Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 30
Riassunto esame Psicologia dinamica, prof. Miano, libro consigliato La psicologia dinamica come scienza clinica, Ruvolo Pag. 1 Riassunto esame Psicologia dinamica, prof. Miano, libro consigliato La psicologia dinamica come scienza clinica, Ruvolo Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia dinamica, prof. Miano, libro consigliato La psicologia dinamica come scienza clinica, Ruvolo Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia dinamica, prof. Miano, libro consigliato La psicologia dinamica come scienza clinica, Ruvolo Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia dinamica, prof. Miano, libro consigliato La psicologia dinamica come scienza clinica, Ruvolo Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia dinamica, prof. Miano, libro consigliato La psicologia dinamica come scienza clinica, Ruvolo Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 30.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Psicologia dinamica, prof. Miano, libro consigliato La psicologia dinamica come scienza clinica, Ruvolo Pag. 26
1 su 30
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

L'ESORDIO DELLA TEORIA DELLE RELAZIONI OGGETTUALI

La psicoanalisi post-freudiana nasce negli anni '30-'40, anni in cui si sviluppano appunto nuovi orientamenti teorici come la Psicoanalisi dell'Io (i cui maggiori esponenti sono A. Freud e Hartmann), la Psicoanalisi delle relazioni oggettuali (i cui maggiori esponenti sono M. Klein, Bowlby e Winnicott) e la Psicoanalisi del Sé (i cui maggiori esponenti sono Kohut, Stern e Kernberg). PSICOANALISI DELL'IO un orientamento della psicoanalisi che accorda all'Io una posizione autonoma rispetto all'Es e che sottolinea la centralità delle funzioni cognitive dell'Io nel processo di adattamento dell'individuo all'ambiente e nella conoscenza della realtà esterna. Secondo i sostenitori di questo orientamento, la psicoanalisi deve occuparsi dello studio dei processi normativi per aiutare il paziente a trovare ed adoperare quei meccanismi che gli permettono di adattarsi.alla società. Compito dell'analista è, quindi, quello di individuare l'area libera da conflitti del paziente per stabilire un'alleanza terapeutica con l'Io del paziente che lotta contro gli impulsi dell'Es. Freud, invece, attribuiva all'Io una funzione fondamentale ma riteneva che l'Io fosse sempre sottoposto alla lotta tra impulsi e alla lotta tra l'Es e il Super-Io. Anna Freud è nota soprattutto per il suo contributo alla psicoanalisi infantile. La Freud sosteneva, a differenza della Klein (convinta dell'opportunità di un'analisi precoce secondo modalità simili a quelle degli adulti) che per la diagnosi infantile devono essere ben conosciute le linee normali dello sviluppo psicologico del bambino: infatti, descrisse le fasi evolutive di un processo che inizia con la totale dipendenza del neonato dalle cure materne fino all'indipendenza del giovane adulto. Inoltre, sottolineòl'importanza della funzione dell'Io nello sviluppo della personalità e approfondì lo studio dei meccanismi di difesa, per la quale non hanno una funzione patogena ma adattiva in quanto l'Io utilizza le difese per arginare l'angoscia e la sofferenza (rimozione, isolamento, formazione reattiva, proiezione, introiezione, regressione, negazione, sublimazione ecc.). Le difese non sono rivolte solo contro i pericoli provenienti dal mondo interno, ma anche contro quelli provenienti dal mondo esterno: infatti, oltre ad un'angoscia determinata da un Super-Io rigido e severo e un'angoscia determinata da un Es pretenzioso e forte, esiste un'angoscia reale o oggettuale percepibile nei bambini, determinata dalla paura dei pericoli provenienti dal mondo esterno. Hartmann sostenendo che l'importanza dell'Io non è limitata alle sue operazioni difensive, elabora il concetto di un Io-autonomo, dotato di sue specifiche funzioni, che sono

presenti dalla nascita e sono rappresentate, tra le altre dal pensiero, dall'apprendimento, dalla percezione, dal controllo motorio e dal linguaggio. A causa del bisogno di realizzarsi nel mondo reale, l'Io sviluppa interessi propri (Io-adattamento), che non sono subordinati all'Es e al Super-Io, ma appartengono alla sua stessa sfera e poiché agisce sulla base del principio di realtà, i suoi interessi sono liberi dai conflitti con l'Es.

