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PSICOLOGIA DELLA TESTIMONIANZA

Si analizza la memoria episodica, direttamente collegata all’esperienza del

soggetto. La memoria episodica è ricostruttiva. Nel ricostruire gli eventi però

ogni individuo fa riferimento a schemi che ha già in mente.

Esperimento: 30 soggetti vengono lasciati 35 secondi in uno studio. Lo

sperimentatore dice loro che devono aspettare lì per poi fare il test vero e

proprio. Successivamente i soggetti vengono portati in un’altra stanza e viene

chiesto loro quali elementi avevano notato nello studio. Venne dimostrato che

29 soggetti ricordavano una scrivania e una sedia, 8 ricordavano un teschio o

un tabellone e, infine, 9 ricordavano di aver visto dei libri. I libri non c’erano.

Non ci sono cattive intenzioni nei soggetti. Per economizzare l’energia cognitiva

però facciamo riferimento a categorizzazioni e schemi mentali.

I soggetti erano influenzati dalla categorizzazione di ciò che in generale poteva

esserci in uno studio e, quindi, avevano detto di aver visto dei libri.

Un altro studio è stato fatto sul ricordo di fattori usati quotidianamente: a 50

soggetti fu chiesto di disegnare su un foglio due facce di una stessa moneta. Il

risultato provò che la nostra attenzione non è focalizzata sull’immagine della

moneta, bensì sul suo valore.

Essere a contatto con un elemento non garantisce la precisione del ricordo

dell’elemento stesso.

Quando siamo testimoni di un evento, possiamo averne una percezione

distorta. Ciò non deriva solo da noi, ma può avvenire anche a causa

dell’ambiente in cui ci troviamo: ad es. la zona è in penombra. Sia per elementi

egocentrici che per elementi allocentrici la testimonianza è falsata.

La frequenza di esposizione dello stimolo, la salienza dei dettagli, la durata, il

tipo di evento, sono fenomeni allocentrici. Lo stato emotivo, invece, dipende da

noi.

L’effetto arma induce il soggetto a focalizzare la propria attenzione sull’arma

usata dal criminale, non sulle azioni che fa o sui dettagli del suo viso.

Se un individuo non è costantemente cosciente, o ha limiti visivi e/o acustici, la

sua testimonianza è ridotta.

La memoria visiva è quella più chiamata in questione quando si parla di

testimonianza.

Riconoscere un volto è difficile. Un volto non è composto solo da occhi, bocca,

naso, bensì dal rapporto fra tutti gli elementi facciali.

Percezione del viso è gestaltico, è più della somma delle parti. Il lain-up è il

metodo più efficace per riconoscere visi. Le targhe delle auto sono dimenticate

in quanto unione di cifre sconnesse fra loro.

La memoria uditiva è facilmente camuffabile.

La memoria olfattiva è utile in casi in cui sono impediti i canali uditivi e visivi.

Ricordare odori è difficile, ma non camuffabile.

La testimonianza può essere alterata anche da come viene svolto un

interrogatorio: maggiore sarà la gravità dei termini usati per fare domande,

maggiore sarà la gravità di esposizione del testimone.

Le informazioni si possono avere con la rievocazione o il riconoscimento. La

tecnica più facile è il riconoscimento: far scegliere ad un individuo un elemento

fra elementi simili.

La rievocazione è: “mi dica tutto ciò che si ricorda”.

La rievocazione può essere: seriale, libera o guidata.

PROBLEM SOLVING

Un problema sorge quando un essere vivente motivato a raggiungere una meta

non può farlo in modo automatico, cioè attraverso l’istinto o un comportamento

appreso.

Quando si è motivati a raggiungere un obbiettivo posto alla fine di un percorso

ostacolato, si creano uno stato di squilibrio o di tensione nel campo cognitivo

dell’individuo. Risolvere un problema significa volere una cosa ed essere

impediti nel raggiungerla direttamente.

Per far riequilibrare le tensioni del desiderio, i comportamentisti suggeriscono

la soluzione del “provo”. Si prova fino a quando non si risolve il problema.

Per i gestaltisti esiste un momento in cui invece vengono riordinati gli elementi

nel nostro sistema cognitivo ed abbiamo un’illuminazione.

I comportamenti produttivi sono quelli adottati quando si intuisce come si

risolve un problema.

L’insight è quell’esperienza gratificante che si accompagna a lampi di intuito

come: “ah già, ora tutto è chiaro”.

Per i gestaltisti l’insight è un concetto descrittivo. Quello di ristrutturazione è

esplicativo.

L’insight non ristruttura, non illumina, permette semplicemente di vedere il

problema da una prospettiva diversa, facendoci risolvere meglio l’enigma.

L’insight è la conseguenza della ristrutturazione, accompagna, ma non produce

la soluzione.

I nostri pensieri possono avere intuizioni produttive o riproduttive.

Produttive quando gli elementi di un problema sono ristrutturati in un modo

diverso (metodo sostenuto da Vertimer), riproduttive quando applico soluzioni

che già conoscevo e non faccio nessuna scoperta.

Infine, per l’HIP (Human Information Processing) risolviamo i problemi in modo

graduale, tramite una ricerca che completa la differenza fra lo stato in cui ci

troviamo e quello che vogliamo raggiungere.

