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XIX
risale al secolo, quando questa teoria fu proposta da Thomas Young. Il metodo di creare colori, viene detto mescolanza di colori
von Helmoltz).
(Hermann
I milioni di sfumature di colore che gli esseri umani riescono a percepire sono il prodotto sia della lunghezza d’onda della luce, che
della mescolanza di lunghezze d’onda che uno stimolo assorbe o riflette.
La luce che colpisce la retina provoca un pattern di risposta in ognuno dei tre tipi di coni, del blu, del verde e del rosso. Un tipo
risponde alle lunghezze d’onda più corte (bluastre), il secondo tipo alle lunghezze d’onda medie (verdastre), il terzo tipo alle
lunghezze d’onda lunghe (rossastre).
rappresentazione tricromatica
La del colore, indica che il pattern della risposta mediata dai tre tipi di coni, fornisce un codice
specifico per ogni colore.
Una malattia genetica che porta all’assenza di uno dei tipi di coni, provoca un deficit della visione cromatica, che viene definito
“cecità ai colori”,
spesso ma in effetti le persone a cui manca un solo tipo di cono riescono ancora a distinguere molti colori.
sistema di opponenza cromatica,
Il indica coppie di neuroni visivi che funzionano in antagonismo.
Parte dell’elaborazione visiva avviene nella retina. Il nervo ottico di ciascun occhio si dirige al nucleo genicolato laterale, situato nel
talamo (il talamo riceve l’input da tutti i sensi tranne che dall’olfatto). Da lì, il segnale visivo viaggia verso la parte posteriore del
V1, corteccia visiva primaria.
cervello, verso l’area ossia l’aria del lobo occipitale che contiene la Qui le informazioni
mappate
vengono per offrire una rappresentazione completa della scena visiva.
percezione della forma degli oggetti,
Una delle funzioni prioritarie della visione, è la la quale dipende dalla posizione e
▪
dall’orientamento dei margini di un oggetto, di cui si occupa l’aria V1.
quella ventrale e quella dorsale (detta via del come, o via del dove).
Le vie visive sono due:
Un sistema visivo forma un percorso che dalle aree visive occipitali si dirige al lobo temporale inferiore. La via ventrale ci consente di
identificare ciò che vediamo. Una seconda via interconnessa, parte dal lobo occipitale e attraversa la regione superiore del lobo
temporale, dirigendosi alle regioni parietali. Questa via dorsale ci permette di localizzare gli oggetti, seguire i movimenti e muoverci in
relazione ad essi.
Una paziente subì un danno cerebrale permanente di seguito all’esposizione a livelli tossici di monossido di carbonio. Tali danni
colpirono la regione della corteccia occipitale (una parte della via ventrale), che permette di riconoscere gli oggetti. La paziente,
difatti, non riusciva a distinguere correttamente gli oggetti attraverso la vista, tuttavia attraverso il tatto ci riusciva ugualmente. Questo
fatto suggerisce che era stata danneggiata solo la rappresentazione visiva e non la memoria degli oggetti.
agnosia della forma,
Questo danno cerebrale appartiene ad una categoria detta l’incapacità di riconoscere gli oggetti attraverso la
vista.
Altri pazienti subirono invece, dei danni alla sezione parietale della via dorsale, ed ebbero difficoltà ad usare la vista per guidare i
atassia ottica.
movimenti finalizzati a raggiungere e afferrare gli oggetti. Questa condizione è definita
Dopo diversi studi condotti durante il XX secolo in merito ai meccanismi percettivi, si è giunti all’elaborazione di un principio
costanza percettiva.
fondamentale, quale quello della Tale principio afferma che anche quando gli aspetti dei segnali sensoriali
cambiano, la percezione rimane costante. Questo principio generale spiega il motivo per cui riusciamo a riconoscere ugualmente le
persone che conosciamo, nonostante modifichino parte del loro aspetto fisico.
I principi della Gestalt caratterizzano molti aspetti della percezione umana. Tra quelli principali ricordiamo le regole
dell’organizzazione percettiva, le quali stabiliscono i principi per l’integrazione delle caratteristiche elementari degli oggetti.
Semplicità: la spiegazione più semplice è di solito la migliore. Questa idea è alla base del principio della Gestalt, detto
Pregnanz, o legge della pregnanza, secondo cui messo a confronto con due o più possibili interpretazioni della forma di un oggetto,
il sistema visivo tende a scegliere l’interpretazione più semplice e più probabile.
Chiusura : tendiamo a inserire gli elementi mancanti di una scena visiva.
Continuità: i margini o i contorni che hanno lo stesso orientamento, tendiamo a raggrupparli insieme a livello percettivo
(buona continuazione).
Somiglianza: aree che si assomigliano per colore, luminosità o forma vengono percepite come appartenenti allo stesso
oggetto. Vicinanza: oggetti che si trovano vicini tendono ad essere raggruppati insieme.
Movimento comune: elementi di un’immagine visiva che si muovono insieme vengono percepiti come parti di un unico
oggetto in movimento.
La percezione, come affermato in precedenza, è l’organizzazione immediata delle informazioni sensoriali, nonché l’impressione
diretta della presenza di forme presenti nella realtà ambientale.
