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L’organismo risponde a questo tipo di attivazione fisiologica con una reazione
successiva di segno opposto, cioè in seguito all’attivazione del simpatico viene
attivato anche il sistema parasimpatico che interviene nel controllo e nel
attenuare la risposta fiologica. Questo meccanismo è orientato al
mantenimento dell’omeostasi ed ha un valore adattivo. I meccanismi delle
reazioni fisiologiche sono stati studiati da James e Lange con la teoria
viscerale o periferica delle emozioni la quale sostiene che le reazioni
fisiologiche emotive non siano la conseguenza bensì la causa della percezione
soggettiva dell’emozione. Ciò significa ad esempio che proviamo paura perché
nel nostro organismo si innescano le reazioni fisiche sopra descritte e il
vissuto emozionale sarebbe l’interpretazione cognitiva di tali reazioni. Tale
teoria si dice periferica proprio perché il punto di partenza dell’emozione
risiede nelle modificazioni fisiologiche indotte dal sistema nervoso periferico.
Viceversa la teoria di Cannon sostiene che attivazione fisiologica e
l’esperienza soggettiva dell’emozione avvengano in modo simultaneo e che il
sistema nervoso centrale in particolar modo l’ipotalamo sia coinvolto in questo
meccanismo parallelo. Il “percorso” cerebrale dell’emozione è stato
individuato verso la metà del 900 da Papez: dall’ ipotalamo , la zona più
profonda e primitiva , l’informazione viene elaborata nel sistema limbico
attraverso il circuito di papez infine trasferita nelle aree associative per
divenire rappresentazione cognitiva cosciente.Infine la teoria del Juke box di
Schachter sostiene che affinché un individuo per esperire soggettivamente
un’emozione alla percezione dello stimolo segua un’attivazione fisiologica e
contemporaneamente egli gli attribuisca un’etichetta cognitiva ovvero che
l’evento venga interpretato, elaborato e gli si assegni un significato.
Le diverse posizioni finora citate sono oggi superate : le emozioni più semplici
e “filogeneticamente meno evolute”ad esempio la paura necessitano di una
reazione dell’individuo immediata e producono reazioni istantanee, quelle
invece più complesse e tipiche quindi dell’uomo come il senso di colpa hanno
tempi di reazione più lunghi perché lo stimolo ha deve essere interpretato e
valutato razionalmente. Queste ultime , sostiene Scherer, vengono sottoposte
ad un processo di interpretazione gerarchico chiamato “controllo cognitivo”:
viene valutato il grado novità cioè se l’evento era atteso o inaspettato; il grado
di piacevolezza e di spiacevolezza; la valutazione della conduttività dei fini o
degli scopi cioè se l’evento favorisce o ostacola il raggiungimento di un
obiettivo; valutazioni delle proprie capacità e potenzialità di saper controllare
l’evento, di reagire ad esso o saper ristrutturare gli obiettivi; infine valutazione
del grado dell’evento con le norme sociali e con il concetto di sé.
Queste valutazioni guidano l’interpretazione e la percezione dell’evento nella
qualità e nella potenza dell’emozione. Una branca della psicologia, la
psicologia della salute, si occupa di osservare l’incidenza che alcuni eventi
hanno sulla salute fisica e psicologica dell’uomo. Tali eventi vengono definiti
stressor e provocano nell’uomo un’attivazione fisiologica e psicologica che in
taluni casi possono essere deleteri per l’individuo. Seyle nella sindrome
generale d’adattamento descrive un modello di reazione agli agenti stressanti
indipendentemente dal tipo di stressor. Il primo step è la fase di allarme nella
quale l’individuo reagisce reperendo tutte le proprie risorse e si prepara alla
lotta o alla fuga; la seconda fase è quella di resistenza in cui lo sforzo si
prolunga nel tempo e richiede un notevole investimento di energie infine la
fase di esaurimento in cui le forze dell’individuo terminano, debilitandolo.
Naturalmente la reazione di ogni individuo è strettamente correlata alla
tipologia di stressor, dalle risorse in suo possesso e soprattutto dalla sua
personalità. Numerose ricerche hanno evidenziato che l’evento considerato più
stressante e che provoca maggiori conseguenze è la morte del coniuge. Le
modalità con cui si reagisce agli eventi ambientali vennero definite nel1986 da
Folkman stili di coping e cioè tutti gli sforzi cognitivi e comportamentali
utilizzati dall’individuo per attenuare , gestire e tollerare le richieste che si
generano dall’interazione dell’individuo con l’ambiente e che vengono
considerate eccessive rispetto alle risorse che l’individuo stesso ritiene di
possedere. Le strategie di coping hanno lo specifico compito di proteggere
l’individuo in quanto sono finalizzate al reperimento di risorse interne ed
esterne. Kobasa descrisse una delle più grandi risorse interne: l’Hardiness e
cioè la forza, la resistenza personale che si manifesta nella capacità di
affrontare gli eventi con sensazione di controllo, impegno e sfida. Appartiene
invece alla categoria delle risorse esterne la ricerca del sostegno sociale,
ovvero la vicinanza fisica e psicologica di persone significative che vadano a
formare una rete, un cuscinetto protettivo contro gli effetti dannosi dello stress.
Minori sono tali risorse maggiori sono i rischi che gli eventi provochino danni
all’individuo che non sono solo psicologici ma anche fisici,infatti la frequente
e costante esposizione a situazioni negativi abbassano le difese immunitarie e
predispongono l’organismo a malattie psicosomatiche.
Darwin approfondì invece l’aspetto comportamentale o espressivo delle
emozioni: secondo lo scienziato le emozioni sono il frutto dell’evoluzione
hanno un carattere adattivo, sono universali uguali per tutte le razze e si sono
sviluppate per favorire la comunicazione tra i membri di una stessa specie.
Dalle più recenti ricerche si è potuto osservare che non solo le espressioni