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Il vissuto cosciente e l'interazione tra regioni cerebrali

Il vissuto cosciente non è identificabile in un'unica regione, ma è il frutto di interazioni e attività di cooperazione tra molte regioni cerebrali. Dati di tipo sperimentale e clinico indicano che la coscienza dipende dal grado di interazione dell'attività di tre diversi livelli del sistema nervoso centrale:

  1. Il primo livello è a livello del tronco encefalico, dove si trova un circuito chiamato RAS che si attiva quando siamo consistenti. L'attivazione del RAS determina lo stato di veglia.
  2. Il secondo livello del sistema nervoso centrale è il talamo, responsabile di tutte quelle afferenze che arrivano dai sensi e vengono mandate alla corteccia. Quindi, il talamo insieme al RAS partecipa alla coscienza.
  3. Infine, il terzo livello che deve intervenire per far sì che siamo coscienti è il livello corticale. Dalla corteccia arrivano tutte quelle informazioni provenienti dal talamo che le smista ed elabora.

livello della corteccia che questi input id informazioni acquisiscono significato, la coscienza arriva nel momento in cui questi stimoli vengono elaborati e identificati come ciò che sono. La coscienza è quindi frutto dell'interazione ed integrazione dell'attività di questi tre livelli del sistema nervoso centrale: livello al tronco encefalico caratterizzato dal RAS, un livello talamico caratterizzato dallo smistamento dell'informazione e direzionamento delle informazioni nel sito della corteccia e un livello corticale che elabora, integra e mette insieme i vari significati. Se qualcosa non va succede che l'informazione non arriva alla coscienza e non viene identificata. A livello del tronco encefalico il RAS: all'interno del RAS ci sono neuroni che controllano lo stato di veglia, se il RAS è attivo siamo svegli se no non siamo in veglia, sempre all'interno del RAS c'è anche il controllo del ritmo circadiano quindi la

capacità del cervello di regolarizzare i suoi ritmi biologici in base al ciclo giorno-notte. Quindi quello che fa il RAS è andare a recuperare queste informazioni riguardanti il ritmo circadiano, ne rileva delle variazioni e le trasferisce al talamo e questo alla corteccia. Il RAS determina l'arousal (o stato di vigilanza), che è lo stato in cui siamo pronti ad identificare uno stimolo che compare nell'ambiente e non ci aspettavamo. Il RAS riceve le informazioni dai sensi. Lo stato di coscienza può essere modificato sia dalla mancanza del sonno, oppure da sostanze chiamate esogene, ad esempio gli psicostimolanti (cocaina, amfetamine e la nicotina). Il ritmo sonno-veglia può essere interferito non solo con sostanze eccitanti, ma anche con sostanze inibenti come i tranquillizzanti o sedativi e infine anestetici.

Il circuito del piacere (dove agiscono le droghe)

Quando si parla di droga si fa riferimento a qualsiasi sostanza che va a modificare

lecapacità del nostro cervello di rispondere a livello di percezione e livello di risposte emotive. Quando parliamo di disturbi della coscienza soggettiva (disturbi dissociativi) in questo caso stiamo parlando di disturbi che non dipendono dalla droga, ma è il nostro cervello che si disconnette dal mondo reale e non è in grado di andare ad integrare in modo corretto gli stimoli che vengono dal mondo esterno (allucinazioni), nel caso dei disturbi dissociativi la persona è disconnessa, anche l'amnesia rientra nei disturbi dissociativi. Quindi noi assumiamo delle sostanze, come gli psicostimolanti, c'è la tendenza a richiedere da parte del nostro corpo queste sostanze perché il circuito vanno ad attivare è il circuito del piacere che viene identificato nell'area tegmentale ventrale (VTA), nel nostro cervello vi è un gruppo di cellule nervose che vengono collocate in questa area (VTA) sopra il tronco encefalico, che mandano il

Messaggio per il rilascio di determinate sostanze al nucleo Accumbens che produce la dopamina (ormone del piacere) e questa si dirige in varie aree in modo particolare nelle regioni frontali. Attraverso dei meccanismi tutte le droghe provocano un'attivazione anomale del circuito della ricompensa che è caratterizzata da un eccesso di attività dell'ormone del piacere.

La sinapsi chimica: bottone presinaptico (area in cui i due neuroni entrano in comunicazione, quando l'informazione elettrica arriva nel bottone (alla fine del neurono presinaptico) questo innesca una serie di meccanismi che permettono il rilascio di vescicole che contengono la dopamina, queste vescicole (area bianche con pezzi azzurri dentro) vengono espulse dal neurono presinaptico e vengono rilasciate nella fessura che collega i due neuroni. Le molecole di dopamina vanno a legarsi ai recettori del neurone postsinaptico andando ad attivarlo, questo è il processo di funzionamento dei neurotrasmettitori.