In ambito percettivo possiamo rintracciare meccanismi che vengono definiti “bottom up”( dall'alto verso il basso) e “top down” (dal
basso verso l'alto). bottomup,
Nella progettazione le parti individuali del sistema sono specificate in dettaglio (processo di base vicino alla
topdown,
sensorialità) ; nel modello invece, è formulata una visione generale del sistema senza scendere nel dettaglio di alcuna
delle sue parti (processo lontano dalla sensorialità, dato dalla cultura, dalle idee).
“segmentazione del flusso delle informazioni”,
I Gestaltisti parlano di ossia di un meccanismo che avviene, ad esempio, nel
momento in cui parliamo. Segmentare significa suddividere determinati flussi di stimolazione. La segmentazione è un fenomeno
percettivo che riguarda tutte le modalità sensoriali.
Nell’ambito della stessa psicologia Gestaltista, è stato individuato il fenomeno dell’ “inclusione”, nonché del meccanismo figura
sfondo: se una figura è inclusa in un’altra, vedremo la parte inclusa come figura e l’altra come sfondo (Legge dell’inclusione).
“figure reversibili”,
La Gestalt, in quanto psicologia della “forma”, si è occupata dell’elaborazioni di nelle quali agivano meccanismi
bottomup e topdown.
Nella visione di tali figure, i meccanismi bottomup agiscono come meccanismi di base, ossia come quelli che ci consentono,
semplicemente, di considerare le figure stesse.
I meccanismi topdown, invece costituiscono la nostra attribuzione alle figure osservate.
La percezione non fa capo a teorie unitarie, tant’è che alcune di esse riportano a quesiti di ordine filosofico.
Gestalt “Teoria
Pur non fornendo elementi di tipo neuropsicologico, anche la ha formulato teorie relative alla percezione, in primis la
percettiva della Gestalt” (“non c’è figura senza sfondo e viceversa”).
L’organizzazione percettiva è uno strumento per riconoscere gli oggetti attraverso la vista. Ciò significa, in termini Gestaltisti,
distinguere una figura dallo sfondo in cui si trova. Un altro passo importante per il riconoscimento dell’oggetto è l’attribuzione del
contorno. di Rubin”,
Edgar Rubin, psicologo danese, si basò su questo principio per ideare una famosa illusione ottica, detta“Vaso o più in
generale relazione reversibile figurasfondo. all’immagine mentale,
Secondo la teoria del riconoscimento degli oggetti in base un oggetto visto in precedenza viene conservato
template (stampo),
nella memoria e va a costituire un ossia una rappresentazione mentale che può essere confrontata direttamente
con la forma di un oggetto nella sua immagine retinica.
La teoria del riconoscimento di oggetti in base alle loro parti propone che il cervello decostruisca gli oggetti osservati in un insieme
delle loro parti.
Un importante teoria sostiene che gli oggetti sono conservati nella memoria come descrizioni strutturali, ossia una sorta di alfabeto di
“geoni” (ioni geometrici),
elementi geometrici detti che si combinano per formare gli oggetti, come le lettere si combinano per
formare le parole.
Gli oggetti dell’ambiente esterno sono organizzati in tre dimensioni: lunghezza, altezza e profondità.
indizi monoculari di profondità,
Gli sono elementi di una scena che forniscono informazioni sulla profondità, quando sono
osservati con un solo occhio. Tali indizi si basano sul rapporto tra distanza e grandezza.
Quando osservate immagini di persone o di cose che conoscete l’oggetto che percepite come più piccolo vi appare più lontano. Con
una leggera manipolazione dell’immagine la differenza relativa di grandezza proiettata sulle vostre retine è maggiore di quanto in
effetti percepiate.
Gli indizi monoculari sono chiamati anche indizi pittorici, perché presenti anche nei dipinti, nelle foto o nei video bidimensionali, in cui
la profondità manca del tutto.
La prospettiva lineare indica il fenomeno secondo cui le linee parallele sembrano convergere con l’aumentare della
distanza. Il gradiente di tessitura si ha quando si osserva la superficie con un pattern più o meno uniforme perché la grandezza
degli elementi che costituiscono il pattern diminuisce man mano che la superficie si allontana dall’osservatore.
La sovrapposizione si verifica quando un oggetto blocca in parte la vista di un altro.
L’altezza relativa nell’immagine, dipende dal campo visivo. Gli oggetti più vicini si trovano più in basso nel campo visivo,
mentre gli oggetti lontani più in alto.
Più vicino è l’oggetto che state guardando, maggiore è la disparità binoculare, ossia la differenza nelle immagini retiniche dei due
occhi, che è fonte di informazione sulla profondità. Wheatstone,
Essa fu studiata per la prima volta nella metà dell’800 da il quale inventò lo stereoscopio.
Quando viaggiamo, gli oggetti vicini sembrano sfrecciare velocemente, quelli lontani sembrano non muoversi o camminare
paralasse di movimento,
lentamente. Questo fenomeno è detto un indizio della profondità che si basa sul movimento della testa nel
tempo. flusso ottico,
Anche il ossia il pattern che accompagna il movimento in avanti dell’osservatore attraverso una scena, è una forma di
paralasse di movimento. illusioni, errori di percezione.
Tutti quanti siamo vulnerabili ad ossia Questi errori mentali ispirarono gli psicolog