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Cambiano le condizioni storiche, politiche, economiche.
La grande missione del nuovo continente è quella di trovare le migliori forme possibili
di adattamento all’ambiente.
La struttura diventa irrilevante a confronto del funzionamento.
Il funzionalismo studia le operazioni mentali, non le strutture mentali.
James scrisse i principi della psicologia, illustrando tutti i processi del funzionalismo.
Il funzionalismo è una scuola che nasce negli Stati Uniti ed è legata al fatto che
l’America è un continente nuovo, privo di storia, filosofia, cultura e riflessioni su se.
L’oggetto di interesse si sposta: non interessa la persona in se, ma come una persona
si possa adattare all’ambiente nuovo.
Dopo il funzionalismo, nasce il comportamentismo, che segnerà la prima grande
rivoluzione della psicologia.
Il comportamentismo classico nasce con Watson negli stati Uniti, dopo la pubblicazione
di un articolo del 1913 “La psicologia come la vede un comportamentista”.
L’oggetto di studio diventa il comportamento dell’individuo: tramite il comportamento
di una persona, riusciamo ad individuare le dinamiche della sua mente.
Ciò che l’uomo fa è l’unico possibile oggetto di studio.
Questo perché quando l’uomo agisce manifesta chiaramente le sue intenzioni, mentre
le dinamiche interne, siano esse presenti o meno, non sono visibili e quindi non
quantificabili.
La misura definisce la differenza fra una disciplina umanistica e una disciplina
scientifica.
L’aspetto rivoluzionario è dato dunque da due elementi: lo studio del comportamento
esterno e il poterlo misurare.
Il comportamento per Watson non è altro che una serie di associazioni fra stimoli e
risposte: ciò non significa che l’uomo è fatto di stimoli e risposte, ma che lo psicologo
studia gli stimoli e le risposte presenti in un uomo.
Il comportamento è un dato pubblico, principale mezzo di adattamento all’ambiente.
Il comportamentismo di Watson è classico, quello di Skinner è radicale.
Skinner declina il modello teorico di Watson in un modello pratico di applicazione
sull’uomo. Watson è un teorico. Skinner parte dal modello teorico e agisce sull’uomo.
La sua teoria dice che l’uomo agisce in base al rinforzo o alla punizione, che sono due
variabili che interagiscono con l’associazione stimolo-risposta.
Il rinforzo associa, la punizione dissocia.
Questa visione toglie automaticamente l’innatismo.
Alla nostra nascita siamo una tabula rasa dove, andando avanti, apprendiamo o
disapprendiamo a seconda di ciò che ci viene insegnato. Non esiste un uomo buono o
cattivo, intelligente o stupido. L’uomo diventa così in base alle condizioni in cui cresce.
“Io sono ciò che gli altri mi hanno insegnato ad essere”.
Questo apprendimento avviene perché inizialmente sono una tabula rasa. Non esiste
nessun elemento innato.
La società è formata da soggetti che erogano rinforzi o punizioni del nostro
comportamento.
Secondo Skinner esistono 6 agenzie di controllo che ci aiutano a diventare ciò che
siamo: la famiglia, l’educazione scolastica, l’economia, la legge, la chiesa, la
psicoterapia.
Le agenzie di controllo funzionano perché fra loro sono coerenti.
La sesta agenzia di controllo agisce solo quando nell’individuo si avvertono squilibri di
comportamento.
Le agenzie fra loro non sono incoerenti. Può capitare, però, che qualcuna voglia
prevalere su altre: quando il potere si vuole unico e non condiviso, accadono le
rivoluzioni.
Il comportamento è determinato dalla storia personale: libertà, volontà e libero arbitrio
non fanno parte del comportamentismo radicale di Skinner.
Io faccio una cosa perché sono stato educato a farla. Esistono persone lodevoli agli
occhi della società, persone invece che agiscono contro di essa: questo non avviene
perché esistono anime moralmente buone o cattive, intelligenti o stupide, avviene
perché esistono rinforzi e punizioni.
Skinner non nega l’esistenza di affetti ed emozioni.
Ciò che noi siamo è il resoconto della nostra storia.
Skinner sviluppa un programma di condizionamento operante, introducendo la Skinner
box. Spiegare un comportamento significa capire il perché si è stabilito un determinato
comportamento rispetto ad un altro, capire quali sono stati i rinforzi e le punizioni della
persona.
Le sensazioni e i pensieri sono stimoli privati capaci di controllare il comportamento,
quindi vanno inclusi nell’analisi comportamentistica. I rinforzi e le punizioni non sono
solo oggettivi, esterni, fisici, ma sono anche interni a noi: il senso di colpa, l’orgoglio,
l’autostima.
I valori derivano dall’adattabilità dell’ambiente in cui viviamo, non sono morali.
Quando cresciamo in un’agenzia di controllo, dipendiamo da essa affettivamente ed
emotivamente.
Nella nostra società bisogna voler bene ai genitori. Questo permette il funzionamento
civile.
Queste regole di vita sono condivise da tutte le gerarchie.
Secondo Skinner in questa struttura rigida e prederminata, io posso provare rabbia nei
confronti dei genitori, in quanto mi fanno acquisire dei comportamenti che non vorrei,
ma che diventano comunque parte di me. La rabbia genera sensi di colpa verso questi
sentimenti aggressivi. Sensi di colpa che sento perché questi sentimenti non
dovrebbero esserci nella società.
