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Scienze cognitive:
- Oggetto: Processi psichici.
- Metodo: simulazione con il calcolatore.
Laboratorio:
- Oggetto: sensazione, percezione, memoria, pensiero, linguaggio, emozioni.
- Metodo: sperimentale.
Sul campo:
- Oggetto: comportamenti e opinioni nel contesto sociale del soggetto.
- Metodo: osservazione, sondaggi di opinione.
Il metodo sperimentale
Metodo prevalentemente utilizzato in laboratorio. Si assume un modello di spiegazione casuale: il
ricercatore cerca di avere il massimo controllo sulle condizioni in cui avviene la ricerca per influenzare le
variabili e cogliere la corretta relazione causa/effetto dell’oggetto dello studio. Cerca inoltre di garantire il
massimo controllo delle variabili per mettere in evidenza un rapporto di causa/effetto.
Organizzazione e validità di un esperimento:
1) Validità interna: rappresenta il grado con cui un esperimento sostiene una relazione causa/effetto
per una determinata variabile. Occorre tenere sotto controllo le aspettative del soggetto.
2) Validità esterna: si riferisce al valutare la generalizzazione dei dati (per altre popolazioni,
ambienti…). Ci si interroga sulla replicabilità dell’esperimento e si tiene conto delle caratteristiche
relative al campione su ci si esegue l’esperimento.
Variabili
Ci sono più definizioni di “variabile”; possiamo identificare la variabile come una possibile variazione
misurabile di un certo fenomeno che si desidera indagare.
Variabile qualitativa (Es. colore) e la variabile quantitativa (Es. lunghezza, intensità).
Quello che deve fare il ricercatore è definire a livello operativo la variabile (si deve operazionalizzare questa
variabile).
Variabili indipendenti e dipendenti
- Variabile dipendente: è l’oggetto dello studio, di cui si misurano le variazioni al variare della
variabile (o delle variabili) indipendente.
- Variabile indipendente: è quella da cui si suppone dipenda il fenomeno.
Nel contesto di una ricerca svolta in laboratorio lo sperimentatore va a manipolare la variabile
indipendente per studiarne gli effetti sulla variabile dipendente.
La variabile indipendente può avere un solo livello o più livelli. Nicola Salvadori
In una ricerca possiamo avere due gruppi sperimentali (gruppo che riceva la variabile dipendente) un
gruppo di controllo (che riceve la variabile dipendente a livello -> il trattamento non viene somministrato).
La scelta dei soggetti: se analizzo la prestazione di gruppi diversi, questi gruppi devono essere equivalenti.
Per far sì quindi che i gruppi di un determinato studio lo siano, gli sperimentatori usano la metodologia
della scelta casuale: ogni soggetto di una certa popolazione deve avere la stessa probabilità di essere scelto.
Questo tipo di selezione garantisce che il campione sia rappresentativo della popolazione da cui è stato
tratto.
Disegno di ricerca tra soggetti: (between subjets design) i soggetti sono distribuiti in tanti gruppi quanti
sono i trattamenti o le condizioni.
Disegno entro soggetti (eithin subjects design): tutti i soggetti vengono assegnati a un solo gruppo che viene
sottoposto a tutti i trattamenti o condizioni.
La scelta di un disegno dipende dallo scopo della ricerca.
I quasi esperimenti: In questo tipo di esperimenti il ricercatore non può manipolare e controllare a suo
piacere la variabile indipendente. Le conclusioni a cui si possono giungere possono essere più deboli
Metodo correlazione: non si stabilisce il rapporto causa/effetto, realizzo uno studio sulla relazione fra
variabili. Si esprimono con un coefficiente di variazione.
Metodo sperimentale: posso arrivare a stabile un rapporto di causa effetto.
I metodi descrittivi
Questi metodi prendono ispirazione dal metodo etologico (vedi gli studi di Lorenz Tinbergen): osservazione
di determinati comportamenti di singoli soggetti o di gruppi nel contesto in cui si svolge la loro vita
quotidiana.
Nel metodo descrittivo rientrano l’osservazione del comportamento dell’ambiente naturale ma anche
l’osservazione del caso singolo e del sondaggio.
Campionamento casuale stratificato: caratteristiche che si osservano nella popolazione da cui viene tratto il
campione. Occorre mantenere le caratteristiche che osservo nella popolazione anche nel campione oggetto
di studio.
Raccolta di dati:
- Metodi osservativi: si osserva o registra il comportamento del soggetto.
- Metodi autodescrittivi (inchieste e questionari): l’informazione viene richiesta al soggetto che deve
fornire una particolare forma di valutazione del proprio comportamento, stato mentale, o in
relazione ad una sua opinione.
-
Dimensione temporale dell’osservazione
Longitudinale: quel determinato gruppo di soggetti è stato osservato ad intervalli regolari.
Trasversale: scelgo determinate fasce di età, per esempio, e analizzo quel fenomeno in fasce id età diverse.
Nicola Salvadori
Intervista:
- Libera
- Semi-strutturata
- Strutturata
Il tipo di intervista dipende dal grado di predefinizione delle domande. Il termine massimo di strutturazione
sfocia nel questionario (insieme organizzato di domande in cui sono predisposte eventualmente anche le
risposte-si/no, ecc.-).
Anche all’interno di un questionario posso identificare la variabile dipendente e indipendente: la variabile
dipendente è l’opinione dei soggetti, la variabile indipendente sono le categorie o fattori (delle persone
intervistate) che sono ipotizzate influenzare le risposte dei soggetti.
