Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
LA PERCEZIONE DEL MOVIMENTO, DELLA LOCALIZZAZIONE SPAZIALE E DELLA FORMA (Cap. 30)
La visione comporta l'intervento di 3 diverse vie, poste in parallelo, che prendono origine dalla retina, vanno al corpo genicolato laterale e di qui si portano alla corteccia striata per poi proseguire verso le cortecce extrastriate (sono cortecce visive al di fuori della corteccia striata): tali vie elaborano separatamente le informazioni relative al movimento, alle forme e al senso della profondità, e ai colori:
- sistema MAGNOCELLULARE: è specializzato per l'analisi del movimento e delle relazioni spaziali fra gli oggetti e contribuisce anche alla visione stereoscopica. I neuroni di questo sistema forniscono a tutti i livelli risposte rapide ma transitorie; sono relativamente insensibili ai colori e rispondono quindi debolmente a sagome o margini di oggetti visibili solo sulla base di contrasti di colore.
- sistema PARVICELLULARE-INTERBLOB: si trova nella corteccia
movimento degli occhi e del capo. Moto apparente è un'illusione ottica del tipo di quella che si osserva quando, al buio, si accendono e spengono alternativamente, in tempi successivi, sorgenti di luce poste a una certa distanza.
Problema dell'apertura è il movimento in 3 direzioni diverse può dare origine allo stesso stimolo fisico e venir perciò percepito sempre come movimento in una direzione sola.
Neuroni selettivi per le componenti della direzione del movimento sono in grado di rispondere solo ad un movimento perpendicolare al loro asse preferenziale d'orientamento, sia esso verticale, orizzontale od obliquo, e segnalano pertanto il movimento delle singole componenti del reticolo e non quello del reticolo stesso in toto; queste cellule non rispondono quando il movimento dell'intera struttura ha la stessa direzione dell'asse d'orientamento per il quale la cellula è selettiva.
Neuroni selettivi per la direzione globale
ferrovia sembrano convergere all'orizzonte, creando un senso di profondità)4. sfocatura (oggetti lontani appaiono più sfocati rispetto a quelli vicini)5. movimento apparente (oggetti che si muovono verso di noi sembrano più vicini rispetto a quelli che si muovono lateralmente o si allontanano) • ELEMENTI BINOCULARI DI VALUTAZIONE in grado di creare il senso della profondità per le distanze ravvicinate: infatti, per distanze < 30 metri, le immagini retiniche dei due occhi sono leggermente diverse, permettendo al cervello di calcolare la distanza in base alla disparità binoculare. Questi elementi sono 2: 1. disparità retinica (il cervello confronta le differenze tra le immagini retiniche dei due occhi per calcolare la distanza) 2. convergenza oculare (il cervello tiene conto dell'angolo di convergenza degli occhi per calcolare la distanza) La combinazione di questi elementi monoculare e binoculare ci permette di percepire la profondità e la tridimensionalità del mondo che ci circonda.- Prospettiva lineare (ad esempio, le linee parallele tendono a convergere con la distanza)
- Distribuzione delle ombre e dell'illuminazione (ad esempio, la distribuzione della luce e delle zone d'ombra contribuiscono a dare l'impressione della profondità: si tratta degli effetti che i pittori chiamano chiaroscuro)
- Movimento di parallasse o monoculare (ad esempio, se muoviamo la testa o il corpo da una parte all'altra, le immagini proiettate dagli oggetti presenti nel campo visivo si muovono sulla retina, per cui gli oggetti più vicini ci appaiono muoversi più rapidamente e in senso inverso ai nostri movimenti, mentre gli oggetti più lontani sembrano muoversi con maggior lentezza).
DISPARITÀ BINOCULARE - in grado di creare il senso della profondità di campo per le brevi distanze: infatti, per distanze inferiori a 30 metri il senso della profondità si basa anche sulla visione stereoscopica, cioè sul confronto delle immagini retiniche dei due occhi. Infatti, la
convergenza dei due occhi fa sì che il punto fissato vada a cadere su punti corrispondenti della parte centrale delle due retine: il punto focale è detto punto di fissazione; il piano parallelo (verticale) in cui esso giace prende il nome di piano di fissazione. La distanza dell'immagine dal centro dei due occhi permette al sistema visivo di calcolare la distanza dell'oggetto dal punto di fissazione. Fusione sensoriale -> compensa la disparità binoculare, fissando un solo punto con entrambi gli occhi e di conseguenza vediamo un unico oggetto. Disparità retinica -> dipende dalla distanza dell'oggetto dal piano di fissazione: in pratica, fissando lo sguardo su un oggetto tridimensionale, la fusione delle immagini non è perfetta, cioè le due immagini retiniche non vanno a cadere su posizioni esattamente corrispondenti. Percezione ciclopica -> Julesz l'ha chiamato così dal ricordo mitologico dei Ciclopi che avevano un solo occhio.occhio in mezzo alla fronte: nessuno dei due occhi isolatamente riesce a vedere formeo contorni coerenti nella figura: ogni occhio vede solo un gruppo di puntini senza senso. La corteccia visiva primaria è la prima sede in cui le informazioni provenienti dai due occhi vengono analizzate congiuntamente: tuttavia, per avere una visione stereoscopica è necessario che le afferenze dei due occhi siano leggermente diverse, cioè vi deve essere disparità orizzontale fra le due immagini retiniche. PROBLEMA DEL COLLEGAMENTO perchè sia possibile percepire contemporaneamente l'intera combinazione delle caratteristiche visive presenti ad ogni istante nel campo visivo, è indispensabile che gruppi indipendenti di cellule possano entrare temporaneamente in associazione, tramite 2 processi distinti: 1. un processo pre-attenzionale che passa rapidamente in rassegna gli oggetti esistenti e serve come da rilevatore della loro solo presenza: questo processoregistra rapidamente la natura ele proprietà generali degli oggetti, codificandone gli elementi che possono risultare utili per caratterizzare uno scenario visivo (colore, orientamento dei contorni, dimensioni e direzione del movimento)
un processo attenzionale che dirige l'attenzione sulle caratteristiche specifiche di un oggetto (luminosità, colore, orientamento delle linee) che riescono a mettere in risalto i contorni.