PENSIERO

Comprende 3 sottocapitoli

1) Problem solving

Riequilibrare la tensione

 • Risposta comportamentista

• Risposta gestaltista

- Insight

- Ristrutturazione

- Pensiero produttivo e riproduttivo

- Fissità funzionale

• Risposta HIP

- Feedback individuo-ambiente

- Spazio del Problema

- Metodi di problem solving

Ai giorni nostri…

 • Teoria del doppio codice

• Pensiero controfattuale

• Metacognizione

2) Ragionamento

Psicologia del Pensiero

Pensiero deduttivo

 • Sillogismo categoriale

• Sillogismo condizionale

• Sillogismo lineare

- Teorie delle regole astratte

- Teorie delle regole concrete

- Teoria dei modelli mentali

Pensiero induttivo

3) Giudizio e decisione (categorizzazione)

Modelli formali

Categorizzazione e generalizzazione; Concetti formali e naturali;

Quando costruiamo categorie, classifichiamo le cose sulla base di determinate

caratteristiche.

Gran parte delle attività di pensiero ha a che fare con relazioni e interazioni fra

concetti.

Concetto: categoria di oggetti, azioni, eventi o stati che condividono

determinate caratteristiche.

Concetto formale: categoria definita da un elenco di caratteristiche

essenziali.

Concetto naturale: categorie che si basano sulle percezioni personali e sulle

interazioni con il mondo reale (concetti che utilizziamo nella

vita quotidiana)

Esemplari: insieme di ricordi di particolari esempi (che costituiscono i concetti

naturali)

I concetti naturali variano per livello di precisione e di dettaglio:

Concetti di livello-basico: quando pensiamo e parliamo di concetti (sedia,

mela)

Concetti subordinati: specifici esemplari che si collocano nell’ambito di una

categoria di livello base (sedia sdraio, mela Fuji)

Concetti sovraordinati: concetti più generali (mobili, frutta)

Le persone tendono a utilizzare i concetti di base per una buona ragione:

l’economia cognitiva.

Problem solving

“Un problema sorge quando un essere vivente, motivato a raggiungere una

meta, non può farlo in modo automatico o meccanico, cioè mediante un’attività

istintiva o attraverso un comportamento appreso. L’esistenza di una

motivazione e la presenza di un impedimento che non permette l’azione

diretta, creano uno stato di squilibrio o di tensione nel campo cognitivo

dell’individuo” (Polia)

Risolvere un problema significa volere una cosa e non poterla ottenere

automaticamente poiché ostacolata

La mente umana come risolve i problemi/riesce a riequilibrare la tensione?

a) Risposta comportamentista: la soluzione di un problema avviene per

prove ed errori.

b) Risposta gestaltista: la soluzione di un problema avviene grazie ad un

atto intelligente, che consiste nella capacità e possibilità di rielaborare gli

strumenti che sono in campo per trovare la soluzione.

• Kohler: negli esperimenti di Thorndike, gli elementi necessari per giungere

alla soluzione non erano visibili dall’animale.

Studi sugli scimpanzé: quando gli scimpanzé trovavano la soluzione

procedevano attraverso dei comportamenti produttivi che stavano a

significare che avevano “capito” qual era il problema, attraverso il processo

di insight (= momento in cui la situazione si riorganizza e diventa

trasparente e i loro rapporti reciproci vengono colti chiaramente e

direttamente)

Insight è un concetto descrittivo; mentre ristrutturazione è un concetto

esplicativo

La ristrutturazione del problema porta all’insight. L’insight è la conseguenza

della ristrutturazione.

Es. di insight cerchio con triangolo

• Wertheimer: lo stato di squilibrio che caratterizza la presenza di un

problema viene risolto attraverso un atto di pensiero produttivo

Il mio pensiero può funzionare in 2 modi:

- pensiero produttivo: quando gli elementi di un problema vengono

ristrutturati secondo una configurazione nuova

- pensiero riproduttivo: quando non faccio nessuna scoperta, ma applico

soluzioni che già conoscevo.

Es. piccolo Gauss - Risolvere somma 1 + 2 + 3 +.. 10

in modo riproduttivo 1 + 2 + 3..

in modo produttivo n/2 (n + 1) sono 5 coppie di 11

 

Il grado di difficoltà di un problema dipende dalla maggiore o minore

“disponibilità” degli elementi della situazione a farsi modificare e

ristrutturare (cioè dal grado di resistenza che essi offrono alle

trasformazioni necessarie perché il problema assume una forma più

accessibile e produttiva).

Più gli elementi sono fissi, più è difficile risolve il problema.

Es. piccolo Gauss, difficoltà è media, relativamente semplice, poiché non ci

sono elementi nel problema che rendono difficile la ristrutturazione del

problema.

Il pensiero riproduttivo implica il riutilizzo dell’esperienza passata, in alcuni

casi può impedire una soddisfacente soluzione del problema in quanto può

portare al fenomeno della fissità funzionale

La fissità funzionale è l’incapacità di vedere gli oggetti con funzioni

nuove rispetto a quelle già conosciute, o comunque l’incapacità di andare

oltre schemi predefiniti, cioè l’incapacità di rompere un set mentale

- Es. Problema della candela. Pannello al muro, scat

Dettagli
A.A. 2013-2014
46 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cappello.stravagante di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Giusberti Fiorella.