vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
La teoria dei modelli mentali tiene conto del nostro modo di ragionare e del fatto
che siamo programmati per sbagliare. Componente essenziale del pensiero è il
ragionamento, che può essere induttivo o deduttivo. La nostra mente segue il
principio della verità: poiché la memoria di lavoro è limitata, si scartano le
informazioni false. Nella vita quotidiana viene spesso denunciata come irrazionale
l’accettazione di due credenze o informazioni incoerenti, nel senso che se è vera una,
non può esserlo l’altra. Questo è il fenomeno dell’incoerenza. Il metaragionamento
riguarda il ragionamento altrui ed è importante nei rapporti sociali perché si può far
pensare alle persone ciò che si vuole che pensino. Ciò, a volte, rende difficile la
soluzione di problemi. Il problem solving è la capacità di affrontare e risolvere un
problema. Koler, che era un gestaltista, fece un esperimento con una scimmia chiusa
in gabbia che doveva raggiungere delle banane e aveva a disposizione solo dei
bastoncini. Li unì e raggiunse l'obiettivo attraverso un insight. Secondo i cognitivisti,
invece, le strategie per ridurre gli stati intermedi sono i metodi euristici, che usano
regole che permettono di affrontare e risolvere il problema al meglio. Uno dei modelli
euristici più potenti è l’analisi dei mezzi-fini, secondo cui si affronta un problema
distinguendo uno stato iniziale, di descrizione delle condizioni di partenza; uno stato
obiettivo, in cui si illustra l’obiettivo; degli operatori, per passare da uno stato
all’altro; e infine gli stati intermedi, applicando un operatore a uno stato per
raggiungere l’obiettivo. In contrapposizione agli euristici ci sono gli algoritmi, che
analizzano tutti gli stati fino a quello finale. Ci vuole più tempo ma sono più precisi.
Linguaggio
Il linguaggio è il mezzo che congiunge il pensiero al bisogno di comunicarlo. Secondo
il modello matematico di Shannon e Weaver, la comunicazione è un processo di
trasmissione di informazioni, col passaggio di un messaggio da un emittente,
attraverso un trasmettitore lungo un canale, a un ricevente, grazie a un ricettore.
L’emittente può trasmettere il messaggio in modi diversi, cifrandolo secondo un codice
(encoding); il ricevente, a sua volta, deve decifrare il segnale pervenuto,
decodificandolo correttamente (decoding). In questo modello è stata introdotta la
nozione di feedback, cioè il ritorno dell’informazione dal ricevente all’emittente,
consentendo la modifica di messaggi successivi.
Secondo il punto di vista semiotico, la comunicazione è connessa con la capacità di
produrre significati e il senso di essi, attraverso un diagramma di tre componenti: un
simbolo, il riferente, cioè l’oggetto o l’evento comunicato, e la referenza, cioè la
rappresentazione mentale.
Secondo il punto di vista pragmatico quando parliamo compiamo tre atti: di dire
qualcosa o locutori, nel dire qualcosa o illocutori, con il dire qualcosa o perlocutori.
Gli atti si dividono anche in diretti e indiretti. Nei primi la forza illocutoria del
parlante è trasmessa al significato letterale dell’enunciato. Nei secondi la forza
illocutoria deriva dai modi non verbali con cui è manifestato, come il tono, l’intensità e
il ritmo.
Secondo il punto di vista psicologico il comunicante si serve di due piani: livello di
notizia, cioè i contenuti che manifesta; livello di comando, cioè scegliere su quale
piano comunicativo prendere le cose. La comunicazione si articola sui contenuti e sulla
metacomunicazione, cioè l’interpretazione.
L’essere umano vive di significati, studiati secondo tre filoni. Il significato come
insieme di condizioni necessarie e sufficienti secondo cui esso è dato dal
rapporto fra linguaggio e realtà. Il significato consiste nell’affermare qualcosa di vero o
falso. In linea con questo approccio si è sviluppata la semantica a tratti, secondo cui
il significato è composto da tratti semantici necessari e sufficienti. Il significato
come valore, secondo cui esso è la possibilità per ogni parola di essere confrontata
con altre della stessa lingua. Il significato come prototipo, che ha dato vita alla
semantica cognitiva, secondo cui i significati fanno parte della struttura concettuale.
Nella prima versione il prototipo è stato definito come il migliore esemplare secondo il
principio di somiglianza e analogia. Si può far parte di una categoria senza esserne
ottimi esemplari. Infatti, l’appartenenza a una categoria richiede proprietà
essenziali e tipiche. Su tali considerazioni sorge la seconda versione di prototipo,
che si forma grazie alle proprietà tipiche possedute.
La comunicazione implica una pianificazione intenzionale e si distingue fra intenzione
informativa, cioè ciò che viene detto, e comunicativa, cioè ciò che si intende dire.