SOLUZIONE DEL PROBLEMA DEL COLLEGAMENTO MAPPA PRINCIPALE o SALIENTE che codifica esclusivamente le caratteristiche generali dell'immagine.
La mappa riceve afferenze da tutte le mappe di caratteristiche ma, di ciascuna di queste mappe, mette in rilievo solo gli aspetti caratteristici che servono a distinguere l'oggetto cui vogliamo prestare attenzione dal suo sfondo.
LA VISIONE DEI COLORI (Cap. 31)
TRICROMIA riconoscimento di colori composti da miscele di radiazioni luminose di qualsiasi lunghezza d'onda combinando in proporzioni
Opportune 3 colori primari: blu, verde, rosso. Questa proprietà dipende dalla presenza nella retina di 3 tipi distinti di coni fotorecettori in grado di assorbire la luce, ognuno dei quali possiede un pigmento visivo diverso:
- Il 1° pigmento è sensibile alle lunghezze d'onda più corte dello spettro visibile e contribuisce alla percezione del blu (viene anche chiamato pigmento B per blu o pigmento C per via della sensibilità alle lunghezze d'onda corte).
- Il 2° pigmento è sensibile alle lunghezze d'onda medie e contribuisce alla percezione del verde (viene anche chiamato pigmento V per verde o pigmento M per via della sensibilità alle lunghezze d'onda medie).
- Il 3° pigmento è sensibile alle lunghezze d'onda più lunghe e contribuisce alla percezione del rosso (viene anche chiamato pigmento R per rosso o pigmento L per via della sensibilità alle lunghezze d'onda lunghe).
lunghe).Univarianza quando un cono assorbe un fotone, la risposta elettrica che ne deriva è semprela stessa quale che sia la lunghezza d’onda del fotone stesso: tale proprietà è dovuta al fattoche l’assorbimento della luce dà inizio all’isomerizzazione del cromoforo deputato ad assorbirela luce, il retinale, dalla configurazione 11-cis a quella tutto-trans.
SISTEMA DIVARIANTE il riconoscimento dei colori richiede la presenza di almeno 2 tipi difotorecettori con diversa sensibilità spettrale, che saranno in grado di fornire 2 valori diversi diluminosità per ciascun oggetto: così, paragonando i 2 valori il sistema nervoso riesce adistinguere i colori.
Aberrazione cromatica la risoluzione ottica del sistema sensibile alle lunghezze d’onda corteè modesta in quanto le immagini, in questa zona dello spettro, appaiono offuscate.
Le caratteristiche principali su cui si basa la visione dei colori sono 3:
- Univarianza
- Sistema divariante
- Aberrazione cromatica
opponenza cromatica– i 3 colori primari si distribuiscono in 3 coppie di colori mutuamenteantagoniste (o opposte): rosso-verde, giallo-blu e bianco-nero. Hering avanzò l’ipotesi che queste 3 coppie di colori possano essere rappresentati nella retina in 3 canali nervosi distinti di opponenza cromatica.
2. contrasto cromatico simultaneo– si osserva a livello dei margini della sagoma di un oggetto piuttosto che non all’interno dell’oggetto stesso.
3. costanza dei colori– i colori degli oggetti che noi percepiamo restano relativamente costanti a dispetto delle enormi variazioni della composizione spettrale dell’illuminazione ambientale.
Le cellule gangliari della retina e quelle del corpo genicolato laterale possono essere suddivise in 3 classi in base al modo con cui vengono combinate le afferenze dei 3 diversi tipi di coni:
- CELLULE AD OPPONENZA CROMATICA SEMPLICE (hanno campi recettivi concentrici)– in queste cellule, i coni R e V agiscono isolatamente, sia
al centro che alla periferia dei campi recettivi, ed esercitano azioni antagoniste fra loro (danno un contributo