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Estratto del documento

Il corpo svela: diversi movimenti del corpo, delle braccia, delle gambe, delle mani, del viso accompagnano il linguaggio universale,

regolano il rapporto tra chi parla e chi ascolta, sottolineando ciò che si sta dicendo, riducendo così la possibilità che il significato del

messaggio possa essere frainteso. Questi possono enfatizzare o punteggiare un messaggio parlato, e anche riprendere una parte del

contenuto del messaggio rimasto inarticolato nella forma verbale: quando vi è supremazia del movimento questi sostituiscono il

linguaggio, quando vi è supremazia del linguaggio, essi fungono da sostegno. Indicatori di affiliazione e solidarietà: frequenza

movimenti del capo, affabilità delle espressioni facciali, frequenza di gesti di braccia e mani. Il conduttore può utilizzare gesti di

regolazione (per attenuare la forza illocutoria di certi focosi partecipanti) e gesti di adattamento (cercando di dominare i propri stati

d’animo). I gesti che più è tenuto ad evitare sono quelli scortesi che possono infastidire, risultare sgradevoli o squalificare i partecipanti

(es. fare altro mentre un partecipante parla).

La voce canta: la paralinguistica studia i fenomeni collaterali all’enunciazione verbaleche contribuiscono a dare significato alla

comunicazione e accorpa gli indicatori vocali tono, tempo, timbro, volume coi quali esprimiamo le parole. Al cambiare delle

caratteristiche intenzionali varia la gamma delle tonalità acute o gravi (acuteallegria graviansia, tristezza). Volume: intensit à

sonora; tempo: velocità, uso delle pause (veloceansia, lentoincertezza); timbro: colore del suono. La chiarezza vocale porta il

conduttore a scandire le parole in modo da renderle facilmente comprensibili anche a un orecchio inesperto; va curata particolarmente

quando si usano parole poco note. Anche le espressioni sonore (sospirare, tossicchiare) accompagnano la produzione verbale contribuendo

ad arricchirne il significato.

Il silenzio urla: non commentare, far finta di non aver notato un comportamento non appropriato al contesto del gruppo può inviare un

metamessaggio di permesso, offrendo un lasciapassare ad analoghi comportamenti successivi, e il silenzio vale come una conferma.

Il conduttore osservatore anticipato : da questa posizione egli osserva la progettazione del corso nella sua globalità, basandosi

sulle prevedibili conseguenze di certi stimoli, sulla fattibilità del progetto. La scrupolosa programmazione del seminario libera da

preoccupazioni; così quando il conduttore entra in aula può occuparsi di ciò che accade in tempo reale nel gruppo.

L’introduzione dei lavor i: buongiorno gruppo.

Le persone che iniziano un nuovo gruppo possono provare uno stato di insicurezza; il rito iniziale serve per aiutarle in questa prima

esplorazione del territorio.

Pamor: Presentazione, Aspettative, Metodo, Obiettivi, Regole. Consente di stipulare coi partecipanti un contratto formativo e

psicologico che rimane in vigore per tutta la durata del corso. Elementi strutturali del discorso d’apertura del corso possono riguardare i

seguenti aspetti: il conduttore invita i presenti a partecipare con impegno all’arricchimenti delle loro conoscenze; a scambiarsi

conoscenze, opinioni, impressioni; a familiarizzare col contesto e coi presenti. Il conduttore può terminare il suo primo intervento

spiegando il titolo del corso, presentando il programma dettagliato delle giornate, la scaletta degli argomenti, e il tempo a loro dedicato.

Presentazione e Aspettative: durante la presentazione dei partecipanti si possono porre domande riguardo: l’identità personale e

professionale, aspettative, conoscenze e competenza già possedute, a cosa serve ciò che vogliono ottenere (utile per ridimensionare

aspettative irrealistiche, precisare quelle troppo generiche o ribadire le limitazioni dell’ambito di intervento), come si accorgeranno di aver

ottenuto quello che volevano, come si impegneranno per ottenerlo. In questa prima fase è importante instaurare un dialogo con ogni

partecipante ascoltando attentamente, ponendo alcune domande di chiarificazione, rivolgendo brevi interventi, ripetendo, parafrasando

o riformulando quanto il partecipante dice. Ciò servirà al partecipante per entrare in contatto col conduttore e con il gruppo.

Metodo: buon equilibrio tra rigore e immaginazione, tra ripetizione e innovazione, tra azzardo e cautela. Il metodo adottato nei corsi di

formazione considera l’apprendimento come un processo in cui si attraversano fasi di sviluppo prossimali in una continua alternanza di

generalizzazioni e discriminazioni. Metodo d’aula si articola in: 1) parte teorica di lezioni in cui si presenta un corpo di conoscenze

specifiche (apprendimento cognitivo), 2) parte esperienziale in cui i partecipanti sono resi attivi per svolgere esercitazioni (stimolare

apprendimento di tipo empirico), 3) parte che fa ricorso a citazioni, racconto di aneddoti, storie, allegorie, metafore, giochi (stimolare

apprendimento intuitivo) apprendimento collaborativo, in cui ogni partecipante apprende sia da quanto sta accadendo, sia

dall’osservazione e riflessione su quello che ognuno contribuisce a cocreare.

Obiettivi: oltre agli obiettivi istituzionali, concordati con il committente, vanno aggiunti quelli relativi all’aumento

dell’autoconsapevolezza, automotivazione, autodisciplina.

Regole: legate agli scopi, ai valori e all’ideologia comune ai presenti nel gruppo; insieme delle regolarità presenti nei loro comportamenti.