Questo processo è caratterizzato dalla forza dell’intenzione, cioè l’attenzione e
l’interesse del parlante su aspetti da condividere col destinatario. All’inizio degli studi
sulla comunicazione il ricevente era passivo fino all’introduzione del concetto di
reciprocità intenzionale, con cui la comunicazione è diventata un atto globale. Per
quanto concerne i suoni, abbiamo i fonemi, che svolgono funzione distintiva. Stringhe
di fonemi formano i morfemi. Assieme al linguaggio, gli esseri umani usano sistemi
non verbali. Il sistema vocale influenza qualsiasi enunciato dando significati diversi
secondo il modo in cui è detto. Il silenzio merita un posto a parte, poiché regolato da
una distribuzione asimmetrica di potere sociale. Il sistema cinesico comprende i
movimenti del corpo, del volto e degli occhi. La mimica facciale è un sistema
semiotico privilegiato. Anche i gesti costituiscono un sistema non verbale articolato in
diverse categorie: gesti iconici, che accompagnano il parlato; pantomima, che
rappresenta azioni o situazioni; emblemi o gesti simbolici; gesti motori; il
linguaggio dei segni, usato dai sordomuti. Il sistema prossemico e aptico sono
sistemi di contatto. La prossemica concerne la percezione, l’organizzazione e l’uso
dello spazio, l’aptica si riferisce ad azioni di contatto corporeo con l’altro.
Motivazione
La motivazione è un processo di attivazione dell’organismo per la realizzazione di
uno scopo. I riflessi rappresentano il sistema più semplice di risposta e sono
meccanismi innati, automatici e involontari, determinati e regolati da dispositivi
neurofisiologici. Svolgono una funzione di difesa contro stimoli nocivi o di regolazione
per l’equilibrio dell’organismo; gli istinti sono sequenze fisse e stereotipate di
comportamenti relativi a sollecitazioni ambientali. Verso la metà del ‘900, in
psicologia, furono elaborati i concetti di bisogno e pulsione. Il primo è una
condizione fisiologica di carenza e necessità; la seconda è uno stato di disagio e
tensione interna che l’individuo tende a eliminare o ridurre.
Le motivazioni possono essere primarie, connesse direttamente ai bisogni fisiologici,
e secondarie, connesse ai processi di apprendimento e influenzamento sociale. Le
motivazioni comportano l’elaborazione di un sistema di desideri da parte del
soggetto. Il desiderio è voler possedere ciò che piace o è utile per sé e nasce da una
carenza. Il sistema dei desideri è associato a quello dei valori, che danno importanza
a un oggetto o un evento. Maslow ha proposto una gerarchia dei bisogni, in base a
cui essi vanno soddisfatti prima che altri possano manifestarsi. Nella piramide
motivazionale, alla base ci sono i bisogni fisiologici, connessi con la sopravvivenza
fisica dell’organismo. Su questa base troviamo i bisogni di sicurezza, che
garantiscono all’individuo protezione e tranquillità. Emergono poi i bisogni di
appartenenza che soddisfano il bisogno di sentirsi parte di un gruppo. Seguono i
bisogni di stima, che riguardano l’essere rispettato e apprezzato per la produttività.
Infine ci sono i bisogni di autorealizzazione, cioè l’esigenza di realizzare la propria
identità. Secondo il comportamentismo i bisogni provengono dall’interazione tra
pulsione e abitudine. La prima fornisce la spinta per l'attivazione dell'organismo
creando un rapporto che dirige il comportamento. Secondo il cognitivismo, invece, le
motivazioni e i bisogni cambiano in rapporto alle informazioni dell’ambiente. Gli
individui agiscono per raggiungere il successo evitando l'insuccesso.
Un punto di vista differente spiega la motivazione come scopo. Ogni volta che un
individuo agisce, formula un piano per ottenere lo scopo prestabilito. Vi è, quindi, la
scomposizione in tanti sottoscopi, raggiungibili con strategie e soluzioni. Secondo
l’interazionismo, le motivazioni provengono dalle interazioni con gli altri e l’individuo
agisce in base alla rete relazionale in cui è inserito.
Analizzando le motivazioni secondarie, individuiamo tre bisogni: di affiliazione, di
successo e di potere. Il primo consiste nella presenza di altri per la loro compagnia e
per far parte di un gruppo. Il secondo consiste nella motivazione a fare le cose al
meglio per affermarsi. Il terzo è l’esigenza di esercitare la propria influenza e il proprio
controllo sugli altri. La cultura
La cultura nasce quando gli umani sono in grado d’inventare, usare e manipolare
simboli della realtà. Il proto linguaggio è un linguaggio telegrafico composto solo da
parole, privo di grammatica, utile nelle attività quotidiane. Il passaggio al linguaggio è
avvenuto grazie a una mutazione genica. L’attività umana, per raggiungere i propri
scopi, si serve di artefatti, convenzioni e pratiche sociali situati all’interno delle menti
e nel contesto pubblico e istituzionale, divisi in tre categorie: primari, per la
produzione; secondari, cioè rappresentazioni mentali degli artefatti primari; terziari,
che sono alla base dell’immaginazione. La cultura elabora modelli culturali appresi e
seguiti dai soggetti di una certa cultura. Per modello culturale si intende un insieme
di tratti e caratteristiche della realtà. La cultura ha un sistema di credenze che spiega
le situazioni dell’ambiente in cui il soggetto vive. Esso è articolato in due sottosistemi:
quello delle credenze positive e quello delle credenze negative. Il primo viene
adottato, il secondo no. Il sistema di credenze funziona secondo tre parametri:
permeabilità fra credenze positive e negative; accentuazione della distanza fra
credenze; connessione fra credenze centrali e periferiche. Si ha dogmatismo<