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La percezione delle invarianti nell'ambiente visivo
Quando mi avvicino ad un oggetto o ad un bersaglio, come ad esempio questo albero nella parte sinistra della slide, il flusso ottico si espande, cioè si espande dal centro verso la periferia. Invece, quando mi allontano da quello stesso oggetto (parte destra della slide), ho una contrazione del flusso ottico, perché tutti gli stimoli luminosi, in modo coerente ed organizzato, si dirigono e convergono verso il centro della scena visiva. Ed è proprio questa differenza tra lo schema di espansione e quello di contrazione che mi consente di ricavare l'indicazione del mio corpo in movimento.
Quindi possiamo dire che secondo Gibson esistono delle proprietà costanti, pur dinamiche, dell'ambiente, che sono le cosiddette invarianti. Queste invarianti rimangono stabili in un mondo percettivo dinamico e sono delle proprietà dell'ambiente visivo caratterizzate da una relazione di reciproca organizzazione.
È proprio la capacità di cogliere queste proprietà invarianti che va a costituire il sistema percettivo. È importante sottolineare anche che nel modello di Gibson esistono, nel campo percettivo, delle affordance. Affordance opportunità di azione indizi/degli inviti all'azione. Queste possibilità/inviti all'azione sono oggettive, misurabili e quantificabili, non dipendono cioè dalla storia personale dell'osservatore e dalla sua soggettività, ma sono appunto dati dell'ambiente. Sono invece dipendenti dalle capacità dell'attore e del suo essere situato in un determinato ambiente. ESEMPIO Se io vedo un tronco d'albero tagliato posso percepire in quel tronco l'invito all'azione di sedere, quindi per me quel tronco non è una sedia ma diventa una sedia percettivamente in quanto offre come invito all'azione la possibilità l'opportunità di sedersi. AlcuniIndizi che vanno a costituire la nostra percezione della profondità ricavati direttamente dal dato sensoriale:
Luminosità relativa —> è un indicatore di profondità che deriva dal fatto che la luce proveniente da oggetti distanti passa attraverso più strati dell'atmosfera e per questo motivo gli oggetti distanti tendono ad essere più opachi rispetto a quelli vicini che risultano più nitidi e ben distinguibili.
Gradiente di tessitura —> la grana della tessitura diventa più piccola via via che l'oggetto recede verso l'orizzonte perché riproducendo il gradiente di tessitura è possibile ricostruire l'impressione di un oggetto che recede nella distanza.
Grandezza relativa —> un oggetto è tanto più piccolo quanto più è lontano dall'occhio, infatti la sua immagine retinica si rimpicciolisce a causa della struttura anatomica sferica.
dell'occhio che determina questa particolare struttura geometrica incurvata del campo visivo. Quindi oggetti con immagini più piccole sono automaticamente percepiti come più distanti rispetto a oggetti con immagini più grandi.
Sovrapposizione -> se l'immagine di un oggetto blocca apparentemente quella di un altro oggetto l'oggetto bloccato è percepito come più distante rispetto a quello sovrapposto anche se in realtà, come è evidente in questo caso, si tratta di oggetti bi-dimensionali posti sullo stesso piano.
Altezza nel campo visivo -> gli oggetti più lontani sono generalmente posizionati più in alto nel campo visivo e di conseguenza gli oggetti posti in posizione più elevata tendono a corrispondere a distanze maggiori.
Un'altra popolare teoria della percezione è la teoria della Gestalt. Sviluppata a partire dagli anni '20 in Germania. Questa teoria è stata
sviluppata da Max Wertheimer, Wolfgang Koehler, Kurt Koffka. La Gestalt è un approccio teorico secondo il quale i fenomeni psicologici possono essere compresi solo se percepiti all'interno di un'organizzazione, come un tutto unitario, e non se sono composti in singoli elementi percettivi di base. Gestalt significa letteralmente forma o modello, ma il suo uso riflette l'idea che il tutto è diverso dalla somma delle sue parti. Secondo la Gestalt la mente crea una percezione che è più della semplice combinazione degli elementi sensoriali disponibili e lo fa in modi prevedibili e che possono essere descritti da principi di tipo costante e universale. La loro prospettiva è stata supportata dalla moderna scienza cognitiva attraverso la ricerca effettuata attraverso la risonanza magnetica funzionale. Per illustrare i principi della Gestalt è utile partire dall'illustrazione del: Fenomeno Phi -> se noi andiamo ad analizzare il
movimento apparente in realtà troviamo soltanto degli stimoli stazionari, statici, e quindi il processo del movimento è un processo che emerge in modo Gestaltico e che non può essere ricondotto ai singoli oggetti separati che sono invece mostrati in rapida successione.
Da qui si arriva alla formulazione delle leggi della Gestalt:
Legge della vicinanza —> secondo questo principio gli elementi del campo percettivo vengono uniti in forme con tanta maggiore coesione quanto minore è la distanza tra loro.
Legge della somiglianza —> gli elementi vengono uniti in forme con tanta maggior coesione quanto maggiore è la loro somiglianza. Noi le raggruppiamo per somiglianza ed esso fa si che noi percepiamo dei schemi.