Il rapporto tra lo sviluppo dell'Io e il conflitto è chiaro grazie all'autonomia secondaria che assicura un potenziamento dell'Io nel suo rapporto con l'Es e con la realtà, e in cui caratteristiche in origine conflittuali entrano in una sfera non conflittuale, fine a se stessa (per esempio l'altruismo).

Melanie Klein l'opera della Klein può essere suddivisa in 3 fasi:

  1. la prima fase in cui vengono poste le basi per la psicoanalisi infantile e in cui

1. La prima fase della teoria dello sviluppo infantile di Klein è caratterizzata dallo spostamento dell'emergere del Super-Io e del conflitto edipico ad una fase precoce dello sviluppo;

2. La seconda fase è quella in cui viene formulato il concetto di posizione depressiva;

3. La terza fase è quella in cui viene formulato il concetto di posizione schizo-paranoide.

La teoria dello sviluppo infantile di Klein, pur prendendo le mosse dagli studi di Freud, pone l'attenzione sugli oggetti interni, invece che sulla dinamica delle pulsioni.

Per Freud, l'oggetto si trova nella realtà esterna, l'oggetto è quello libidico ed è investito di pulsioni, mentre per Klein non si tratta di un oggetto sessuale vero e proprio, ma di un oggetto d'amore: il primo di tali oggetti è il corpo della madre, più precisamente il seno materno.

Nella strutturazione della personalità sono importanti le prime relazioni affettive tra la figura materna e il bambino perché canalizzano lo sviluppo psicosessuale dell'individuo e determinano il modo in cui

L'individuo struttura le relazioni affettive seguenti. Secondo la Klein, il Super-Io non si sviluppa con la dissoluzione del complesso edipico come pensava Freud, ma si struttura in seguito alle esperienze di privazione derivanti dallo svezzamento (tra la fine del 1° e l'inizio del 2° anno di vita).

A partire da questo presupposto teorico, la Klein costruisce la sua tecnica di analisi infantile: infatti, si rese conto dell'importanza che aveva il gioco nella vita di ogni bambino utilizzandolo quindi per avere accesso all'inconscio infantile, in quanto le azioni del gioco dei bambini sono equivalenti alle associazioni libere verbali degli adulti.

L'osservazione dei bambini portò la Klein a ipotizzare che l'attività del fantasticare fosse precoce e che le fantasie fossero onnipresenti e influenzassero le percezioni e le relazioni oggettuali del bambino.

Un concetto centrale nella teoria kleiniana è, infatti, quello di fantasia. Le

fantasieinconsce innate (chiamate imago) sono rappresentazioni mentali degli istinti: essevengono sperimentate, all'inizio, come sensazioni corporee per poi trasformarsi inimmagini, pensieri e linguaggio.

La fantasia permette di appagare un bisogno istintivo attraverso un'attività immaginativa.

L'oggetto costituisce ciò verso cui è diretto il desiderio. Poiché il bambino non possiede ancora un Io autonomo, interpreta le sensazioni corporee sgradevoli come effetto delle intenzioni cattive da parte dell'oggetto nei suoi confronti.

Nel pensiero della Klein, in particolare, viene esaltato il ruolo degli impulsi distruttivi, nelle primissime fasi evolutive, dai quali l'organismo deve proteggere se stesso e i propri oggetti.

Infatti, l'esperienza negativa si realizza quando la madre non è subito disponibile per soddisfare la fame (seno cattivo); al contrario, l'esperienza positiva d'amore è l'allattamento.

