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CAPITOLO 7 : POST-MODERNISMO E COSTRUTTIVISMO

Psicologia odierna fortemente influenzata dal post-modernismo.

Principale ispiratore della psicologia post moderna è Vygotskij e la sua Scuola storico-sociale.

Egli fa derivare l’intra-psichico dall’ inter-psichico, proprio come la psicologia post moderna fa

derivare la vita psichica individuale dalla inter-individualità storico-culturale-sociale.

Gli orientamenti postmoderni (costruttivismo, Kelly, Bannister e Bruner) sono quindi come una terza

via anti-naturalistica che critica la tradizionale psicologia generale e sperimentale, statica e astorica.

Non si spiega il comportamento o la mente in generale, ma si sottolinea la soggettività, a partire dal

linguaggio, non neutro, attivo costruttore del nostro mondo che descrive gli individui e i loro processi

mentali.

Il pensiero postmoderno (nato con il rinascimento e maturato con l’illuminismo) non crede nella

costruzione di un pensiero o di un linguaggio universale. La realtà è un prodotto di una costruzione

storicamente contestualizzata. Cultura e scienza sono “narrazioni” in un linguaggio condiviso tra chi

parla e chi ascolta (non processi di accumulo di conoscenze).

La psicologia transculturale confronta individui di culture diverse per verificare l’impatto della

cultura sul comportamento e sul funzionamento psicologico mentre la psicologia culturale

considera individuo e cultura indiscindibili.

Universalismo: i processi psicologici di base comuni a tutti gli esseri umani (“universali”) mentre la

loro espressione è mediata dalla cultura.

Relativismo culturale: opposto all’universalismo, afferma che le differenze psicologiche degli

individui siano esclusivamente dovute alle differenze dei contesti culturali in cui essi si sviluppano.

Etnocentrismo: tendenza a usare i parametri di riferimento della propria cultura per giudicare e

tratte conclusioni su persone e fatti di culture diverse, considerando il proprio gruppo come

gerarchicamente superiore → approccio indigeno: evidenziano i fattori specificamente culturali del

funzionamento umano e l’universalità dei principi scientifici su cui si basa la psicologia.

Narrativismo: il ruolo del linguaggio è misero, quello di un servitore che trasmette quanto

osservato dal singolo individuo alla più ampia comunità, solo se il ragionamento trova espressione

nel linguaggio ne risulta una conoscenza. La produzione di essa è legata a visioni particolari.

Punto di svolta con Kuhn, “La struttura delle rivoluzioni scientifiche”: egli sostenne che le nostre

descrizioni e spiegazioni del mondo non sono determinate dal mondo come esso è, allo stesso

modo delle convinzioni condivise entro particolari comunità interpretative.

Il linguaggio ha quindi un ruolo di modellamento su come noi osserviamo e pensiamo (da servitore

a padrone).

I requisiti di una buona forma narrativa sono: stabilire un fine, selezionare gli eventi rilevanti per il

fine, l’ordine degli eventi, coerenza tra i collegamenti, segni di demarcazione.

La metafora comunica l’essenziale senza eccessive semplificazioni, preservandone la complessità.

È logica sulla quale il mondo biologico è costituito, diviene una via di conoscenza.

Armonicamente da rilevanza al modo di combinarsi degli elementi. Vi sono due tipologie:

Le metafore vegetali, “ben essere” come sensazione euforizzante di piena vitalità, esempio Freud.

Le metafore musicali, accordo di voci e strumenti, proporzionata disposizione di parti,

concentrazione.

CAPITOLO 8 : PSICOANALISI E PSICOTERAPIE

Psicanalisi: ha avuto una storia indipendente dalla psicologia ma le sue concettualizzazioni sono

penetrate in essa con la denominazione di psicologia dinamica.

Critica di Popper nei confronti della Psicanalisi poiché non può essere falsificata avendo sempre a

disposizione ipotesi “ad hoc”, che spiegano tutto e il contrario di tutto.

Seconda critica a Freud che nelle sue opere riduce l’essere umano a pura natura e istintualità

(naturalismo), senza lasciar spazio alla dimensione esistenziale e autotrascendente.

Il discorso freudiano sembrò anche a Ricoeur un discorso misto, che si pone tra fatti di natura

(conetti di forza, carica, conflitto energetico) e articolazioni di senso (interpretazione del sogno e dei

sintomi, transfert, controtransfert).

Questa ambiguità della Psicoanalisi può essere intesa come un fatto positivo poiché è ambiguo

anche il mondo originario delle manifestazioni psichiche.

Contro queste letture di Freud sono insorti i sostenitori della scientificità psicoanalitica come

Gruenbaum che rivendica la sostanziale aspirazione scientifica della psicoanalisi e che i concetti

esprimono lo sforzo di fornire risposte in termini materiali alle domande di senso.

Nella sua ultima opera “Il compendio di psicoanalisi” 1938 Freud difende la tesi secondo la quale la

Psicoanalisi non differirebbe, nel proprio statuto epistemologico, da tradizionali e accreditate

scienze naturali (es. fisica, chimica, biologia).

Questo tentativo di riportare la Psicoanalisi allo statuto delle scienze naturali e lo sforzo di

garantirne la peculiarità attraverso una dinamica ermeneutica si riflette negli sviluppi successivi

della disciplina.

Critica di Binswanger alla psicoanalisi: l’umanità viene ricondotta all’istintualità, alla dinamica della

libido, viene privilegiato l’inconscio, la sessualità e la produzione onirica (di cui viene ritenuto

veridico il contenuto latente cioè quello interpretato o supposto e non quello manifesto con cui si

palesa il sognatore).