Nei questionari il campione deve essere rappresentativo della popolazione. Le domande possono essere
domande aperte (negli studi pilota) e domande chiuse (quando il fenomeno è ben conosciuto).
La sincerità delle risposte (desiderabilità sociale)
Alcune risposte che dà il soggetto possono essere influenzate da come il soggetto vuole apparire. Per
ovviare a questo problema si ricorre alla garanzia dell’anonimato. Nicola Salvadori
Lezione 9
I metodi nella ricerca psicologica
Per elaborare e interpretare i dati ottenuti nella ricerca si utilizzano metodi diversi:
- Metodi descrittivi.
- Metodi d’inferenza statistica.
Come analizzare e rappresentare i dati raccolti:
- La grandezza dell’effetto osservato (differenza fra la variabile dipendente e la variabile analizzata).
- Numero dei soggetti o di osservazioni.
- Variabilità dei dati.
La ricerca in ambito clinico
Lo psicologo clinico è interessato al particolare, al “caso” e alle differenze inter-individuali.
- La ricerca in ambito clinico può prevedere delle ricerche che possono essere etichettate come esperimenti
(se vado a modificare una variabile).
- I quasi esperimenti invece sono, per esempio, gli effetti del training autogeno sull’ansia.
- Inchieste (valutazione del rapporto tra tendenza della bulimia e del genere).
- Metodo osservativo (modalità di interazione fra madre e bambino affetto da psicosi).
Il problema della verifica in psicoterapia.
- Concretezza empirica ai costrutti teorici attraverso procedure di operazionalizzazione.
- Oggettività (trascrizione delle sedute=> carattere pubblico dei dati).
- Criteri condivisi per la valutazione del cambiamento terapeutico
- Terapeuti formati ai metodi osservativi.
Ambito e metodologia della scienza cognitiva.
- Studio della black box: rendere osservabile l’inosservabile per studiarlo con metodo scientifico.
- Il metodo simulativo.
- Ipotetico deduttivo (costruzione di teorie della mente che si inspirano al calcolatore).
Connessionismo: questi modelli considerano la mente come l’attività organizzata di un insieme di
innumerevoli connessioni fra neuroni simulabile tramite complessi programmi per calcolatori.
Nicola Salvadori
Distorsioni sistematiche nella ricerca psicologica
- Distorsioni sistematiche (bias): effetti sistematici provocati da uno o più fattori estranei alle ipotesi di
ricerca che non sono stati controllati e che ci portano a false conclusioni.
- Effetti legati alle aspettative dell’osservatore (effetto pigmalione). L’atteggiamento che può influenzare
l’osservatore influisci successivamente anche il soggetto sperimentato.
- Effetti legati alle aspettative del soggetto (effetto Hawthorne): questo fenomeno è stato osservato
intorno agli anni 30 da un gruppo di sociologi interessati a valutare il rapporto fra le condizioni lavorative e
la produttività dei lavoratori e vanno. Venne osservato che, nel corso della loro presenza nello stabilimento
laddove venivano variati numerosi variabili all’interno del luogo lavorativo, le operaie continuavano ad
avere una produzione lavorativa molto elevata anche senza modificare o modificando negativamente le
variabili. Producevano di più semplicemente perché si sentivano osservato da qualcuno. Si effettuano
dunque degli esperimenti a doppio ceco (es. placebo).
Problemi etici della ricerca psicologica
1) Diritto della persona alla privacy.
2) Possibili disagi o danni che una procedura di ricerca potrebbero arrecare.
3) Ricorso all’inganno.
1+2: richiesta del consenso consapevole, libertà di abbandono, garanzia dell’anonimato.
3: svelare il reale scopo dello studio alla fine dell’esperimento, informare che alcuni particolari della ricerca
rimarranno ignoti fino al termine della raccolta dati, informare ogni possibile rischio reale.
Le scale di misura
Concetto di misurazione: Legge di Stevens formulata a partire dalla legge di Fechmer secondo cui l’intensità
della sensazione soggettiva è direttamente proporzionale all’intensità dello stimolo fisico. [ascolta ausio]
1) Le scale nominali. Le variabili assumono variazioni qualitative ch non hanno, per esempio, un
ordine di grandezza o di importanza (Es. il genere dei soggetti).
2) Le scale ordinali. Le variabili assumono valori compresi all’interno di serie ordinate) Es. grado di
aggressività di pazienti in un gruppo terapeutico). Non è possibile risalire a differenze qualitative
ma tiene conto dell’ordine. La classificazione di queste scale di misura è ordinale.
3) Scala a intervalli equivalenti. Tiene conto anche delle differenze tra i soggetti. Es. quoziente
intellettivo.
4) Scala a rapporti equivalenti. In questa scala c’è uno zero assoluto, le differenze e i rapporti
rimangono costanti (Es. Tempo).
Le variabili in psicologia sono diverse ed è importante tenere presente con quale nità di misura vado a
misurare la variabile.
Attendibilità di una misurazione corrisponde alla sua affidailità, cioè alla sua capacità di fornire misure simili
se viene applicata più volte, magariin condizioni diverse, allo stesso soggetto.
Una caratteristica delle misurazioni che potrebbe creare confusione con l’attendibilità potrebbe essere la
sensibilità. Nicola Sal