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I PRINCIPI DELLA SCELTA RAZIONALE
Se il mio comportamento decisionale vuole essere un comportamento razionale deve seguire
delle regole:
Principio della invarianza (o coerenza descrittiva): le preferenze/scelte di un individuo devono
essere indipendenti dal modo in cui le opzioni sono presentate.
Es. se mi piace cioccolato fondente, mi piace sia sotto forma di cioccolatino, che tavoletta
Problema della malattia asiatica (Tversky e Kahneman)
USA preparano x affrontare epidemia malattia molto contagiosa che potrebbe provocare la morte di
600 persone
programma A: 200 pax sopravvivono
programma B: 1/3 si salvano tutti, 2/3 si salvano nessuno
programma C: 400 muoiono
programma D: 1/3 probabilità che nessuno muoia, 2/3 probabilità che muoiano tutti
Violazione del principio della coerenza descrittiva. Diversità del contesto in cui una stessa
situazione viene spiegata: effetto frameing, effetto incorniciato
Atrio teatro
Entri nell’atrio di un teatro, perso biglietto da 30 €, compri un altro biglietto? (tot 60 €)
70% = no
Entri nell’atrio di un teatro, perso 30 €, compri il biglietto? (tot 60 €)
70% = si perché dipende dall’importanza data alla struttura, cioè come un problema viene
strutturato.
Principio della coerenza procedurale: le preferenze di un individuo devono essere indipendenti
dal modo in cui gli viene chiesto di esprimerle.
Vacanza in un posto caldo
2 pacchetti turistici, prezzi ragionevoli, depliant solo alcune info.
Maggior peso alle caratteristiche positive quando scelgono, maggior peso alle caratteristiche
negative quando rifiutano.
Violazione del principio della coerenza procedurale.
Principio della dominanza (o cancellazione): le preferenze di un individuo devono dipendere da
caratteristiche che distinguono, e non da quelle che accomunano le opzioni di scelta.
Giacca e calcolatrice
Tversky e Kahneman il tipo di scelta, può produrre delle scelte incongruenti
Giacca 125 €, calcolatrice 15 € calcolatrice a 10 € stesso negozio a 20 min d’auto
Giacca 15 €, calcolatrice 125 € calcolatrice a 120 € stesso negozio a 20 min d’auto
Violazione del principio della dominanza.
Principio della cosa certa: se un individuo preferisce l’opzione A all’opzione B,
indipendentemente dal verificarsi dell’esito X, allora dovrebbe mantenere la preferenza di A in
assenza di informazioni relative all’accadimento di X.
Esame a fine semestre
3 gruppi di studenti, sostenere un esame a fine semestre, e possibilità di una vacanza alle Hawaii
Promossi e bocciati: 54% prenoto, 30% non prenoto
Non sanno ancora l’esito:rimandano
Teorie descritte
Da questi studi si capisce che la scelta che facciamo non è obbligatoriamente la scelta razionale
Teoria del prospetto (Tversky e Kahneman) rende conto del perché gli individui scelgono in
maniera difforme dal modello della teoria dell’utilità.
Il comportamento di scelta dipende dal modo in cui l’individuo interpreta e organizza il problema.
Le diverse opzioni vengono percepite come potenziali guadagni o potenziali perdite (mi conviene
o no)
Sono più propensi a fare scelte rischiose nel dominio delle perdite.
Uno degli elementi centrale della teoria del prospetto è la funzione di valore soggettivo, cioè:
- avversione per le perdite: una perdita ha un impatto maggiore di un guadagno di pari entità. Un
aumento di prezzo produce un fastidio di intensità maggiore del piacere provato nel ricevere uno
sconto di pari entità.
Si considerano le perdite più importanti dei corrispettivi guadagni: avversione per le perdite
I guadagni e le perdite sono definiti in base a una operazione mentale di codifica rispetto a un punto
di riferimento.
Funzione di valore soggettivo Valore soggettivo Guadagni
- 600 - 200 + 200 + 600 Esito oggettivo
Perdite
Riesco ad avere una rilevanza sensoriale del numero solo se faccio paragoni (es. 100.000 persone
a Pinarella o a Roma)
Percepiamo la probabilità in modo non lineare: sovrastimiamo probabilità piccole (gente gioca al
lotto), sottostimiamo probabilità grandi (gente continua a fumare)
Razionalmente, capisco cos’è la probabilità
Psicologicamente, non capita spesso di ragionare per probabilità, perché le cose o accadono o non
accadono.
CASO
- Tendenzialmente accettiamo pochissimo le cose che avvengono per caso, noi ricerchiamo una
causa.
- Distinzione accurata e profonda fra caso e fortuna (che sono la stessa cosa)
Differenze cognitive concettuali che sottostanno a questi principi di spiegazione ingenua:
Caso include: coincidenza, sorpresa, divertimento, contatto sociale
Fortuna include: livello di aspirazione, evitamento di conseguenze negative, conseguenze
importanti e
prolungate.
- a fronte di questi problemi abitualmente si usa un concetto razionalità limitata (Simon): concetto
positivo. Le persone non sempre possono fare la cosa giusta, ma spesso fanno la più soddisfacente.
Sostituire il massimizzare la utilità con la soddisfazione
Le teorie razionaliste sono inadeguate a descrivere, ma anche a predire il comportamento effettivo.
