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COMUNICAZIONE DI UN CASO DI PARANOIA IN CONTRASTO CON LA TEORIA PSICOANALITICA (1915)
Un noto avvocato chiese il parere di Freud su un caso che gli riusciva difficile valutare.
Una giovane donna si era rivolta a lui per essere tutelata dalle persecuzioni di un uomo che l'aveva indotta a una relazione amorosa. Essa affermava che quest'uomo aveva abusato della sua docilità consentendo che qualcuno, nascosto alla sua vista, fotografasse le loro effusioni amorose; ora essa era nelle mani di costui, che mostrando queste fotografie poteva svergognarla e costringerla ad abbandonare il suo impiego.
La paziente era una ragazza di trent'anni eccezionalmente bella e attraente; nei confronti del medico tenne un atteggiamento di diffidenza e solo l'insistenza del legale la indusse a raccontare la sua storia.
La giovane era stata impiegata per anni in una grande azienda; era soddisfatta del lavoro e godeva della stima dei superiori. Negli ultimi tempi aveva mostrato simpatia per lei un
impiegato dello stesso ufficio, da cui era attratta a sua volta. Un matrimonio tra loro era impossibile per circostanze esterne, ma il giovane sosteneva che era assurdo sacrificare alle convenienze sociali ciò che entrambi desideravano. Dopo molte insistenze, aveva acconsentito ad andare a trovarlo nella sua abitazione di scapolo. Quel giorno avevano cominciato a scambiarsi effusioni, quando la fanciulla fu spaventata da un rumore che proveniva da dietro un pesante tendaggio. Quando lasciò la casa, incrociò sulle scale due uomini che sembravano nascondere una scatola e che presero a bisbigliare al suo passaggio. L'incontro mise in moto i suoi pensieri; inoltre, emerse successivamente che il settore della grande azienda in cui la ragazza lavorava era diretto da una vecchia signora, che lei descrisse come simile a sua madre. Questa anziana direttrice si era incontrata col ragazzo per questioni di affari, ma la ragazza fu così sicura che stessero parlando del loro.Incontro che cominciò a fare congetture, che da quel momento prese a rinfacciare, verbalmente e per iscritto, all'amico. Il giovane tentò in ogni modo di discolparsi e di tranquillizzarla, ma tutto fu inutile, e alla fine la fanciulla si rivolse all'avvocato.
Il caso aveva per Freud un interesse particolare: nella letteratura psicoanalitica era già stata formulata una teoria secondo la quale il paranoico lotta contro l'intensificarsi delle sue tendenze omosessuali (ciò rimanda a una scelta oggettuale di tipo narcisistico). Inoltre si pensava che il persecutore fosse colui che il paranoico amava o aveva amato in passato. Da queste due tesi risulta che il persecutore è dello stesso sesso del perseguitato.
Freud, infatti, pensava che l'omosessualità determinasse la paranoia mentre in questo caso non era così, in quanto la ragazza sembrava difendersi dall'amore per un uomo trasformandolo direttamente in un persecutore: non
c'era però la minima traccia dell'influenza di una donna, di una lotta contro un attaccamento omosessuale.1
Approfondendo l'esame delle circostanze in cui si è prodotto il delirio persecutorio della giovane donna, Freud individuò, dietro l'apparente comportamento erotico eterosessuale, la sottostante componente omosessuale, effettivamente responsabile della paranoia: la dirigente dai capelli bianchi sarebbe stata un sostituto della madre; l'innamorato avrebbe preso il posto del padre, nonostante la sua giovane età.
Sarebbe stata la forza del suo "complesso materno" a costringere la paziente a supporre l'esistenza di una relazione amorosa fra i due, nonostante la differenza di età e l'impossibilità di una tale congettura.
Quindi, in questo caso il persecutore non è un uomo ma una donna. Infatti la dirigente anziana era a conoscenza della relazione amorosa della ragazza e la disapprovava tramite segni.
misteriosi. L'attaccamento della paziente al proprio sesso si opponeva ai suoi tentativi di adottare una persona dell'altro sesso come oggetto d'amore. L'amore per la madre, infatti, riuscì a turbare il suo rapporto con gli uomini in quanto ostacolava i primi passi della ragazza sulla nuova strada della normale soddisfazione sessuale. È compito della figlia, quindi, emanciparsi da questa influenza e decidere da sé: tuttavia, se nel tentativo di emanciparsi diventa vittima di una nevrosi, ciò implica la presenza di un complesso materno. La manifestazione di una reazione nevrotica sarà sempre determinata dalle relazioni infantili con la prima immagine della madre, e non con la relazione esistente attuale con la madre. La paziente era molto legata emotivamente alla madre per cui le venne difficile, quando la sua libido incominciò ad indirizzarsi verso un uomo, a superare tale situazione se non in forma di delirio paranoico: la madre.divenne così il suopersecutore.L’incrocio sulle scale di due uomini che sembravano nascondere una scatola e chepresero a bisbigliare al suo passaggio, ebbe la semplice parte di causa scatenante deldelirio, che attivò la tipica fantasia dell’origliare (che è una componente del complessoparentale): infatti, c’è da dire che nella riserva di fantasie inconsce di tutti i nevrotici edi tutti gli esseri umani, c’è n’è una che si può scoprire tramite l’analisi: la fantasiadell’assistere al rapporto sessuale tra i genitori, chiamata da Freud fantasia primaria.Per cui, il fatto di origliare quel rumore è come se avesse scatenato la fantasia delbambino che ascolta e ha paura di tradirsi.Quindi, l’amante della paziente prende ancora il posto del padre ma il posto dellamadre adesso lo prende lei: la ragazza si è liberata dalla sua dipendenza omosessualedalla madre ciò è
avvenuto attraverso un frammento di regressione: invece di scegliere la madre come oggetto d'amore, la ragazza si è identificata in lei.