(seno buono), in cui il bambino prova delle sensazioni corporee piacevoli e ha la sensazione che ci sia qualcosa che ha una buona disposizione verso di lui. Il bambino interiorizza la madre attraverso le sensazioni fisiche associate alla sua presenza durante l'allattamento, ma l'interiorizzazione diventa efficace solo quando si crea un nesso tra l'interno e l'esterno.

Lo sviluppo psico-affettivo del bambino procede attraverso 2 posizioni: schizo-paranoide e depressiva (modalità di relazione presenti non solo nella prima fase dello sviluppo, ma anche nella vita adulta).

Nei primi 6 mesi di vita l'Io emerge precocemente proprio perché è necessario che esso contenga e devii verso l'esterno l'autodistruttività intrinseca all'organismo: questa posizione è detta schizo-paranoide ed è chiamata così a causa dei meccanismi di difesa che la caratterizzano e cioè scissione (schizo) e proiezione.

(paranoide). In pratica, l'Io del bambino, di fronte all'angoscia causata dall'istinto di morte, lo deviacioè in parte lo proietta e in parte lo trasforma in aggressività: l'Io proietta quella parte che contiene l'istinto di morte sull'oggetto esterno, che è il seno materno, mentre l'aggressività rimasta viene diretta contro l'oggetto vissuto come persecutore - la paura nella posizione schizo-paranoide è che l'oggetto persecutore distrugga sia l'oggetto buono che il Sé. Solo in un secondo momento, e cioè intorno ai 6 mesi quando il bambino impara a dominare l'angoscia, ha inizio il processo di riunificazione degli oggetti buoni e cattivi nella rappresentazione di un unico oggetto: questa posizione è chiamata depressiva ed è caratterizzata appunto dall'angoscia depressiva che nasce nel bambino nel momento in cui egli teme di perdere l'oggetto buono,

Riconosciuto come intero, e grazie alla quale il bambino giunge a distinguere il mondo interno da quello esterno e se stesso dagli altri. L'angoscia nella fase depressiva nasce dall'ambivalenza, dal timore che i propri impulsi distruttivi possano annientare l'oggetto amato (la madre): emergono così sentimenti di lutto e senso di colpa che spingono il bambino a tentare di riparare il danno provocato. È proprio in questo momento che si pongono le fondamenta della capacità di rispettare se stessi e gli altri: se la posizione depressiva viene elaborata con successo l'Io diventerà più maturo e il bambino, consapevole della propria realtà psichica, comincerà a distinguere tra fantasia e realtà esterna; se la posizione depressiva non viene superata positivamente, lo sviluppo sarà molto negativo: l'Io si sentirà continuamente tormentato dall'angoscia della perdita completa di ogni situazione buona.

Resterà fragile, avrà uno scarso rapporto con la realtà ed sarà, quindi, esposto al rischio di psicosi.

Capitolo 4: LA TEORIA DELLE RELAZIONI OGGETTUALI E LA PSICOLOGIA DEL SÉ

TEORIA DELLE RELAZIONI OGGETTUALI è un orientamento teorico, di indirizzo psicoanalitico, fondato in Gran Bretagna da Melanie Klein.

La teoria delle relazioni oggettuali della Klein, pur prendendo le mosse dagli studi di Freud, pose l'attenzione sugli oggetti interni, invece che sulla dinamica delle pulsioni.

Per Freud l'oggetto si trova nella realtà esterna, l'oggetto è quello libidico ed è investito di pulsioni, mentre per la Klein non si tratta di un oggetto sessuale vero e proprio, ma di un oggetto d'amore: il primo di tali oggetti è il corpo della madre, più precisamente il seno materno.

Tuttavia, oggi il termine "teoria delle relazioni oggettuali" differisce, rispetto alla psicoanalisi classica, in 4

aspetti fondamentali:
  1. passaggio da una prospettiva intr
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
30 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marilu1312 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dinamica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Miano Paola.