Le persone hanno una razionalità limitata nel senso che:
- devono far fronte all’incertezza (elemento psicologico, non cognitivo)
- spesso hanno limiti temporali
- devono focalizzarsi su pochi problemi perdendo di vista la complessità
Allora come facciamo a decidere? Es. compro tutti i meloni per trovarne uno buono (algoritmo)
oppure prendo quello più profumato, più giallo (euristica)
Basi psicologiche della razionalità limitata:
Le limitazioni coinvolgono:
- fase dell’acquisizione dell’informazione
- elaborazione dell’informazione
- output: espressione del giudizio esito
Errori di giudizio: sono il risultato di tendenze sistematiche (bias) che coinvolgono i diversi
momenti del processo di giudizio.
PSICOLOGIA GENERALE-PARTE QUARTA
PROBLEM SOLVING
Un problema è difficile da risolvere anche quando gli elementi contenuti nel problema sono poco
maneggevoli: rigidità o fissità funzionale (es. candela, il quadrato dai 9 punti).
Meno sono le funzioni di un oggetto, più è difficile vedere nell’oggetto funzioni diverse dal
normale.
La psicologia della Gestalt è stata superata cronologicamente dalla scuola dell’HIP.
L’approccio cognitivista propone una visione del mondo fondata su un continuo feed back
individuo-ambiente. C’è un circuito continuamente in funzione fra uomo e ambiente.
Newel e Simon hanno ipotizzato che, quando risolviamo un problema, nella nostra mente si crea
uno spazio problemico, costituito da tutti quei processi che ci portano a risolvere il problema stesso.
La struttura dello spazio problemico è così: lo stato di partenza, dove conosco il problema; lo spazio
intermedio, dove cerco di risolvere il problema; e lo stato finale, dove sono giunto all’obbiettivo e
dove ho una consapevolezza maggiore di me.
Per passare ogni stato entrano in funzione degli operatori, i quali possono essere legali o illegali.
Esistono problemi così complessi che la memoria di lavoro non è in grado di contenere tutti i dati
necessari a risolverlo. In questi casi, può capitare l’esplosione combinatoriale (es. anelli e bastoni).
Le due procedure che posso usare per risolvere i problemi sono quella algoritmica e quella euristica.
L’algoritmica porta di sicuro alla soluzione, ma è quasi sempre impraticabile.
L’euristica è una scorciatoia che semplifica il problema: può portare alla soluzione, ma non è detto.
Le euristiche sono di quattro tipi: analisi mezzifini, dove il problema si affronta passo per passo;
l’esame a ritroso, dove dalla soluzione presunta si cercano le soluzioni del problema; la
semplificazione; e l’analogia, dove si adotta un simile modo di risolvere a più problemi simili.
Normalmente, non siamo portati a risolvere per analogia.
Il pensiero analogico trasferisce la base sul bersaglio o target.
Sono stati costruiti dei software che simulano la risoluzione di un problema (ad es. torre di annoi).
Dagli anni ‘80 si è studiata una soluzione che unisce i processi dell’insight e dell’HIP.
Mosconi, invece, psicologo italiano, ha introdotto la teoria del doppio codice: un problema diventa
difficile quando si può codificare in due modi il messaggio contenuto nell’enunciato del problema
stesso. I due codici sono quello legale e quello naturale.
Non risolviamo i problemi, perché ci sono enunciati in modo scorretto.
La formulazione linguistica del problema induce in errore.
Io utilizzo un codice legale sottovalutando il codice naturale.
Il problema, inoltre, diventa difficile quando lo rappresento mentalmente in una determinata
maniera (es. scacchiera).
Giovedì 26 novembre
Il pensiero controfattuale va contro i fatti.
Per definizione è un pensiero che induce a qualsiasi fantasia.
Tutti pensiamo che siano cambiabili solo i nostri comportamenti legali.
I mondi contro fattuali, che non sono razionali, sono comuni a tutti.
Il concetto di sistema esperto unisce il concetto di intelligenza artificiale con le regole di
ragionamento umano. Un sistema esperto è un software che ragiona con le stesse regole del
pensiero umano in un determinato campo.
La metacognizione è ciò che io so di come funziona la mia mente. È la consapevolezza e la
conoscenza circa il funzionamento della mente propria e altrui, quindi controllo dei propri processi
di pensiero.
Psicologia del pensiero
La psicologia del pensiero studia il processo cognitivo del pensare.
Attività mentale in grado di manipolare informazioni che noi abbiamo in memoria.
Pensiamo con immagini, parole e concetti.
I numeri rientrano nell’area linguistica.
Il pensiero può essere deduttivo o induttivo.
Il pensiero deduttivo consente di stabilire se e quale conclusione consegue necessariamente dalle
premesse. La conclusione di un pensiero di questo genere non aggiunge niente a ciò che è contenuto
nelle premesse, ma ne è una conseguenza logica.
Il pensiero induttivo parte da osservazioni particolari per arrivare ad un principio generale o ad un
altro principio particolare.
La conclusione di quest’ultimo ragionamento può essere un principio generale.
Il pensiero induttivo fornisce probabilità, mai certezza.
Nel ragionamento deduttivo si parte da affermazioni generali ritenute vere per arrivare ad una
conclusione obbligatoriamente vera.
Nel ragionamento deduttivo si ha certezza, ma non aumenta la mia conoscenza.
Il ragionamento deduttivo opera indipendentemente dal contenuto, seguendo regole astratte valide
sempre.
Il pensiero dedut