioni sadico-

orali e sadico-anali. La formazione del Super-io inoltre ha a che fare con spinte

pulsionali quanto mai variegate e distruttive.

LA FANTASIA INCONSCIA Il gioco simbolizza un'attività fantastica, di conseguenza

la Klein fa della "fantasia inconscia" un elemento centrale della costruzione della

realtà interna e un insostituibile strumento di comprensione del mondo, svolgendo un

ruolo di tramite tra mondo interno e realtà esterna. La fantasia inconscia,

l'appagamento allucinatorio, accompagna tutte le attività del bambino e sottende

costantemente tutta l'esperienza soggettiva. La fantasia si esplica a vari livelli: dal

registro corporeo a quello mentale.

FANTASIA INCONSCIA E CORPO Ciò che rende la fantasia importante è il suo

radicamento nel corpo: la fantasia nascerebbe da bisogni corporei, restando legata

alle specifiche zone erogene (i desideri orali danno origine a fantasmi orali di

mordere e di strappare ecc). Per esempio, un bambino affamato percepisce una

presenza che lo aggredisce dal di dentro, diventando una presenza negativa; nel

momento in cui la madre soddisfa tale bisogno, l'oggetto interno diventa buono

(interno perchè il bambino non riconosce la madre come qualcosa di altro da sè).

Resta dunque un legame tenace tra fantasie e corporeità.

FANTASIA INCONSCIA E NARCISISMO La psicoanalista escludeva l'esistenza di

un narcisismo primario, collocando la relazione con gli oggetti parziali all'origine

dell'esistenza. Inoltre anche la relazione con le parti del proprio corpo o con sè stessi

rappresenta una presenza oggettuale: nella prima fase della vita le parti corporee

sono cariche di sentimenti e sono vissute come presenze rassicuranti o minacciose.

LA TEORIA DELLE PULSIONI (il concetto di posizione) La Klein ha individuato un

modello di sviluppo centrato sulle posizioni, che non sono date o raggiunte e/o

superate una volta per tutte, ma tra loro vi è un'oscillazione, un movimento che non

riguarda solo i primi stadi dello sviluppo. Le due posizioni sono quella schizo-

paranoide e quella depressiva. Quando qualifichiamo una posizione ci riferiamo a

una certa qualità dell'angoscia cui corrispondono determinati meccanismi di difesa

(scissione e proiezione nell0una, maniacali e riparativi nell'altra) che è in relazione

con la situazione e la possibilità dell'Io, nonchè con la natura delle relazioni

oggettuali (frammentarie nel primo caso e unificate nel secondo) . Infine, le due

posizioni si caratterizzano anche per la modalità in cui le relazioni d'amore e d'odio

con gli oggetti si rapportano tra loro: nella prima esse sono tenute scisse (l'oggetto

amato da una parte e quello odiato dall'altra), nella posizione depressiva, invece, le

relazioni amorose e quelle di odio tenderanno a unifi

Dettagli
A.A. 2011-2012
36 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nicoletta.abramo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Velardi Andrea.