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Il cane aveva appreso una risposta: perché accade questo? Accadeva al di fuori della sua volontà:
l’utilità è che quindi noi riusciamo a prevedere meglio che cosa accadrà, ci consente di prevedere
(è la prevedibilità). Il fatto di legare un ceto stimolo a un certo comportamento rende prevedibile
quello che accadrà dopo la presentazione dello stimolo (prevedo il comportamento futuro). Sono
preparato a comportarmi in un determinato modo. Però è una cosa che scompare gradualmente,
proprio perché non è adattativo. Però, dopo una serie di mancate associazioni campanella-cibo il
comportamento acquisito perderà l’associazione appresa. Se ci sarà un altro cane non
condizionato, il fatto di avere appreso un qualcosa nel passato permetterà di diminuire i tempi di
salivazione.
Il fatto di creare queste associazioni rende maggiormente prevedibile il mondo che ci circonda: ciò
è importante anche nella regolazione delle emozioni. Cosa vuol dire? Se associo uno stimolo
neutro ad un dolore (luce-dolore), l’individuo cerca di mettersi in salvo. Se si ribalta lo schema
(luce-dolore o luce-non dolore), si nota la presenza i un comportamento paragonabile ad una
depressione, perché lo schema dei valori di riferimento è stato messo in crisi (non ci si mette più in
salvo perché non ci sono più segnali coerenti). Ciò è stato usato da Watson per criticare Freud.
Nell’essere umano può causare una situazione di ansia (allarme) e poi porterà alla depressione
(impotenza appresa>depressione), ma soprattutto le fobie. Esempio del caso del piccolo Albert:
tutta l’attività mentale (degli esseri mani normali) può essere spigato in termini di comportamento
direttamente osservabile di comportamento. Il bimbo venne condizionato ad avere paura di un
piccolo topino bianco ( che prima non temeva): associò la presentazione del ratto a un rumore
molto forte (stimolo che ha già valenza di minaccia della nostra sopravvivenza, già adattativo). Il
bimbo si spaventa. Il rumore molto forte quindi spaventava il bambino ed era preceduto dalla vista
del topino. Il piccolo Albert era spaventato dunque dal topino bianco (fobia indotta). Questo tipo di
fobia si estese dunque ad altri tipi di oggetti simili al topo (generalizzazione dello stimolo): per
esempio un coniglio, una pelliccia bianca, un batuffolo di ovatta, i capelli bianchi di Watson che
ricordavano ad Albert il topo.
→ Come rimuovere le risposte emozionali condizionate? Come si può risolvere la fobia indotta?
1) Ricondizionamento: associare uno stimolo positivo all’oggetto che prima causava paura
oppure al posto del forte rumore una ninna nanna al topo. Forma è rilassamento
progressivo quando si trova ad affrontare l’oggetto dell’ansia.
2) Decondizionamento: esposizione graduale agli stimoli (abituare una persona a superare la
paura dell’aereo), scaletta degli eventi stressanti.
Limiti del comportamentismo: da un punto di vista teorico l’errore che fecero i comportamentisti fu il
fatto che non si può assumere che a un certo comportamento si possa associare un determinato
stato mentale. Non necessariamente allo stesso comportamento soggiacciono gli stessi stati
mentali. In ambito clinico, fu il prendere in considerazione solo quel sintomo invece che inserirlo in
una prospettiva più ampia (si occupa solo del sintomo senza considerare le ragioni che causano il
sintomo). Quindi succedeva che il paziente poteva anche guarire, ma poi presentavano un’altra
sintomatologia (proprio perché eliminare quel sintomo ne causava a comparsa di altri).
Concetto di rinforzo Skinner: evento che rende più probabile il verificarsi di un certo
comportamento nel futuro:
1) Rinforzo negativo: cessazione di uno stimolo avversivo
2) Rinforzo positivo: evento capace di soddisfare un bisogno
Watson studia anche un condizionamento di secondo livello: suono>salivazione poi viene inserito
un altro stimolo luce > suono > salivazione e infine luce>salivazione (quindi ulteriore livello di
complessità).
Cognitivismo. Passaggio che non avvenne per contrapposizione diretta al comportamentismo,
ma si parlò di neo comportamentismo, ma furono i seguaci stessi a cambiare orientamento, cioè le
idee non erano compatibili > neocomportamentismo (Nebb: variabili ? , essi iniziano a ipotizzare
che ci sia qualcosa che si interpone tra l’input in entrata e la risposta> inizialmente vennero indicati
i neuroni. Ci voleva un po’ di tempo per elaborare la risposta.
1967 Naisser, psicologia cognitivista, ipotizza che tra stimolo in entrata e risposta in uscita ci siano
dei processi cognitivi che elaborino > ciò non è compatibile con la teoria dell’esistenza della
“scatola nera”, bisogna trovare il modo di capire come la mente funzioni. Bisogna indagare la
mente umana indagando i processi psichici, non osservandone il comportamento. Abbiamo un
determinato comportamento piuttosto perché abbiamo determinati processi mentali. Come si
possono studiare tali processi cognitivi? In quest’epoca vi fu l’influenza del computer. è possibile
comprendere il funzionamento della mente umana tramite:
1) Human information processing: da un certo punto di vista gli esseri umani possono essere
considerati come una sorta di elaboratori, è una macchina per decodificare e codificare
informazioni. 1+1=2 elaboro diversi simboli e informazioni e arrivo a fornire una risposta. Il
tempo necessario a elaborare un’informazioni può fornire informazioni sulla difficoltà del
compito.