Una parte di esse va istituzionalizzata e prende la forma di prescrizioni, di interdizioni e divieti o di raccomandazioni. Ogni

comportamento che si discosti dalle norme può essere considerato deviante. Norme comuni: rispettate da tutti i partecipanti; norme di

ruolo: attribuite ad alcuni partecipanti per il ruolo ricoperto. Le regole servono per organizzarsi, moderarsi, misurarsi e frenarsi, per

avere punti fermi concordati consensualmente, per aumentare la dimensione cooperativa dello stare insieme. Regole da proporre: parlare

uno alla volta e rivolgere la propria comunicazione al gruppo, cambiare ogni volta i componenti dei sottogruppi, ruotare i relatori dei

lavori in sottogruppo, utilizzare la meta­regola (regola che consente di modificare quelle vigenti per sostituirle con altre più funzionali).

Diritti e permessi in aula: diritto di non fare alcuni esercizi se il partecipante non se la sente; diritto di non dire alcune cose, di

mantenere segreti e non svelarli; diritto di dare indicazioni utili al miglioramento del seminario; permesso di non proiettare tutti i lucidi;

permesso di chiamare per nome i partecipanti.

Finito il Pamor il contratto formativo, didattico, psicologico è stato stipulato, non resta che ringraziare i presenti e augurare buon

lavoro.

Aforismi, metafore, fantasie guidate, giochi d’aula.

Strumenti didattici che consentono al conduttore di spiegare facilmente concetti altrimenti ostici.

Aforisma: colpisce l’attenzione; un’idea complessa distillata in poche parole acquista una capacità di rappresentazione e un’efficacia di

ricordo elevate. Il conduttore può citarli il molti momenti di gruppo: in apertura per catturare l’attenzione, nel mezzo per concedere una

pausa che connette, a chiusura per sintetizzare un pensiero e per lasciare un’indelebile impressione esemplificativa dei contenuti trattati.

Se ne può servire per stimolare riflessioni, per chiarire il suo o altrui pensiero, per confortare un’opinione o sfumarla, in generale per

giovare alla crescita psicologica e relazionale del gruppo.

Metafora: stimola un orientamento attivo del pensiero, una maniera originale di donare sensi diversi alla medesima realtà. E’

considerata una similitudine abbreviata in cui una parola viene usata al posto di un’altra per attribuire al referente significati diversi.

Invita la mente dell’ascoltatore attento ad associare, a connettere le due cose e a selezionare quanto meglio si adatta ai suoi scopi. Ha la

funzione di conoscere paragonando qualcosa che non conosciamo ancora con qualcosa che già conosciamo, utilizzando cognizioni

familiari , servendoci del noto per esplorare l’ignoto. La metafora consente di osservare uno stesso fenomeno da diversi punti di vista e

quindi di intravedere nuove soluzioni. Nel dominio della conduzione del gruppo per metafora si intende una storia strategicamente

preparata per i partecipanti con lo scopo di promuovere in loro cambiamenti evolutivi. La storia è allusiva, ricca di implicazioni che ogni

ascoltatore interpreta secondo parametri soggettivi; come un test proiettivo, può significare cose diverse per i diversi soggetti, perciò

ognuno ne trae l’insegnamento più conveniente, che maggiormente soddisfi i correlati sistemici della sua personalità. Livelli della

metafora: struttura superficiale di contenuto (storia arricchita di elementi che catturano l’attenzione), struttura superficiale linguistica

(linguaggio suggestivo), struttura profonda associata, struttura profonda recuperata dal fruitore. Sollecita nuovi pensieri, riduce le

resistenze nel considerare nuove idee e inizia una varietà di processi mentali esplorativi. Costruire una metafora: dopo che si è

individuato il problema 1) si genera un’analogia con la storia 2) si amplia l’analogia con l’isomorfismo, identificando l’equivalenza

strutturale 3) si sceglie il contesto in cui ambientare la storia 4) si trova una rete di esperienze di riferimento di cui il gruppo ha bisogno

ed è sprovvisto 5) si crea un sistema di convinzioni utili che possano sostituire quelle attualmente limitanti 6) si forniscono soluzioni che

possano funzionare. Sintassi della metafora: verbi non specificati, frasi con errori di tipo logico, ingiunzioni nascoste e suggestioni

dirette/indirette tramite citazioni tra virgolette. Esempi di metafore: Mario il contadino (utile per stimolare l’accettazione degli

imprevisti), Paese A e Paese B (profezia che sia autodetermina) e Passato Presente e Futuro (utile per sviluppare la flessibilità,

l’accettazione del punto di vista dell’altro e la collaborazione).

Fantasie guidate: consentono un allenamento mentale, emozionale e psichico che infonde energia, concentrazione, rilassamento. Il

partecipante è attivamente coinvolto. La visualizzazione stimola l’intuizione, lasciando da parte la mente analitica e facendo emergere

energia autoterapeutica che porta i partecipanti a controllare le proprie reazioni a stimoli interni ed esterni. Conduttore: ruolo di

sostegno, protettivo e rassicurante. Può guidare il partecipante in viaggi nel tempo (passato, presente, futuro) o nello spazio. La fantasia

è più facile della metafora da costruire in quanto si avvale di simboli dai significati inesauribili che fungono da mediatori tra conscio e

inconscio; questi simboli sono capaci di determinare esiti desiderati, di attivare energie che suggeriscano atteggiamenti voluti. Esempi di

fantasie: albero (rappresenta la persona stessa), salire su una vetta, discesa in fondo

Dettagli
A.A. 2013-2014
8 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/06 Psicologia del lavoro e delle organizzazioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher videlbra91@yahoo.it di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia della formazione e dell'orientamento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Odoardi Carlo.