L’odio verso i genitori non farebbe funzionare la società.
Gli affetti e le emozioni rientrano nel comportamento appreso. Non sono visibili, ma
non per questo sono meno importanti nella determinazione di un atteggiamento.
L’impulso aggressivo, dato dalla sopravvivenza, è già presente nell’uomo in quanto
innato.
Un crimine reiterato è un comportamento fallito.
C’è qualcosa che non funziona. Possiamo interessarci alla storia dell’individuo per
ricerca scientifica, ma bisogna operare punendolo affinchè smetta.
farlo smettere con la punizione.
Quando uno devia dal contesto, è perché i genitori lo hanno confuso fin dalla nascita.
La colpa non esiste. In questo conflitto decisionale da cui da solo non può uscire,
compie qualcosa che lo pacifica.
Il senso di colpa è un affetto interno ed invisibile, che opera punendo l’individuo.
Skinner scrisse “Oltre la libertà e la dignità”, affermando che, libertà e dignità, sono
concetti passati. Skinner ipotizza che il migliore dei mondi possibili è una società
costruita sulla base unicamente di rinforzi.
L’infelicità avviene quando coesistono più punizioni che rinforzi.
Il comportamento umano è il frutto di un apprendimento su cui si può intervenire.
La seconda rivoluzione della storia della psicologia è la psicoanalisi.
Il comportamentismo nasce, vive e cresce negli Stati Uniti, la psicoanalisi in Europa fra
fine Ottocento e i primi del Novecento.
Il comportamentismo ha come parola chiave l’apprendimento, la psicoanalisi di Freud
l’inconscio.
La psicoanalisi ha avuto una diffusione mondiale divulgativa. E’ entrata nel linguaggio
comune ed è stata stravolta dalle persone.
Le parole hanno un loro spessore semantico. Il modello psicoanalitico è basato
essenzialmente sulle parole. Le parole in quel periodo avevano un determinato valore.
Oggi quel valore è diminuito e, con esso, anche la forza della psicoanalisi.
Prima di Freud l’interpretazione e la cura delle malattie psichiche era di tipo
organico-medico.
Scharcot, che lavora a Parigi, Brojer, e Freud iniziano a studiare l’ipnosi come metodo
terapeutico.
L’ipnosi studia il disturbo umano come mentale, non organico.
Gli isterici su cui vennero applicate queste cure ipnotiche si trovarono meglio fin da
subito: durante la seduta perdevano la loro posizione ad arco e le loro paralisi.
Le posture riprendevano appena terminata l’ipnosi: ciò dimostrava che il problema era
di tipo psichico.
Freud
Freud (1856-1939) nasce nell’attuale Ceco Slovacchia, a Friburgo, in una famiglia
ebrea e molto numerosa: aveva 8 fratelli. Suo padre era commerciante di lana.
Dopo essere stato a Lipsia, si trasferisce a Vienna, iscrivendosi all’università di
medicina.
La sua attenzione si concentrò, prima che sulla psiche, sulla biologia, e, in particolare,
sulla fisiologia. Nei suoi periodi di internato imparò le proprietà analgesiche della
medicina. Si laurea nel 1881 e nel 1882 si sposa avendo sei figli. L’inizio della sua
carriera, per via della povertà familiare, è difficoltoso. La sua amicizia con Sharcot e
Broier gli fu molto utile: fu quest’ultimo ad introdurlo nell’alto ceto sociale viennese.
Freud, però, per via dei dissidi con Broier, non gli fu mai grato.
La sua impronta medica fu fondamentale nelle sue analisi.
La sua prima opera, “studi sull’isteria” (1895), vendette appena 600 copie.
La psicanalisi è una vera rivoluzione epistemologica. Nel 1897, con le sue prime
autoanalisi, Freud introduce il suo metodo. In psicologia esistono modelli e teorie in
egual modo validi: ognuno di essi affronta un punto di vista differente della realtà. Non
esiste un modello più vero dell’altro. I modelli spiegano determinati modelli che non
rappresentano la verità ultimativa dell’evento in se.
Il modello psicanalitico, specularmente opposto al comportamentismo, ipotizza
l’esistenza di un sistema psichico che non è visibile al mondo esterno.
Il concetto primo e primitivo del modello psicanalitico è la pulsione, questa, che non è
puramente psichica, ma anche organica, dimostra quanto valore abbia la formazione
medica di Freud.
La pulsione è un’energia e, come tutte le energie, tende a scaricarsi, in particolare nel
piacere.
Ogni uomo vive e si esprime su due pulsioni: quella di vita e quella di morte.
Freud sostiene che queste pulsioni sono contemporanee, di segno opposto e tendono a
scaricarsi con due finalità diverse. La teoria freudiana si aggiorna mano a mano che
procede lo studio sui pazienti.
La pulsione di morte esiste per via di due elementi che portano il paziente a star male:
la reiterazione della sofferenza e gli incubi.
L’impulso di vita, invece, è caratterizzato dall’atto sessuale e dall’autoconservazione.
L’impulso di morte riporta l’individuo ad uno stato inorganico, l’impulso di vita porta lo
stesso a difendersi dai mali.
Il modello freudiano, come quello comportamentistico, è deterministico.
L’uomo è la sua storia e le pulsioni permetton