La ragazza si è protetta dall'amore verso un uomo tramite un delirio paranoico: dapprima, il delirio era diretto verso una donna ma, su questa base paranoica, si è compiuto il passaggio da un oggetto femminile ad uno maschile. Questo passaggio è insolito nella paranoia, in quanto solitamente la vittima delle persecuzioni rimane fissata sulle stesse persone, e quindi allo stesso sesso a cui appartenevano i suoi oggetti d'amore prima della trasformazione paranoica.
CONCLUSIONI
Nel caso Comunicazione di un caso di paranoia in contrasto con la teoria psicoanalitica si evidenziano alcuni aspetti importanti:
- l'emergere della vicenda omosessuale e quindi la relazione paranoia-omosessualità;
- il complesso materno;
- il passaggio, nel delirio, da un oggetto femminile ad uno maschile;
- il meccanismo.
della fissazione. QUINDI21. RELAZIONE PARANOIA/OMOSESSUALITÀ dimostra che anche in questoFreudcaso il disturbo paranoide può essere ricollegato a una libido omosessuale rimossa, inperfetto accordo con la teoria enunciata qualche anno prima nel caso clinico delpresidente Schreber.
In questo caso, quindi, si occupò dell’omosessualità intesa come sindromepsicopatologica considerandola come sottostante la paranoia: secondo Freud laparanoia sarebbe in sostanza una difesa contro il sentimento omosessuale (ciòrimanda a una scelta oggettuale di tipo narcisistico).
In questo caso, la ragazza sembrava difendersi dall’amore per un uomotrasformandolo direttamente in un persecutore: non c’era però la minima tracciadell’influenza di una donna, di una lotta contro un attaccamento omosessuale.
Tuttavia, Freud individuò, dietro l'apparente comportamento erotico eterosessuale, lasottostante componente omosessuale.
effettivamente responsabile della paranoia: il dirigente dai capelli bianchi sarebbe stata un sostituto della madre; l'innamorato avrebbe preso il posto del padre, nonostante la sua giovane età. 2. COMPLESSO MATERNO l'attaccamento della paziente al proprio sesso si opponeva ai suoi tentativi di adottare una persona dell'altro sesso come oggetto d'amore. L'amore per la madre, infatti, riuscì a turbare il suo rapporto con gli uomini in quanto ostacolava i primi passi della ragazza sulla nuova strada della normale soddisfazione sessuale. È compito della figlia, quindi, emanciparsi da questa influenza e decidere da sé: tuttavia, se nel tentativo di emanciparsi diventa vittima di una nevrosi, ciò implica la presenza di un complesso materno la manifestazione di una reazione nevrotica sarà sempre determinata dalle relazioni infantili con la prima immagine della madre, e non con la relazione esistente attuale con la madre. 3. PASSAGGIO,NEL DELIRIO, DA UN OGGETTO FEMMINILE AD UNO MASCHILE la ragazza si è protetta dall'amore verso un uomo tramite un delirio paranoico:
dapprima, il delirio era diretto verso una donna (la direttrice) ma, su questa base paranoica, si è compiuto il passaggio da un oggetto femminile ad uno maschile
questo passaggio è insolito nella paranoia, in quanto solitamente la vittima delle persecuzioni rimane fissata sulle stesse persone, e quindi allo stesso sesso a cui appartenevano i suoi oggetti d'amore prima della trasformazione paranoica.
4. FISSAZIONE si evidenzia un eccessivo investimento erotico sulla madre (che è, come è noto, il primo oggetto d'amore), il che comporta una fissazione e una conseguente impossibilità di spostamento dell'investimento libidico sul padre come oggetto d'amore eterosessuale; in seguito, perciò, l'oggetto d'amore rimane femminile.
Definizione di fissazione attraverso il quale, nel
corso dello sviluppo → processo psichico, una quota di energia pulsionale aderisce a particolare zone, oggetti, condizioni o forme di soddisfacimento, per cui la parte fissata della pulsione non è più libera. Quindi, si ha una fissazione quando la pulsione parziale, la zona erogena, la fase libidica o la relazione oggettuale implicata è stata la fonte di una esperienza libidica troppo gratificante o troppo frustrante.PSICOGENESI DI UN CASO DI OMOSESSUALITÀ IN UNA DONNA (1920)
Introduzione
Freud apre il caso osservando che l'omosessualità femminile, che non è certo meno frequente di quella maschile, non solo è stata ignorata dalla legge, ma è stata trascurata dalla ricerca psicoanalitica. Viene data comunicazione di un singolo caso, di cui è stato possibile accertare la genesi e lo sviluppo psichico con assoluta sicurezza.
Una ragazza diciottenne, bella e intelligente, c...