Legge della buona direzione —> si impone quella unità percettiva il cui margine offre il minor numero di cambiamenti o interruzioni. Cioè data una serie di elementi posti uno di seguito all'altro.
essi vengono uniti in forme in base alla loro continuità di direzione. Questo è dovuto, secondo gli psicologi della Gestalt, al fatto che gli elementi vengono uniti in base alla continuità della loro direzione. Legge della chiusura -> è la tendenza a percepire oggetti incompleti come completi, a chiudere gli intervalli e a percepire stimoli asimmetrici come simmetrici. Legge del destino comune -> data dal fatto che gli elementi che hanno un movimento solidale tra di loro e differente da quello degli altri elementi vengono uniti automaticamente in forme. Legge della pregnanza -> è un principio secondo il quale ciò che viene percepito contiene una forma organizzata che è in sostanza la migliore possibile. In sostanza la pregnanza fa sì che sono percepite come figure quelle configurazioni che appaiono più armoniche/simmetriche o anche più semplici. Quanto piùregolati/simmetriche/coesive/semplici queste forme sono tra loro tanto più è probabile che siano percepite come una forma unica/strutturata. In particolare negli anni '30/'40 la psicologia della Gestalt è stata applicata sulla percezione visiva e i principi che abbiamo illustrato sono diventati un patrimonio di conoscenza del mondo del design che ne fa un uso molto significativo ad esempio per la progettazione di marchi e di brand.
Passiamo ora al principio della Segregazione percettiva.
Segregazione percettiva -> figura di Edgar Rubin del 1921. Questa figura è costituita da aree bianche e nere omogenee che sono contigue e poste sullo stesso piano. Tipicamente quello che si percepisce è un vaso bianco sullo sfondo nero. Tuttavia, seguendo i contorni del vaso è possibile notare anche i profili di due volti neri su uno sfondo bianco. Quindi le due immagini non sono visibili contemporaneamente, cioè quando si percepiscono i
visione su un determinato oggetto o pensiero, escludendo tutto il resto. La percezione è il processo attraverso il quale interpretiamo e comprendiamo le informazioni sensoriali che riceviamo dall'ambiente circostante. È un processo attivo che coinvolge l'organizzazione e l'interpretazione delle sensazioni al fine di creare una rappresentazione significativa del mondo che ci circonda. L'attenzione è un elemento fondamentale nella percezione, in quanto ci permette di selezionare e focalizzare la nostra attenzione su determinati stimoli, escludendo tutto il resto. È un processo di filtraggio che ci consente di concentrarci su ciò che riteniamo rilevante o interessante, ignorando le distrazioni. La differenza tra sensazione e percezione sta nel fatto che la sensazione è il processo di ricezione e rappresentazione degli stimoli sensoriali, mentre la percezione è il processo di organizzazione e interpretazione di tali stimoli. La sensazione è il primo passo nel processo di percezione, in quanto ci fornisce le informazioni di base, mentre la percezione è ciò che ci consente di dare un significato a tali informazioni. In sintesi, la sensazione è il processo di ricezione degli stimoli sensoriali, mentre la percezione è il processo di organizzazione e interpretazione di tali stimoli al fine di creare una rappresentazione significativa del mondo che ci circonda. L'attenzione è un elemento fondamentale nella percezione, in quanto ci permette di selezionare e focalizzare la nostra attenzione su determinati stimoli, escludendo tutto il resto.coscienza ne costituiscono l'essenza, essaimplica il ritrarsi da alcune cose per poterne trattare altre con efficienza. Attribuiti fondamentali dell'attenzione: capacita di prendere possesso di un oggetto/di una sensazione/di un pensiero e farlo mettere in evidenza rispetto agli altri che sono simultaneamente presenti e possibili. La sua essenza è appunto la focalizzazione. L'attenzione ci consente da un lato di desintonizzarsi dalle informazioni/sensazioni non rilevanti e interessanti per lo scopo della nostra attività e invece di sintonizzarsi ciò è concentrare il fuoco sull'informazione che è importante per l'attività che stiamo svolgendo. Non solo quindi il nostro sistema attentivo ci consente di focalizzare su qualcosa di specifico nel nostro ambiente mentre ci distogliamo dai dettagli rilevanti, essa infatti influenza anche la nostra percezione degli stimoli che ci circondano, in alcuni casi la nostra attenzione potrebbeessere focalizzata su qualcosa in particolare e renderci in pratica ciechi rispetto agli altri oggetti/stimoli ambientali. Prima importante distinzione tra: Processi automatici (non richiedono appunto di prestare attenzione in modo consapevole, deliberato. Cioè non dobbiamo deliberatamente sforzarci di esercitare un controllo sull'attività che stiamo svolgendo.): Si attivano quando l'esecuzione di un compito non richiede più uno controllo conscio Si attivano in modo "automatico" (Vedi effetto Stroop nella prossima slide) Sono rapidi ES: se si ha esperienza con la bici/suonare il piano/camminare/cantare Processi controllati o intenzionali (richiedono uno sforzo attivo di concentrazione e deliberato. È caratterizzato dalla consapevolezza di ciò che stiamo facendo. Bisogna quindi pensare a quello che si sta facendo per svolgere questo compito in modo corretto, siamo in pieno controllo di questo compito.): intenzionalità di r