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E’ IL LINUAGGIO CHE INFLUENZA IL PENSIERO
O IL PENSIERO CHE INFLUENZA IL
LINGUAGGIO?
Confronto tra le teorie di Skinner, Piaget, Vjgotskji, Whorf
A partire dall’approfondimento proposto nel capitolo “Pensiero e linguaggio” (pag.
362), ho deciso di analizzare questo tema, mettendo a confronto diversi autori che si
sono occupati del rapporto pensiero-linguaggio.
Chomsky definisce il linguaggio come un sistema con molteplici livelli che serve a
collegare il pensiero al discorso, attraverso le parole e la sintassi.
Il linguaggio ha una stretta relazione con il pensiero, tanto che molti psicologi si sono
interessati alla possibilità e alle modalità dei loro rapporti, discutendo quale delle due
funzioni fosse preminente.
Il dibattito suscitò diverse ipotesi:
• Secondo il comportamentismo, il pensiero è linguaggio, ovvero un comportamento
verbale interiorizzato.
Skinner (1957), infatti, ritiene che una persona inizia a parlare in modo molto
simile a quello con cui apprende ogni altro comportamento e cioè attraverso le
interazioni con l’ambiente, i rinforzi e le punizioni.
Quando i bambini emettono i primi suoni simili a quelli del linguaggio adulto,
oppure le prime parole, essi ottengono una grande quantità di rinforzi da parte
dei genitori e smettono man mano di utilizzare le espressioni che gli adulti non
accettano.
Inoltre il riuscire ad esprimere i propri desideri e bisogni è, di per sé, un forte
rinforzo per il bambino.
Quindi l’esperienza e l’apprendimento hanno un ruolo determinante
nell’acquisizione del linguaggio;
• Il linguaggio dipende dal pensiero, ipotesi formulata da Piaget.
Egli, psicologo ed epistemologo, descrive gli stadi di sviluppo del pensiero e
studia le condizioni che consentono alla mente di sviluppare conoscenza.
La scoperta di Piaget è il carattere genetico dell’intelligenza, cioè l’evoluzione
degli stadi del pensiero da forme meno evolute a forme più evolute. Facendo
riferimento alle teorie evolutive, Piaget definisce il comportamento intelligente
come una forma di adattamento dell’individuo all’ambiente per ripristinare un
ordine, in seguito ad un evento che ha creato squilibrio. Le due funzioni che
determinano questo processo di adattamento sono l’assimilazione, cioè i dati
ambientali vengono inseriti negli schemi mentali preesistenti e
l’accomodamento, in cui gli schemi mentali si modificano in funzione dei nuovi
dati che provengono dall’esperienza. Per Piaget l’intelligenza si sviluppa
secondo quattro stadi: stadio senso-motorio (0-2 anni), stadio pre-operatorio o
intuitivo (2-7 anni), stadio del pensiero operatorio concreto (7- 12 anni) e stadio
delle operazioni formali (dai 12 anni). E’ proprio nello stadio pre-operatorio che
compare la funzione simbolica, che permette al bambino di rappresentarsi