La psicoanalisi prende in considerazione solo la categoria essere-come-natura, non postula teorie e

diffida dalle enunciazioni teoriche freudiane.

In questa sua autolimitazione teoretica, si comprende bene come per essa assuma grande

importanza la nozione di “ripetizione” → il sintomo per la psicoanalisi è ripetizione di complessi

passati irrisolti, non rappresenta alcun “novum”.

Psicoterapia: trattamento di disturbi mentali o di problemi psicologici che utilizza metodi

psicologici. Ciascuna di esse ha un proprio modello teorico di funzionamento.

Caratteristiche di base (comuni a qualunque tipo di psicoterapia):

1. relazione interpersonale tra paziente e terapeuta, a beneficio esclusivo del paziente

2. un luogo specifico e sicuro (setting)

3. proposta, ad opera del terapeuta, di nuove prospettive e nuovi punti di vista in grado di dare

un senso a sensazioni confuse e indefinite

4. un insieme di tecniche e di procedure

La relazione terapeutica presuppone alcuni requisiti preliminari:

1. rispetto della riservatezza

2. accettazione del paziente, assenza di giudizio sul paziente e sul suo comportamento

3. assenza di un interesse personale da parte del terapeuta

4. messa tra parentesi condizioni religiose, morali e politiche

Vi sono diversi gradi di importanza che la relazione assume nel processo psicoterapeutico:

si va da una posizione estrema, che la considera un elemento necessario e sufficiente di una

psicoterapia, ad una posizione, all’estremo opposto, che privilegia il ruolo della tecnica e considera

la relazione come fattore necessario (per evitare demotivazione ed interruzioni premature, “drop-

out”) ma non sufficiente (a produrre cambiamento in assenza di tecniche efficaci).

Un intervento psicoterapeutico può avere diverse finalità:

1. deve affrontare situazioni di emergenza

2. far fronte ad una condizione psicopatologica in atto (Es. disturbo di panico)

3. prevenire possibili ricadute

4. promuovere la crescita personale mediante il cambiamento di aspetti strutturali della persona

L’intervento psicoterapeutico è efficace? Dibattito avviato da Eysenck nel 1952.

I risultati delle psicoterapie possono essere positivi, neutri o negativi (rischi iatrogeni).

Nel 1977 con lo sviluppo delle tecniche meta-analitiche si hanno le prime prove che generalmente

con l’impiego di una psicoterapia vi è un miglioramento, tuttavia vi è una forte variabilità nei risultati.

L’effetto placebo è un importante alleato per i trattamenti psicoterapeutici, ma non vi sono effetti a

lungo termine e non funziona per patologie.

Fattori che rendono problematica la ricerca sull’efficacia o meno delle psicoterapie:

I. difficoltà nel definire in termini univoci le principali categorie concettuali dell’universo del discorso

psicoterapeutico poiché esse variano col variare delle culture di appartenenza (es. miglioramento

che è legato a tre agenti di valutazione: paziente, psicoterapeuta, società)

II. caratteristiche e atteggiamenti dei ricercatori che sono sia psicoterapeuti sia ricercatori imparziali

III. caratteristiche dei pazienti del gruppo di controllo. È necessario che vi sia omogeneità fra il

gruppo dei pazienti trattati e il gruppo di controllo

CAPITOLO 9 : PROBLEMA RAPPORTO MENTO-CORPO

Tentativi di ipotesi sul rapporto mente corpo

Il rapporto mente corpo è una tematica nella quale psicologia e filosofia possono lavorare insieme.

Tre posizioni riguardanti il “Mind-Body-Problem” (MBP):

• Dualiste: viene confermata la legittimità della distinzione tra mente e corpo e se ne

cercano le ragioni.

Soluzione interazionista: mente e corpo comunicano tra loro (unidirezionale o bidirezionale).

Teoria causale della mente: la mente agisce sul corpo e non viceversa (la mente è parte delle

cause di un atto corporeo, ne sarebbe la causa interna dello schema di esecuzione).

Epifenomenalismo: il cervello (corpo) agisce sulla mente e non viceversa.

Il mentale sarebbe un epifenomeno, un “by-product”, un effetto di processi neurocelebrali.

Soluzione parallelista: mente e corpo non comunicano tra loro (sono su due piani distinti non

comunicanti tra loro) ma i loro rapporti sono sincronizzati dall’esterno.

Soluzione emergentista: tra mente e corpo vi è un rapporto di derivazione genetica (mente deriva

dal corpo ma “emerge” da esso).

• Identiste/moniste: legittimità di uno dei due termini di distinzione a cui si riconduce

l’altro.

• Indifferentiste: evade dalla distinzione considerandoli aspetti diversi di una medesima

realtà. CAPITOLO 10 : PSICOLOGIA E IDEOLOGIA

La psicologia rischia di esporsi all’ideologia (falsa conoscenza rivolta alla manipolazione delle

menti), che riveste forme e linguaggio della scienza ma in realtà la travisa, più o meno

intenzionalmente, per difendere interessi di parte, che nulla hanno a che fare con la scienza.

La psicologia è stata (ed è) usata ideologicamente da più parti, esempio psicologia razzista.

CAPITOLO 11 : PSICOLOGIA E PSICOLOGIA APPLICATA

Il passaggio dalla ricerca psicologica di base (teorie, metodi, risultati) alle applicazioni nel

quotidian

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
7 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher francigobbi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Marhaba Assaad.