Weimer: concetto di retroazione. Forte influenza degli studi scientifici (termostato> mantiene
l’omeostasi; un altro esempio è il meccanismo della fame nell’uomo).
2) Metafora computazionale: il funzionamento della mente umana po’ essere paragonato al
funzionamento di un software. Il cervello (substrato biologico) è invece l’hardware.
3) Metodologia simulativa: per studiare che cosa accade, si mette in atto una simulazione
tramite intelligenza artificiale (morbida-vuole simulare che cosa farebbe un essere umano,
si ripropone di ricostruire i processi cognitivi di una persona in determinati situazioni e dura-
creare programmi che abbiano prestazioni superiori dell’essere umano e.g. google). Devo
avere una teoria del funzionamento. Possedendo un’intelligenza artificiale si costruisce un
modello con cui si simula cosa farebbe un essere umano e poi lo confronta con una
sperimentazione sull’essere umano. Il processo di simulazione deve rispettare alcuni vincoli
(per potersi confrontare con l’uomo deve essere conforme ai limiti dell’uomo) : tempo,
ordine, possibilità di errore.
Per capire come è possibile applicare questo tipo di metodologia si fa riferimento al concetto di
script (sequenza stereotipata di azioni che definisce una situazione conosciuta.) le persone
riescono a muoversi facilmente nel mondo perché hanno una serie di conoscenze di background
(per esempio se vado al ristorante e mi chiedono che cosa voglio, chiaramente saprò già che devo
rispondere qualcosa di inerente al ristorante, non “ gradirei avere un’automobile”). Schank e
Abelson facevano leggere ai loro pazienti delle storie rappresentanti script già conosciuti. I soggetti
avevano pi la tendenza a ricordare particolari non presenti nelle storie ma coerenti con quel
particolare script (Jack ordina al ristorante una bistecca ma gli viene portata una mosca, jack
pagherà il conto? Script è no!). La macchina riusciva a rispondere come avrebbero risposto gli
uomini (“non pagherà il conto”), cioè riesce a fare inferenze (era in grado di comprendere
addirittura un testo e rispondere a domande: grado di sofisticazione elevato). Ma il computer non
capiva realmente.
Searle. Critica alla computazione (che i computer capivano), esperimento della camera cinese:
uomo che non consoce il cinese riceve: 1.serie di simboli in cinese 2. Serie di simboli in cinese
(storia) 3. Serie di simboli in cinese (domande) 4. Istruzioni (programma) . Se le istruzioni sono
abbastanza dettagliate l’uomo riuscirà a produrre: una serie di simboli in cinese (risposte) senza
aver capito nulla delle domande (= questo per dire che una macchina può dare delle risposte
senza capire realmente, come ha fatto l’uomo della stanza cinese)
Scienza cognitiva. Evoluzione attuale (1977), insieme di discipline diverse (intelligenze artificiali,
psicologia generale, clinica, filosofia della mente, psicopatologia e sviluppo cognitivo) che cercano
di studiare la mente umana tramite:
1) Simulazione tramite calcolatore (diverso dal cognitivismo). Esempio simulazione dell’area
cerebrale e vedere cosa succede in sua relazione.
2) Neuropsicologia cognitiva: possibile studiare substrato neurale ij relazione al processo
cognitivo : e.g. memoria ha particolare area del cervello che la fa funzionare, vedere cosa succede
se vado a modificare quell’area o se la stimolo, come ad esempio: se stimolo l’area della memoria
posso far riaffiorare un ricordo)
3) Sviluppo cognitivo: studio della formazione dei processi cognitivi (dai più semplici nel bambino ai
più complessi), mi permette di comprendere ad esempio come viene sviluppata la percezione dei
volti umani.
Cenni di neuropsicologia. Nello studio della mente non si può prescindere dallo studio
anatomico, cioè del substrato neuronale. Il sistema nervoso centrale è composto da cellule di base
che sono i neuroni: responsabile di tutta una serie di attività che ci permettono d interagire col
mondo esterno. Parte centrale del neurone è il nucleo, diramazioni sono i dendriti, assone e altre
ramificazioni. Un neurone è in contatto funzionale con altri neuroni: ciò si chiama sinapsi. I neuroni
possono avere lunghezza diversa (cervello: lunghezza di poche decine di millimetri o assoni più
lunghi che vanno a innervare le parti periferiche). Ci sono tre categorie fondamentali: sensoriali
(trasmettono al SNC gli impulsi ricevuti dai recettori sensoriali – cellule specializzate che
riconoscono le modificazioni fisiche (pressione) > fino al cervello), neuroni motori (trasportano i
segnali dal livello cerebrale in uscita fino ai muscoli), interneuroni, nervo (fascio di assoni che
appartengono a centinaia o migliaia di neuroni). Tutti i nostri comportamenti e pensieri sono un
risultato di integrazioni del sistema nervoso e degli organi sensoriali. Intricata rete nervosa che
arriva al cervello (input – via afferente), poi c’è una sorta di elaborazione della risposta, poi c’è
l’output (risposta motoria). Ogni nostro pensiero, emozione, ricordo corrisponde an una specifica
attivazione neuronale; sono stati fatti studi che dimostrano