ma nel processo del piacere interviene soprattutto la dopamina. Se questo è il funzionamento normale, dopo che la dopamina è stata rilasciata ad un certo punto deve essere eliminata, che viene o riassorbita o ci sono enzimi che la degradano, quindi i pezzi azzurri devono sparire. Le droghe impediscono il riassorbimento, il fatto che ci sia dopamina che continua a rimanere significa che il circuito continua a circolare, tutto questo comporta a livello psicologico il desiderio di avere quella sensazione di piacere. Quindi il circuito del piacere è quel circuito dove vanno ad agire le droghe, la dopamina che è un neurotrasmettitore è un neurotrasmettitore che normalmente rimane nella fessura tra i due neuroni per un determinato periodo di tempo poi deve essere assorbita, le droghe vanno ad inibire questo riassorbimento. Altre sostanze che vanno ad inibire è la caffeina che va degradare i neurotrasmettitori. Quando si parla di droghe viene attivato il concetto di dipendenza.quando parliamo di dipendenza da sostanze è uno stato psichico e fisico che deriva dall'interazione con una sostanza che determina modificazione del comportamento e che fa sì che per il soggetto ci sia la necessità di assumere questa sostanza per evitare quella che viene chiamata la sindrome di astinenza. Quando per un lungo periodo di tempo si assumano delle droghe (qualunque tipo di sostanza che vada ad interferire con la normale captazione dei neurotrasmettitori) il nostro organismo si abitua ad avere in circolo quelle sostanze e quando non le riceve innesca una serie di meccanismi compensatori che sono alla base della crisi di astinenza che sono dolorose. Non tutte le droghe hanno la stessa capacità di dare dipendenza. Due concetti: 1. dipendenza 2. tolleranza La dipendenza deriva dal fatto che un individuo ha fatto uso di una droga che richiede all'organismo ha necessità di continuare ad assumerla, la dipendenza può essere di tipo psicologico.

Il tipo di dipendenza più comune è quella di tipo fisica che porta a assumere una determinata sostanza per evitare le conseguenze della mancata assunzione che sono le sindrome di astinenza. La dipendenza è l'organismo che reagisce alla presenza prolungata di una sostanza e la richiede. Dal momento in cui questa sostanza viene sottratta emergono una serie di stimoli. La tolleranza è quel tipo di effetto quando una sostanza perde di efficacia e occorre aumentare la dose per ottenere lo stesso effetto di prima, l'organismo diventa tollerante e bisogna aumentare le dose, la tolleranza avviene in seguito ad un'esposizione di tipo prolungato ad una sostanza e quindi l'effetto che si ottiene è che l'organismo non funziona più come all'inizio e c'è bisogno di aumentare la dose. Le sostanze di abuso sono la cocaina, l'alcol, caffeina, allucinogeni, tabacco, cannabis. Alcune di queste tra cui l'eroina è stata inizialmente identificata in laboratorio allo scopo.

Ho trovato delle sostanze che fossero in grado di andare a sedare le tosse, l'eroina fu sintetizzata da Wright come ciò che deriva dalla morfina, l'eroina deriva dalla morfina ma non fu ritenuto interessante, successivamente Hoffman sintetizzò l'eroina dalla morfina e ottenne l'eroina e aveva lo scopo di andare a sostituire la medicina che veniva usata per la tosse. Quindi la produzione di questa droga era legata all'utilizzo medico, ma in realtà ciò che fa l'eroina è andare a sedare il centro del respiro. Quello che accade di sostanze che si fa un abuso diventano necessità primarie di cui non si può fare a meno se non ci sono delle conseguenze.

L'alcolismo rientra nei disturbi psichiatrici e viene definito come un uso problematico e delle dipendenze alcoliche, è un disturbo caratterizzato dall'incapacità indipendente dalla volontà del soggetto dall'astenersi a consumare alcolici.

ha perso il controllo perché la risposta corporea di questa sostanza ha sviluppato dipendenza e tolleranza, il soggetto non è in grado di stare senza. Si è visto che abbiamo una predisposizione genetica nello sviluppare l'alcolismo e i figli degli alcolisti hanno possibilità in più di diventarlo rispetto ai genitori, chi assume alcolici in età precoce facilita l'espressione di determinati geni che intervengono nel creare un'indipendenza all'utilizzo di queste sostanze. L'assunzione di alcolici a dosi basse c'è il rilascio di endorfine che sono delle sostanze chimiche prodotte in maniera fisiologica dal nostro cervello e sono dei neurotrasmettitori, l'effetto dell'endorfina è uno stato di benessere, quando vengono rilasciate si riduce lo stress, il dolore e al contrario danno una sensazione di benessere. Assunzioni a basse dosi determinano il rilascio di endorfine, con l'aumentare delle dosi di

Con l'assunzione di alcolici si ottiene un effetto di depressione del sistema nervoso centrale, ovvero l'alcool agisce sui neurotrasmettitori di tipo eccitatorio andando ad inibirne la funzione e limitandone la quantità. Di conseguenza si verifica un rallentamento dell'attività cerebrale e si manifestano deficit a livello cognitivo.

Un utilizzo prolungato di alcolici può creare tolleranza, astinenza e dipendenza, con sintomi fisici legati alla sospensione dell'assunzione. Chi beve in modo eccessivo e smette improvvisamente di bere può manifestare il delirium tremens, che è una risposta importante dell'organismo all'assenza di alcool. I sintomi del delirium tremens includono allucinazioni, tremori, disorientamento, paura, febbre, sudorazione e aumento del battito cardiaco.

Il delirium è un sintomo clinico causato dall'interruzione brusca dell'assunzione di alcool.

Dall'amancanza di assunzione di una sostanza a cui si era abituato. Si entra in delirium quando si smette una sostanza. Ci sono altre sostanze che invece di ec

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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher FabianaPerfect di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia o del prof De Stefani Elisa.